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coppermine
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Achmatova
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L’incontro tra Beethoven e Goethe a Teplitz
Postato da dada il Lunedì, 26 dicembre @ 20:27:20 CET (391 letture)
![]() L’incontro tra Beethoven e Goethe a Teplitz di Ermenegildo Cocco ![]() Nella seconda metà del luglio di poco più di duecento anni fa (1812) a Teplitz avvenne un incontro storico tra due grandi dell’umanità: Beethoven e Goethe. Reciproca la delusione, ma se per l’uno significò la caduta di un mito, per l’altro non si può dire la stessa cosa. Tra il 19 e il 23 luglio 1812 Beethoven, il musicista più universale del mondo germanico e Goethe, il più grande poeta tedesco, si incontrarono nella cittadina di Teplitz, rinomata stazione climatica della Boemia, confrontandosi almeno per quattro volte grazie alla mediazione di Bettina Brentano, fanatica ammiratrice di entrambi. Tuttavia non è possibile fidarsi molto di quanto quest’ultima scrisse al riguardo, in quanto falsò e caricò un po’ le circostanze di quell’incontro, che ce ne ricorda un altro, avvenuto molto più tardi, altrettanto famoso e misterioso: quello del novembre del 1876 tra Wagner e Nietzsche, anche questo avvenuto per mezzo di una donna, la scrittrice Malwida von Meysenbug. Questo evento risultò deludente per entrambi. Perché? Che cosa era successo? ![]() I due avevano in comune una formazione classica e umanistica; Beethoven aveva grande stima per Goethe, al punto da considerarlo alla pari di Omero, Platone, Plutarco, Eschilo, Shakespeare e Schiller, che costituivano i fondamenti della sua Bildung culturale ed etica; e già nel 1810, pur non conoscendo ancora personalmente Goethe, aveva musicato alcune scene dell’Egmont, probabilmente affascinato da uno dei momenti più eloquenti del dramma, in cui il patriota fiammingo durante un sogno riceve l’alloro dalle mani della dea Libertà, che ha il volto della donna da lui amata, come se fosse uno degli eroi martiri della libertà della Grecia o di Roma antica celebrati da Plutarco, e da Beethoven considerati vittoriosi e trionfatori anche nella sconfitta. Con questo lavoro Beethoven offriva al poeta e all’intera umanità non solo una delle musiche più nobili mai composte, ma anche una delle apologie più convincenti della libertà, di cui l’omonimo martire fiammingo era il simbolo. Tra quelle musiche emerge in particolare l’ouverture, una delle più belle composte da Beethoven e che fa il paio con l’altra composta per il dramma Coriolano di un oscuro drammaturgo austriaco, Heinrich Joseph von Collin. ![]() Tuttavia a Beethoven non era piaciuto il comportamento troppo cerimonioso e dimesso di Goethe di fronte ad alcuni membri della famiglia imperiale e a degli aristocratici incontrati per caso durante una passeggiata. Questo comportamento deluse fortemente Beethoven, che si sentiva quasi tradito dal suo poeta, che secondo lui avrebbe dovuto dimostrare un contegno diverso, più degno di un rappresentante della cosiddetta “nobiltà dello spirito”, che non dovrebbe mai piegare la schiena di fronte ai potenti o a componenti della nobiltà del sangue. Nonostante la delusione nei confronti dell’uomo Goethe, in Beethoven non diminuì comunque la stima per il poeta. E qualche giorno dopo, il 9 agosto, il compositore scrisse agli editori Breitkopf & Härtel: “A Goethe garba troppo l’aria di corte; garba più che a un poeta non si convenga”. Dal canto suo Goethe si lasciò influenzare dal carattere orgoglioso e scorbutico dell’uomo Beethoven, di gran lunga inferiore all’immensità del musicista e ne aveva anche individuato la ragione nella sordità, che progressivamente si impadroniva del Maestro. Scrisse infatti il 2 settembre al suo prediletto musicista Carl Friedrich Zelter: “Ho conosciuto Beethoven a Teplitz (…); è da compiangersi molto, giacchè l’udito lo abbandona, il che forse reca meno danno alla parte musicale dell’indole sua che non a quella sociale”. In realtà Goethe non aveva mai compreso il genio musicale di Beethoven, che considerava un grande pianista ma non un eccelso compositore -nel suo Diario annotava sbrigativamente: “(…) ha suonato squisitamente”, senza aggiungere altro. Del resto non aveva capito neppure il genio musicale di Schubert, che, quando gli inviò dei Lieder goethiani da lui musicati, non ricevette dal poeta nessuna risposta. E quando Beethoven progettò di musicare il Faust, Goethe non si mostrò disponibile a collaborare, probabilmente perché pensava che la musica si sarebbe dovuta semplicemente limitare ad accompagnare servilmente la sua poesia, cosa che Beethoven non avrebbe mai accettato. Questa mancata collaborazione tra i due è stata una grossa perdita per l’umanità. Goethe fu ingeneroso con Beethoven, dimostrando in tal modo di non essere come critico musicale all’altezza del suo genio poetico. Egli, anche se aveva una grande considerazione per Mozart, prediligeva musicisti di modesto valore, comunque nemmeno lontanamente avvicinabili a Beethoven ed oggi quasi del tutto dimenticati, fra questi Reichardt e in particolare Zelter, che era il suo consigliere musicale e che probabilmente per incapacità o per invidia aveva sminuito agli occhi di Goethe la genialità del Beethoven compositore. Ben altro atteggiamento avrà, invece, il più grande poeta e drammaturgo austriaco, Franz Grillparzer, che, dopo la morte di Beethoven, volle onorarlo con un’orazione funebre paragonabile, per la sua solennità, a una delle più suggestive orazioni del celebre Bossuet. Ancora troppe donne uccise.
Postato da dada il Giovedì, 22 dicembre @ 19:19:34 CET (246 letture)
![]() ![]() Ancora troppe donne uccise. Uccise. Da mariti, fidanzati, spasimanti... Ma anche vittime di rapinatori o di uomini semplicemente violenti, anche per motivi futili. Avremmo voluto un anno senza femminicidi. Non è così. Quest'anno che sta per finire ne ha combinate di tutti i colori, ha voluto dare ragione alle credenze popolari che considerano sciagurati gli anni bisestili. qui tutte le vittime del 2016 Devi amarlo
Postato da Letty il Mercoledì, 21 dicembre @ 22:16:28 CET (3950 letture)
![]() ![]() Devi amarlo tutto un uomo, ogni sbavatura. Devi guardarlo in ogni smorfia, in ogni cicatrice, ruga e capello bianco. Devi passare le mani sul suo mento la mattina appena sveglio, farti pungere dalla sua barba appena accennata. Devi guardarlo negli occhi più volte, imparare gli angoli, evitare i suoi spigoli senza mai smussarli. Devi scrutargli le smorfie, scandagliare la profondità dei silenzi, contargli le sillabe. A volte non parlano esattamente come te, vanno a nascondersi in un pensiero lontano chissà quanto e chissà dove. Devi amarlo tutto, non dimenticare mai di baciarlo e di accarezzarlo, ha le sue debolezze che a volte sono molto più grandi delle tue. Mi chiedo spesso quanto ami un uomo, visto che continuo a disegnarmene uno su misura, con mille imperfezioni. Gli metto tutto sottosopra, perché non sono perfetta e perché lo voglio pazzo. Mi fisso nel vuoto e con la punta delle dita lo traccio, sicura. Al mio mancano i capelli, ha la pelle ambra, due occhi pugnale color cielo ed è pieno di cicatrici; molte sono trofei disegnati, troppe sono dentro... Io l'ho amato tutto questo uomo, in ogni sfaccettatura, anche quando ruggiva e graffiava. Ha scelto l'orgoglio come fa sempre, quando scappa da tutto quello di cui crede di poter fare a meno... È egoista, ma è anche tanto stanco. Anche se me ne ha dato poco e non me lo ha mai detto, io gliel'ho visto l'amore, ce l'ha sparso ovunque, decide soltanto di coprirlo con la sua coltre di rabbia. Ci ha coperto anche me... Rimboccandomi il letto con l'assenza più profonda e pesante che abbia mai conosciuto. Avrei dovuto scegliere di scappare anche io, ma davvero non posso: la mia anima ha scelto di amarlo, amarlo in tutto. Anche quando lui ha scelto di non amarmi più. Letty BENVENUTO INVERNO
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 21 dicembre @ 22:12:38 CET (352 letture)
DOVE’ LA PACE?
Postato da Grazia01 il Martedì, 20 dicembre @ 11:34:16 CET (3082 letture)
E' Natale ogni volta
Postato da Grazia01 il Lunedì, 19 dicembre @ 14:35:24 CET (3332 letture)
![]() ![]() E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. E' Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. Madre Teresa di Calcutta La terra è benigna
Postato da Grazia01 il Venerdì, 16 dicembre @ 20:23:48 CET (285 letture)
![]() ![]() La terra è benigna, mite, amorevole, sempre pronta a servire gli uomini; coltivata, quante cosa produce, quante ne dona spontaneamente, quanti profumi e sapori e succhi e effetti e colori ci offre; con quanta lealtà ci restituisce i tesori che le affidiamo; quante cose fa crescere per nostro uso. Plinio Io aggiungo timidamente, che la terra ci rispetta e ci ama, ma noi dobbiamo a nostra volta amarla e rispettarla, in tutti i sensi. Samarcanda
Postato da Grazia01 il Lunedì, 12 dicembre @ 18:52:11 CET (3314 letture)
![]() ![]() Samarcanda è una delle più antiche città del mondo, che ha prosperato per la sua posizione lungo la Via della seta, la maggiore via commerciale di terra tra Cina ed Europa. Un tempo Samarcanda fu la città più ricca dell'Asia centrale e per la maggior parte della sua storia fece parte dell'Impero persiano. Fondata tra il VII e il V secolo,[1] Samarcanda era già capitale della satrapia della Sogdiana sotto gli Achemenidi di Persia quando Alessandro Magno (nella cultura persiana noto come come Iskander Khan) la conquistò nel 329 a.C.. Sotto i Sasanidi, Samarcanda rifiorì e diventò una delle città maggiori del loro Impero. ![]() Pavia Barocca
Postato da Grazia01 il Sabato, 10 dicembre @ 11:13:36 CET (432 letture)
![]() ![]() Il Festival “E’ con grande piacere che salutiamo la seconda edizione del Festival di Natale di Pavia Barocca. Si tratta di un’ iniziativa di grande valore... Pavia Barocca Sul presepe
Postato da Grazia01 il Giovedì, 08 dicembre @ 23:49:07 CET (354 letture)
![]() ![]() E anche noi restavamo a bocca aperta a guardare i pastori che zio Alfonso tirava fuori dalla scatolone. Questi, oltretutto, erano praticamente immortali: anche se da un anno all'altro avevano perso qualche pezzo per strada, continuavano a fare il proprio dovere nel presepe. Un pastore senza una gamba veniva strategicamente piazzato dietro un cespuglio e quello senza un braccio lo si nascondeva dietro un albero. C’era un pastore soprannominato Pasqualino Passaguai, che con il tempo aveva perso l’ottanta per cento delle proprie membra, e precisamente le gambe, le braccia e una buona parte del busto. Ebbene zio Alfonso lo collocava dietro una finestra in modo che facesse capolino solo con la testa. Luciano De Crescenzo L’albero di Natale
Postato da Grazia01 il Giovedì, 08 dicembre @ 23:38:51 CET (404 letture)
![]() ![]() L’albero di Natale. Tu sei nella palla di vetro rosso i tuoi capelli son paglia gialla le ciglia azzurre sono io che l’ho appesa mettendotici dentro il tuo collo bianco è lungo e rotondo ti ho messa nella palla di vetro rosso con i miei dubbi con le mie ansietà con le mie parole le mie speranze le mie carezze Nazim Hikmet I pigmei
Postato da Grazia01 il Martedì, 06 dicembre @ 20:48:29 CET (449 letture)
![]() ![]() Recentemente ho letto un romanzo di Antonio Monda che racconta la storia di una ragazza greca che vive a New York e che lavora in uno zoo. Nello stesso zoo viene portato un pigmeo. Siamo ai primi del novecento e questo piccolo uomo trentenne viene proposto come l'anello di congiunzione tra l'uomo e la scimmia. La ragazza è la sola a provare un senso di rivolta nel vedere questo umano messo con le scimmie. La vita della giovane e le avventure di questo pigmeo andranno intrecciandosi, rivelando nel contempo la mentalità e il modo di vivere di quegli anni nella grande metropoli americana. Ota Benga, un uomo con “denti di pantera”: diventa un’attrazione ma viene liberato, forte dell’appoggio e del consenso della comunità nera. Finisce in un altro stato e viene accolto in un orfanotrofio. Impara a conoscere i “demoni bianchi”, a capirli in un certo senso, e in qualche caso riesce anche a fidarsi di loro. Nei suoi occhi, c’è la saggezza antica del mondo: quella che ti insegna che non devi possedere più di quanto ti serva; che per essere felici non è necessario essere ricchi o potenti; che l’amore è un gioco fatto di sguardi. La lettura di questo romanzo ha risvegliato la mia curiosità rispetto a questo popolo e ho cercato articoli su di loro. ![]() I pigmei I villaggi africani sono quasi sempre magnifici, immersi nei colori della terra rossa e della verde natura lussureggiante. Ma le grandi città sono squallide, un insieme di case sporche e cadenti, di strade, fangose o polverose e di moltitudini di persone in evidente stato di indigenza. Anche Bukavu non sfugge a questa regola; ha una splendida vista sul lago di Kivu all'estremo confine nord-est del Congo ma le costruzioni sono decisamente brutte e le strade le più dissestate che si possano immaginare. Alla periferia di questa città c'è l'ospedale di Nyantende, nel quale sto lavorando con la onlus "Medici in Africa". Oggi però sono venuto per alcune consulenze all'Ospedale generale di Monvu, che si trova nella grande isola di Idjwi, al centro del lago di Kivu. Abbiamo attraversato il lago su una barca a motore e dopo circa un'ora di navigazione siamo arrivati nei pressi dell'ospedale. Questa zona è abitata da una delle poche comunità di pigmei esistenti al mondo. Dopo le consulenze, insieme al capo infermiere, abbiamo visitato il villaggio dove vive la tribù pigmea. Il mio accompagnatore e' una specie di gigante nero dallo sguardo dolcissimo e mi ricorda tanto il protagonista del film "Il miglio verde". Questa zona è abitata da una comunità di pigmei che conta circa 3000 individui; è una delle tante sparse nell'Africa equatoriale, oltre che in Congo, in Ruanda, in Repubblica Centro-africana ed in Uganda. Il totale pare che superi le centomila unità ma ogni comunità, vivendo in ambiente diverso e separato dalle altre, può avere sviluppato abitudini e tradizioni differenti. La nostra tribù che pare avere origini e tradizioni antichissime, ha modificato molte usanze a partire dai primi anni '90 per le importanti variazioni ambientali. Infatti, adusi a vivere nella foresta e a cibarsi dei prodotti naturali, negli ultimi tempi, a causa della massiccia deforestazione, hanno iniziato a cercare di sopravvivere coltivando cereali e la manioca. Beate le marionette
Postato da Grazia01 il Martedì, 06 dicembre @ 19:11:35 CET (312 letture)
![]() ![]() "Beate le marionette", sospirai, "su le cui teste di legno il finto cielo si conserva senza strappi! Non perplessità angosciose, né ritegni, né intoppi, né ombre, né pietà; nulla! E possono attendere bravamente e prender gusto alla loro commedia e amare e tener se stesse in considerazione e in pregio, senza soffrir mai vertigini o capogiri, poiché per la loro statura e per le loro azioni quel cielo è un tetto proporzionato." Luigi Pirandello Marionette
Postato da Grazia01 il Lunedì, 05 dicembre @ 20:48:58 CET (289 letture)
![]() ![]() C'è da meravigliarsi come nel mondo umano e animale quel moto così vasto, molteplice e incessante venga prodotto e conservato dai due semplici impulsi della fame e della riproduzione, i quali, forse, sono un po' aiutati anche dalla noia, e come questi istinti siano in grado di fornire il primum mobile di una macchina , così complicata che muove tutto questo variopinto teatro dei burattini. Arthur Schopenhauer Dino Risi
Postato da Grazia01 il Sabato, 03 dicembre @ 21:37:59 CET (176 letture)
![]() ![]() Mi sento come un inquilino abusivo. Sono rimasto senza amici. Erano tutti più giovani di me e se ne sono andati prima di me, Gassman, Fellini, Zapponi, Lapegna, Tognazzi, Mastroianni, Sordi, Manfredi. Non so più con chi parlare. Il linguaggio dei giovani è insopportabile. I miei nipoti vanno avanti a "puntocom" e "vuvuvu". Io non ho nemmeno il coso, come si chiama, il fax. Imbuco sempre le lettere nella cassetta. Dino Risi A volte penso
Postato da Grazia01 il Sabato, 03 dicembre @ 21:14:34 CET (338 letture)
Nel cassetto
Postato da Grazia01 il Sabato, 03 dicembre @ 21:13:17 CET (371 letture)
![]() ![]() Ognuno di noi, come ci ricorda Pascal Guignard, ha nell'anima due cassetti speciali: uno dei sogni e l'altro dei rimpianti. Quando siamo giovani apriamo spesso quello dei sogni lasciandoci trasportare dalla fantasia verso lidi lontani. Con il trascorrere degli anni quest'ultimo non viene più toccato, come se la ruggine avesse bloccato la serratura e i nostri desideri di un tempo fossero stati dimenticati. Nel corso della vita apriamo invece spesso il cassetto dei rimpianti e ci accorgiamo di aver sbagliato più volte la strada che avrebbe potuto portarci lontano e renderci felici, ricordando alla nostra mente i sogni non vissuti, le carezze non date, le parole perdute. Romano Battaglia Poesie di Francis Jammes
Postato da Grazia01 il Venerdì, 02 dicembre @ 21:37:41 CET (458 letture)
![]() Poesie di Francis Jammes poeta francese nato il 2 dicembre del 1868 ![]() Eri tu schivo, Gesù Bambino Eri tu schivo, Gesù Bambino, un giorno, e come me piccino? E che sentivi a vivere fuori dei Cieli, e proprio come io vivo? Pensavi mai le cose di lassù, dove fossero gli angeli chiedevi? Io al tuo posto avrei pianto Per la mia casa fatta di cielo; io cercherei dintorno a me, nell'aria: "gli angeli dove sono? ", chiederei e destandomi mi dispererei che non vi fosse un angelo a vestirmi! Anche tu possedevi dei balocchi, come li abbiamo noi, bimbe e bambini? E giocavi nei Cieli con tutti gli angeli non troppo alti, con le stelle a piastrella? Si giocava a rimpiattino, dietro le loro ali? Tua Madre ti lasciava sciupare le tue vesti Sul nostro suol giocando? Come bello serbarle sempre nuove, per i Cieli d'azzurro sempre tersi! T'inginocchiavi, a notte, per pregare, e le tue mani, come noi, giungevi? E a volte erano stanche, le manine, e assai lunga sembrava la preghiera? E ti piace così, che noi giungiamo Le nostre mani per pregare a te? A me sembrava, avanti io lo sapessi, che la preghiera solo così vale. E tua Madre, la sera, ti baciava, i tuoi panni piegandoti con cura? Non ti sentivi proprio buono, a letto, baciato e quieto, dette le orazioni? A tuo Padre la mia preghiera mostra (Egli la guarderà, sei così bello! ), e digli "O Padre, io, io il Figlio tuo, ti reco la preghiera di un bambino". Sorriderà, che la lingua dei bimbi Sia la stessa di quando eri tu un bimbo! Francis Jammes Ada Negri in una poesia su Pavia
Postato da Grazia01 il Giovedì, 01 dicembre @ 20:13:25 CET (403 letture)
![]() ![]() Pavia Amo la libertà de’ tuoi romiti vicoli e delle tue piazze deserte, rossa Pavia, città della mia pace. Le fontanelle cantano ai crocicchi con chioccolío sommesso: alte le torri sbarran gli sfondi, e, se pesante ho il cuore, me l’avventano su verso le nubi. Guizzan, svelti, i tuoi vicoli, e s’intrecciano a labirinto; ed ai muretti pendono glicini e madreselve; e vi s’affacciano alberi di gran fronda, dai giardini nascosti. Viene da quel verde un fresco pispigliare d’uccelli, una fragranza di fiori e frutti, un senso di rifugio invïolato, ove la vita ignara sia di pianto e di morte. Assai più belli i bei giardini, se nascosti: tutto mi pare più bello, se lo vedo in sogno. E a me basta passar lungo i muretti caldi di sole; e perdermi ne’ tuoi vicoli che serpeggian come bisce fra verzure d’occulti orti da fiaba, rossa Pavia, città della mia pace. Ada Negri Pavia, come una bellissima donna
Postato da Grazia01 il Giovedì, 01 dicembre @ 18:54:53 CET (305 letture)
![]() ![]() A Pavia c'è una targa su un muro che ricorda dove visse Ugo Foscolo. 300 metri prima un'altra ricorda la casa di Ada Negri, a 5 minuti dalla piccola fabbrica che fu della famiglia Einstein con Albert che in bicicletta andava sulle rive del Ticino. Più su abitava Alessandro Volta, vicino alla casa di Cardano. Scendendo verso il fiume la basilica dove fu incoronato Federico Barbarossa e Liutprando. Appena fuori le mura la chiesetta costruita da Carlo Magno, e verso nord, fuori le mura, la cascina Repentina dove il re francese Francesco I sconfitto nel 1525, si rifugiò chiedendo cibo e la contadina mise insieme brodo uova e formaggio inventando la famosa zuppa pavese, ma tornando in centro trovi la chiesa con la salma di Sant'Agostino e la cattedrale con i resti di San Siro, patrono della città di Severino Boezio. Non c'è più il palazzo imperiale di Teodorico e nemmeno la statua equestre meccanica come usava a Bisanzio, ma possiamo supporre la piazza dove venne emanato l'Editto di Rotari...e poi ancora la casa di Spallanzani...la cripta di Sant'Eusebio...il naviglio progettato da Leonardo che visse in città diverso tempo chissà in quale casa...e ti accorgi che Pavia non è la classica città di provincia, ma un'antica capitale, una metropoli mancata, una città con 15 mila studenti universitari su nemmeno 100mila abitanti dove sono passati a studiare o insegnare Rubbia, Pannella, Vecchioni, Tremonti, Foscolo, Volta, Forlanini, Golgi, Galvani, Nobel e inventori, che passavano frettolosi davanti all'ingresso in Strada Nuova dove c'è l'antica pasticceria Vigoni che inventò la Torta Paradiso e Margherita. Bella da morire, misteriosa e antica, una nobile dama che ritrosa, non si lascia scoprire, ma si da poco alla volta fra quei vicoli nebbiosi che sanno di legno bruciato nei camini e antiche pietre in cotto rosso come le 100 torri altissime da far vergognare Bologna. Tanto bella che basta un po' di pioggia per diventare così magica che, se fai due foto a caso fra i vicoli dal selciato di sassi lucido, lei ti regala immagini irripetibili, lei che per 200 anni fu la Capitale del Regno Longobardo e quindi di quasi tutta la penisola. Lei, che se ci passi una sera d'inverno, non te la dimentichi più, proprio come una bellissima donna. Fabio Greggio Nel teatro
Postato da Grazia01 il Domenica, 27 novembre @ 22:15:15 CET (162 letture)
È più facile meditare
Postato da Grazia01 il Sabato, 26 novembre @ 20:34:57 CET (171 letture)
Pioggia
Postato da Grazia01 il Venerdì, 25 novembre @ 23:53:04 CET (263 letture)
![]() ![]() Pioggia La pioggia ha un vago segreto di tenerezza una sonnolenza rassegnata e amabile, una musica umile si sveglia con lei e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio. È un bacio azzurro che riceve la Terra, il mito primitivo che si rinnova. Il freddo contatto di cielo e terra vecchi con una pace da lunghe sere. È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori e ci unge con lo spirito santo dei mari. Quella che sparge la vita sui seminati e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo. La nostalgia terribile di una vita perduta, il fatale sentimento di esser nati tardi, o l'illusione inquieta di un domani impossibile con l'inquietudine vicina del color della carne. L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo, il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue, ma il nostro ottimismo si muta in tristezza nel contemplare le gocce morte sui vetri. E son le gocce: occhi d'infinito che guardano il bianco infinito che le generò. Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco e vi lascia divine ferite di diamante. Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano ciò che la folla dei fiumi ignora. O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento, pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce, pioggia buona e pacifica, vera pioggia, quando amorosa e triste cadi sopra le cose! O pioggia francescana che porti in ogni goccia anime di fonti chiare e di umili sorgenti! Quando scendi sui campi lentamente le rose del mio petto apri con i tuoi suoni. Il canto primitivo che dici al silenzio e la storia sonora che racconti ai rami il mio cuore deserto li commenta in un nero e profondo pentagramma senza chiave. La mia anima ha la tristezza della pioggia serena, tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile, ho all'orizzonte una stella accesa e il cuore mi impedisce di contemplarla. O pioggia silenziosa che gli alberi amano e sei al piano dolcezza emozionante: da' all'anima le stesse nebbie e risonanze che lasci nell'anima addormentata del paesaggio! Federico Garcia Lorca Continuiamo a crescere...
Postato da Grazia01 il Venerdì, 25 novembre @ 23:44:32 CET (158 letture)
![]() ![]() Continuiamo a crescere, a mutare la nostra forma, ci confrontiamo con alcune debolezze che devono essere corrette, non sempre scegliamo la soluzione migliore... eppure, nonostante tutto, andiamo avanti, sforzandoci di procedere eretti, in modo corretto, cosicché ci sia possibile onorare non le pareti, né le porte o le finestre, ma lo spazio vuoto che esiste dentro, lo spazio in cui adoriamo e veneriamo ciò che abbiamo di più caro e importante. Paulo Coelho Buon fine settimana Il vero viaggio...
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 novembre @ 21:10:55 CET (259 letture)
Il respiro
Postato da Grazia01 il Lunedì, 21 novembre @ 20:48:12 CET (228 letture)
Sono altrove
Postato da Grazia01 il Domenica, 20 novembre @ 22:21:30 CET (339 letture)
Ricordi
Postato da Grazia01 il Sabato, 19 novembre @ 17:48:09 CET (373 letture)
![]() ![]() Durante la nostra vita, viviamo situazioni o circostanze dolorose, che rimangono dentro di noi sotto forma di ricordi; non siamo in grado di dimenticarcene, e ciò condiziona il nostro comportamento e il nostro modo di essere. Queste situazioni dolorose possono essere diverse: la morte di una persona cara, la fine di un amore, un fallimento sul lavoro, un tradimento o ricordi d’infanzia che hanno segnato il nostro carattere inderogabilmente. Se ci riflesso su un pochino, mi rendo conto però che in un solo giorno vivo situazioni sia piacevoli che spiacevoli, eppure ricordo più spesso quelle brutte e allora rifletto che anche nei ricordi della vita ho dimenticato quelli positivi e cerco di farli emergere e ne trovo. Capisco così di darli per scontanti. Anche nel nostro presente bisogna fare tesoro di questi istanti e provare a ricordare la sensazione che producono in noi, per rifugiarci in essa quando veniamo oppressi da una situazione che ci fa soffrire. E' triste costatare però come il ricordo di un dolore provochi ancora dolore, mentre un ricordo felice non ci dia felicità. Buona domenica Novembre
Postato da Grazia01 il Martedì, 15 novembre @ 18:12:41 CET (574 letture)
![]() ![]() NOVEMBRE Gemmea l'aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore... Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. E' l'estate fredda, dei morti. Giovanni Pascoli Stasera una luna speciale
Postato da Grazia01 il Lunedì, 14 novembre @ 23:13:55 CET (446 letture)
![]() ![]() Guardate la luna questa sera: sarà alla distanza minima dalla terra (perigeo). Ma la cosa che la renderà speciale è che sarà anche piena. Raggiungerà il culmine a mezzanotte. Questa notte quindi la luna apparirà più grande e più brillante. Forse non ci accorgeremo della differenza ma sarà comunque uno spettacolo da non perdere. Buonanotte...luminosa Ciao
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