Monday, April 12, 2021 - Network: [Magicamente.net - Storie e Poesie] [Quiz Arena - L'app dei quiz online] | |||||
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coppermine
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Achmatova
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Benvenuti in Casatea.com
Postato da Antonio il Sabato, 11 marzo @ 15:34:11 CET (68659 letture)
I dialetti
Postato da Grazia01 il Lunedì, 12 aprile @ 17:33:53 CEST (5 letture)
La trama di "Ettore Fieramosca" di Massimo d'Azeglio
Postato da Paolo il Domenica, 11 aprile @ 17:07:14 CEST (10 letture)
![]() Cap. I Verso la Pasqua del 1503, a Barletta verso sera, miliziani spagnoli e alleati italici aspettano invano la cena in una città sotto assedio. Fuori stanno i nemici francesi. Pescatori popolano la spiaggia e mandrie il contado: così non si aveva bisogno di sussidi europei o di MES. Arriva un misterioso duca che il soldato di ventura Boscherino riconosce. All'osteria di Veleno arrivano le provviste perché una sortita spagnola ha procurato armenti a spese dei francesi, insieme a tre prigionieri da riscatto. ![]() ROGGIA VECCHIA (detta anche Rusa Végia)
Postato da Grazia01 il Venerdì, 09 aprile @ 17:38:31 CEST (5 letture)
![]() Molti di noi sono a conoscenza che Milano si sia creata, nei secoli, una efficientissima rete idrica di canali artificiali, ma molti ignorano che questa rete iniziò a propagarsi in tutta la pianura padana. La data spartiacque è intorno al 1100. Infatti fino a quella data il territorio, che adesso conosciamo come uno dei più avanzati d'Europa, era quasi una landa desolata dove in alcune zone c'era troppa acqua, stagnante, e altre zone erano invece troppo aride. Essere riusciti a "mettere in ordine" il disequilibrio idrico è stato un passaggio fondamentale che ci ha portato a creare l'hashtag "il pane dall'acqua". E' questo il motivo che mi spinge a farvi conoscere alcuni "protagonisti" anche fuori i confini milanesi. ![]() ROGGIA VECCHIA (detta anche Rusa Végia) Una bella storia
Postato da Grazia01 il Martedì, 06 aprile @ 18:11:03 CEST (5 letture)
![]() Il famoso sommozzatore italiano, Enzo Maiorca, si stava immergendo nel mare caldo di Siracusa e parlava con sua figlia Rossana che era sulla barca. Pronto a immergersi, ha sentito qualcosa colpire leggermente la schiena, si è girato e ha visto un delfino, ha capito allora che non voleva giocare ma esprimere qualcosa. L' animale si è immerso e Enzo lo ha seguito. ![]() Gaspare Campari
Postato da Grazia01 il Giovedì, 18 marzo @ 19:35:48 CET (31 letture)
![]() Siamo in una notte del 1842 e Gaspare sta cercando di prendere sonno perchè domani lascerà la sua famiglia di agricoltori per trasferirsi a Torino. Ha solo 14 anni e il sogno è quello di lasciare i campi di Cassolnovo, nel cuore della Lomellina, per seguire la sua passione per le erbe e i distillati trasferendosi a nella città sabauda. Per uno strano gioco del destino conosce il maestro pasticcere di Casa Savoia, Teofilo Barla, che lo presenta a Giacomo Bass proprietario di una rinomata liquoreria in Piazza Castello, sempre a Torino. Dopo 8 anni decide di spiccare il volo: si trasferisce a Novara e apre il suo primo locale:; il Caffè dell’Amicizia in quello che era detto l’angolo delle ore, tra Corso Cavour e Corso Italia. ![]() Foto bellissima di Luca Bisceglia (Photophonico) Ancora sulla mia Milano
Postato da Grazia01 il Giovedì, 18 marzo @ 19:25:58 CET (35 letture)
![]() Quando il Maresciallo Radetzky emanava un’ordinanza o intendeva comunicare ai milanesi le decisioni del governo austriaco lo faceva affiggendo i suoi decreti. Guardando la Darsena dall’ultimo ponte del Naviglio Grande prima dell’ingresso in Darsena, il “Ponte dello Scodellino”, vedrete una piccola edicola. E' una struttura in ferro e vetro con un grande tetto a pagoda. Probabilmente è stata una delle più antiche rivendite di giornali e, negli ultimi anni è diventato uno spazio dedicato alla ricerca artistica contemporanea. ![]() Foto di Nel Cuore di Milano Milano festeggiava la primavera il 13 marzo
Postato da Grazia01 il Sabato, 13 marzo @ 19:10:06 CET (47 letture)
![]() Quando Milano festeggiava la primavera in una data diversa dal resto del mondo Nell’angolo tra via Gratosoglio e via Feraboli esisteva un’abbazia dei monaci Benedettini molto particolare. Erano monaci Vallombrosani la cui fama era soprattutto scientifica. Lo stesso Galileo Galilei fu un novizio Vallombrosano. I frati laici dell’ordine abitavano questa cascina a corte quadrata insieme agli animali da cortile. L’intero complesso era abbastanza importante anche dal punto di vista architettonico ma, le parziali demolizioni e le ricostruzioni successive di edifici più moderni quasi nascondono ciò che rimane della struttura. ![]() La foto è della chiesa di Sant’Eufemia durante la fioritura di primavera. E’ in zona Corso Italia, non distante da Santa Maria al Paradiso e il bellissimo scatto è di Mauro Travagin Il campanile di Curon
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 03 marzo @ 19:40:41 CET (15 letture)
![]() Il campanile di Curon o campanile di Resia, la cui base è sommersa dalle acque, è situato nel lago di Resia, in Val Venosta, in Alto Adige. Il lago di origine artificiale ha sommerso diverse abitazioni, risparmiando il campanile medievale, risalente al 1300 circa. Tutto questo accadde nel 1950 nonostante gli abitanti fossero contrari. Il campanile di Curon è diventato la particolarità del lago che attira ogni anno numerosi turisti, fotografi e instagramer. Si narra che la notte d’inverno sia possibile ancora ascoltare il suono delle campane ormai perdute. Con le temperature rigide il lago di Curon si ghiaccia ed è possibile raggiungere il campanile a piedi. ![]() In riva al mare
Postato da Grazia01 il Martedì, 23 febbraio @ 20:06:33 CET (18 letture)
![]() E' uno scienziato, medico, filosofo, alchimista del quattrocento, Paracelso, che ci spiega perché adoriamo stare in riva al mare. “Il luogo dove vi è più energia al mondo è quello dove l’elemento acqua si unisce all’elemento terra. In riva al mare, al Sole, dove anche l’elemento fuoco è presente, l’energia è ancora maggiore. A cui si unisce la forza dell’aria, data dal vento”. Insomma la riva del mare come il luogo dove si concentrano i 4 elementi del mondo. ![]() I miei figli dimenticheranno
Postato da Grazia01 il Domenica, 21 febbraio @ 17:32:34 CET (33 letture)
![]() ![]() Il tempo è un animale strano. Somiglia a un gatto, fa come gli pare. Ti guarda sornione e indifferente, scappa via quando lo implori di fermarsi e rimane immobile se pure lo preghi, per favore, di andare. A volte ti azzanna mentre fa le fusa, oppure ti raspa con la sua lingua ruvida. Ti graffia mentre ti sta baciando. Il tempo, piano piano, mi solleverà dalla fatica estenuante di avere dei figli piccoli. Dalle notti senza sonno e dai giorni senza requie. Dalle mani grassocce che ininterrottamente si aggrappano, mi scalano, mi tirano, mi frugano senza ritegno e senza remore. Dal peso che riempie le mie braccia e piega la mia schiena. Dalle voci che mi chiamano e non ammettono ritardi, attese, esitazioni. La triaca
Postato da Grazia01 il Domenica, 21 febbraio @ 11:46:41 CET (19 letture)
![]() In attesa dei vaccini, per il virus si potrebbe tornare al farmaco più famoso di tutti i tempi: la triaca (o terìaca) dal greco θηριακή thēriakḗ, cioè antidoto, oppure secondo alcuni dal sanscrito táraca dove tár significa "salva". E' un preparato farmaceutico dalle supposte virtù miracolose di origine antichissima. Sebbene con molte variazioni di ricetta, questo elettuario è stato utilizzato per secoli, addirittura fino all'inizio del XX secolo. Secondo la terminologia in uso attualmente, la Teriaca dovrebbe definirsi un "polifarmaco”, forse il primo e più antico: è capace di combattere i “veleni” prodotti nell’organismo umano dalle malattie , di alleviare i “fastidi” dello stomaco, della testa, della vista, dell’udito, di conciliare il sonno, di rinvigorire e allungare la vita. Probabilmente i Romani la ripresero partendo dall'antidoto universale di Mitridate. ![]() Particolare della bottega di uno speziale, un affresco del castello di Issogne (Valle d'Aosta) Quando la tempesta sarà finita
Postato da Grazia01 il Martedì, 16 febbraio @ 21:12:02 CET (21 letture)
Scegli di avvicinarti a quelli che cantano
Postato da Grazia01 il Martedì, 16 febbraio @ 11:33:46 CET (28 letture)
Ho lavorato nel “Palazzo”
Postato da Grazia01 il Lunedì, 15 febbraio @ 19:54:08 CET (22 letture)
![]() Ho lavorato nel “Palazzo”, occupando la “poltrona” più importante. Ma tra i corridoi e gli uffici di Palazzo Chigi, anche alla fine delle giornate più dure e dopo le scelte più gravose, ho sempre avvertito l’orgoglio, l'onore e la responsabilità di rappresentare l'Italia. Sono grato a Voi cittadini per il sostegno e l'affetto, che ho avvertito forti e sinceri in questi due anni e mezzo. Ma vi sono grato anche per le critiche ricevute: mi hanno aiutato a migliorare, rendendo più ponderate le mie valutazioni e più efficaci le mie azioni. ![]() Il nostro gioco del calcio
Postato da Paolo il Mercoledì, 13 gennaio @ 19:57:08 CET (43 letture)
Poesie di Giuseppe Conte
Postato da Grazia01 il Venerdì, 18 dicembre @ 20:56:29 CET (60 letture)
![]() Un giorno se mi leggerà Un giorno se mi leggerà il lettore del terzo millennio, saprà che c’erano gli alberi e i desideri, le palme e i pini, e gli eucalipti dalle foglie a quarto di luna, e le rose: chi non voleva più soffrire, e chi voleva amare tutto, chi di se stesso faceva dono e dei poemi violenti e lontani erano, semplice e deboli. ![]() Poesie di Andrea Zanzotto
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 16 dicembre @ 20:45:42 CET (42 letture)
![]() ![]() Medusa in un freddo luglio Carissima coetanea, già brillante beltà, eri nitida anziana fin poco tempo fa. È giunto poi l'alzaimer a trasformarti in smalto. Ma ieri, mentre un poco di sole, in meteogioco scintillò su nell' alto, qualcuno ricordò: «Domani si fa festa è il 14/7!» e la tua voce estrania d'improvviso intonò «Allons enfants de la patrie»; cantammo insieme a te e più versi che i nostri la tua vivida gola partorì. Allons enfants - affrettati o vittoria su un carro d'astrociti e di neuroni, rifiorisci memoria su tutte le tue dannazioni. ![]() Stanza immaginata o intravista Raggi d’emblema e – santificato – incipiente autunno Lesività combinate, fattive ma ributtate da sempre, e uscite in vero, altissimo silenzio! Lampada accesa ogni oggetto s’illustra Per una divina desuetudine E prepotenza, nessun tempo è mai passato ogni tempo – unicamente – verrà Nulla in più da attendere, da nessun clivo o frattura da nessuna memoria né semenza Là sta l’idea, consistenza, renitenza Là fu, mai fu, là – unicamente – accogliere . Se ne vanno
Postato da Grazia01 il Giovedì, 26 novembre @ 21:21:11 CET (37 letture)
![]() ![]() Se ne vanno. Mesti, silenziosi, come magari è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di lavoro, di sacrifici. Se ne va una generazione, quella che ha visto la guerra, ne ha sentito l’odore e le privazioni, tra la fuga in un rifugio antiaereo e la bramosa ricerca di qualcosa per sfamarsi. Se ne vanno mani indurite dai calli, visi segnati da rughe profonde, memorie di giornate passate sotto il sole cocente o il freddo pungente. Mani che hanno spostato macerie, impastato cemento, piegato ferro, in canottiera e cappello di carta di giornale. Se ne vanno quelli della Lambretta, della Fiat 500 o 600, dei primi frigoriferi, della televisione in bianco e nero. Ci lasciano, avvolti in un lenzuolo, come Cristo nel sudario, quelli del boom economico che con il sudore hanno ricostruito questa nostra nazione, regalandoci quel benessere di cui abbiamo impunemente approfittato. Se ne va l’esperienza, la comprensione, la pazienza, la resilienza, il rispetto, pregi oramai dimenticati. Se ne vanno senza una carezza, senza che nessuno gli stringesse la mano, senza neanche un ultimo bacio. Se ne vanno i nonni, memoria storica del nostro Paese, patrimonio dell'intera umanità. L’Italia intera deve dirvi GRAZIE e accompagnarvi in quest’ultimo viaggio con 60 milioni di carezze. ( Fulvio Marcellitti) Via Domiziana
Postato da Paolo il Martedì, 06 ottobre @ 08:32:16 CEST (62 letture)
![]() L'amico Gino Versetti è regista e, di lui, ho visto tre cortometraggi: “L'ora letale”, “Le recluse” (rinvenibile su Youtube) e “Uno di noi”. Nell'ultimo, recita anche in una piccola parte. Ispirato dalla sua attività, ho abbozzato la seguente sceneggiatura della quale un amico psichiatra ha abbozzato un'interpretazione. Tuttavia, il lettore si faccia la sua idea. Il cuore mi batte troppo forte
Postato da Grazia01 il Giovedì, 25 giugno @ 17:36:31 CEST (167 letture)
![]() ![]() Il cuore mi batte troppo forte non ho paura della morte ho paura della paura quel ragno che mi avvolge m'imprigiona la mente intorno vedo il caos nella mancanza di coerenza nella gente senza pazienza nel vociare nei rumori. Per difendermi mi spengo troppo a lungo troppo spesso senza lotta senza rabbia senza orgoglio ne vigore. Sono un misero vaso vuoto una foglia che trema al vento. Senza nessuna dignità, ma tento. Grazia L'ombra
Postato da triskell il Mercoledì, 17 giugno @ 18:47:47 CEST (93 letture)
La rabbia senza l'orgoglio
Postato da Grazia01 il Domenica, 14 giugno @ 16:37:13 CEST (127 letture)
![]() ![]() In questi giorni guardando la pioggia scrosciante durante i tanti temporali ho pensato che sarebbe stato bello se tutta quell'acqua invece di fare danni potesse pulire tutto, questo virus che non ci dà pace, ma non solo, dovrebbe cancellare tutte le cattiverie, le disonestà, le infamità, che anche in questo periodo sono state commesse. Come in tutti i disastri ci sono quelli che ne approfittano, giocando sulla pelle degli altri senza coscienza e senza pietà. Questo virus oltre ad uccidere una generazione di nonni, tra immani sofferenze e soli, ha creato ancora più poveri, quelli che già lo erano sono allo stremo, e ce ne sono di nuovi. E c'è chi ha speculato, sulle mascherine, sui dispositivi sanitari per medici e infermieri, su presidi necessari a salvare vite, sui tamponi su tutto quello che permetteva di lucrare. Ed è inutile chiedersi se questi hanno una coscienza, loro si vantano di essere furbi, "o approfitti delle occasioni o sei un perdente", così pensano e se la ridono come successe nei dopo terremoti. Non so se qualcuno di voi guarda il programma televisivo Report, io lo seguo da quando c'era la Gabanelli, ma ogni volta mi arrabbio perché se solo fosse vera la metà di quello che dicono, ci sarebbe da fare una rivoluzione, invece no, tutti zitti, tutti sereni. Quelli che hanno in mano il potere, fingono di litigare ma poi si danno man forte. Il mondo va così, alcuni mi dicono che è sempre stato così. Allora non siamo una Democrazia, siamo il paese dei campanelli. Grazia La vita al tempo del covid 19
Postato da Grazia01 il Venerdì, 12 giugno @ 18:42:04 CEST (113 letture)
![]() Gli interminabili 69 giorni del lockdown. Una storia infinita o manca solo il finale? Il 9 marzo e il 18 maggio 2020 sono due date che ritroveremo nei libri di storia e rimarranno un ricordo indelebile nella nostra mente E’ la sera del 9 marzo e Giuseppe Conte annuncia agli italiani che “purtroppo tempo non ce n’è”. Troppi malati, troppi morti. Perciò dal 10 marzo, un nuovo decreto e lockdown. Parola dal suono duro per dire che il Paese si chiude e si ferma, tranne i servizi essenziali. Il giorno dopo l’Organizzazione mondiale della sanità sentenzia: è pandemia. L’Italia sceglie una doppia quarantena forzata fino al 3 aprile, poi estesa al 13. Ma questa emergenza, raccontata con numeri e grafici inizia molto prima. Per il mondo e per chi ha seguito da subito la diffusione del virus, la prima mappa che ha provato a tracciare il virus che da lì a breve avrebbe investito tutto il mondo arriva da una università americana con sede a Baltimora, Maryland. ![]() INFANZIA LONTANA
Postato da claudiocisco il Mercoledì, 20 maggio @ 09:37:28 CEST (114 letture)
![]() ![]() Storia d’una infanzia lontana ricognizione di un mondo pietrificato nei ricordi. È il canto della memoria che si eleva è profondo, sentito, cercato. In esso si rincorrono gli attimi che hanno lasciato una traccia. Rivivono anch’essi insieme alle cose, alle persone familiari ai sogni di più remote stagioni. La memoria mi appare così come immagine sovrapposta al presente e i suoi impulsi, ritornando dal passato, s’intrecciano sinfonicamente, trovano una finale armonia. Claudio Cisco in foto: io, i miei compagni di classe ed il mio caro maestro Giuseppe Merenda. Scuola elementare Tommaso Cannizzaro in Messina. Anni passati dal 1970 al 1975. Claudio Cisco è quello in basso a sinistra, nella prima fila, dal punto di osservazione di chi guarda la foto. ![]() Ezio Bosso ci ha lasciato
Postato da Grazia01 il Sabato, 16 maggio @ 19:27:41 CEST (66 letture)
![]() Non tutti sanno che Ezio Bosso, oltre ad essere un compositore, pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale, possedeva anche un’altro raro talento: quello della scrittura. In questa poesia ha commentato il periodo difficile in cui viviamo ![]() Io li conosco i domani che non arrivano mai” Io li conosco I domani che non arrivano mai Conosco la stanza stretta E la luce che manca da cercare dentro Io li conosco i giorni che passano uguali Fatti di sonno e dolore e sonno per dimenticare il dolore Conosco la paura di quei domani lontani Che sembra il binocolo non basti Ma questi giorni sono quelli per ricordare Le cose belle fatte Le fortune vissute I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci Questi sono i giorni per ricordare Per correggere e giocare Si, giocare a immaginare domani Perché il domani quello col sole vero arriva E dovremo immaginarlo migliore Per costruirlo Perché domani non dovremo ricostruire Ma costruire e costruendo sognare Perché rinascere vuole dire costruire Insieme uno per uno Adesso però state a casa pensando a domani E costruire è bellissimo Il gioco più bello Cominciamo… Ezio Bosso La trama di "Kim" di Rudyard Kipling
Postato da Paolo il Sabato, 16 maggio @ 12:21:45 CEST (84 letture)
![]() “Quattro dei suoi sostituti padri – il mercante di cavalli Mahbud Ali, Creighton, Lurgan, e Hurree Babu – favoriscono l'inserimento di Kim nel servizio segreto, mentre il Lama, con i fondi monastici, paga per la sua istruzione Europea al college di San Saverio.” (Patrick Parrinder “Nazione e Romanzo: il Romanzo Inglese dalle sue Origini ai Giorni Nostri”) ![]() Circolo di Lettura Vaccheria Nardi: Antonio Scurati
Postato da Grazia01 il Venerdì, 15 maggio @ 11:43:08 CEST (157 letture)
![]() Come posso convincere mia moglie che, mentre guardo fuori dalla finestra, sto lavorando? — si chiedeva Joseph Conrad al principio del secolo scorso. Io, invece, mi chiedo: come posso spiegare a mia figlia che, quando guardo fuori dalla finestra, vedo la fine di un’epoca? L’epoca in cui lei è nata ma che non conoscerà, l’epoca del più lungo e svagato periodo di pace e prosperità goduto dalla storia dell’umanità. Vivo a Milano, fino a ieri la più evoluta, ricca e brillante città d’Italia, una delle più desiderabili al mondo. La città della moda, del design, dell’Expo. La città dell’aperitivo, che ha regalato al mondo il Negroni sbagliato e la happy hour e che oggi è la capitale mondiale del Covid-19, il capoluogo della regione che da sola conta trentamila contagi accertati e tremila morti. Un tasso di letalità del 10 per cento, le bare accatastate davanti ai padiglioni degli ospedali, una pestilenza vaporosa che aleggia sulle guglie del suo Duomo come sulle città maledette delle antiche tragedie greche. Le sirene delle ambulanze sono diventate la colonna sonora dei nostri giorni; le nostre notti sono tormentate da uomini adulti che frignano nel sonno: «Cosa c’è, ti senti bene?»; «Niente, non è niente, torna a dormire». Migliaia dei loro amici, parenti, conoscenti tossiscono fino a sputare sangue, da soli, fuori da ogni statistica e da qualsiasi assistenza, nei letti dei loro monolocali arredati da architetti di grido. Se, in questo istante, guardo fuori dalla finestra, vedo un povero minimarket gestito con ammirevole laboriosità da immigrati cingalesi. Fino a ieri era una singolare anomalia in questo quartiere semicentrale, e a suo modo elegante, una nota stonata. Oggi è un luogo di pellegrinaggio. In coda per il pane davanti alle sue vetrine spoglie, vedo uomini e donne che fino a ieri lo disdegnavano perché sprovvisto della loro marca preferita di crusca. Sostano, sorretti dalla disciplina dello scoramento, a un metro di distanza l’uno dall’altro, al tempo stesso minacciosi e minacciati, con mascherine di fortuna, ricavate da brandelli di tessuto con il quale, fino a ieri, proteggevano le piante esotiche dei loro terrazzi, garze sfilacciate che pendono dai loro volti con la malinconia floscia di scampoli di un’epoca finita. ![]() La vita è come un caleidoscopio
Postato da Grazia01 il Giovedì, 07 maggio @ 19:13:59 CEST (58 letture)
![]() ![]() La vita è come un caleidoscopio perennemente cangiante: un piccolo cambiamento, e tutti i disegni e le configurazioni si alterano. Una lite con un amico rimescola e sposta altre quindici relazioni, le nostre vite sono collegate come in un gioco di domino. Un momento tutto sembra pieno e perfetto, il momento successivo accade un incidente o ci ammaliamo. Ormai abituati a vivere da soli, incontriamo qualcuno e ci innamoriamo profondamente. Andiamo in una direzione quando appare un ostacolo imprevisto e dobbiamo bruscamente cambiare strada. Improvvisamente, sorprendentemente, ci ritroviamo in una vita diversa. Sharon Salzberg La solitudine è tra noi
Postato da Grazia01 il Lunedì, 04 maggio @ 16:37:50 CEST (86 letture)
![]() ![]() In queste settimane abbiamo riscoperto il valore etico della socialità. Ci manca il contatto fisico con la gente, un abbraccio, una carezza. Ognuno di noi cerca di sopperire a questa mancanza, chi con una videochiamata e chi cantando a squarciagola dal balcone l’azzurro di Celentano. Questa crisi sociale, tuttavia, presenta due facce della medaglia. Da un lato evidenzia la straordinaria solidarietà dell’essere umano, che necessita della collettività in quanto da sempre animale sociale; dall'altro sottolinea l’amara avversione alla solitudine, frutto della sempre maggiore mancanza di riflessione. Nel febbraio del 1993 una emergente Laura Pausini vinceva la categoria «Novità» del festival di Sanremo con la canzone intitolata «La solitudine». Una delle strofe recita: «La solitudine è tra di noi». Questa frase racchiude, secondo me, un concetto importante e profondo anche se espresso con la leggerezza di una ragazza in cerca della realizzazione artistica. La solitudine, infatti, si mischia tra di noi poiché è intrinseca alla natura umana. L’individuo tenta di eludere questa sensazione convinto di poter sfuggire ad una condizione che, invece, è inevitabilmente parte dell’esistenza. Ciao
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