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coppermine
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Achmatova
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Buona settimana
Postato da Grazia01 il Domenica, 09 dicembre @ 23:06:25 CET (831 letture)
Al di là del mare
Postato da Grazia01 il Sabato, 08 dicembre @ 22:55:01 CET (967 letture)
![]() ![]() Al di là del mare Al di là del mare cè una terra amica al di là del mare cè una guerra antica là dove scende il male non si può amare. Ma io chiedo amore per quelli che piangono Al di qua del mare c'è una chiesa antica nella sua mano cresce l'erba della libertà. Ma io chiedo amore per i bimbi che nascono per i bimbi che invocano per i bimbi che crescono. Ed io chiedo amore per i bimbi che muoiono. Nel mio cuore amico c'è per te l'amore ti vorrei donare le ali per volare e come nelle favole il bene vincerà. Patrizio Viozzi Mentre dormivi...
Postato da Grazia01 il Venerdì, 07 dicembre @ 20:30:33 CET (890 letture)
![]() ![]() Non si smette di essere piccoli tutt'a un tratto, come una grande esplosione, come uno di quei palloncini pubblicitari con gli slogan. Il bambino che hai dentro cola fuori, trapela come aria da una foratura in una gomma. E un giorno ti guardi allo specchio e ti trovi faccia a faccia con un adulto. Puoi continuare a portare i blu jeans, puoi continuare ad andare ai concerti di Springsten, puoi tingere i capelli, ma la faccia che c'è nello specchio è lo stesso quella di un adulto. Ed è successo tutto mentre dormivi, forse come la visita della fatina dei denti... tratto da "IT" di S.King Mary McNeely
Postato da Grazia01 il Venerdì, 07 dicembre @ 11:21:23 CET (982 letture)
![]() ![]() Mary McNeely Viandante, amare è trovare la propria anima attraverso l'anima dell'amato. Quando l'amato si ritrae dalla tua anima allora tu l'hai perduta. È scritto: «Ho un amico, ma il mio dolore non ha amici.» Perciò i miei lunghi anni -di solitudine a casa di mio padre, cercando di riconquistarmi e trasformare il mio dolore in un sé più elevato. Ma c'era mio padre con i suoi dolori, seduto sotto l'albero di cedro, un'immagine che mi s'affondò nel cuore infine portandovi profondissima quiete. Oh, voi anime che avete reso la vita fragrante e bianca come tuberose dal suolo scuro della terra, eterna pace! Edgar Lee Masters Ricordi come sogni
Postato da Grazia01 il Venerdì, 07 dicembre @ 09:48:24 CET (1198 letture)
![]() ![]() Ricordi come sogni Canzoni immagini profumi risvegliano ricordi, dal passato ritornano sensazioni tanto vivide da sentirne il sapore, incontri intimi con l'anima. Stringo a mè i più felici pezzi d'esistenza da rivivere il tempo di una carezza tenere fugaci gioie inattese un sole che si scioglie nel mare rosso della sera. Grazia Stati Uniti Messicani
Postato da Paolo il Giovedì, 06 dicembre @ 20:12:26 CET (4003 letture)
![]() E’ mattina inoltrata, quel 21 aprile 1914 a Veracruz. Dalla finestra di casa, Vera guarda verso il porto: si sentono suonare le undici. Willie è seduto sulla sedia accanto al letto, senza i pantaloni, e si apre la camicia per controllare il costato dove ha preso un colpo: ah, la Revolución. Vera salta in piedi sul letto, indossa una fine sottovestina azzurra bordata di bianco ed è a seno nudo. Scialuppe sono calate dalle cannoniere Florida e Utah ancorate alla fonda: sono le undici e venti. Willie si alza dalla sedia, si sdraia a terra sul tappeto, a corpo morto. Dal letto, Vera salta giù e va sopra Willie, facendo bene aderire quello che deve. Alle undici e trenta, le scialuppe raggiungono il molo 4 e sbarcano The Few (Marines) e Bluejackets (Marinai). Un po’ di folla si raduna per osservare; i militari si compongono nei ranghi. Vera e Willie si rotolano sul tappeto, e pazienza per il suo costato. Mas te vale. ![]() AMORE ADDIO
Postato da rosarossa il Giovedì, 06 dicembre @ 13:47:51 CET (868 letture)
Oggi nacquero Emanuel Carnevali e Tommaso Minardi
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 05 dicembre @ 00:16:57 CET (852 letture)
![]() Poesie di Emanuel Carnevalie immagini di Tommaso Minardi ![]() Certe cose ci puntano contro il dito e ridono. Certe cose si nascondono agli occhi della gente e si odono piangere sommessamente. Certe cose cadono dal cielo: cose nere informi, mostri della notte e terrore dei giorni. Certe cose sembrano essere state predisposte da Dio e dal Diavolo. Certe cose sembrano nate in un abisso e cresciute nelle tenebre. Certe cose portano l’immagine della bontà come se il fuoco ve l’avesse scolpita in bassorilievo. Certe cose ridono fino a divenire teschi e poi continuano a ridere. Certe cose sono come alberi di pesco, portano a lungo frutti verdi. Certe cose sono come il vino che uno beve soltanto per ubriacarsi. Certe cose colpiscono il cuore come un colpo di gong, così che poi risuona a lungo. Certe cose schiacciano il cuore come se fosse uno scarafaggio. Ed è orribile, come spiaccicare uno scarafaggio. Certe cose sono come il fulmine: possono essere guidate anche se pericolose. Certe cose sono come pensieri dal piede pesante, hanno il piede pesante anche se abitano il cielo. Certe cose sono come le aquile. Vivono in alto - possono benissimo dimenticare la valle. Certe cose sono come il terremoto: utilizzano tutte le nostre paure. Certe cose sono come la Bellezza che è morta da tempo: solo l’acqua profonda del pozzo può lavarle e destarle. NOI SAREMO
Postato da Grazia01 il Martedì, 04 dicembre @ 23:17:58 CET (1045 letture)
![]() ![]() NOI SAREMO Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi che certo guarderanno male la nostra gioia, talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero? Andremo allegri e lenti sulla strada modesta che la speranza addita, senza badare affatto che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero? Nell'amore isolati come in un bosco nero, i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza, saranno due usignoli che cantan nella sera. Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile, non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio. Uniti dal più forte, dal più caro legame, e inoltre ricoperti di una dura corazza, sorrideremo a tutti senza paura alcuna. Noi ci preoccuperemo di quello che il destino per noi ha stabilito, cammineremo insieme la mano nella mano, con l'anima infantile di quelli che si amano in modo puro, vero? Paul Verlaine Biografia Grande e bello spettacolo...
Postato da Grazia01 il Lunedì, 03 dicembre @ 22:41:39 CET (1128 letture)
![]() ![]() Grande e bello spettacolo veder l'uomo uscir quasi dal nulla per mezzo dei suoi propri sforzi; disperdere, con i lumi della ragione, le tenebre in cui la natura l'aveva avviluppato; innalzarsi al di sopra di se stesso; lanciarsi con lo spirito fino alle regioni celesti: percorrere a passi di gigante, al pari del sole, la vasta distesa dell'universo; e, ciò che é ancor più grande e difficile, rientrare in se stesso per studiarvi l'uomo e conoscerne la natura, i doveri e il fine. Rousseau Mia amata gatta
Postato da Letty il Domenica, 02 dicembre @ 09:45:20 CET (863 letture)
![]() ![]() A volte mi chiedo chi sei per vivere quei miei silenzi come se fossero un grido comprensibile. Quella tua zampetta sfiora una guancia ma non sa che mi sta toccando il cuore e guarendo ferite invisibili...! Quando ti accoccoli nel letto con me, nel silenzio di ciò che non c'è, mi fai bene... molto più bene di qualsiasi altro essere umano... una cura ad un male che le parole non sanno spiegare, ma che nel silenzio dicono tutto quello che c'è... mia amata gatta. Letty Alberi, testimoni muti
Postato da Grazia01 il Sabato, 01 dicembre @ 11:20:31 CET (1012 letture)
![]() Non calpestare le radici
![]() Nei primi 80 centimetri di terreno, c'è il 90% delle radici di un albero, sua fonte di vita e ancoraggio con la terra. Ecco perché le operazioni di "compattamento", così come le persone che ci camminano sopra, sono dannosissime per la pianta: tolgono ossigeno alle radici. Altrettanto pericolosa per l'albero è la presenza di prato intorno alla sua base: l'erba, infatti, "ruba" acqua alle radici. Gli arboricoltori consigliano, in alcuni casi, di recintare le piante, «come si farebbe per un quadro prezioso da mettere sotto vetro». Ciò non esclude la possibilità di valorizzare i "Monumentali" con il turismo: come avviene a Varese, dov'è attivo un progetto transfrontaliero con la Svizzera di passeggiate guidate tra gli alberi.
![]() Decembrini, che oltre a essere un paesaggista di fama internazionale è anche poeta e filosofo, però, va oltre: «Monumento significa ricordare, ed è questo aspetto che più mi interessa: la relazione dell'albero con noi uomini». Gli alberi sono da sempre testimoni muti della storia dell'umanità. Recentissima la ricerca del Cnr, in coordinamento con l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige sugli ulivi dell'orto dei getsemani: hanno circa 900 anni e sono fratelli tra di loro; risalgono quindi al tempo delle Crociate. «Ora sappiamo tutto del loro Dna e stato di salute. Forse derivano da polloni su ceppaie ancor più antiche che ci fanno sperare di avere, almeno come materiale genetico, gli ulivi che hanno visto le vicissitudini del Cristo». Nella foresta reale di Sherwood, cuore storico della Gran Bretagna, il Major Oak sotto le cui chiome leggenda vuole che si nascondesse Robin Hood è ancora saldamente in piedi. Anzi, sulle sue radici. I custodi del parco raccolgono i turisti attorno all’albero millenario e raccontano una storia: «La quercia ci mette 300 anni per crescere, poi riposa 300 anni e per altri 300 declina con grazia». In alcuni casi fortunati, vive anche di più. Com’è successo alla quercia dell’eroe popolare inglese. La morte improvvisa della pianta, in natura, non esiste. Avviene solo quando l’uomo arriva con la motosega o qualcosa di più subdolo e silenzioso. Nati oggi, 30 novembre
Postato da Grazia01 il Venerdì, 30 novembre @ 23:26:04 CET (920 letture)
![]() ![]() Poesie di Veronica Gambara e dipinti di William-Adolphe Bouguereau ![]() Occhi lucenti e belli Occhi lucenti e belli, com'esser può che in un medesmo istante nascan da voi nove sì forme e tante? Lieti, mesti, superbi, umili, alteri vi mostrate in un punto, onde di speme e di timor m'empiete, e tanti effetti dolci, acerbi e fieri nel core arso per voi vengono insieme ad ognor che volete. Or, poi che voi mia vita e morte sète, occhi felici, occhi beati e cari, siate sempre sereni allegri e chiari. ![]() Onorate acque Onorate acque, e voi, liti beati, ove il ciel più tranquillo e più sereno che in altra parte si dimostra, e appieno sparge i suoi doni, a tutti altri negati, se i versi miei fosser di stil sì ornati, come di buon voler, l'almo ed ameno vostro sito, di grazia e valor pieno, farian eterno, e voi cari e pregiati. Ma le mie roche rime e 'l basso ingegno, troppo ineguali a vostra grande altezza, non ardiscon cantando andar tant'alto, chè ragionar di voi non fòra degno qual si voglia gran stil pien di dolcezza; però con l'alma sol v'onoro e esalto. ![]() SALVE, MIA CARA PATRIA I Con quel caldo desio che nascer suole Nel petto di chi torna, amando, assente Gli occhi vaghi a vedere, e le parole Dolci ad udir del suo bel foco ardente, Con quel proprio voi, piagge al mondo sole, Fresch'acque, ameni colli, e te, possente Più d'altra che 'l sol miri andando intorno, Bella e lieta cittade, a veder torno. II Salve, mia cara patria, e tu, felice, Tanto amato dal ciel, ricco paese, Che a guisa di leggiadra alma fenice, Mostri l'alto valor chiaro e palese; Natura, a te sol madre e pia nutrice, Ha fatto a gli altri mille gravi offese, Spogliandoli di quanto avean di buono Per farne a te cortese e largo dono. III Non tigri, non lioni e non serpenti Nascono in te, nemici a l'uman seme, Non erbe venenose, a dar possenti L'acerba morte, allor che men si teme; Ma mansuete greggie e lieti armenti Scherzar si veggon per li campi insieme, Pieni d'erbe gentili e vaghi fiori, Spargendo graziosi e cari odori. IV Ma, perché a dir di voi, lochi beati, Ogn'alto stil sarebbe roco e basso, Il carco d'onorarvi a più pregiati, Sublimi ingegni e gloriosi lasso. Da me sarete col pensier lodati E con l'anima sempre, e ad ogni passo Con la memoria vostra in mezzo il cuore, Quanto sia il mio poter, farovvi onore. Messaggio
Postato da Grazia01 il Venerdì, 30 novembre @ 22:29:22 CET (804 letture)
Benvenuto
Postato da Grazia01 il Giovedì, 29 novembre @ 23:12:41 CET (641 letture)
Come mai questo silenzio - Luigi Cannillo
Postato da Grazia01 il Giovedì, 29 novembre @ 22:54:56 CET (904 letture)
![]() ![]() Come mai questo silenzio Come mai questo silenzio dopo i ruggiti e i traffici notturni il tempo cosi carico fermato alla periferia del giomo Sarò io a immergere per primo il cucchiaio nel vuoto e deglutire E' il momento instabile nel quale filano zucchero nelle miniere in cielo esplodono fasce di raso Una rete di lampi intanto si sta annodando attomo ognuno isola muta la parola trattenuta da una fionda come aereo di carta o tuono Luigi Cannillo Pensiero del giorno
Postato da Grazia01 il Giovedì, 29 novembre @ 22:42:09 CET (890 letture)
![]() ![]() La storia di ogni società è stata finora la storia di lotte di classe. Uomo libero e schiavo, patrizio e plebeo, barone e servo della gleba, membro di una corporazione e artigiano, in breve oppressore e oppresso si sono sempre reciprocamente contrapposti, hanno combattuto una battaglia ininterrotta, aperta o nascosta, una battaglia che si è ogni volta conclusa con una trasformazione rivoluzionaria dell'intera società o con il comune tramonto delle classi in conflitto. Nelle precedenti epoche storiche noi troviamo dovunque una suddivisione completa della società in diversi ceti e una multiforme strutturazione delle posizioni sociali. Nell'antica Roma abbiamo patrizi, cavalieri, plebei, schiavi; nel Medioevo, feudatari, vassalli, membri delle corporazioni, artigiani, servi della gleba, e ancora, in ciascuna di queste classi, ulteriori specifiche classificazioni. La moderna società borghese, sorta dal tramonto della società feudale, non ha superato le contrapposizioni di classe. Ha solo creato nuove classi al posto delle vecchie, ha prodotto nuove condizioni dello sfruttamento, nuove forme della lotta fra le classi. Marx e Engels, "Manifesto del Partito Comunista Un abbraccio
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 28 novembre @ 22:39:17 CET (1008 letture)
![]() ![]() Questa bambina ha perso la madre a causa della guerra e ora vive in un orfanotrofio. Nel cortile di quella casa ha disegnato con il gesso la sagoma della sua mamma e ci si è sdraiata sopra alla ricerca di quell'abbraccio, che le manca troppo, e si è anche ricordata di togliersi le scarpe per rispettarla. Dedico un pensiero a tutti questi poveri bambini rimasti soli a causa della guerra. Come nasce un capolavoro
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 28 novembre @ 11:55:26 CET (3228 letture)
![]() Da Robert Capa a Mapplethorpe e Salgado: 20 artisti in un volume Come nasce un capolavoro realizzato in un istante: I volti della Grande Depressione, la gioia alla fine della Guerra, l'erotismo e le sue forme...Una grande raccolta di immagini fa la storia della fotografia. Ne abbiamo scelte 9, e vi raccontiamo il mondo che c'è dietro. di Chiara Mariani Credo che la fotografia consenta, entro certi limiti, di riordinare il caos che sta davanti ai nostri occhi ... ciò che mi propongo da tempo come obiettivo è riuscire ad avere uno sguardo liberato dai moralismi, da ideologie, dall'incubo latente del pregiudizio". È un'annotazione di Gabriele Basilico che accompagna uno scatto fatto a Rio de Janeiro, Potrebbe però essere la dichiarazione di ognuno dei 20 protagonisti del volume Grandi Fotografi (in uscita in questi giorni da Contrasto, da cui sono tratti gli scatti di queste pagine) che, per quanto diversi per età, formazione, sensibilità, sono uniti dal rispetto per il mezzo espressivo che hanno scelto, consapevoli del suo potere, affascinati dalla sua duttilità, per celebrare la bellezza, denunciare il dolore, le ingiustizie o la sopraffazione. Artisti nell'empireo della storia della fotografia, tormentati dalla necessità di esprimere il proprio mondo interiore attraverso immagini oneste, sofisticate e incisive. Grazie agli incisi dei fotografi, alle note puntuali e ai testi critici dei curatori del volume, i loro archivi diventano più intelligibili. Gettando luce anche sulla produzione di altri colleghi che qui non potevano essere inclusi. ![]() GIOVANI CONTADINI, 1914 Gli archetipi di August Sander Per chi, come August Sander, comincia a lavorare in miniera a 14 anni, la fotografia può essere solo documentaria. Nato nel 1876 nel cuore minerario della Germania, incontra la sua passione per caso, quando un fotografo giunto dove lavorava Sander, gli chiede di portare i suoi attrezzi. Nasce un'ispirazione che è alla base dell'opera Uomini del XX secolo: centinaia di personaggi che sono individui connotati personalmente e socialmente, e allo stesso tempo archetipi dell'umanità. Il crudo affresco della società tedesca non piace alla Germania del Fuhrer che manda al macero i suoi libri e impedisce la pubblicazione di nuovi. Sander riesce a salvare una parte dell'archivio. Suo figlio Erich, dopo 10 anni di prigione per il suo attivismo nel Partito Socialista, muore nel '44. Nel '55 le sue fotografie fanno parte della mostra The Family oF Man organizzata da Edward Steichen al MoMA di New York. ![]() FLOYD BURROUGHS, ALABAMA 1936 Walker Evans e il New Deal Voleva diventare uno scrittore, ma il timore di confrontarsi con i suoi miti letterari lo spinge verso la macchina fotografica. Grazie alla frustrazione, Walker Evans, nato nel 1903 nel Missouri, diventa un maestro del fotogiornalismo americano. Compie il suo apprendistato nelle strade di New York e nel 1935 inizia a collaborare con la Farm Security Administration con il mandato di documentare la situazione dei contadini del Sud durante la Grande Depressione e sostenere le soluzioni del New Deal di Franklin D. Roosevelt. Nel 1938, il MoMA di New York organizza la prima mostra monografica dedicata a un fotografo. Nel 1941 pubblica Let Us now Praise Famous Men, con testi di James Agee. Confortato dai propri successi, inizia a collaborare con i grandi magazine, prima con Time e poi con Fortune, sia come fotografo sia come scrittore. Dal 1965 insegna fotografia alla Yale School of Art and Architecture. Il bacio di Maria Ceciclia Camozzi
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 28 novembre @ 10:53:02 CET (728 letture)
![]() ![]() Bacio Soave melodia di fine inverno, ho raccolto il suo bacio pervinca e l'ho indossato sul fuoco dell'anima... parola che nutre l'alba giorno dopo giorno, di saperi odorosi e nubi assonnate. Un uccello canta le sue strofe a terzine mentre lacrime di gioia rigano il volto, come piccole navi tra labbra di fiori su pelle di ciliegio... ha percorso le mie coste con lo sguardo sapiente e s'è fermato. Ha dormito nel mio sogno, vibrante di azzurro sino a primavera e attraverso le ombre della memoria dei secoli ha ritrovato la vita. Maria Cecilia Camozzi tempo...
Postato da Grazia01 il Martedì, 27 novembre @ 22:48:11 CET (842 letture)
La vita secondo Schopenhauer
Postato da Grazia01 il Martedì, 27 novembre @ 22:41:15 CET (983 letture)
![]() ![]() E' davvero incredibile come insignificante e priva di senso, vista dal di fuori, e come opaca e irriflessiva, sentita dal di dentro, trascorra la vita di quasi tutta l'umanità. E' un languido aspirare e soffrire, un sognante traballare attraverso le quattro età della vita fino alla morte, con accompagnamento d'una fila di pensieri triviali. Gli uomini somigliano a orologi che vengono caricati e camminano, senza sapere il perché; ed ogni volta che un uomo viene generato e partorito, è l'orologio della vita umana di nuovo caricato, per ripetere ancora una volta, fase per fase, battuta per battuta, con variazioni insignificanti, la stessa musica già infinite volte suonata. Ciascun individuo, ciascun volto umano e ciascuna vita non è che un breve sogno dell'infinito spirituale naturale, della permanente volontà di vivere; non è che una nuova immagine fuggitiva, che la volontà traccia per gioco sul foglio infinito dello spazio e del tempo, lasciandola durare un attimo appena percettibile di fronte all'immensità di quelli, e poi cancellandola, per dar luogo ad altre. Nondimeno, e in ciò è l'aspetto grave della vita, ognuna di tali immagini fugaci, ognuno di tali insipidi capricci dev'essere pagato dall'intera volontà di vivere, in tutta la sua violenza, con molti e profondi dolori, e in ultimo con un'amara morte, a lungo temuta, finalmente venuta. Per questo ci fa così subitamente malinconici la vista di un cadavere. La vita d'ogni singolo, se la si guarda nel suo complesso, rilevandone solo i tratti significanti, è sempre invero una tragedia; ma, esaminata nei particolari, ha il carattere della commedia. Imperocchè l'agitazione e il tormento della giornata, l'incessante ironia dell'attimo, il volere e il temere della settimana, gli accidenti sgradevoli d'ogni ora, per virtù del caso ognora intento a brutti tiri, sono vere scene da commedia. Ma i desideri sempre inappagati, il vano aspirare, le speranze calpestate senza pietà dal destino, i funesti errori di tutta la vita, con accrescimento di dolore e con morte alla fine, costituiscono ognora una tragedia. Così, quasi il destino avesse voluto aggiungere lo scherno al travaglio della nostra esistenza, deve la vita nostra contenere tutti i mali della tragedia, mentre noi riusciamo neppure a conservar la gravità di personaggi tragici, e siamo invece inevitabilmente, nei molti casi particolari della vita, goffi tipi da commedia. Schopenhauer "Il mondo come volontà e rappresentazione" Sensibilità
Postato da Grazia01 il Martedì, 27 novembre @ 13:59:37 CET (1488 letture)
Sulpicia
Postato da Grazia01 il Martedì, 27 novembre @ 10:37:04 CET (780 letture)
![]() ![]() Sulpicia è la sola poetessa romana di cui ci è giunta la Voce. Credere, tuttavia, che sia stata l’unica donna del suo tempo a scrivere poesie sarebbe un’operazione semplicistica e, probabilmente, estremamente ingenua. Possiamo solo concordare sul dato obiettivo che per una circostanza X, forse fortuita ed isolata, parte dell’intera produzione di Sulpicia fu conservata e tramandata. I motivi della scelta sono ignoti. La selezione delle fonti ha, spesso, carattere arbitrario: non esistono criteri per cui opere vengono salvate dal Tempo e altre corrose e, irrimediabilmente, perse o dimenticate. Persino il Caso ha il suo margine di gusto. Selettivo, voluttuario, capriccioso. L’accorta scomparsa di espressioni scrittorie femminili dell’Epoca Antica ha, comunque, una sua matrice politico-ideologica: come ha giustamente sottolineato lo storico Moses Finley: “[…] la donna (beninteso, quella onesta) non era e non doveva essere un individuo, ma solo una frazione passiva e anonima di un gruppo familiare”. A Roma, infatti, fin dal periodo più antico, i patrizi (i membri delle gentes, da patres, “i padri”) detenevano tre nomi: quello personale (praenomen), quello gentilizio (dalla gens alla quale appartenevano, il nomen) e il nome familiare; a questi potevano aggiungersi soprannomi indicanti caratteristiche fisiche o gloriose imprese militari. Le donne, diversamente, non potevano avere il praenomen, poiché il sistema onomastico romano prevedeva per loro esclusivamente il nome gentilizio e quello familiare. La ragione di questa esclusione non è, poi, così difficile da immaginare: per i Romani la gloria di una donna procedeva di pari passo alla sua anonimia; di conseguenza, i costumi delle donne che venivano chiamate per nome non dovevano apparire castigatissimi. Appellativi fisici, quali Rutilia (rossa di capelli), Murrula (che profuma di Mirra), Burrula (burrosa), denunciavano una tipologia femminile ritenuta licenziosa e libertina. Non, così, per Sulpicia, fanciulla dell’aristocrazia romana dell’età augustea, i cui versi ci sono giunti perché trasmessi sotto il nome del ben più celebre poeta elegiaco Tibullo. ![]() Trad. I (A Cerinto) È giunto amore finalmente. Nasconderlo sarebbe assai più grave vergogna che svelarlo. Commossa dai miei versi, Venere lo portò sino a me, tra le mie braccia, compì la sua promessa. I miei peccati li narri chi si dirà non ebbe i suoi. Io quasi non vorrei neppure scriverli: prima di lui, temo li legga un altro. Ma giova aver peccato. Mi disturba atteggiare il mio volto alla virtù. Si dirà che sono degna di lui, e lui di me. poesie di Andrea Salvatici
Postato da Grazia01 il Lunedì, 26 novembre @ 16:36:04 CET (1307 letture)
![]() ![]() Sono al telefono con mia madre In una pausa telefonica colgo le mie ginocchia sbucciate, la mia testa grossa, la sinagoga, un brutto voto a scuola, la mia bocciatura in prima elementare, un compleanno con lei e mio fratello, da soli, sempre da soli corteggiavamo le candeline. Un aereo che sorvolava la mia città, lo salutavo ogni volta saltando come un rana verso l'alto. Una donna giovane e bella che ci portava al cinema. Adesso allungo quella pausa telefonica come la sfoglia fatta in casa. Adesso per la prima volta sono un principiante nel tirare il mio dolore: mi trovo nelle mani due metà dell'amore. IL VIALE DELL’ANTICA TORRE
Postato da rosarossa il Domenica, 25 novembre @ 21:23:59 CET (867 letture)
![]() ![]() IL VIALE DELL’ANTICA TORRE In fondo al viale dell’antica torre maestoso emergi tu, pino gigante con orgoglio mostri gli aghi verdi, preziosi come fossero diamanti la tua superba cima tocca il cielo e riesci a catturare per abbellire la tua folta chioma anche i pallidi raggi del sole autunnale. Imponente come Giove dall’olimpo schernisci gli alberi che fiancheggiano il viale mesti, spogli! Intirizziti ed impotenti i loro rami chini sull’asfalto, colgono l’ultimo lamento vedendo ingiallire, languire e poi morir le loro foglie. “ Vita umana - vita vegetale. “ Non trovo differenze! Chi può goder di tutto… Chi di niente… Rosarossa Poesie di Mariella Cerutti Marocco
Postato da Grazia01 il Sabato, 24 novembre @ 20:50:55 CET (864 letture)
![]() ![]() Tempo dopo, molto tempo dopo Tempo dopo, molto tempo dopo, aveva trovato quella pagina scritta, quel foglio ripiegato in quattro che lui non le aveva mai dato. Versi, parole assolute e dolenti che la facevano soffrire, come il rimorso di un abbandono ingiusto. ![]() Eppure c'erano state Eppure c'erano state primavere sontuose, osservate dietro le tende di pizzo bianco contemplando l'immobilità dell'albero. Oltre la porta chiusa si apriva un mondo fittizio, si spalancava un mondo di immagini e di storie infinite. Mariella Cerutti Marocco da La devozione e lo smarrimento ![]() Profumo.
Postato da giamacista il Sabato, 24 novembre @ 12:45:19 CET (1003 letture)
![]() ![]() Profumo Mondo era nel cuore dell'amante ma improvvisamente è scivolato il sogno ora è lontano distante da questo giorno. Ti ascoltai con superficialità ma quando è successo mi chiedo, ti afferrai e ti scaraventai lontano dalle cose più care più importanti, mentre parlandomi emanavi un dolce profumo. Eppure pensai l'angoscia era indelebile rimasi male anch'io guardando attraverso me stesso e il mio delirio. Federico Marino Il cielo nelle poesie
Postato da Grazia01 il Giovedì, 22 novembre @ 21:57:20 CET (1038 letture)
![]() ![]() Ma ormai chi c’è che ancora si degni di alzar gli occhi ammirato agli spazi luminosi del cielo? Lucrezio, Sulla Natura ![]() Il puro e azzurro splendore, le stelle sparse come fuochi nell’oscurità della notte, il velato chiarore lunare, il fulgore del sole che abbaglia: tutto questo percepisce ogni uomo quando si abbandoni ancora ad alzare gli occhi al cielo per contemplarlo con il proprio sguardo nudo, come nei tempi primordiali. La scienza scandaglia il cielo nei suoi profondi abissi per raggiungerne i remoti confini e svelarne gli intimi segreti. Ma tale conoscenza non sopisce le emozioni che sempre l’uomo sensibile prova di fronte all’infinità degli spazi celesti, estreme plaghe del cosmo che abbracciano i luoghi da noi abitati. Un misto di stupore e di sublime bellezza, ma anche di angoscia, spinge il Faust goethiano a dire che il brivido di meraviglia è quanto di meglio abbia l’uomo, perché di fronte al cielo egli ne “sente in profondo, quando è commosso, l’immensità”. Tale è ancora lo sguardo perenne del poeta, intenso e intatto, anche se affiancato dai più potenti occhi della tecnologia. ![]() Nel mito antico la fantasia poetica ha popolato il cielo di dèi. E le costellazioni, assumendo forme animali o umane, sono state collegate a personaggi leggendari e divini, che hanno assunto determinate posizioni sulla volta celeste dopo aver patito la morte o per non subirla. Cinque secoli prima di Cristo il poeta greco Pindaro poteva ancora affermare che uomini e dèi hanno avuto il soffio vitale da una sola madre, ma un potere oscuro li ha separati: quelli sono nulla, a questi invece “il cielo è dato, lor sicura cittadella, per sempre”. ![]() SERENO di Giuseppe Ungaretti Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle Respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo Mi riconosco immagine passeggera Persa in un giro Immortale ![]() Il cielo di Wislawa Szymborska Finestra senza parapetto, senza intelaiature, senza vetri. Un'apertura e nulla oltre solo amplitudine. Non devo attendere una notte serena, nè alzare la testa, per osservare il cielo. Il cielo l'ho dietro le spalle, sottobraccio e sulle palpebre. Il cielo mi avvolge ermeticamente e mi solleva da sotto. Il dottor Siegfried Iseman
Postato da Grazia01 il Giovedì, 22 novembre @ 16:34:00 CET (1139 letture)
![]() «Si direbbe che per Lee Masters la morte - la fine del tempo - è l'attimo decisivo che dalla selva dei simboli personali ne ha staccato uno con violenza, e l'ha saldato, inchiodato per sempre all'anima.» Cesare Pavese ![]() Il dottor Siegfried Iseman Dissi, quando mi consegnarono il diploma, dissi a me stesso che sarei stato buono e saggio e caritatevole col prossimo; dissi che avrei trasportato il Credo cristiano nella pratica della medicina! Ma, non so come, il mondo e gli altri dottori subodorano ciò che si ha in cuore non appena si prende questa magnanima risoluzione. E il sistema è pigliarvi per fame Da voi non verranno che i poveri. Voi vi accorgerete troppo tardi che fare il dottore non è che un modo di guadagnarsi la vita. E quando siete povero e dovete reggere il Credo cristiano e la moglie e i figli tutto sulla vostra schiena, è troppo! Ecco perché fabbricai l'Elisir di Giovinezza, che mi portò alla prigione di Peoria bollato come truffatore e imbroglione dall'integerrimo Giudice Federale! Edgar Lee Masters Ciao
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