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Novità
Amore vero
Postato da giamacista il Sabato, 08 ottobre @ 08:46:50 CEST (712 letture)
![]() ![]() Il mio amore illumina la tua vita più vera di quando ci siamo conosciuti adesso oggi è il giorno della messa e tu ti commuovi serena fino alla fine. Lo sento sei lontana da me come ciò che persi albero e verità solo la tua voce commuove il mio cuore risplende il tuo viso nel giorno della separazione. Tutto ciò che cambia i miei giorni senza chiacchiere come vento nella campagna io la chiamerò Afrodite e i tuoi baci più dolci saranno. Giamacista Un pensiero felice?
Postato da Grazia01 il Martedì, 16 aprile @ 08:20:32 CEST (840 letture)
![]() Per un pensiero felice? ![]() LETTERA Il sogno (e non il sonno) della ragione genera i mostri Un pomeriggio d'estate la mia mente decide di volare libera nel flusso dei pensieri. L'ha deciso lei. Mi lascio portare. Con una progressiva benefica sensazione, come di "risveglio della coscienza", comincia a configurarsi un'idea. Immagino. I mercatini dei bambini, nella festa di paese: giocano il loro mondo spensierato. Dentro il mondo degli adulti. Però, a guardare meglio, il primo pare proprio la riproduzione in miniatura del secondo. Mi stonano le parole "spensierato" e "mercato" associate qui. Che c'entrano i bambini con le logiche del "dio Denaro"? Nel loro spazio di gioco, nelle loro relazioni bambino-bambino, non dovrebbero insinuarsi le dinamiche del mercato! Forse è un po' troppo presto per il loro "addomesticamento" a questa realtà. Perché i bambini imparano già a scambiare oggetti con altri oggetti attraverso la mediazione del denaro? Illuminazione. Perché invece non scambiare fantasie! Passarsi tra le mani sogni, desideri, impressioni, illusioni, fantasticherie, utopie, idee, pensieri. Mettersi lì, un banchetto in mezzo al parco, alla piazza, a commerciare pensieri. La gente che si ferma potrebbe acquistare tutti i pensieri che altri hanno scambiato in precedenza. Acquistarli nel senso di acquisirli, farli propri, dentro di sé. E venderli a loro volta, esprimerli, per metterli a di-sposizione dello scambio futuro. Pensieri. Pensieri felici, come diceva il buon Peter Pan. "Per volare devi aggrapparti al tuo Pensiero Felice". E se puoi volare, allora prima o poi riuscirai a raggiungere la famosa Isola Che Non C'è. Il segreto è che tutti possiamo volare perché tutti sappiamo volare. Solo, ce lo siamo dimenticati. O abbiamo smesso di crederci. Se tutti ci mettessimo in volo, si riuscirebbe a pensare un altro mondo. Quello che immaginiamo, esattamente come ce lo immaginiamo. Spesso mi capita di chiedermi dove stia scritto che il mondo deve andare così. Forse, se cominciassimo a mangiare idee, potremmo davvero farla la nostra rivoluzione. Lei non crede? Con grandissima stima e affetto, Chiara M. Ferrara Lettera di Tiziano Terzani a Oriana Fallaci
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 gennaio @ 13:39:10 CET (1556 letture)
![]() ![]() LETTERA DA FIRENZE Il sultano e san Francesco Firenze, 4 ottobre 2001 ORIANA, dalla finestra di una casa poco lontana da quella in cui anche tu sei nata, guardo le lame austere ed eleganti dei cipressi contro il cielo e ti penso a guardare, dalle tue finestre a New York, il panorama dei grattacieli da cui ora mancano le Torri Gemelle. Mi torna in mente un pomeriggio di tanti, tantissimi anni fa, quando assieme facemmo una lunga passeggiata per le stradine di questi nostri colli argentati dagli ulivi. Io mi affacciavo, piccolo, alla professione nella quale tu eri già grande e tu proponesti di scambiarci delle "Lettere da due mondi diversi": io dalla Cina dell'immediato dopo-Mao in cui andavo a vivere, tu dall'America. Per colpa mia non lo facemmo. Ma è in nome di quella tua generosa offerta di allora, e non certo per coinvolgerti ora in una corrispondenza che tutti e due vogliamo evitare, che mi permetto di scriverti. Davvero mai come ora, pur vivendo sullo stesso pianeta, ho l'impressione di stare in un mondo assolutamente diverso dal tuo. Ti scrivo anche - e pubblicamente per questo - per non far sentire troppo soli quei lettori che forse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive, quasi come dal crollo delle due Torri. Là morivano migliaia di persone, e con loro il nostro senso di sicurezza; nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana, la ragione; il meglio del cuore, la compassione. Il tuo sfogo mi ha colpito, ferito e mi ha fatto pensare a Karl Kraus. "Chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia", scrisse, disperato del fatto che, dinanzi all'indicibile orrore della prima guerra mondiale, alla gente non si fosse paralizzata la lingua. Al contrario, gli si era sciolta, creando tutto attorno un assurdo e confondente chiacchierio. Tacere per Kraus significava riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi. Lui usò di quel consapevole silenzio per scrivere Gli ultimi giorni dell'umanità, un'opera che sembra essere ancora di un'inquietante attualità. Pensare quel che pensi e scriverlo è un tuo diritto. Il problema è però che, grazie alla tua notorietà, la tua brillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani, e questo mi inquieta. Il nostro di ora è un momento di straordinaria importanza. L'orrore indicibile è appena cominciato, ma è ancora possibile fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento. È un momento anche di enorme responsabilità perché certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell'odio che dorme in ognuno di noi e a provocare quella cecità delle passioni che rende pensabile ogni misfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l'uccidere. "Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più diffìcile che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un diffìcile cammino dinanzi a me", scriveva nel 1925 quella bell'anima di Gandhi. Lettera da Benjamin Franklin a Madame Brillon
Postato da Grazia01 il Giovedì, 09 febbraio @ 22:48:12 CET (860 letture)
![]() ![]() Lettera da Benjamin Franklin a Madame Brillon 10 Novembre 1779 Che differenza, cara amica, fra voi e me. Voi trovate in me innumerevoli difetti, laddove io ne vedo in voi solo uno (ma forse è colpa dei miei occhiali). Voglio dire questa specie di avarizia che vi porta a cercare il monopolio su tutti i miei affetti, e non concedermene alcuno per le gentili signore del vostro paese.Pensate che sia impossibile per il mio affetto (o la mia tenerezza) essere diviso senza essere sminuito ? Vi ingannate, e dimenticate il piacevole modo in cui mi avete placcato.Rinunciate ed escludete tutto quello che può essere carnale dal vostro affetto, permettendomi solo alcuni baci, civili e onesti, come potreste permettere ai vostri cuginetti. Che cosa ricevo di cosi speciale da impedirmi di dare lo stesso alle altre, senza togliere quello che appartiene a voi?… Il dolce suono che le vostre abili mani traggono dal pianoforte può essere goduto da venti persone allo stesso tempo senza per nulla diminuire il piacere che voi cosi cortesemente intendete per me, e io potrei, con altrettanta ragione, domandare al vostro affetto che a nessun altro orecchio se non al mio sia concesso il fascino di questi dolci suoni. Benjamin Franklin UNA LETTERA DI ASSUNZIONE SCRITTA DA LEONARDO
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 18 gennaio @ 20:52:41 CET (1068 letture)
![]() Nel 1482 Leonardo lascia Firenze e si trasferisce a Milano, alla corte di Ludovico Sforza detto il Moro: ha trent’anni, è un artista affermato, ed è alla ricerca di forti stimoli professionali (come la realizzazione di un colossale monumento equestre in bronzo per il padre di Ludovico, Francesco). Ci resterà fino al 1499. Prima di trasferirsi, l’artista aveva inviato al duca una lettera che è stata definita una vera e propria domanda d’assunzione. Una specie di curriculum, in cui si elencano tutte le sue abilità ordinate in dieci punti… nove dei quali sono usati per illustrare quanto sia bravo nell’ideare letali armi e macchine da guerra e solo uno, il decimo, presenta sinteticamente le sue qualità di artista. Un po’ strano per un uomo che è stato considerato un pacifista. Infatti nei suoi scritti ha definito più volte la guerra una “pazzia bestialissima”; e vicino al suo progetto di sottomarino, ideato per affondare le navi nemiche, ha scritto “e questo non lo pubblico o divulgo per le male nature delli omini”. C’è quindi chi pensa che nella lettera Leonardo abbia insistito sulle armi solo per far colpo sul duca, che in quegli anni turbolenti poteva considerare utile avere al suo servizio un esperto di macchine da guerra e strategia militare. In ogni caso ecco la lettera, trovata tra gli scritti del Codice Atlantico, conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. Accanto al testo leonardesco c’è un libero adattamento in italiano corrente. ![]() Avendo, signor mio Illustrissimo, visto et considerato ormai ad sufficienzia le prove di tutti quelli che si reputano maestri et compositori de instrumenti bellici, et che le invenzione e operazione di dicti instumenti non sono niente alieni dal comune uso, mi exforzerò, non derogando a nessuno altro, farmi intender da V. Excellentia, aprendo a quella li secreti miei, et appresso offrendoli ad omni suo piacimento in tempi opportuni, operare cum effecto circa tutte quelle cose che sub brevità in parte saranno qui sotto notate (et anchora in molte più secondo le occurrentie de’ diversi casi etcetera): Testo della lettera a Francesco Vettori, orator della Repubblica Fiorentina
Postato da Grazia01 il Giovedì, 17 novembre @ 16:01:55 CET (1071 letture)
![]() ![]() Magnifico oratori Florentino Francisco Vectori apud Summum Pontificem et benefactori suo. Romae (A Francesco Vettori, Magnifico ambasciatore fiorentino presso il Sommo Pontefice, proprio benefattore. In Roma) Magnifico ambasciatore. Tarde non furon mai grazie divine. Dico questo, perché mi pareva haver perduta no, ma smarrita la grazia vostra, sendo stato voi assai tempo senza scrivermi; ed ero dubbio donde potessi nascere la cagione. E di tutte quelle mi venivono nella mente tenevo poco conto, salvo che di quella quando io dubitavo non vi havessi ritirato da scrivermi, perché vi fussi suto scritto che io non fussi buon massaio delle vostre lettere; e io sapevo che, da Filippo e Pagolo in fuora, altri per mio conto non le haveva viste. Hònne rihaùto per l'ultima vostra de' 23 del passato, dove io resto contentissimo vedere quanto ordinatamente e quietamente voi esercitate cotesto ufizio publico; e io vi conforto a seguire così, perché chi lascia i sua comodi per li comodi d'altri, e’ perde e’ sua, e di quelli non li è saputo grado. E poiché la fortuna vuol fare ogni cosa, ella si vuole lasciarla fare, stare quieto e non le dare briga, e aspettar tempo che la lasci fare qualche cosa agl’huomini; e all’hora starà bene a voi durare più fatica, vegliar più le cose, e a me partirmi di villa e dire: eccomi. Non posso pertanto, volendo rendere pari grazie, dirvi in questa mia lettera altro che qual sia la vita mia; e se voi giudicate che sia a barattarla con la vostra, io sarò contento mutarla. Franz Kafka a Felice Bauer
Postato da Grazia01 il Lunedì, 17 ottobre @ 18:34:56 CEST (1035 letture)
![]() ![]() da Franz Kafka a Felice Bauer Praga, 20 Settembre 1912 Gentile Signorina, Per il caso facilmente possibile che Lei possa ricordarsi più minimamente di me, mi presento un'altra volta: mi chiamo Franz Kafka e sono quello che la prima volta la salutò a Praga quella sera in casa del direttore Brod, poi le porse da un lato all'altro della tavola fotografie di un viaggio da Talia, l'una dopo l'altra, e infine con questa mano, che ora batte i tasti, tenne la Sua con la quale Lei confermò la promessa di fare con lui l'anno venturo un viaggio in Palestina. Se é ancora dell'idea di intraprendere quel viaggio. Lei disse allora di non essere di carattere volubile né io notai qualcosa di simile in Lei, sarà non solo opportuno, ma assolutamente necessario che fin da ora cerchiamo di intenderci per questo viaggio. Dovremo infatti sfruttare fino in fondo le nostre ferie, troppo brevi per un viaggio in Palestina, e lo potremo fare soltanto se ci saremo preparati nel miglior modo possibile e se saremo d'accordo su tutti i preparativi. Devo soltanto confessare una cosa, per quanto suoni male e oltre a ciò male si adatti a quanto ho scritto: io non sono puntuale nello scrivere lettere. Anzi sarebbe peggio di quanto non sia già se non possedessi la macchina per scrivere; infatti se qualche volta il mio umore non fosse sufficiente per una lettera, ci sono in fin dei conti pur sempre le punta delle dita che possono scrivere. In compenso non mi aspetto mai che le lettere arrivino puntualmente; perfino quando ne aspetto una con ansia ogni giorno nuova, non resto mai deluso se non arriva, e quando infine arriva rimango facilmente scosso. Nell'infilare ogni foglio noto che mi sono presentato forse più difficile di quanto non sia. Ben mi starebbe se avessi commesso questo errore: infatti perché mi metto a scrivere questa lettera dopo sei ore d'ufficio e con una macchina alla quale non sono molto avvezzo? Eppure, eppure - é l'unico svantaggio dello scrivere a macchina quello di sviarsi così - se anche ci dovessero essere dubbi, dubbi pratici intendo, per prendermi in un viaggio come accompagnatore, guida, zavorra, tiranno e quello che ancora potessi diventare, contro di me in quanto corrispondente (e solo di questo si tratterebbe per il momento) non ci dovrebbe essere da fare alcuna obiezione decisa e Lei potrebbe probabilmente tentare con me. Suo cordialmente devoto Dott. Franz Kafka Quando Franz Kafka (1883/1924) e Felice Bauer si incontrano in casa di Max Brod, lui ha ventinove anni e lei venticinque. E' un amore lungo e tormentato, dura dal 1912 al 1917 con fidanzamenti, rotture, riunioni e l'addio definitivo. Nel 1915, Felice su suggerimento di Kafka, offre la sua collaborazione volontaria alla Casa del Popolo ebraica per i figli degli ebrei orientali che vivevano a Berlino in condizioni estremamente precarie. Victoria Ocampo a Rabindranath Tagore
Postato da Grazia01 il Venerdì, 16 settembre @ 10:18:57 CEST (1290 letture)
![]() ![]() Victoria Ocampo a Rabindranath Tagore San Isidro, 6 gennaio 1925 Caro Gurudev, Ieri sono andata a casa tua ( Miralrio ). Lo ammetto, non è stata una cosa molto saggia. Il tramonto faceva capolino sopra la scala e sapevo che mi stava aspettando nella tua stanza vuota. Uno spaventoso senso di solitudine mi ha perseguita da quando ho lasciato te e la Giulio Cesare, e speravo di raccogliere alcune briciole della mia recente felicità nella casa dove avrei vissuto. Ma le cose non possono confortare. Rendono tutto peggio. da Manon Balletti a Giacomo Casanova
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 07 settembre @ 08:25:10 CEST (1086 letture)
![]() ![]() da Manon Balletti a Giacomo Casanova (Parigi, fine Agosto 1757) Domenica a mezzanotte Mi rendo sempre più conto della tenera amicizia che provo per voi, mio caro Casanova; ora più che mai. La vostra lontananza mi dà un grande dolore che non so esprimere a parole. Sono cosi accasciata da non averne la forza. Non so rassegnarmi alla triste idea che siate lontano da me, che per due interi mesi non vi potrò vedere e non avrò neppure vostre notizie. Queste melanconie mi opprimono, mi gelano il cuore. Non devo pensarci; ahimè!, mio caro amico, se lo facessi mi priverei della gioia di testimoniarvi la mia amicizia. da Giovanni Verga a Dina
Postato da Grazia01 il Venerdì, 02 settembre @ 18:35:41 CEST (1049 letture)
![]() ![]() Mendrisio, 29 Agosto 1900 Tante, tante cose ti vorrei dire che mi si affollano alla mente e mi gonfiano in cuore e che diventano fredde e sciocche nella carta. Questo solo ti dico, che ti ho ancora e sempre dinanzi agli occhi, e ti accompagnano in ogni ora della tua giornata, e sento che mi manca la più cara e la miglior parte di me stesso. A Robert Schumann da Clara Wieck
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 24 agosto @ 18:56:49 CEST (1172 letture)
![]() ![]() A Robert Schumann da Clara Wieck Lipsia 15 agosto 1837 Mi chiedi solo un semplice "si"? Una parola cosi' piccola - ma cosi' importante. Come potrebbe un cuore colmo di amore ineffabile qual'e' il mio non dire questa piccola parola con tutte le sue forze? La dice e la mia anima piu' segreta non fa che bisbigliarti. Potessi descriverti le pene del mio cuore, le molte lacrime - oh no! Forse il destino vorra' che ci rivediamo presto e allora... Le tue proposte mi paiono rischiose, ma un cuore innamorato non tiene conto dei pericoli. Ancora una volta ti dico "si" che Iddio voglia trasformare il mio diciottesimo compleanno in un giorno di afflizione? Oh no! Sarebbe troppo orribile. Inoltre da tempo sento che "deve essere cosi'", nulla al mondo mi persuadera' ad allontanarmi da cio' che ritengo giusto e dimostrero' a mio padre che un cuore giovanissimo puo' anche essere risoluto nei suoi propositi. Clara Lettera di Keats a Fanny Brawne
Postato da Grazia01 il Sabato, 13 agosto @ 10:04:02 CEST (1323 letture)
![]() ![]() Lettera di Keats a Fanny Brawne (1800-1865 -Frances fu la sua fidanzata) sono tra le più famose lettere d'amore mai scritte. Come i vicini della porta accanto, si sono scambiati numerosi brevi bigliettini, talvolta perfino appassionati. Delle lettere di Fanny a Keats nessuna sopravvisse. Keats pare, spesso sia stato sconvolto dal suo comportamento e incerto del suo affetto. La sua malattia li ha molto avvicinati, tanto che quando lui è partito per Roma, entrambi sono stati impegnati e almeno Keats, profondamente innamorato. Lettera di Celine
Postato da Grazia01 il Venerdì, 12 agosto @ 13:05:19 CEST (1609 letture)
![]() ![]() Questa lettera è una delle 5 lettere che Elizabeth Craig, presa da una crisi di coscienza, non ha distrutto delle centinaia ricevute da Céline. Venerdì Tesoro mio Che cosa succede — ? Mi domando dove sei …se sei lontana... sto parlando alla luna?... Dai! prova a scrivermi un po’ —Scoiattolo — ? Perduta? Consumata? o stai facendo fortuna? mi domando Le fortune non si fanno in una settimana. Torna presto o te le suono. Troppo stanca? Vado a cercare golo golo. Se non fai la brava ti —faccio il malocchio.. e parlo Corocoro — Bene non fare troppi progetti se stai cominciando qualcosa di veramente preciso va benissimo Non ci sono soltanto l’interesse e le speranze. Sono solo un aperitivo. Presto. Dimmi quando baci — Louis da: Louis Ferdinand Céline - lettere a Elizabeth Lettera speciale
Postato da moirac il Domenica, 07 marzo @ 20:32:54 CET (1336 letture)
VENT'ANNI DOPO
Postato da Anonimo il Domenica, 30 novembre @ 00:11:51 CET (1129 letture)
LETIERA DI DON CHISCIOTIE A DULCINEA DEL TOBOSO
Postato da Grazia01 il Martedì, 28 ottobre @ 17:56:23 CET (1571 letture)
LETTERA AD UN AMORE LONTANO
Postato da claudiocisco il Domenica, 12 ottobre @ 08:45:06 CEST (5161 letture)
Addio
Postato da moirac il Giovedì, 14 agosto @ 18:37:28 CEST (1110 letture)
L'amicizia
Postato da moirac il Sabato, 10 maggio @ 10:57:54 CEST (1574 letture)
![]() QUESTA E’ LA STORIA DI UNA RAGAZZA UMILE E SEMPLICE CHE CREDE VERAMENTE NEI VALORI DELLA VITA E SOPRATTUTTO ALLA VERA AMICIZIA, PERCHE’ NELL’ARCO DELLA SUA VITA HA SCOPERTO TANTI TIPI DI PERSONE MA NESSUNA DELLE QUALI VERAMENTE UNICHE E SPECIALI. FORSE L’UNICA VERAMENTE SPECIALE E’ QUELLA VISSUTA CON UNA RAGAZZA PIU’ GRANDE DI LEI, MA ALLA FINE LE HA DISTRUTTO IL VERO SENSO DELL’ AMICIZIA E FIDUCIA CHE AVEVA NEI SUOI RIGUARDI. ![]() Floria Emilia a sant'Agostino
Postato da Grazia01 il Martedì, 16 ottobre @ 18:56:29 CEST (1892 letture)
![]() Comunque non dimenticherò le tue mani desiderose di giochi e le tue battute argute. Constato che ti sei smarrito fra i teologi. Che occupazione meschina! Come può il piccolo gestire il grande? Come può l’opera definire il maestro? ![]() Si, come può l’opera decidere di cessare d’essere un’opera? Veniamo creati esseri umani, Aurelio. E veniamo creati uomo e donna. A Giuseppina Beauharnais
Postato da Antonio il Mercoledì, 19 settembre @ 22:49:50 CEST (1932 letture)
Adele Sandrock a Arthur Schnitzler
Postato da Grazia01 il Domenica, 08 luglio @ 22:51:26 CEST (1529 letture)
Johann Wolfgang Goethe a Charlotte Von Stein
Postato da Antonio il Mercoledì, 04 luglio @ 23:32:21 CEST (1326 letture)
![]() ![]() Johann Wolfgang Goethe a Charlotte Von Stein Il tuo amore è per me come la stella della sera e quella dei mattino: tramonta dopo il sole e sorge prima di esso. Come la stella polare che non tramonta mai, e intreccia sopra le nostre teste una corona eternamente viva. Prego gli dèi che mi concedano di non veder mai oscurato il cammino della mia vita. La prima pioggia di primavera sciuperà la nostra passeggiata: ma rinverdirà le piante, e fra poco noi potremo rallegrarci del primo vento. Non abbiamo, finora, mai goduto insieme di una così bella primavera: Dio voglia che essa non si muti in autunno. Addio. Verso mezzogiorno verrò a prendere sue notizie. Addio, cara, buona. Wolfgang Zelda Fitzgerald
Postato da Grazia01 il Lunedì, 18 giugno @ 18:59:51 CEST (2332 letture)
Gino Strada
Postato da Antonio il Mercoledì, 13 giugno @ 18:25:41 CEST (3230 letture)
LUDWIG VAN BEETHOVEN A UNA DONNA SCONOSCIUTA
Postato da Grazia01 il Domenica, 10 giugno @ 23:05:19 CEST (1200 letture)
![]() ![]() Mio angelo, mio tutto, mio io. Solo poche parole per oggi e addirittura a matita (con la tua) — Non sarò sicuro del mio alloggio sino a domani; che inutile perdita di tempo è tutto ciò! — Perché quest'angoscia profonda, quando parla la necessità — il nostro amore può forse durare senza sacrifici, senza che ciascuno di noi pretenda tutto dall’altro; puoi tu mutare il fatto che tu non sei tutta mia, io non sono tutto tuo? Lettera di Gesu' alla Madre
Postato da Antonio il Venerdì, 08 giugno @ 11:57:14 CEST (2553 letture)
Lettera d'amore di BAUDELAIRE
Postato da Grazia01 il Giovedì, 07 giugno @ 09:18:57 CEST (2553 letture)
![]() ![]() CHARLES BAUDELAIRE PER JEANNE DUVAL Un emisfero in una chioma Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli. affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, per scuotere dei ricordi nell’aria. Se tu sapessi tutto quello che vedo! |
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