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Novità
LIRICHE
Postato da Grazia01 il Giovedì, 12 aprile @ 13:31:48 CEST (1164 letture)
![]() ![]() I motivi esplicitamente autobiografici, i temi dell' esilio e della morte, nei sonetti, ci riportano la malinconia dell'Ortis . DI SE STESSO Non san chi fui; peri di noi gran parte: Questo che avanza è sol languore e pianto E secco è il mirto, e san le foglie sparte Del lauro, speme al giovenil mio canto; Perché dal di ch'empia licenza e Marte Vestivan me del lor sanguineo manto, Cieca è la mente e guasto il core, ed arte L'umana strage, arte è in me fatta e vanto, Che se pur sorge di morir consiglio, A mia fiera ragion chiudon le porte Furor di gloria e carità di figlio, Tal di me schiavo e d'altri e della sorte, Conosco il meglio ed al peggior m'appiglio, E so invocare, e non darmi la morte. DALLE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 11 aprile @ 18:28:11 CEST (1045 letture)
![]() ![]() Da' colli Euganei, 11 ottobre 1797 Il sacrificio della patria nostra è consumato; tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch'io per salvarmi da chi m'opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre; vinto dalle sue lagrime le ho ubbidito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo: quanti sono dunque gli sventurati? E noi, pur troppo, noi stessi Italiani ci laviamo le mani nel sangue degl'Italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da' pochi uomini buoni, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de' miei padri. SAGGI
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 04 aprile @ 12:02:28 CEST (1366 letture)
![]() Il Foscolo solo in apparenza ha prodotto poco. Piuttosto, molte opere non sono compiute, e altre, se non si collocano a un livello inferiore e offrono spunti tipici dell'uomo e dell'epoca, non rientrano tra le prettamente "poetiche". Caratterizzate da un comune impianto saggistico, possono essere riunite in tre sezioni, secondo il contenuto politico, letterario, apologetico. 1.Orazione a Bonaparte per i comizi di Lione (25 gennaio, 1802), in occasione della nuova costituzione della Repubblica Cisalpina. Della servitù dell'Italia, restano tre grossi fascicoli con abbozzi e sommari, definitivo solo il titolo. Stato politico delle isole Ionie, scritto nel 1817 contro il Maitland, antidemocratico commissario britannico in quelle isole. On Parga, uscito sulla Edinburgh Review (1819), contro la cessione della cittadina epirota ai Turchi. Quest'ultimo problema verrà ripreso l'anno seguente nell'opera stampata dal Murray: Narrative of events illustrating the vicissitudes and the cession of Parga. ![]() Opere minori
Postato da Grazia01 il Lunedì, 12 dicembre @ 10:33:25 CET (1550 letture)
![]() OPERE MINORI Del noviziato poetico e anche linguistico del grecodalmata Foscolo rimangono, oltre a labili tracce nell'epistolario, i programmi solo in parte attuati del Piano di studi, e, di concreto e concluso, due sillogi: sono i Versi dell'adolescenza (1794) e i Versi giovanili (1795-99). Consapevole del loro limite sperimentativo, il poeta maturo rifiuterà interamente questa produzione. ![]() LE TRAGEDIE
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 novembre @ 13:14:09 CET (1155 letture)
![]() LE TRAGEDIE ![]() TIESTE Scritta nel 1795, rappresentata il 4 gennaio 1797 al teatro S. Angelo di Venezia; ripresa nell'agosto 1808 al Carcano di Milano. Per questa seconda recita il Foscolo progettò alcuni rifacimenti, della cui estensione non si hanno indicazioni sicure. La tragedia fu stampata la prima volta nel volume X del Teatro moderno applaudito (Venezia, aprile '97), con un'appendice di Notizie storico-critiche, probabile opera della redazione. Quattro i personaggi: Atreo, re d' Argo; Tieste, suo fratello; Ippodamia, loro madre (interpretata allora dalla celebre Anna Fiorilli Pellandi); Erope, moglie di Atreo. LE GRAZIE
Postato da Grazia01 il Venerdì, 11 novembre @ 19:06:31 CET (1258 letture)
![]() ![]() LE GRAZIE La composizione di questa opera, che è il capolavoro incompiuto del Foscolo, si estende per circa un ventennio. Già nella Chioma di Berenice infatti sono reperibili pochi versi anticipatori; e in un volume miscellaneo dedicato alle sculture raccolte nell'Abbazia di Woburn (Londra, 1822) era inserito (pp. 7-23) un articolo del Foscolo (che sarà edito in italiano solo nel '72: Di un antico inno alle Grazie. Dissertazione) dove si leggono vari frammenti, tra cui l'intero episodio conclusivo, "il velo delle Grazie" (frammenti tutti ristampati nell'edizione Silvestri del Tieste, Milano, 1825). I SEPOLCRI
Postato da Grazia01 il Lunedì, 31 ottobre @ 12:38:57 CET (1742 letture)
![]() ![]() Carme a Ippolito Pindemonte. “lo aveva già” scrive il Foscolo alla Teotochi AIbrizzi il 6 settembre del 1806 “una Epistola sui sepolcri da stamparsi lindamente. lo la intitolo al Cavaliere ricordandomi de' suoi lamenti e de' vostri; e per fare ammenda del mio sdegno un po' troppo politico. “ Il "Cavaliere" è lppollto Pindemonte; che, come noto, aveva programmato nella primavera di quell'anno un poemetto in ottave su I Cimiteri. Dei quattro canti progettati, fu compiuto solo il primo, che poi per consiglio del Cesarotti venne rielaborato in versi sciolti. Nell'estate, il malinconico e gentile Pindemonte incontrò a più riprese il Foscolo, e discusse certo del suo progetto poetico; a qualche colloquio partecipò anche la Teotochi. " Foscolo si comportò con gli amici da "filosofo indifferente", respingendo probabilmente i delicati e cristiani sentimenti ispiratori dei Cimiteri. Ma in seguito dovette ricredersi: il tema della sepoltura viveva nei più bei versi dei Sonetti, nell'Ortis; e negli anni 1803-06, la sua meditazione poetica si era raccolta sul motivo della tomba come centro di affetti e testimonianza di virtù. I colloqui con Pindemonte appaiono comunque lo stimolo decisivo alla scrittura dei Sepolcri. Odi e Sonetti
Postato da Grazia01 il Martedì, 18 ottobre @ 18:57:05 CEST (1375 letture)
![]() ![]() La prima ode e i sonetti , 2, 8, 12 apparvero nel Nuovo Giornale dei letterati di Pisa, 1802 (anno IV); riediti l'anno seguente a Milano presso il Destefanis, con aggiunta della seconda ode e dei sonetti 1, 9, 11, e la dedica "A G. B. Niccolini fiorentino"; a brevissima distanza seguiva una "seconda edizione accresciuta" (del sonetto 10), per i tipi di Agnello Nobile stampatore e libraio, edizione che è, dunque, la prima completa e rimase la definitiva. Odi. 1. A Luigia Pallavicini caduta da cavallo. Diciotto strofe di sei settenari, il 2° e 4° sdruccioli. Scritta tra il marzo e l'aprile 1800 a Genova assediata dalla coalizione antinapoleonica. Il poeta invita le Grazie a curare la nobildonna ferita, con i balsami cari a Venere. L'olimpo ligure ha perduto la sua regina e dea, perché, incauta, si è provata nell'equitazione,esercizio virile; il cavallo, atterrito dalle onde, l'ha disarcionata, strascinandola sul lido sassoso. Ma ora ritornano grazia e salute. Anche Diana era caduta dal cocchio, deturpandosi lungo i pendii scoscesi dell'Etna: le dee, che ne invidiavano la bellezza, ne avevano sorriso: ma ecco che la dea cacciatrice riappare nella sede celeste, più fulgida e giovane che mai. Lettera di Foscolo a Antonietta Fagnani Arese
Postato da Grazia01 il Lunedì, 10 ottobre @ 08:13:04 CEST (1390 letture)
![]() ![]() Sabato, prima di desinare, (1801) Tu sei certa dunque ch’io t’amo, o celeste creatura ? Oh!…si, io t’amo quanto posso amare; il mio cuore non può reggere più alla piena di tante sensazioni. Io sento la passione onnipotente dentro di me…eterna! Si io t’amo. Io sperava da’ tuoi baci un qualche ristoro; ma io invece ardo ognor più…Il sorriso è fuggito dalle mie labbra; e la profonda malinconia che mi domina non mi lascia se non quando io ti vedo…e ti vedo venire così amorosa verso di me a farmi confessare come, ad onta di tanti mali, la vita è preziosa. Ma io …tremo! Che farai di me ora che sei sicura del tuo potere ? Mi abbandonerai tu alle lagrime e alla disperazione ? ti raffredderai tu con me ? – JACOPO ORTIS
Postato da Grazia01 il Venerdì, 30 settembre @ 12:00:35 CEST (1868 letture)
![]() LE OPERE Il culto della patria, del vero e della bellezza, «l'orrore per la popolare licenza e il coraggio contro il potere assoluto spirano da ogni parola da me scritta». ![]() JACOPO ORTIS Nel Piano di studi il Foscolo annuncia tra le "prose originali" l'opera Laura, lettere; il proposito è ribadito in uno scritto dell'aprile 1796 all'amico Paolo Costa. Questo "libretto", di cui non rimane altra traccia, può essere considerato il primo abbozzo del futuro, e ben diverso, Ortis. Il sostrato di fatti, pensieri, emozioni che dovevano maturare in Laura possono essere indicati nel suicidio "immotivato" dello studente Gerolamo Ortis (Venezia, 29.III. 1796) ; forse nell'amore per la Teotochi Albrizzi; nella propria tormentata e malinconica solitudine; nell'amara constatazione della sconfitta delle passioni nobili e generose. In momenti di profonda infelicità l'animo sensibile avverte il dolore altrui, e vi si accosta con affetto progressivo. Su questo ordito si doveva intessere il romanzo, sentimentale, nella struttura e nello stile prossimo a due successi editoriali del secolo, La nouvelle Héloise e il Werther. Alla sera
Postato da Grazia01 il Sabato, 24 settembre @ 21:11:45 CEST (970 letture)
![]() ![]() Alla sera Forse perché della fatal quïete Tu sei l'imago a me sì cara vieni O sera! E quando ti corteggian liete Le nubi estive e i zeffiri sereni, E quando dal nevoso aere inquïete Tenebre e lunghe all'universo meni Sempre scendi invocata, e le secrete Vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme che vanno al nulla eterno; e intanto fugge questo reo tempo, e van con lui le torme Delle cure onde meco egli si strugge; e mentre io guardo la tua pace, dorme Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge. Ugo Foscolo Biografia Il mio nome significa “luce” (fos) e “bile” (cholos)
Postato da Grazia01 il Martedì, 20 settembre @ 11:41:12 CEST (1039 letture)
![]() ![]() “Or da che mi s’è fatta innanzi anche questa altra necessità trista di parlare di me, mi distrigherò di alcune … spinose minuzie, e che pur sono tenaci dove s’appigliano a conferire infamia al mondo”. “Di volto non bello ma stravagante, e d’una aria libera, di crini non biondi ma rossi, di naso aquilino e grosso ma non picciolo e non grande: d’occhi mediocri ma vivi, di fronte ampia, di ciglia bionde e grosse e di mento ritondo. La mia statura non è alta, ma si dice che deggio crescere; tutte le mie membra sono ben formate dalla natura, e tutte hanno del ritondo e del grosso. Il portamento non scuopre nobiltà né letteratura, ma è agitato trascuratamente.” |
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