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coppermine
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Achmatova
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Il perdono
Postato da rosarossa il Domenica, 05 ottobre @ 18:26:48 CEST (678 letture)
![]() ![]() IL PERDONO Il perdono è fratello gemello dell’amore in senso lato, che da che mondo esiste ha sempre perdonato. Quando qualcuno in malafede ferisce e sa di aver sbagliato! Si agita, fluttua nell'anima il male che ha arrecato e non trova pace; solo quando riesce ad abbracciare il cuore che ha ferito, si calma e torna a essere sereno, perché il generoso cuor l’ha perdonato. Rosarossa Buona notte fratello
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 ottobre @ 18:31:29 CEST (653 letture)
![]() ![]() Buona notte, fratello Pizzi di bianco nel cielo pulito presso le stelle; il sole già si quieta in riflessi che scendono a valle. Nel tenue verde pigolano sparuti passeri prima del sonno che calma la fame e la paura. Ora è pace, e il cuore l'avverte fisso ad un cielo d'incanto, e sente lontano un suono nell' aria fatta leggera. - Buona notte, fratello, - trilla l'ultima campana d'una sperduta pieve, - .. buona notte! .. - E la mente già riposa e sogna l'alba di un giorno nuovo. Mario Milani I piaceri dell'amore
Postato da Grazia01 il Venerdì, 03 ottobre @ 19:19:18 CEST (718 letture)
![]() ![]() I piaceri dell'amore I piaceri dell’amore durano un solo istante le sofferenze dell’amore durano tutta la vita. Quante sofferenze per avere un solo istante. Allora ho cambiato l’orologio del tempo per fermarlo solo sui piaceri dell’amore ed è per questo che penso solo a te e resisto in nome dell’amore che riempie il mio cuore. r.chesini Sogni inaspettati
Postato da Grazia01 il Venerdì, 03 ottobre @ 18:46:21 CEST (604 letture)
Notte d'inverno
Postato da Grazia01 il Giovedì, 02 ottobre @ 18:46:15 CEST (713 letture)
![]() ![]() Notte d'inverno Lacrime di giovani occhi presto si asciugano Lacrime che cadono tardi non si asciugano più. Molte parole si dicono ai giovani per confortarli. Nessuno sa cosa al vecchio dire che lo consoli. Così restiamo seduti a fronte io e te. Anche nel buio vedo luccicare i tuoi occhi. Muti ascoltiamo il vento d'inverno la fuori. Tutto il dolore meglio affidarlo al vento. Yuan Chen Ma resta ancora la speranza
Postato da Grazia01 il Martedì, 30 settembre @ 19:16:13 CEST (557 letture)
Nel Duomo di Milano
Postato da Grazia01 il Martedì, 30 settembre @ 19:03:27 CEST (1101 letture)
AUTUNNO DI GRIGIO VESTITO
Postato da rosarossa il Lunedì, 29 settembre @ 18:47:27 CEST (590 letture)
![]() ![]() AUTUNNO DI GRIGIO VESTITO Autunno che arrivi con passo leggero dell’estate fermi il chiassoso clamore, entri serioso di grigio vestito il viso scuro lo sguardo accigliato. A tutti mostri orgoglio e vigore. Scuoti gli alberi, le foglie agonizzanti Fai cadere! Li deponi al suolo ove marcire e Inesorabilmente poi, morire. Agonizzante, guardano i rami denudati languenti, vorrebbero come un tempo in alto risalire e verdi, fresche adagiarsi sopra e con grande amore ricoprire! Rosarossa Emozioni
Postato da Grazia01 il Lunedì, 29 settembre @ 18:43:32 CEST (520 letture)
![]() ] ![]() Nella nostra società le emozioni in generale vengono scoraggiate. Benché senza dubbio il pensiero creativo, come ogni altra attività creativa, sia inseparabilmente legato alle emozioni, è diventato un ideale pensare e vivere senza emozioni. Essere emotivo è diventato sinonimo di instabile e squilibrato. ERICH FROMM Romeo e Giulietta
Postato da Grazia01 il Lunedì, 29 settembre @ 18:41:00 CEST (622 letture)
![]() ![]() Romeo e Giulietta Silenzio! Quale luce irrompe da quella finestra lassù? È l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, vivido sole, e uccidi l'invidiosa luna, malata già e pallida di pena perché tu, sua ancella, di tanto la superi in bellezza. Non essere la sua ancella, poiché la luna è invidiosa. Il suo manto di vestale è già di un verde smorto, e soltanto i pazzi lo indossano. Gettalo via. È la mia donna; oh, è il mio amore! se soltanto sapesse di esserlo. Parla, pure non dice nulla. Come accade? Parlano i suoi occhi; le risponderò. No, sono troppo audace; non parla a me; ma due stelle tra le più lucenti del cielo, dovendo assentarsi, implorano i suoi occhi di scintillare nelle loro sfere fino a che non ritornino. E se davvero i suoi occhi fossero in cielo, e le stelle nel suo viso? Lo splendore del suo volto svilirebbe allora le stelle come fa di una torcia la luce del giorno; i suoi occhi in cielo fluirebbero per l'aereo spazio così luminosi che gli uccelli canterebbero, credendo finita la notte. Guarda come posa la guancia sulla mano! Oh, fossi un guanto su quella mano e potessi sfiorarle la guancia! William Shakespeare Il figlio del mare
Postato da Grazia01 il Lunedì, 29 settembre @ 18:36:53 CEST (576 letture)
![]() ![]() Il figlio del mare Io che fui tuo figlio, nei tuoi profondi ed oscuri abissi concepito dai tuoi eterni flussi e riflussi nato. Culla primordiale di vita tu fosti moto perpetuo del mondo, sua linfa, suo sangue. Per madre ebbi l'infinito turchino del cielo Che con te ancora si sposa, in rinnovato amore, là dove lo sguardo si perde e si confonde in sognante incanto. Di fronte a te, o padre, ora mi ergo, dopo anni d'assenza ed in rispettoso silenzio contemplo la tua maestosa e eterna bellezza che ancora una volta mi ricorda quanto vana sia la mia fugace ed incerta esistenza Xavier Wheel La scala di cristallo
Postato da Grazia01 il Lunedì, 29 settembre @ 18:33:57 CEST (666 letture)
![]() ![]() La scala di cristallo Bene, figliolo, voglio dirti una cosa la vita per me non è stata una scala di cristallo. Ci furono chiodi e schegge e assi sconnesse e tratti senza tappeti sul pavimento, nudi. Ma per tutto il tempo ho continuato a salire e ho raggiunto pianerottoli voltato angoli e qualche volta ho camminato nel buio dove non c'era uno spiraglio di luce. Quindi, ragazzo, non tornare indietro. Non fermarti sui gradini perché trovi che salire è difficile. Non cadere adesso perché io vado avanti, amor mio, continua a salire e la vita per me non è stata una scala di cristallo. Langston James Hughes Lettera al figlio,
Postato da Grazia01 il Lunedì, 29 settembre @ 18:30:22 CEST (866 letture)
![]() ![]() Lettera al figlio 1910 Se riesci a mantenere la calma quando tutti attorno a te la stanno perdendo, Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te tenendo conto pero' dei loro dubbi; Se sai aspettare senza stancarti di aspettare o essendo calunniato non rispondere con calunnie o essendo odiato non dare spazio all'odio senza tuttavia sembrare troppo buono ne' parlare troppo da saggio; Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni; Se riesci a pensare senza fare di pensieri il tuo fine; Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori proprio nello stesso modo; Se riesci a sopportare di sentire la verità' che tu hai detto, distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui; Se sai guardare le cose, per le quali hai dato la vita distrutte e sai umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori; Se sai fare un'unica pila delle tue vittorie e rischiarla in un solo colpo a testa o croce e perdere e ricominciare dall'inizio senza mai lasciarti sfuggire una sola parola su quello che hai perso; Se sai costringere il tuo cuore,i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti piu' e cosi' resistere quando in te non c'e' più' nulla tranne la volontà' che dice : resisti !; Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onesta' o passeggiare con i re senza perdere il tuo comportamento normale; Se non possono ferirti ne' i nemici ne' gli amici troppo premurosi; Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo; Se riesci a riempire l'inesorabile minuto dando valore ad ogni istante che passa: tua e' la Terra e tutto ciò' che vi e' in essa e - quel che più' conta - tu sarai un Uomo, figlio mio! Rudyard Kipling La pioggia
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 24 settembre @ 19:20:10 CEST (632 letture)
![]() ![]() La pioggia La nuvola e il campo sono due innamorati ed io sono tra loro un messaggero inviato per soccorrerli. Cadendo, sazio la sete del secondo e guarisco la malattia della prima. Salgo dal cuore del lago e navigo sulle ali dell'etere finché scorgo un variopinto campo sul quale cado per baciare le corolle dei fiori e abbracciare i loro steli. Sono il sospiro del mare, sono la lacrima del cielo, sono il sorriso del campo, come l'amore è un sospiro dal profondo dei mari dei sentimenti, una lacrima dal cielo del pensiero e un soave sorriso nel campo dell'anima. Khalil Gibran Cielo e terra
Postato da Grazia01 il Martedì, 23 settembre @ 19:18:43 CEST (751 letture)
![]() ![]() CIELO E TERRA Che il cielo scenda in terra da qualche secolo sempre più veloce non lo potevi credere. Ora che mi è impossibile dirtelo a voce ti svelo che non è sceso mai perché il cielo non è un boomerang gettato per vederselo ritornare. Se l'abbiamo creato non si fa rivedere, privo del connotato dell' esistenza. Ma se così non è può fare senza di noi, sue scorie, e della nostra storia. Eugenio Montale Le rime
Postato da Grazia01 il Martedì, 23 settembre @ 19:17:25 CEST (630 letture)
![]() ![]() LE RIME Le rime sono più noiose delle dame di San Vincenzo: battono alla porta e insistono. Respingerle è impossibile e purché stiano fuori si sopportano. Il poeta decente le allontana (le rime), le nasconde, bara, tenta il contrabbando. Ma le pinzochere ardono di zelo e prima o poi (rime e vecchiarde) bussano ancora e sono sempre quelle . Eugenio Montale Non ho mai capito
Postato da Grazia01 il Martedì, 23 settembre @ 08:15:24 CEST (662 letture)
![]() ![]() Non ho mai capito se io fossi il tuo cane fedele e incimurrito o tu lo fossi per me. Per gli altri no, eri un insetto miope smarrito nel blabla dell' alta società. Erano ingenui quei furbi e non sapevano di essere loro il tuo zimbello: di esser visti anche al buio e smascherati da un tuo senso infallibile, dal tuo radar di pipistrello. Eugenio Montale Nati il 21 settembre - Ivano Fossati
Postato da Grazia01 il Domenica, 21 settembre @ 19:09:56 CEST (3943 letture)
![]() ![]() Ivano Fossati nasce il 21 settembre 1951 a Genova, città dove continua a vivere fino ai primi anni '80 quando decide di trasferirsi, dopo molto viaggiare fra Europa e Stati Uniti, in un piccolo paese dell'entroterra ligure. La sua passione per la musica si manifesta da bambino: a otto anni inizia lo studio del pianoforte, strumento che diventerà fondamentale nella sua vita, malgrado si sia cimentato anche con altri strumenti, fra i quali chitarra e flauto. Un vero polistrumentista, quindi, una caratteristica che fa di Fossati uno dei musicisti più completi e "colti" della scena italiana. nati il 21 settembre - Leonard Cohen
Postato da Grazia01 il Domenica, 21 settembre @ 19:00:10 CEST (621 letture)
![]() ![]() Cantante ma anche autore e poeta, il canadese Leonard Cohen nasce a Montreal, in Quebec, il 21 settembre 1934. Conclusi gli studi si trasferisce a New York. Poi si trasferisce in Grecia e nei primi anni '60 pubblica due romanzi, "The favourite game" (1963) e "Beautiful Losers" (1966). Continua a girare il mondo: passa alcuni anni in un monastero buddista californiano assumendo il nome di Jikan, che significa "il silenzioso"; vive a Cuba durante il periodo della rivoluzione; poi torna a New York. Nel suo libro di poesie "The Parasites of Heaven" compaiono alcuni testi (tra cui la celebre "Suzanne") che successivamente diventeranno canzoni. Solo nel 1966 grazie alla sua canzone "Suzanne" inizia a conoscere il successo a livello musicale. ![]() Questo è per te Questo è per te è il mio intero cuore è il libro che ti avrei letto quando fossimo stati vecchi Adesso sono un'ombra Sono senza pace come un impero Tu sei la donna che mi ha reso libero Ti ho vista guardare la luna Non hai esitato ad amarmi con essa Ti ho vista onorare gli anemoni colti tra le rocce mi hai amato con essi Sulla sabbia liscia tra i ciottoli e la spiaggia mi hai accolto nel cerchio meglio ancora di come si accoglie un ospite Tutto ciò è accaduto nella verità del tempo nella verità della carne Ti ho vista con un bambino mi hai portato al suo profumo e alle sue visioni senza chiedermi sangue Su tantissimi tavoli di legno adornati con cibo e candele mille sacramenti che hai portato nel tuo cesto Ho visitato la mia creta Ho visitato la mia nascita fino a quando sono tornato piccolo ed impaurito abbastanza da nascere di nuovo Ti ho voluta per la tua bellezza mi hai dato più di te stessa Hai condiviso la tua bellezza questo è tutto ciò che ho appreso stanotte mentre ricordo gli specchi dai quali sei scomparsa dopo che hai donato loro ciò che essi ti chiedevano per la mia iniziazione Adesso sono un'ombra desidero ardentemente giungere alla fine del mio peregrinare e vado avanti con l'energia della tua preghiera e procedo in direzione della tua preghiera poiché tu sei inginocchiata come un mazzolino di fiori in una grotta di ossa dietro la mia fronte e mi muovo in direzione di un amore che hai sognato per me ![]() Vivi come un Dio Vivi come un Dio da qualche parte dietro ai nomi che ho per te; il tuo corpo è fatto di reti in cui si è ingarbugliata la mia ombra; la tua voce è perfetta e imperfetta come petali dell'Oracolo in una massa di margherite. Onori il tuo Dio con bruma e valanghe ma tutto ciò che ho è la tua religione senza promesse e monumenti che precipitano come stelle su un campo dove dicevi di non aver mai dormito. Sagomandoti le unghie con la lama d'un rasoio e leggendo l'opera come un Libro dei Proverbi che nessun uomo scriverà per te, una membrana smessa della voce che usi per avvolgere il tuo silenzio si lascia trasportare tra noi due dalla forza di gravità e qualche meccanismo della nostra vita quotidiana le imprime sopra una domanda ordinaria come il Padrenostro innalzato su una moneta laminata. Già prima di cominciare a risponderti so che non mi starai ad ascoltare. Siamo insieme in una stanza, è una sera di ottobre, nessuno scrive la nostra storia. Chiunque ci trattenga qui nel mezzo di una Legge, lo odo ora lo odo respirare mentre decora magnificamente le nostre semplici catene. ![]() Benvenuta a questi versi C'è una guerra in corso ma cercherò di renderti la vita facile Non seguire i miei discorsi nascono solo dal mio nervosismo Non ti feci l'amore quand'eravamo studenti dell'Est? Sì, questa casa è diversa il villaggio presto cadrà Ho eliminato tutto quello che avrebbe potuto servire al nemico Resteremo soli finché i tempi non cambieranno e coloro che hanno tradito torneranno come pellegrini a questo momento in cui noi non ci arrendemmo a chiamare quest'oscurità "poesia". ![]() Poesia Mi è giunta voce di un uomo che parla in modo così magnifico che se solo pronuncia il loro nome le donne gli si offrono. Se sto muto di fronte al tuo corpo mentre il silenzio sboccia come tumori sulle nostre labbra è perché odo un uomo salire le scale ![]() Come la nebbia non lascia cicatrici Come la nebbia non lascia cicatrici sul verde cupo della collina, così non ne lascia il mio corpo su di te, né mai ne lascerà. Quando il vento e il falco s'incontrano, che cosa rimane di duraturo? Allo stesso modo ci incontriamo, io e te, per poi rigirarci e dormire Come tante notti resistono senza la luna né una stella, così anche noi resisteremo, quando uno di noi sarà via, lontano. ![]() Il Genio ("Per te sarò un ebreo del ghetto..") Per te sarò un ebreo del ghetto e ballerò e indosserò calze bianche sulle mie gambe storte e fiumi di veleno attraverseranno la città Per te sarò un giudeo apostata e dirò al prete spagnolo del voto di sangue nel Talmud e dove sono nascoste le ossa dei bambini Per te sarò un ebreo bancario e porterò alla rovina un vecchio orgoglioso re cacciatore e terminerò la sua stirpe Per te sarò un ebreo di Broadway e piangerò nei teatri per mia madre e venderò oggetti da mercato sottobanco Per te sarò un medico ebreo e cercherò prepuzi nei bidoni della spazzatura per ricucirli di nuovo Per te sarò un ebreo Dachau e giacerò sul cemento con gambe storte gonfio di dolore e nessuno capirà ![]() Non devi amarmi Non devi amarmi solo perché sei tutte le donne che ho mai voluto Sono nato per seguirti ogni notte mentre sono ancora in tanti uomini che ti amano Ti incontro ad un tavolo Prendo tra le mani il tuo pugno in un solenne tassì Mi sveglio solo con la mia mano nella tua assenza all'Hotel Discipline Ho scritto tutte queste canzoni per te Ho consumato candele rosse e nere a forma di uomo e di donna Ho sposato il fumo di due piramidi di legno di sandalo. Leonard Cohen traduzione di Alessandra C. Nati il 20 settembre - Nadia Cavalera
Postato da Grazia01 il Sabato, 20 settembre @ 14:01:02 CEST (821 letture)
![]() ![]() Nadia Cavalera, poeta, saggista, è nata a Galatone il 20 settembre del 1950. Laureata in filosofia, si è sempre dedicata all’insegnamento. Dopo 12 anni a Brindisi (dove ha svolto anche un’intensa attività pubblicistica), dal 1988 vive a Modena. È fondatrice del Superrealismo allegorico, nome della sua personale speculazione poetica, concretizzatasi anche figurativamente in alcuni mini cataloghi. Nel 1990 ha fondato, con Edoardo Sanguineti, la rivista Bollettario (tuttora in corso) e dal 2005 organizza e presiede il Premio Alessandro Tassoni. Tra le sue pubblicazioni: I palazzi di Brindisi (1986), Amsirutuf: enimma (1988), Vita novissima (1992), Ecce Femina (1994), Americanata (1994), Nottilabio (1995), Brogliasso (1996), Salentudine (2003), Superrealisticallegoricamente (2005), Spoesie (2010), Corso Canalchiaro 26 (2010). ![]() L’astutica ergocratica Uomini incerti dai ciechi passi lenti a cercar la salvezza gagliardi scattanti furbetti globali a precipitar nella monnezza liberate gl’occhi da prosciuttaggini e salamine guardate come siamo ridotti (: genti cretine in pura ebbrezza schifezza) femmine omologate scosciate dentro sfregiate fuori tutte tirate siliconate giovani bambini mort’ammazzat’arrotati drogati stuprati pezzi di ricambio per gl’altolocati hanno un futuro precario che sgocciolano mese per mese come un rosario maschi preoccupati solo di vanità superbi interpreti d’un penoso varietà senza giustizia uguaglianza la libertà dell’economica parità solo macabro olio di sansa sudditanza della maggioranza mentre l’aria brucia intorno insieme al mondo di terra ch’andava preservato sommo bene per i viventi da lontano congegnato ai politici politicanti in carta bianca mollato quest’intorno contorno voila è il godurioso risultato… * … E se oggi sono qui in questa piazza di carta amici retrivi è per la speranza incartapecorita che si possa ancora cambiare questa nostra vita così m’associo anch’io al tormentone di stagione e mi candido all’ambita direzione del partito democratico di prossima fondazione posizione per la verità già da millenni superata ma per ora nello sfacelo generale sembra la più avanzata Non va infatti dimenticato che politica e democrazia hanno nell’origine del nome la loro irreparabile irreparata perversione * Che la polis tanto osannata era la parte alta del greco agglomerato quello abitato dal ricco potente fannullone già sfruttatore che da inventore regio simulò la prodigazione e nominale estensione all’astu laborioso ai suoi frigidi sterili piedi per potergliela mettere bene in quel cantone a chi liberamente in pianura per campare non aveva alcun bisogno della sua intermediazione imposizione (: era mercante agricoltore pescatore comunque autosufficiente autonomo lavoratore) * Quanto al demos d’Atene poi è collana di pene altro che crazìa popolare senza donne schiavi e meteci a governare erano i soliti proci col codazzo d’un consenso di grande strombazzo imbarazzo (: la storia è penna dei vincitori testimoni spergiuri sicuri) e la rabbia il dolore la sopportazione erano senza locuzione di continuità per i più di quell’antichità futura ad annichilirsi nella canzone piramidale attuale con i pochi privilegiati in alto a comandare (: guai a farglielo notare) e la maggioranza usata bistrattata sfruttata ad oltranza * La politica democratica amici miei di pazienza rei è stata finora sempre e solo demagogia favola finta inconsistente fata morgana metropolitana mondana e chi ci ha veramente creduto non è sopravvissuto (: vedo Gandhi Martin Luther King… e in Italia un’oscura lunga lista nera…) [...] Nadia Cavalera Nati il 20 settembre - Arnold de Vos
Postato da Grazia01 il Sabato, 20 settembre @ 13:56:27 CEST (662 letture)
![]() ![]() Arnold de Vos Arnold de Vos, olandese, di professione archeologo, vive a Trento. Finalista e vincitore di numerosi concorsi di poesia, fra le pubblicazioni si ricordano: Poesie del deficit (Egidam ed.1980, Premio Piccolo Strega 1979, Premio Taormina 1980), Il portico (Gazebo ed. 1985, poi in Gazebo. Scrittori e scritture di fine '900, a cura di M.Bettarini e G.Maleti, Mediateca ed.1999), Responso (a.c.del Premio "Sikania", 1990), Paradiso e destino o La perla insonne delle pudende (Sciascia ed. 2000), Merore o Un amore senza impiego (Cosmo Iannone, Irpinia 2005) e Vertigo. 77 poesie per Ahmed Safeer (Edizioni del Leone, 2006). Scrivere in italiano è per Arnold de Vos - poeta olandese, in Italia da anni - farsi straniero, saggiare sino in fondo l'ambiguità dell'accoglienza: parola e gesto oggi estenuati, che nel punto della loro massima torsione divengono esposizione al conflitto, invito al viaggio e, inevitabilmente, strada dell'erranza. Non potrebbe essere diversamente. Per questo la sua avventura – la sua via dei canti – appare più rischiosa, difficile e al tempo stesso seducente. Dietro di sé, de Vos ha lasciato la terra dei padri, la casa, la memoria, consapevole che anche se solo per un breve istante cedesse alla nostalgia resterebbe irretito dall'antico gesto identitario incapace di ascoltare l'altro. I suoi addii non lasciano tracce. La sua memoria non smette ri-cor-dare, interrogare, dire l'assenza. ![]() FOIA Il corpo m'insegna la mia alienazione, no so dove metterlo tra me e te anime che si fondono e volano nella foga della fusione: il corpo sembra disabile in questo frangente come il tuo dopo l'amore, non si piega e non si placa nella carrozzella ballonzante dei pantaloni mentre l'anima, diversamente abile lo spinge nuovamente a me. ![]() AVRÒ 69 ANNI Avrò 69 anni e questo corpo che ricorda i tuoi 24 a tutte le ore al di là delle quali ogni ora cessa. L'ho preparato a portarti con sé, memoria senza più corpo di un corpo smemorato: splendido dimenticatoio, non farti visitare dalla mia memoria. Dimentica gli svestimenti, e i rigurgiti dell'ingordigia d'averti dentro me. ![]() IL RAGAZZO PIÙ BELLO DEL MONDO Reggi le fila della tua storia come se fosse un ordito da intessere con soli buchi: marinare la scuola, fare il giro del paese in macchina senza patente. Ma per questo ci vorrebbe un coraggio che non hai. Hai dalla tua d'essere il ragazzo più bello del mondo, impreziosito da un vestiario sobrio su un corpo di eleganza sorprendente. Prendere tra le mie le tue mani, sembra reggere una teca di cristallo. La luce nella camera si dà una ravviata quando entri e ti siedi sul letto lesinando sulle parole, ogni gesto diffidenza verso la figura che hai davanti. I miei occhi si sono affilati alle tue asprezze. Mi sono sentito uno scalatore del K2 aggrappandomi al tuo corpo, mostrato come se fosse un ghiacciaio ma con un ghigno. Il ghigno mi ha dato il coraggio di scalare quella montagna piumata di aigrette intorno all'alta fronte. Che non si degnava di notare i miei exploit nella regione delle gambe senza provocare alcuna reazione, fuorché l'erezione. La natura si è burlata del mio corpo da uomo, per l'occasione. Ridisceso a valle sono un altro, quello che ti dà del lestofante per sopperire a un'esigenza della gelosia della tua bellezza di migrante. Arnold de Vos Nati il 20 settembre - Sofia Loren
Postato da Grazia01 il Sabato, 20 settembre @ 13:50:43 CEST (718 letture)
Nati il 20 settembre - Stevie Smith
Postato da Grazia01 il Sabato, 20 settembre @ 13:45:55 CEST (438 letture)
![]() ![]() Stevie Smith (Kingston upon Hull, 20 settembre 1902 – Londra, 7 marzo 1971) è stata una poetessa e scrittrice inglese. Mai legata a particolari scuole o movimenti, ha descritto l'insofferenza nei confronti del suo tempo. Tra le sue raccolte poetiche, spesso arricchite da foto e illustrazioni, vi sono Tender only to one (1938), Mother, what is a man (1942), Not waving but drowning (1957), The best beast (1969) e Collected poems (postuma, 1975). Ha realizzato anche disegni comici e ha scritto anche romanzi come Novel on yellow paper (1936) e The holiday (1949). ![]() Dimenticato! C'è una terribile solitudine dentro all'ignara moltitudine, e in campagna la situazione è simile, rifletteva, e poi si rese conto che la solitudine stava dentro; desiderava un po' di chiasso interno: qualche eco del tumulto del mondo ad indicare un compartito fato, qualche incombenza in cui impegnarsi a fondo — si sentiva, oh!, proprio dimenticato. ![]() A SCUOLA! Si radunino in classe tutti i piccoli poeti e vengan premiati da giurati idioti e ci si accerti che la convocazione sia generale e poi proceda al peggio ciò che è iniziato male. Però non si pretendi che la Musa frequenti questa scuola. Guarda che fuga ha fatto, mica è scema. Stevie Smith (traduzione di Gilberto Sacerdoti) ![]() Madre, in mezzo a letame e spazzatura Madre, in mezzo a letame e spazzatura ho la misura della mia umanità, quasi una figura della presenza di Dio. Sono sicura Nel letame, nella spazzatura, nel gioco del gatto c'è la presenza di Dio, e questo è un fatto. lui c'è. Madre, tu ne prendi atto? Anch'io ho sentito la presenza di Dio nella scopa che stringo, nelle ragnatele della stanza, ma più di tutto nel silenzio della tomba. Ah, ma il pensiero che impronta la speranza umana - che c'è dietro?- non è che cosa vana solo la protesta di una mente inane che non vuol morire. Questo è il pensiero che rimbalza dentro una testa pretenziosa e spiazza l'inchiesta. L'uomo è davvero frivolo quando sentenzia. Bene madre, continuerò a pensarla a modo mio, e penso saresti saggia a farlo anche tu puoi dubitare della follia dell'uomo nel creare Dio? Chi sei tu? Stevie Smith (traduzione del gruppo di Fiorenza Mormile) l'aria della sera
Postato da Grazia01 il Sabato, 20 settembre @ 09:45:21 CEST (571 letture)
La poesia ha un compito sublime
Postato da Grazia01 il Giovedì, 18 settembre @ 21:08:38 CEST (665 letture)
Antica favola Cherokee
Postato da Grazia01 il Giovedì, 18 settembre @ 21:04:31 CEST (571 letture)
![]() ![]() "Nonno, perché gli uomini combattono?" Il vecchio, gli occhi rivolti al sole calante e al giorno che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma. "Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. ...Per ogni uomo c'è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi." "Quali lupi, nonno?" "Quelli che ogni uomo porta dentro di sé." Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l'attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, il vecchio che aveva dentro di sé la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo. "Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo." Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto. "E l'altro?" "L'altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede." Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero. "E quale lupo vince?" Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti: "Quello che nutri di più." - Antica favola Cherokee - Vivere le domande del cuore
Postato da Grazia01 il Martedì, 16 settembre @ 19:23:29 CEST (553 letture)
![]() ![]() Vivere le domande del cuore Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e... cerca di amare le domande, che sono simili a stanze chiuse a chiave e a libri scritti in una lingua straniera. Non cercare ora le risposte che possono esserti date poiché non saresti capace di convivere con esse. E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora. Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta. Rainer Maria Rilke Quando gli emigranti eravamo noi
Postato da Grazia01 il Domenica, 14 settembre @ 19:59:09 CEST (5048 letture)
![]() L'Isola delle lacrime ovvero uno dei volti di New York ![]() Proprio di fronte a Manhattan, nella bellissima baia naturale in cui è situato il porto di New York, a pochi minuti di traghetto dall’isola principale che costituisce il cuore della Grande Mela, c’è Ellis Island, un isolotto, la prima tappa per oltre quindici milioni di immigrati che partivano dalle loro terre di origine sperando di stabilirsi negli Stati Uniti. Ellis Island (chiamata in origine Gibbet Island dagli inglesi che la usavano per confinarvi i pirati sorpresi “con le mani nel sacco” e utilizzata poi come impianto di fortificazione e deposito di munizioni) è una delle quaranta isole delle acque di New York: divenne famosa dal 1894 in quanto stazione di smistamento per gli immigranti; venne adibita infatti a questa nuova funzione quando il governo federale assunse il controllo del flusso migratorio, resosi necessario per il massiccio afflusso di immigrati provenienti essenzialmente dall’Europa meridionale e orientale. ![]() La facciata dell'edificio, oggi adibito a Museo dell'Immigrazione, a Ellis Island, con le navi traghetto che raggiungono l'isola da Manhattan e da Jersey City La "casa di prima accoglienza-prigione" rimase attiva fino al 1954, quando fu chiusa e abbandonata alle intemperie. Oltre cento milioni di americani possono far risalire la loro origine negli Stati Uniti a un uomo, una donna o un bambino che passarono per la grande Sala di Registrazione a Ellis Island. Oggi è trasformata in Museo dell’Immigrazione: l’ho visitato e ne metto a parte i navigatori della rete ![]() Una nave carica di emigranti giunge nel porto di New York Fino al 1850 circa non esistevano procedure ufficiali per l’immigrazione a New York. In questa data l’impennata del numero di immigrati europei che fuggivano dalle grandi carestie del 1846 e dalle rivoluzioni fallite del 1848 spinse le autorità ad aprire un centro di immigrazione a Castle Clinton in Battery Park, sulla punta meridionale dell’isola di Manhattan. Verso il 1880 le privazioni che si soffrivano nell’Europa orientale e meridionale e la forte depressione economica nell’Italia meridionale spinsero migliaia di persone ad abbandonare il Vecchio Continente. Al contempo in America stava prendendo il via la rivoluzione industriale, con un crescente processo di urbanizzazione. ![]() Il locale mensa per donne e bambini a Ellis Island Ellis Island fu aperta nel 1894, quando l’America superò un periodo di depressione economica e cominciò a imporsi come potenza mondiale. In tutta Europa si diffusero le voci sulle opportunità offerte dal Nuovo Mondo e migliaia di persone decisero di lasciare la loro patria. Quando le navi a vapore entravano nel porto di New York, i più ricchi passeggeri di prima e seconda classe venivano ispezionati a loro comodo nelle loro cabine e scortati a terra da ufficiali dell’immigrazione. I passeggeri di terza classe venivano portati a Ellis Island per l’ispezione, che era più dura. Il traghetto storico Ellis Island veniva usato dal Servizio Immigrazione per trasportare gli immigrati che arrivavano e il personale del centro di immigrazione. Ogni immigrante in arrivo portava con sé un documento con le informazioni riguardanti la nave che l’aveva portato a New York. I medici esaminavano brevemente ciascun immigrante e marcavano sulla schiena con del gesso coloro per i quali occorreva un ulteriore esame per accertarne le condizioni di salute; se vi erano condizioni particolari di infermità ciò comportava che venissero trattenuti all’ospedale di Ellis Island. ![]() Una veduta aerea di Ellis Island e del grande complesso di edifici che costituivano il luogo nel quale venivano fatti confluire tutti gli immigranti sbarcati a New York Dopo questa prima ispezione, gli immigrati procedevano verso la parte centrale della Sala di Registrazione dove gli ispettori interrogavano gli immigranti a uno ad uno. A ogni immigrante occorreva perlomeno una intera giornata per passare l’intero processo di ispezione a Ellis Island. Le scene sull’isola erano veramente strazianti: per la maggior parte le persone arrivavano affamate, sporche e senza una lira, non conoscevano una parola di inglese e si sentivano estremamente in soggezione per la metropoli ammiccante sull’altra riva. ![]() Immigrati in fila, in attesa dell'ispezione... Agli immigrati veniva assegnata una Inspection Card con un numero e c’era da aspettare anche tutto un giorno, mentre i funzionari di Ellis Island lavoravano per esaminarli. Dopo l’ispezione, gli immigranti scendevano dalla Sala di Registrazione per le “Scale della Separazione” che segnavano il punto di divisione per molte famiglie e amici verso diverse destinazioni. Il centro era stato progettato per accogliere 500.000 immigrati all’anno, ma nella prima parte del secolo ne arrivarono il doppio. Truffatori saltavano fuori da ogni dove, rubavano il bagaglio degli immigrati durante i controlli, e offrivano tassi di cambio da rapina per il denaro che questi erano riusciti a portare con sé. Le famiglie venivano divise, uomini da una parte, donne e bambini dall’altra, mentre si eseguiva una serie di controlli per eliminare gli indesiderabili e i malati. Questi ultimi venivano portati al secondo piano, dove i dottori controllavano la presenza di “malattie ripugnanti e contagiose” e manifestazioni di pazzia. Coloro che non superavano gli esami medici venivano contrassegnati, come già accennato, con una croce bianca sulla schiena e confinati sull’isola fino a diversa decisione, oppure venivano reimbarcati. I capitani delle navi avevano l’obbligo di riportare gli immigrati non accettati al loro porto di origine. Secondo le registrazioni ufficiali tuttavia solo il due per cento veniva rifiutato, e molti di questi si tuffavano in mare e cercavano di raggiungere Manhattan a nuoto o si suicidavano, piuttosto che affrontare il ritorno a casa. Ricorre oggi l'anniversario della morte di Lucio Battisti
Postato da Grazia01 il Martedì, 09 settembre @ 20:25:56 CEST (5662 letture)
![]() A sedici anni dalla morte restano le sue note ![]() Ogni volta che un suo brano passa per radio o in un filmato televisivo riesce a calamitare l'attenzione, come una star musicale di oggi. Eppure, proprio oggi, ricorre il sedicesimo anniversario della morte di Lucio Battisti (nella foto in alto), originario di Poggio Bustone, scomparso appunto il 9 settembre del 1998. Sedici anni in cui, accanto al ricordo del cantautore, non sono mancate alcune polemiche. L'ultima, dello scorso anno, dopo la traslazione del corpo dal cimitero di Molteno, in provincia di Lecco, dove riposava da quindici anni, per la cremazione. Ma di Battisti rimane, indelebile, la sua grande produzione musicale, in gran parte insieme a Mogol, per successi «cult» della musica leggera italiana. Numerose le iniziative che, più o meno indirettamente, si ispirano a Battisti. A Poggio Bustone, sono presenti «I Giardini di marzo», ovvero un'area che prende il nome di uno dei suoi successi più celebri. Proprio nel Paese reatino, Battisti era nato nel 1943, per poi andare via negli anni '60. Iniziative per questa sera sono programmate in diverse città italiane. Oggi nacque CESARE PAVESE
Postato da Grazia01 il Martedì, 09 settembre @ 19:48:29 CEST (833 letture)
![]() ![]() Oggi ricorre l'anniversario della nascita di Cesare Pavese,9 settembre 1908. ![]() Passerò per Piazza di Spagna Sarà un cielo chiaro. S'apriranno le strade sul colle di pini e di pietra. Il tumulto delle strade non muterà quell'aria ferma. I fiori, spruzzati di colori alle fontane, occhieggeranno come donne divertite. Le scale le terrazze le rondini canteranno nel sole. S'aprirà quella strada, le pietre canteranno, il cuore batterà sussultando come l'acqua nelle fontane - sarà questa la voce che salirà le tue scale. Le finestre sapranno l'odore della pietra e dell'aria mattutina. S'aprirà una porta. Il tumulto delle strade sarà il tumulto del cuore nella luce smarrita. Sarai tu - ferma e chiara. -- Cesare Pavese disse o scrisse... ![]() Passare del tempo in silenzio, ringiovanisce individui e popoli. L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso - prigione, malattia, abitudine, stupidità, - si vorrebbe morire. Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi. Segno certo d’amore è desiderare di conoscere, di rivivere, l’infanzia dell’altro. la vecchiaia è l’età più fastidiosa perché non si sa più che fare di sé, come alla sera quando l’opera quotidiana è finita. ![]() Alla lunga un dolore si svincola dall'ansia, dal ricordo, dal sospetto che lo provocò, e vige da solo nell'anima. È bello scrivere perché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla. Cesare Pavese Ciao
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