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coppermine
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Achmatova
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Piera Oppezzo
Postato da Grazia01 il Domenica, 02 agosto @ 20:28:19 CEST (649 letture)
![]() ![]() Il 2 agosto del 1934 nacque Piera Oppezzo, poetessa italiana († 2009) Chi ricorda ancora questa poetessa? Piera Oppezzo è un'artista rilevante e infelice, scomparsa nel 2009, con una creatività difficile e sofferta e equilibri psichici oppressi dalla malattia. Alla poesia fresca e vivace degli inizi fa seguito una poetica complicata e di difficile comprensione. Una metamorfosi che le fa espellere dai suoi versi i sentimenti per dare spazio a ricerche espressive spesso oscure. Non è il genere di poesia che preferisco, tuttavia vi è un livello di dolore e verità nei suoi versi che non merita di essere dimenticato. ![]() ESTERNO Il paesaggio è pronto per una bella serata autunnale che l'uomo asseconda con ondosità tranquille del suo passo mentale. L'albero è là il pensiero più sotto il cielo lassù lui in basso a destra volendo potrebbe avvertire queste nette, lucide perfette distanze. In questa poesia, L a grande paura, si respira il tema più volte dibattuto dell’emancipazione femminile in contrapposizione a quello della schiavitù, dibattimenti che ci hanno condotto nel tempo a molte conquiste ma, una domanda mi sorge spontanea: in un’Italia con un forte imprinting patriarcale, dove a tutt’oggi la carriera politica e religiosa della donna checché se ne dica è subordinata all’uomo, possiamo davvero parlare di “uguaglianza” e di “pari opportunità”? ![]() La grande paura La storia della mia persona è la storia di una grande paura di essere me stessa, contrapposta alla paura di perdere me stessa, contrapposta alla paura della paura. Non poteva essere diversamente: nell’apprensione si perde la memoria, nella sottomissione tutto. Non poteva la mia infanzia, saccheggiata dalla famiglia, consentirmi una maturità stabile, concreta. Né la mia vita isolata consentirmi qualcosa di meno fragile di questo dibattermi tra ansie e incertezze. All’infanzia sono sopravvissuta, all’età adulta sono sopravvissuta. Quasi niente rispetto alla vita. Sono sopravvissuta, però. E adesso, tra le rovine del mio essere, qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire. Piera Oppezzo ![]() "E’ contenta la persona se trova parole che somigliano alla vita. Se con la vita proprio adesso si sono messe in relazione. E’ così che viene a sapere". Piera Oppezzo Cielo
Postato da Grazia01 il Sabato, 01 agosto @ 10:22:41 CEST (823 letture)
![]() ![]() Sto contemplando un meraviglioso cielo stellato. Non riesco a staccare lo sguardo da questa fantastica distesa di luminosissime stelle, che sembrano sorridermi. La luce della brillante luna accarezza il mio animo. Chiudo gli occhi e respiro profondamente... ecco ora mi sento in sintonia con l'universo e a lui chiedo, in questo grande silenzio, un miracolo, lui sa quale. Grazia Arrivederci Luglio
Postato da Grazia01 il Venerdì, 31 luglio @ 09:08:03 CEST (589 letture)
"Pane e castagne"
Postato da Grazia01 il Giovedì, 30 luglio @ 18:48:28 CEST (613 letture)
![]() ![]() Aspettami ogni sera davanti a quel portone.... Mangiamo pane e castagne, in questo chiaro di luna, le mani ben ancorate su questa linea. Domani ce lo diranno dove dobbiamo andare, domani ce lo diranno cosa dobbiamo fare. Ci sta una terra di nessuno, da qualche parte del cuore, come un miraggio incastrato la noia e il dolore. Domani ce lo diranno come dovremo passare, ma c'è una terra di nessuno e ci si deve arrivare. Aspettami ogni sera davanti a quel portone, e se verrai stasera ti chiamerò per nome. Chissà che occhi avremo, chissà che occhi avrò, ma se mi chiami amore, io ti risponderò. Mangiamo pane e castagne, come una poesia, perduta nella memoria dai tempi di scuola. Domani ce lo diranno, cosa vorranno che sia, ce lo diranno domani, prima di andare via. Aspettami ogni sera davanti a quel portone, e se verrai stasera ti chiamerò per nome. Chissà che occhi avremo, chissà che occhi avrò, ma se mi chiami amore, ti riconoscerò. Francesco De Gregori,"Pane e castagne" Perchè mancavi
Postato da Grazia01 il Lunedì, 27 luglio @ 20:42:32 CEST (4522 letture)
![]() ![]() Perchè mancavi Perché mancavi, nelle lunghe sere meditai la bestemmia insensata che il mondo era uno sbaglio di Dio, io uno sbaglio nel mondo. E quando, davanti alla morte, ho gridato di no da ogni fibra, che non avevo ancora finito, che troppo ancora dovevo fare, era perché mi stavi davanti, tu con me accanto, come oggi avviene, un uomo una donna sotto il sole. Sono tornato perché c’eri tu. PRIMO LEVI Il 26 luglio 1926 nacque a Fabriano Anna Malfaiera
Postato da Grazia01 il Domenica, 26 luglio @ 18:39:11 CEST (557 letture)
![]() ![]() Il 26 luglio 1926 nacque a Fabriano Anna Malfaiera, poetessa italiana che morì a Roma nel 1996 Dopo essersi diplomata presso la Facoltà di Magistero di Urbino, si trasferisce a Roma dove lavora al Ministero della Pubblica Istruzione. Collabora alle riviste letterarie “Letteratura”, “Galleria” e “Fiera letteraria”, partecipando a letture e varie manifestazioni culturali. Sue poesie sono apparse in numerose antologie. Agli anni 1987-1989 risale il suo incontro con il teatro e la produzione di testi destinati alla lettura e alla rappresentazione. Tra le sue raccolte ipoetiche ricordiamo: Fermo Davanzale (Padova, Rebellato, 1961); Il vantaggio privato (Sciascia, Caltanissetta, 1967 e 1970); Lo stato d’emergenza, a cura di Emilio Villa, con disegni di Valeriano Trubbiani (Macerata, La Nuova Foglio, 1971); Verso l’imperfetto, a cura di Adriano Spatola, con introduzione di Alfredo Giuliani (Mulino di Bazzano, Tam Tam, 1984); E intanto dire, a cura di Mario Lunetta, con postfazione di Giulia Niccolai (Roma, Il Ventaglio, 1991); 27, Rue De Fleurus, con una nota critica di Mario Lunetta (Roma, Il Ventaglio, 1992); Il più considerevole, (Verona, Anterem edizioni, 1993). ![]() Il più considerevole Leggero persistente mi piace il segno che s’impone tra tanti libero. Mi piace quando aggregato cosciente produce la cosa pensata scritta. Azione in senso straordinario in armonia con le intenzioni calco e suono il segno incede s’inoltra si combina recede o vaga incerto. Mia meta quotidiana avanti indietro rigetto dell’aldiqua dell’aldilà investita dagli utensili dal cibo dalla polpa del frutto marcito. Mio riscontro io e il segno che emerge autonomo. Mi stupisce se origina e sopravanza una risoluzione ragionata mi riduce se appena si evidenzia un soffio contrario lo scombina lo consegna al vuoto fantasma invariato sibilo lacerante lacerato. * Accorre si affolla la comprensione del mondo intero estremamente desiderata quantità di esperienze motivate contrastanti paralizzate che pure gemendo si amano complementi che s’ingegnano ad essere a resistere per riproporsi ogni volta da capo instancabili movimenti da luogo a luogo andante orchestrato di ricordi evento favoloso raccontato fondamenta che rendono il mondo articolato espresso definito una comune parentela il primo piano dell’approdo futuro. * Come edera d’un tronco annoso arroccata vita cumulo ispessito di sotterranei camminamenti fusioni di giorni e notti innesti raffiche di stagioni inesauste legami avvinghiati tenacemente resistenti. * Ispessisce il silenzio del giorno curvato il silenzio che nel sonno si turba si tradisce oppresso quasi grida richiamo afono diluito nella memoria impregnata di presenze lontane finalmente docili piume vaganti contese alla corrente di gelo che mi incrocia. * Mi inquieta la paura lecita del fidarsi o no considerando situazioni condizioni affanno ed altro senza esagerare preme con tatto molesto realizzato con talento in una dinamica progressiva. Non so se è casualità il meccanismo travolto dal negativo di quanto non va o andrà se l’ordine dell’universo esperto risolve per sé la catastrofe glaciale. ![]() La porta in faccia Non trattengo la rabbia che da tempo voleva esplodere restituisco temeraria il poco forse il nulla di quanto mi ha sopraffatto a lungo e pure offeso fino a rendermi cosciente in eccesso del mio rivolgimento. Pronto l’istinto si arroventa attacca di colpo fuori di sé proteso ingordo. * Mi pettino allo specchio. Contemplazione negata la smorfia abituale subito evidente. Stessa ombra costeggia il corpo vi approda un insistente ingombro di presagi. Appare si fa beffa induce il dubbio a farsi liquido. Malformazione della mente. Le ferite essiccate si riaprono e con le nuove gocciano sangue misto a mucosa. La smorfia del viso raggrinzito s’incunea taglia la simmetria del composto consueto un tempo certo ordinato erboso. * Infine stare un senso greve di colore grigio su quanto accade sullo sfondamento dei pasticciati rimandi mio corpo estraneo al quotidiano scorrimento inconsistente eppure vigile respiro unico affaticato non riparato dal disincanto alla porta. * Differenze di natura in una assortita collocazione. Percorrono in lungo e in largo flussi d’intolleranza di disperazione. Sembra vano appellarsi a pratiche associative a ordini legittimati alle relazioni di scambio subentrano autorità azioni repressive imposizioni forte debole congiunzione. * Questo malessere può essere un abisso profondissimo un demone in estensione in coincidenza di presentimenti avversi un contenitore di ombre vaganti inascoltate specchio senza rimandi di cose e persone somma d’intenti perduti contrapposti alla pura casualità respiro inafferrabile di un consistente azzardo invasore. Anna Malfaiera Il 26 luglio del 1875 nacque Antonio Machado
Postato da Grazia01 il Domenica, 26 luglio @ 17:25:14 CEST (589 letture)
![]() ![]() Il 26 luglio del 1875 nacque a Siviglia Antonio Machado, il cui nome completo è Antonio Cipriano José María y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz, è stato un poeta e scrittore spagnolo, tra i maggiori di tutti i tempi appartenente alla cosiddetta generazione del '98. Fratello minore di Manuel, morì a Collioure, Francia nel 1939. ![]() Primaverile Nuvole, sole, prato verde e case Sull'altura, confusi. Primavera argine. Ha messo nell'aria fredda dei campi La grazia di quei pioppi lungo l'argine. Dalla valle i sentieri vanno al fiume: là, sul ciglio dell'acqua, amore aspetta. Per te indossano i campi questa veste Di giovane, oh invisibile compagna? E quest'odore del faceto al vento? E quella prima bianca margherita? Sei con me dunque? Nella mano Sento un doppio battito e il cuore mi grida E nelle tempie mi assorda il pensiero: si, sei tu che fiorisci, che resusciti. ![]() Poeta, nel tramonto. Nuda è la terra, e l'anima ulula contro il pallido orizzonte come lupa famelica. Che cerchi, poeta, nel tramonto? Amaro camminare, perché pesa il cammino sul cuore. Il vento freddo, e la notte che giunge, e l'amarezza della distanza... Sul cammino bianco, alberi che nereggiano stecchiti; sopra i monti lontani sangue ed oro... Morto è il sole... Che cerchi, poeta, nel tramonto? ![]() Se io fossi poeta Se io fossi un poeta galante, canterei agli occhi vostri un canto così puro come sul marmo bianco l'acqua chiara. E in una strofa d'acqua tutto il canto direbbe: "So già che non rispondono ai miei occhi, che vedono e guardando nulla chiedono, i vostri chiari; hanno i vostri occhi la calma buona luce, luce del mondo in fiore, che un mattino ho visto dalle braccia di mia madre". ![]() Io non respiro Io non respiro più, nella tiepida aria d'estate, i profumi del tuo corpo e dei tuoi capelli; ma come una vampa segreta al fondo di un bruciore il desiderio delle tue labbra è restato fra le mie labbra! ![]() Ogni amore è fantasia Ogni amore è fantasia; inventa l'anno, il giorno, l'ora e la sua melodia; inventa l'amante e anche l'amata. Non è una prova contro l'amore che l'amata non sia mai esistita. Antonio Machado Il 26 luglio 1791 nacque ]Franz Xaver Wolfgang Mozart,
Postato da Grazia01 il Domenica, 26 luglio @ 16:51:21 CEST (576 letture)
![]() ![]() Il 26 luglio del 1791 nacque Franz Xaver Wolfgang Mozart, compositore, pianista e direttore d'orchestra austriaco († 1844) Era l'ultimo dei sei figli di Wolfgang Amadeus Mozart e Constanze Weber; solo lui e il fratello Carl Thomas, però, giunsero all'età adulta. Fu chiamato Wolfgang in omaggio a suo padre e Franz Xaver in omaggio a Franz Xaver Süssmayr, compositore ed intimo amico di Mozart. Nacque solo 5 mesi prima della morte del padre, che quindi non conobbe ma che cerco di emulare per tutta la vita. L'ombra di suo padre grava su di lui anche nella morte. Sulla sua lapide campeggia la seguente iscrizione: "Che il nome di suo padre sia il suo epitaffio, giacché la sua venerazione per lui fu l'essenza della sua stessa vita." Segni
Postato da Letty il Sabato, 25 luglio @ 09:33:46 CEST (603 letture)
![]() ![]() Segni Segni Segni quanti segni! Devo incorniciarli tutti questi miei capolavori firmarli con i vostri nomi. Fare arte di questo dolore venderli a un rigattiere di periferia chissà se il destino se li compra! Segni, scarabocchi che ho impreziosito d'amore, innalzato con le migliori parole... erano stracci e mi hanno solo tolto i colori. ©Yelena B. Anniversario della nascita di Ernest Hemingway
Postato da Grazia01 il Martedì, 21 luglio @ 18:52:56 CEST (691 letture)
![]() ![]() Il 21 luglio del 1899 (116 anni fa) nasceva: Ernest Hemingway scrittore, Nobèl per la letteratura 1954. Tu non sei i tuoi anni Tu non sei i tuoi anni, nè la taglia che indossi, non sei il tuo peso o il colore dei tuoi capelli. Non sei il tuo nome, o le fossette sulle tue guance, sei tutti i libri che hai letto, e tutte le parole che dici sei la tua voce assonnata al mattino e i sorrisi che provi a nascondere, sei la dolcezza della tua risata e ogni lacrima versata, sei le canzoni urlate così forte, quando sapevi di esser tutta sola, sei anche i posti in cui sei stata e il solo che davvero chiami casa, sei tutto ciò in cui credi, e le persone a cui vuoi bene, sei le fotografie nella tua camera e il futuro che dipingi. Sei fatta di così tanta bellezza ma forse tutto ciò ti sfugge da quando hai deciso di esser tutto quello che non sei. Ernest Hemingway È sbagliato giudicare un uomo dalle presone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili. Ernest Hemingway Buio
Postato da Grazia01 il Lunedì, 20 luglio @ 20:32:06 CEST (660 letture)
![]() ![]() Se l’ Universo è pieno di un’infinità di stelle, perché la luce proveniente da tutte le stelle non si somma rendendo il cielo sempre luminoso? In un Universo infinitamente grande, ci aspetteremmo che il cielo notturno sia chiaro, perché sarebbe illuminato dalla luce di tutte queste stelle. Tuttavia sappiamo per esperienza che lo spazio è oscuro e buio. Questa contraddizione prende il nome di “Paradosso di Olbers”. E’ un paradosso perché secondo logica ci aspetteremmo di vedere il cielo notturno luminoso, invece l’esperienza ci dice il contrario. ![]() Non abbandonarti Non abbandonarti, tienti stretto, e vincerai. Vedo che la notte se ne va: coraggio, non aver paura. Guarda, sul fronte dell'oriente di tra l'intrico della foresta si è levata la stella del mattino. Coraggio, non aver paura. Son figli della notte, che del buio battono le strade la disperazione, la pigrizia, il dubbio: sono fuori d'ogni certezza, non son figli dell'aurora. Corri, vieni fuori; guarda, leva lo sguardo in alto, il cielo s'è fatto chiaro. Coraggio, non aver più paura. Tagore ![]() La più bella storia d'amore L'ultimo suono del tuo addio, mi disse che non sapevo nulla e che era giunto il tempo necessario di imparare i perché della materia. Così, tra pietra e pietra seppi che sommare è unire e che sottrarre ci lascia soli e vuoti. Che i colori riflettono l'ingenua volontà dell'occhio. Che i solfeggi e i sol implorano la fame dell'udito. Che le strade e la polvere sono la ragione dei passi. Che la strada più breve fra due punti è il cerchio che li unisce in un abbraccio sorpreso. Che due più due può essere un brano di Vivaldi. Che i geni amabili abitano le bottiglie del buon vino. Con tutto questo già appreso tornai a disfare l'eco del tuo addio e al suo posto palpitante a scrivere La Più Bella Storia d'Amore ma, come dice l'adagio non si finisce mai di imparare e di dubitare. E così, ancora una volta tanto facilmente come nasce una rosa o si morde la coda una stella fugace, seppi che la mia opera era stata scritta perché La Più Bella Storia d'Amore è possibile solo nella serena e inquietante calligrafia dei tuoi occhi. LUIS SEPULVEDA ![]() La vita dell’uomo è una lunga marcia attraverso la notte; nemici invisibili lo circondano, la stanchezza e il dolore lo torturano ed egli avanza verso una mèta che pochi possono sperare di raggiungere e dove nessuno potrà sostare a lungo. Uno per uno, mentre procedono, i nostri compagni scompaiono alla vista, colpiti dagli ordini silenziosi della morte onnipotente Bertrand Russell Camminare
Postato da Grazia01 il Domenica, 19 luglio @ 21:23:28 CEST (397 letture)
![]() ![]() Camminando si apprende la vita, camminando si conoscono le persone, camminando si sanano le ferite del giorno prima. Cammina, guardando una stella, ascoltando una voce, seguendo le orme di altri passi. (Ruben Blades) ![]() L’atto di camminare senza fretta è un atto di rivolta. E’ una presa di posizione contro i valori borghesi, contro una vita incentrata sugli obiettivi da raggiungere, contro i troppi impegni, il trambusto, le seccature. Per lo spirito creativo, l’atto di camminare riconcilia lavoro e gioco. (Tom Hodgkinson) Innocenza
Postato da Grazia01 il Giovedì, 09 luglio @ 20:28:38 CEST (664 letture)
![]() ![]() Innocenza Sedersi su un masso in mezzo a un torrente e lasciarsi inondare dall'acqua danzante. Sdraiarsi in un prato all'ombra di un noce e farsi asciugare dal vento veloce. Salire sul monte dove l'aria è leggera e carezzar le nubi quando arriva la sera. Attendere l'alba per vestir di rugiada come quando nascevi pura, perfetta e ignara. Grazia CERTA ETÀ
Postato da rosarossa il Giovedì, 09 luglio @ 20:20:10 CEST (620 letture)
![]() ![]() CERTA ETÀ Giunti alla famosa certa età fatti da parte, non spingerti più in là! Pensa a te stessa e guarda i giovani di quanto son capaci e quel che fanno!!! Loro istruiti, belli, sani e forti, ti invitano a non illuderti di essere importante anche se sanno che questo no ti è mai passato per la mente, ma stai nell'angolino, non esporti, prega e contatta la sorella morte. Lascia che certe cose li faccia chi preparato, li sa fare. Se continui, sappi: che ti andranno sempre male! Rosarossa IL SOGNO
Postato da Grazia01 il Giovedì, 09 luglio @ 20:15:14 CEST (360 letture)
![]() ![]() IL SOGNO Se il sonno fosse (come dicono) una tregua, un puro riposo della mente, perché, se ti si desta bruscamente, senti che t’han rubato una fortuna? Perché è triste levarsi presto? L’ora ci deruba d’un dono inconcepibile, intimo al punto da esser traducibile solo in sopore, che la veglia dora di sogni, forse pallidi riflessi interrotti dei tesori dell’ombra, d’un mondo intemporale, senza nome, che il giorno deforma nei suoi specchi. Chi sarai questa notte nell’oscuro sonno, dall’altra parte del tuo muro? (Jorge Luis Borges) Il mondo è pieno...
Postato da Grazia01 il Domenica, 05 luglio @ 15:18:07 CEST (525 letture)
4 luglio
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 luglio @ 19:11:02 CEST (460 letture)
![]() ![]() Durante la giornata del 4 luglio, tutti gli americani seguono un rituale preciso, che solitamente si realizza con la partecipazione alle parate mattutine proposte dalle grande città. Per questa ricorrenza, gli uffici federali, le poste e le banche restano chiuse, mentre nelle basi militari, a mezzogiorno in punto, vengono sparati tanti colpi di pistola quanti sono gli Stati appartenenti agli USA: in questo modo si realizza il saluto militare cosiddetto Salute to the Union, che ricorda le primissime celebrazioni dell’Independance Day del 1777, quando vennero sparati tredici colpi di pistola (all’epoca erano solo 13 le colonie facenti parti del neonato Stato Americano ndr), una volta al mattino ed un’altra al tramonto, a Bristol, nel Rhode Island. ![]() La sera, invece, c’è grande attesa per gli irrinunciabili fuochi d’artificio che illuminano la notte di tutte le città americane, dove seguendo le note dell’inno americano The Star – Spangled Banner, partono le batterie luminose fra i canti commossi intonati con la mano sul cuore. Come ci si sente da vecchi?
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 luglio @ 12:59:11 CEST (485 letture)
![]() ![]() L'altro giorno, una ragazza giovane mi ha chiesto: - cosa provi nell'essere vecchio?- Mi ha sorpreso molto la domanda, dato che non mi sono mai ritenuto vecchio. Quando la ragazza ha visto la mia reazione, immediatamente si è dispiaciuta, ma le ho spiegato che era una domanda interessante. E poi ho riflettuto, ho pensato che invecchiare è un regalo. A volte mi sorprende la persona che vedo nel mio specchio. Ma non mi preoccupo di lei da molto tempo. Io non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto. Non mi rimprovero più perché non mi piace spolverare, o perché non mangio alcune "cose" . Mi sento finalmente nel mio diritto di essere disordinato, stravagante e trascorrere le mie ore contemplando i fiori. Ho visto alcuni cari amici andarsene da questo mondo, prima di aver goduto della libertà che viene con l'invecchiare. A chi interessa se scelgo di leggere o passeggiare sotto la Luna? A chi interessa se ballo da solo ascoltando la musica anni 70? E se dopo voglio piangere per un Amore perduto? E se cammino sulla spiaggia in costume da bagno, portando a spasso il mio corpo rinsecchito e mi tuffo fra le onde lasciandomi da esse cullare, nonostante gli sguardi di quelli che Mi vedono troppo magro. È vero che attraverso gli anni il mio cuore ha sofferto per la perdita di una persona cara, ma è la sofferenza che ci dà forza e ci fa crescere. Un cuore che non si è rotto, è sterile, e non saprà mai della felicità di essere imperfetto. Sono orgoglioso e grato di aver vissuto abbastanza per far ingrigire i miei capelli e per conservare il sorriso della mia giovinezza, di quando ancora non c'erano solchi profondi sul mio viso. Orbene, per rispondere alla domanda con sincerità, posso dire: - Mi piace essere vecchio, perché la vecchiaia mi rende più saggio, più libero! - So che non vivrò per sempre, ma mentre sono qui, voglio vivere secondo il Mio cuore. Non voglio lamentarmi per ciò che non è stato, né preoccuparmi di quello che sarà. Nel tempo che rimane, semplicemente amerò la vita come ho fatto fino ad oggi, il resto lo lascio a Dio. Domenicoantonio Veneziano De Vita Il lago di Misurina
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 luglio @ 22:11:36 CEST (716 letture)
![]() ![]() La leggenda del Lago di Misurina A qualche chilometro da Cortina, si trova il lago di Misurina che, insieme ai più importanti e bei gruppi dolomitici, costituisce una delle punte di diamante di questa zona. La location di questo specchio d’acqua naturale, incastonato tra le Tre Cime di Lavaredo a nord, dai Cadini ad est e dal Marmarole e del Sorapis a sud, è tanto affascinante quanto la storia che sta dietro la sua origine. Vuole la leggenda che un tempo, a capo della zona che si estende tra le Tofane e le Tre Cime di Lavaredo, vi fosse un potente e forte re chiamato Sorapis. Il sovrano rimasto vedovo, aveva una figlia di nome Misurina, per la quale nutriva un affetto ed una devozione inestimabili. Misurina era una ragazzina viziata e capricciosa, perennemente scontenta e sempre alla richiesta di qualcosa di nuovo. Nonostante ciò Sorapis, che adorava la figlia, non esitava mai ad accontentarla e ad assecondare i suoi atteggiamenti, i quali le venivano puntualmente perdonati perché attribuiti alla mancanza della mamma. ![]() Un giorno Misurina venne a conoscenza dell’esistenza di una fata che viveva sulla cima del Monte Cristallo, la quale possedeva uno specchio magico che permetteva di leggere i pensieri delle persone. Ovviamente la ragazzina non esitò un istante a chiedere e a supplicare il padre perché l’accompagnasse sulle pendici del monte. E così fu, Sorapis condusse la sua bambina al cospetto della fata con l’obiettivo di farsi consegnare ad ogni costo lo specchio incantato. La fata fece di tutto per dissuadere il re e Misurina dall’avere lo specchio, ma alla fine, di fronte alle lacrime di Sorapis, non potè fare altro che acconsentire a cedere il suo prezioso oggetto a Misurina. Anche gli specchi magici però hanno un prezzo, ed in questo caso era molto alto. Sul monte Cristallo, la fata possedeva un bellissimo giardino pieno di fiori di ogni tipo, questi però appassivano sempre precocemente per l’eccesso di sole, così, come compenso per lo specchio magico, questa richiese che Sorapis si trasformasse in una montagna che avrebbe avuto lo scopo di tenere all’ombra il variopinto giardino fiorito. Misurina era talmente felice di tenere tra le mani il suo nuovo gioco che non si scompose minimamente all’idea di non rivedere più suo padre che in quello stesso momento si stava trasformando in un’enorme montagna con alberi al posto dei capelli e crepacci al posto delle rughe. Accecata dall’avidità, Misurina non si accorse di essere a centinaia di metri dal suolo e guardando a terra perse i sensi e cadde nel vuoto sotto lo sguardo inerme di Sorapis che non si era ancora trasformato del tutto. Il dolore per la morte della figlia che era la sua unica ragione di vita, spinse il re ad un pianto disperato, le cui lacrime formarono due grandi ruscelli che scorrendo verso valle andarono a modellare quello che oggi noi conosciamo come il lago di Misurina. Per quanto riguarda lo specchio, questo si infranse tra le rocce ed i suoi mille frammenti finirono nel lago, alle cui sponde diedero i riflessi multicolore che ancora oggi tingono i pensieri e la fantasia di coloro che ammirano le sue acque cristalline. Luglio
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 luglio @ 08:18:23 CEST (3801 letture)
Ci sarò
Postato da Grazia01 il Martedì, 30 giugno @ 21:02:21 CEST (644 letture)
La nave di San Pietro e San Paolo
Postato da Grazia01 il Domenica, 28 giugno @ 22:28:12 CEST (552 letture)
![]() LA BARCA DI SAN PIETRO. Consiste nell’usanza di porre, nella notte fra il 28 e il 29 giugno (festività dei santi Pietro e Paolo), un contenitore di vetro riempito d’acqua su un prato e nel far colare nell’acqua un albume d’uovo. Al mattino seguente si dovrebbero trovare nell’acqua delle strutture, formate dall’albume, che ricordano le vele di una nave. In considerazione di come apparivano le “vele” si poteva trarre buono o cattivo auspico di come sarebbe stata l’annata agraria. Il Santo, passando, avrebbe soffiato nel fiasco facendo apparire la sua barca. ![]() Al mattino i bambini correvano a prendere il contenitore dove l’albume si era disposto formando la chiglia, gli alberi maestri, e le vele. Certo, ce ne vuole di fantasia, ma i più piccoli si immaginavano le funi, le onde e persino il vento che gonfiava le vele; c’è chi ci vedeva addirittura il Santo arrampicato sul pennone dell’albero più alto, impegnato a scrutare l’orizzonte. Domani mattina vedrò come è venuta la mia nave. Buonanotte Nati il 26 giugno - Giovanni Giudici
Postato da Grazia01 il Venerdì, 26 giugno @ 22:14:49 CEST (647 letture)
![]() Poesie di Giovanni Giudici ![]() IL BENESSERE Quanti hanno avuto ciò che non avevano: un lavoro, una casa – ma poi che l’ebbero ottenuto vi si chiusero. Ancora per poco sarò tra voi. ![]() DAL CUORE DEL MIRACOLO Parlo di me, dal cuore del miracolo: la mia colpa sociale è di non ridere, di non commuovermi al momento giusto. E intanto muoio, per aspettare a vivere. Il rancore è di chi non ha speranza: dunque è pietà di me che mi fa credere essere altrove una vita più vera? Già piegato, presumo di non cedere. ![]() La vita in versi Metti in versi la vita, trascrivi Fedelmente, senza tacere Particolare alcuno, l'evidenza dei vivi. Ma non dimenticare che vedere non è Sapere, né potere, bensì ridicolo un altro voler essere che te. Nel sotto e nel soprammondo s'allacciano Complicità di visceri, saettando occhiate D'accordi. E gli astanti s'affacciano Al limbo delle intermedie balaustre: Applaudono, compiangono entrambi i sensi Del sublime - l'infame, l'illustre. Inoltre metti in versi che morire E' possibile più che nascere E in ogni caso l'essere è più del dire. ![]() Questo caro sgomento L'infanzia dalle lunghe calze nere Logorate ai ginocchi sugli spigoli Dei banchi, l'infanzia delle preghiere Assonnate ogni sera, delle nere Albe dei morti, della litania Di zoccoli cristiani sul selciato, L'infanzia che m'ha dato Questo caro sgomento mio d'esistere... ![]() Una Una che si svestiva con molta docilità deponendo in bell’ordine gli indumenti uno sull’altro senza alcuna impudicizia e tuttavia senza il minimo dramma di pudore Ma appena commentando con ironia e con tenerezza primo perché sapeva essere quello il rituale e poi perché la pazienza è nelle donne virtù che più di noi le frena sulla china della morte Una che conosceva tutte le lingue del silenzio e per questo soffriva gli errori delle parole anche se la parola non è essenza ma paura d’assenza nell’uomo che le parla Una che amava il sole e l’oro e per questo portava tutto il grigio dei doveri come chi per mancanza di denaro abbia lasciata sul banco la bella cosa a lungo soppesata. IL DESTINO DI NASCERE DONNA Rosarossa
Postato da rosarossa il Venerdì, 26 giugno @ 09:35:23 CEST (757 letture)
![]() ![]() IL DESTINO DI NASCERE DONNA Mio Dio che severo un dì dicesti: Tu donna partorirai con gran dolore! Chiedendogli perdono accettasti con fede il suo castigo, mentre Lui saliva glorioso al trono. Donna quanto ti costa l'amore! Dall'uomo sottomessa, bistrattata e nel terrore, per la famiglia fosti sempre tutto fare; non so dire se per scherno o verità ti chiamarono l'angelo del focolare. Sanguinose lotte hai combattuto per conquistare dignità, valore e con l'uomo metterti alla pari. Convinta di essere dalla legge tutelata, abbracciasti i doveri imposti senza mai obbiettare, convinta e rassegnata. Ma i tuoi diritti dove son rimasti appiccicati? Tuttora a l'uomo! Che s'impone ancora rabbioso e con molto fastidio e tu donna, poverina! Cos'hai hai conquistato? la modernità,del... femminicidio! Rosarossa Gocce di sole
Postato da Grazia01 il Venerdì, 26 giugno @ 09:19:01 CEST (670 letture)
![]() ![]() Gocce di sole Gocce di sole miele sul viso dolce calore invita al sorriso Magiche notti di mille stelle lunghe giornate dorata la pelle Volo di stormi nel cielo sereno una preghiera prima di sera Nuovi profumi di tempi passati zucchero e sale come pensieri Tenera estate ancora leggera promesse di vita che sembra infinita. Grazia Pensando al cielo...
Postato da Grazia01 il Martedì, 23 giugno @ 22:01:00 CEST (377 letture)
![]() ![]() Spleen Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio Sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni, E versa abbracciando l'intero giro dell'orizzonte Una luce diurna più triste della notte; Quando la terra è trasformata in umida prigione, Dove come un pipistrello la Speranza Batte contro i muri con la sua timida ala Picchiando la testa sui soffitti marcescenti; Quando la pioggia distendendo le sue immense strisce Imita le sbarre di un grande carcere Ed un popolo muto di infami ragni Tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli, Improvvisamente delle campane sbattono con furia E lanciano verso il cielo un urlo orrendo Simili a spiriti vaganti senza patria Che si mettono a gemere ostinati E lunghi trasporti funebri senza tamburi, senza bande Sfilano lentamente nella mia anima vinta; la Speranza Piange e l'atroce angoscia dispotica Pianta sul mio cranio chinato il suo nero vessillo. Baudelaire ![]() Gli artisti possono colorare il cielo di rosso perché sanno che è blu. Noi che non siamo artisti dobbiamo colorare le cose come realmente sono, o la gente potrebbe pensare che siamo stupidi. Jules Feiffer ![]() E ogni pausa è cielo in cui mi perdo, serenità d’alberi a chiaro della notte. Salvatore Quasimodo Luciano Folgore nacque il nato il 18 giugno 1888
Postato da Grazia01 il Giovedì, 18 giugno @ 11:59:24 CEST (600 letture)
![]() ![]() Silenzio Il cielo è diventato una nube, vedo oscurarsi le tube non vedo 1'ombrello, ma odo sul mio cappello di paglia, da venti dracme e cinquanta la gocciola che si schianta, come una bolla, tra il nastro e la colla. Per Giove, piove sicuramente, piove sulle matrone vestite di niente, piove sui bambini recalcitranti, piove sui mezzi guanti turchini, piove sulle giunoni, sulle veneri a passeggio, piove sovra i catoni, e, quello ch'è peggio, piove sul tuo cappello leggiadro, che ieri ho pagato, che oggi si guasta; piove, governo ladro! … E piove soprattutto sul tuo cappello distrutto mutato in setaccio, che ieri ho pagato che adesso è uno straccio, o Ermïone che scordi a casa l'ombrello nei giorni di mezza stagione. ![]() Tutta nuda Te, nuda dinanzi la lampada rosa, e gli avori, gli argenti, le madreperle, pieni di riflessi della tua carne dolcemente luminosa. Un brivido nello spogliatoio di seta, un mormorio sulla finestra socchiusa, un filo d'odore, venuto dalla notte delle acacie aperte, e una grande farfalla che ignora che intorno a te non si bruciano le ali, ma l'anima. ![]() L’Alba Gli orti di Barga stavano, pervasi da un lieve freddo, lieve, così lieve che a dirlo non faceva freddo, quasi. Brina? Sì, no. V'era un biancor di neve, un presso a poco, un nulla, una chimera e qualche schiocco nella strada breve. A un tratto parve che dal ciel piovesse un po' di guazza, ma non piovve affatto, com'uno che dicesse e non dicesse. ![]() Musa vagabonda Se morissi una notte all' improvviso no, non vorrei salire in paradiso. Il paradiso è un sito troppo fuori di mano, un infinito pieno d'infinito, un lontano lontano, assai lontano. Giunti lassù si perde la nozione delle cose terrestri e vi si oblia oltre il dolore e la malinconia i fatti, le disgrazie, le persone, che ci han rotto le scatole e avverrebbe ch' angeli o santi si perdonerebbe coloro che ci diedero fastidio fino al delirio o fino al suicidio. Invece io chiedo in premio dei miei mali non la beatitudine, ma il modo di vendicarmi a fondo di quei tali. Vorrei morto di fresco entrare a un tratto nel corpo del mio gatto, del mio gatto siamese, dal muso nero e gli occhi di turchese, che passa tutto il giorno ad acciuffar le mosche che gli ronzano intorno. Perché dentro le mosche prigioniere, ci stan l' anime perse dei noiosi che turbarono sempre i miei riposi. Ah che rara fortuna, oh che piacere dar la caccia alle mosche dopo morto! Spero che Dio, supremo giustiziere, se ne ricordi e non mi faccia torto. Luciano Folgore BAOBAB
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 17 giugno @ 11:48:34 CEST (547 letture)
![]() ![]() Baobab Chiamato dagli Africani "Albero Magico", "Albero Farmacista" e "Albero della Vita", il nome Baobab deriverebbe dal nome arabo “bu- hibab”, (il frutto dai molteplici semi). ![]() Questo immenso e poderoso simbolo dell'Africa che sembra unire il cielo alla terra, fornisce agli uomini, nutrimento e rimedio a molti disturbi e malattie di vario genere. Ancora sconosciuti al grande pubblico, i frutti e le foglie del Baobab sono stati ampiamente studiati e analizzati dai ricercatori di ogni parte del mondo ed esiste su questa pianta una vastissima letteratura medica tanto da essere definita "Una pianta per il futuro". Stupore
Postato da Grazia01 il Lunedì, 15 giugno @ 12:18:49 CEST (394 letture)
![]() ![]() Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori. Aristotele Finché saremo capaci di stupirci e di essere curiosi, saremo sempre giovani. la musica
Postato da Grazia01 il Lunedì, 15 giugno @ 12:12:39 CEST (574 letture)
Ciao
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Alessandra e Danielissima
Almina Madau I Almina Madau II Fabiola Fataorsetta giamacista Grazia I Grazia II Grazia III Grazia IV Grazia V Letty I Letty II Jack, Ahyme, Gea e Paola Marco, Luciano, Pino, Gabry Mariella Mulas I Mariella Mulas II Moirac Paola e Gea Paolo I Paolo II Paolo III Pegaso I Pegaso II Pegaso III R. Chesini I R. Chesini II Rosarossa I Rosarossa II Rosarossa III Rosarossa IV Rosarossa V Rosarossa VI Rosarossa VII Rosarossa VIII Spalato Tony-Kospan I Tony-Kospan II *Triskell*I *Triskell*II *Triskell*III
ABBRACCIO
ADDIO ALBA AMICIZIA AMORE ANNO NUOVO AUTUNNO BACIO CARNEVALE CONDIZIONE UMANA CUORE DIALOGO D'AMORE EMOZIONI EPIFANIA EROS ESTATE FELICITA' E GIOIA FESTA DELLA DONNA FREDDO E GELO GELOSIA GIUGNO INCONTRO INVERNO LONTANANZA LUNA MALINCONIA MAMMA MANI MARE MAGIA D'AMORE MISTERO D'AMORE NATALE NATURA NEVE NOTTE NUVOLE ORIGINALITA' PAPA' PASQUA PASSIONE E MISTERO PIOGGIA POESIA PRIMAVERA RICORDI RIFLESSIONI D'AMORE SAN VALENTINO SENSO DELLA VITA SERA SETTEMBRE SILENZIO SOGNO SOLE SORRISI SPERANZA STELLE TEMPO VIAGGIO VINO
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