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coppermine
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Achmatova
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Giorno e notte
Postato da Grazia01 il Venerdì, 29 luglio @ 08:39:58 CEST (332 letture)
![]() ![]() Giorno e notte, notte e giorno, neppure per un istante i bambini di Beslan abbandonano il mio cuore. Non lo lasciano i bambini di Auschwitz, né quelli tagliati a pezzi con il machete in Burundi. Non lo lasciano i ventri delle donne tagliati con le baionette per estrarne i neonati, né tutte le bambine stuprate e fatte prostituire in ogni guerra ed in ogni paese del mondo. Il respiro dei bambini abortiti è il mio stesso respiro, così come lo è quello dei milioni e milioni di animali a cui, per la nostra brama bulimica di potere e di possesso, è stata sottratta la maestosa dignità della vita. I loro disperati muggiti, i loro belati, i loro pigolii rimbombano costantemente, nella profondità cardiaca, facendola pericolosamente dilatare. Dormo poco o niente. Non conosco le gioie del benessere. La capacità di accogliere il dolore degli innocenti mi attraversa e mi devasta continuamente. Se ho avuto un dono è questo: non abituarmi mai alla sua presenza, mai cessare di considerarlo uno scandalo. La materia che fa ardere il mio cuore si rinnova sempre… Forse è giunto il tempo di dire che non abbiamo più bisogno di altre cose, di altri diritti, di altre verità segreganti, ma piuttosto di sederci tra di noi in pace, in fraternità, di spezzare il pane, di mangiarlo insieme. Susanna Tamaro Voce di Donna
Postato da Grazia01 il Giovedì, 28 luglio @ 20:47:21 CEST (870 letture)
![]() ![]() Voce di Donna Io nacqui sposa di te soldato. So che a marce e a guerre lunghe stagioni ti divelgon da me. Curva sul focolare aduno bragi, sopra il tuo letto ho disteso un vessillo, ma se ti penso all’addiaccio piove sul mio corpo autunnale come su un bosco tagliato. Quando balena il cielo di settembre e pare un’arma gigantesca sui monti, salvie rosse mi sbocciano sul cuore. Che tu mi chiami, che tu mi usi con la fiducia che dai alle cose, come acqua che versi sulle mani o lana che ti avvolgi intorno al petto. Sono la scarna siepe del tuo orto che sta muta a fiorire sotto convogli di zingare stelle. Antonia Pozzi I poveri
Postato da Grazia01 il Martedì, 26 luglio @ 08:35:45 CEST (507 letture)
![]() ![]() Mi dispiace che non abbiano molto risalto le morti, e sono tante, dei profughi che annegano o muoiono soffocate nei barconi. Qualcuno pensa che siano persone consapevoli dei rischi che corrono e li accettano e che farebbero.meglio a restare nei loro paesi. Altri sostengono che fra loro si nascondano i terroristi che tanti stragi stanno compiendo in Europa. Io credo che siano persone disperate che cercano solo un po' di pace e una vita meno grama. Forse fra loro vi sono anche i "cattivi', ma questi feroci assassini arrivano anche con altri mezzi e alcuni sono addirittura nativi europei. Un po' di pietà in più per quella gente ci vorrebbe. Non dimentichiamo che meno di un secolo fa eravamo noi i disperati. È vero non esistevano i terroristi, ma qualche mafioso che ha ucciso in quei paesi lo abbiamo forse esportato. Saranno pochi a pensarla come me, meglio pensare ai nostri poveri ...ma allora siamo tutti poveri. Grazia Esercizio per essere felici
Postato da Grazia01 il Domenica, 24 luglio @ 08:13:00 CEST (419 letture)
![]() ![]() ESERCIZIO PER ESSERE FELICI SMETTERLA DI LAMENTARSI E MIGLIORARE IL MONDO 22 luglio - Isolati in una stanza, senza telefono, senza tv, senza internet, con qualche foglio di carta e una penna (ma se vuoi puoi usare il pc). Entra dentro di te e accogliti come un principe: perché sei un dio che sta tornando a casa. Se sei triste o depresso, per motivi reali o immaginari, o se sei malato, meglio. Se sei infelice come la maggioranza degli esseri umani, perfetto. Se sei ricco o ricchissimo precipitati nella cabina del tuo panfilo, o appendi alla maniglia della suite all’Excelsior il cartellino “Non disturbare”, perché il tuo stato d’infelicità è grave e, se non ci poni subito rimedio, più comprerai cose, più peggiorerà. Ora siediti comodo e ricorda tutti i grandi dolori che hai sofferto da quando sei nato a oggi. Lascia che affiorino episodi dimenticati, ingiustizie, torti che hai subito, inganni, tradimenti, amori e illusioni perdute. Tutto il male possibile, ma devi essere di una sincerità assoluta con te stesso. Quello che devi fare è appuntarlo e numerarlo, una riga per ogni grande dolore sarà più che sufficiente, tanto il resto te lo ricordi da solo. Io l’ho fatto, mi ci sono volute tre sedute di due ore l’una in tre giorni successivi per annotare 222 dolori esatti. Successivamente li ho riordinati in sequenza temporale, e dopo un anno sempre quelli sono rimasti: i 222 dolori più importanti della mia vita. Subito dopo o contemporaneamente, sopra un altro foglio, segnati i ricordi più belli, le grandi emozioni, tutta la felicità vissuta da quando sei nato a oggi. Scoprirai che, nel bene come nel male, spesso ti hanno segnato episodi che prima ritenevi irrilevanti o dimenticati, come una bella giornata al mare o un schiaffo (meritato) di tua madre. La lista bianca è generalmente più difficile da scrivere di quella nera, perché tendiamo a dare il bene ricevuto per scontato, come una specie di diritto acquisito, mentre così non è, e una sola carezza di uno sconosciuto può diventare memorabile. Infatti di bianchi me ne sono appuntati soltanto 65, poco più di uno all’anno, ma la mia anima ha barato, ha fatto “un falso in bilancio”. La felice scoperta del trucco contabile, quella di avere una tendenza al piangermi addosso, ha fatto subito salire il conto della lista bianca a 66. E da quel momento tutto è stato un bene. Questa semplice ma incisiva operazione d’igiene interiore, qualunque sia il tuo risultato con la vita, serve per avere in pugno te stesso. Il principe o la principessa riprendono possesso del loro palazzo. Sei stato quel che sei stato, nessun giudizio, nessun benemerito attestato d’innocenza o di colpa, tutto quello che ti hanno fatto, o che tu hai fatto agli altri, è diventato protagonista della tua vita solo perché glielo hai concesso tu. Ma ora tutto questo è finito, passato, e dev’essere perdonato. Dopo averli meditati, straccia i tuoi fogli, ormai non servono più a niente, sai quel che c’era da sapere. Sei leggero, non dovrai trascinarti dietro queste valigie in cui neppure sapevi bene che cosa ci stesse dentro, (una sofferenza confusa e rabbiosa), soprattutto non dovrai più rompere l’anima agli altri solo perché si era rotta la tua. È in questo senso che, gratis, facilmente e in poche ore, avrai anche migliorato il mondo. ![]() *** Diego Cugia è uno scrittore indipendente. Se volete acquistare il suo diario autopubblicato “Un’anima a 7 euro e 99” potrete farlo cliccando sulla foto. Il libro è in vendita su Amazon. Se preferite il formato cartaceo, vi sarà spedito a casa in 3-5 giorni. Se lo scegliete in e-book, è scontato del 50% a 3, 99. Solitude
Postato da Letty il Domenica, 17 luglio @ 13:42:36 CEST (487 letture)
![]() ![]() Solitude La mia solitudine ha i gommini e il pelo fa le fusa al tramonto La mia solitudine ha i baffi e dorme sorniona di giorno, ma sta sveglia la notte dentro un sogno perduto A volte la vedo dentro due iridi sensibili e la accarezzo, mai contropelo La mia solitudine è in un miagolio che mi accoglie quando torno stanca e intossicata dal mondo dalla gente dalle chiacchiere Ci vede benissimo e sente meglio di me Spesso restiamo a guardare il sole morire tra le braccia delle nuvole, in un silenzio fatto di oggi finiti e di giorni a venire ce ne stiamo sedute sul bordo dell'orizzonte incredule di come si possa sopravvivere lo stesso! Facciamo invidia, noi, così affiatate legate strette con un nastro di seta che ci siamo tessute le notti più lunghe, quelle più dure, quelle in cui non torni più... Si dovrebbe aprire la porta dell'anima e mostrarsi, mostrare quel buco che abbiamo scavato per nasconderci il dolore forse si dovrebbe... Ciò che gli altri credono debolezza in realtà è un'immensa forza acquisita poiché a volte ha più vita e più speranze la solitudine consapevole, scelta e quasi agognata che un'esistenza riempita di fantasmi apparenti. E io ai miei gommini, devo molto di più. Letty Qualità della Vita
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 06 luglio @ 17:40:10 CEST (375 letture)
![]() ![]() Il termine Qualità della Vita (Qdv) è entrato sempre più a far parte della nostra società e quotidianità. Se prima questo concetto era più collegato allo sviluppo industriale ed economico e quindi ad aspetti più materiali, oggi si riferisce invece al benessere ed alla felicità e le viene attribuita sempre più importanza ed attenzione. Come è definita la Qualità della Vita? Questo concetto è stato definito dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come la percezione che le persone hanno della propria collocazione nella vita, in riferimento al contesto culturale, al proprio sistema di valori, ai propri obiettivi e aspettative ed interessi. Si riferisce quindi allo stato di salute fisico e psicologico di ogni singolo individuo, il livello di indipendenza, le relazioni sociali, le credenze personali e il rapporto con le caratteristiche del proprio ambiente di vita. Si denota quindi come la Qualità della Vita sia un concetto del tutto soggettivo, che può avere aspetti positivi e negativi e che è propria di un determinato contesto. Secondo l’OMS, vi sarebbero sei ambiti principali a cui fa riferimento la qualità della vita: ambito fisico: come per esempio stanchezza, stress, energia; ambito psicologico: riferito ad esempio agli stati d’animo e sentimenti; livello di indipendenza: esempio lavoro, mobilità, disoccupazione..; relazioni sociali: che favoriscano un buon supporto sociale; ambiente: esempio l’accessibilità ai vari servizi, tra cui quelli sanitari; credenze personali: per esempio sulla spiritualità, senso della vita..; La Qualità della Vita denoterebbe quindi il modo in cui ogni individuo sente e vede soddisfatti i propri bisogni e la possibilità di raggiungere la felicità e realizzazione personale, a prescindere dal proprio stato di salute e dalle condizioni sociali ed economiche. Gli studiosi della Qualità della Vita sostengono che vi siano quindi due aspetti misurabili di questa: misurabilità oggettiva: data dagli aspetti più materiali nei vari contesti come il lavoro, famiglia, relazioni sociali; misurabilità soggettiva: data dalla percezione e valutazione soggettiva che si ha rispetto alla propria vita individuale e collettiva nei vari contesti di vita; Spesso Qualità della Vita e felicità vengono intese come sinonimi, in realtà la felicità può far parte della qualità della vita, ne rappresenta un nucleo fondamentale e di certo sono concetti strettamente connessi, infatti le persone si sentono di solito felici quando di reputano soddisfatti della propria vita. ![]() Si può migliorare la Qualità della Vita? Numerosi studiosi e ricercatori si sono fatti questa domanda, hanno elaborato proprie teorie in merito e messo a punto strategie e programmi per cercare di incrementare la qualità di vita e quindi favorire la nostra felicità e benessere soggettivo. Già Seligman, fondatore della Psicologia Positiva, aveva sostenuto l’importanza del considerare la felicità non come una cosa innata che dipende solo dalla fortuna o dal caso, ma come qualcosa che si può costruire, apprendere e incrementare; esemplari sono a tal proposito i suoi studi e il suo programma per incrementare l’ottimismo come potenzialità personale. Un altro autore che ha dato un grande contributo allo studio della qualità della vita è stato Fordyce, che negli anni Settanta ha messo a punto, partendo dai suoi studi sperimentali, un programma per “favorire e aumentare” la felicità, basato su “I 14 fondamentali della felicità”, che verrà ben descritto di seguito. Gli studi di Fordyce, dal 1972 al 2000, si sono concentrati sull’individuazione di aspetti che accomunano le persone felici e soddisfatte della propria vita e che possono dunque essere “apprese” dalle persone. L’autore è partito dal presupposto che la maggior parte delle persone ambisce alla felicità ma ha difficoltà a definirla, pensandola spesso come un concetto astratto e di conseguenza a raggiungerla. Fordyce la ritiene invece un’esperienza cosciente, uno stato mentale vero e proprio che risiederebbe nel sistema limbico, area del cervello dalla quale hanno origine le emozioni e questo è stato dimostrato proprio da ricerche sulla stimolazione di tale area del cervello e della conseguente produzione di emozioni positive di felicità. E’ quindi possibile provare la felicità come sentimento positivo. Il merito di Fordyce è di aver proprio messo a punto un programma, partendo da un approccio cognitivo-comportamentale, sperimentato su vari campioni di soggetti, chiamato Subjective Well-Being Training (2000) per apprendere la felicità e quindi favorire e aumentare la Qualità della Vita. Il programma parte da una valutazione personale della soddisfazione di vita in gruppi di persone e poi comprende una serie di esercizi e compiti a casa che le persone svolgono per favorire poi una discussione e un monitoraggio dei propri cambiamenti in ogni incontro di gruppo di tale programma. I compiti vertono su ognuno dei 14 fondamentali di Fordyce per raggiungere e migliorare Qualità della vita e felicità. Quali sono? Vediamoli di seguito. ![]() I 14 fondamentali della felicità secondo Fordyceqdv Alcuni di questi principi sono più inerenti agli aspetti comportamentali delle persone, ovvero ciò che fanno concretamente per raggiungere il proprio benessere; altri sono per lo più cognitivi, ovvero i pensieri, più o meno disfunzionali che favoriscono o meno i comportamenti: Essere più attivi e tenersi occupati: dedicarsi ad attività piacevoli, fare, agire, investire energia in esperienze nuove incrementa i sentimenti positivi; Passare più tempo socializzando: le persone più soddisfatte e felici hanno una buona vita sociale; Essere produttivi svolgendo attività che abbiano significato: il dedicarsi ad attività significative e produttive cercando di raggiungere obiettivi e mete personali favorisce la soddisfazione personale; Organizzarsi meglio e pianificare le cose: cercare di organizzare al meglio i propri compiti ogni giorno, sia a breve termine che a lungo termine e non “procrastinare”, in quanto l’efficienza personale aiuta la soddisfazione; Smettere di preoccuparsi: ovvero analizzare bene l’utilità delle nostre preoccupazioni, metterle in discussione per dedicare invece più tempo ad agire per essere felici; Ridimensionare le proprie aspettative e aspirazioni: quelle difficilmente realizzabili o poco realistiche portano a frustrazione e delusione, al contrario ricercare quelle più adatte alle nostre risorse e potenzialità, che diventeranno così più probabili da realizzare, favorendo soddisfazione e felicità; Sviluppare pensieri ottimistici e positivi: il pensiero positivo e l’ottimismo invogliano a mettersi in gioco e ad agire, favorendo così la possibilità di realizzare i propri obiettivi; Essere orientati al presente: pensare troppo al passato o al futuro, sia in positivo che in negativo, allontana dalle nostre risorse presenti limitando la soddisfazione, stare invece più sul qui e ora, aiutandosi per esempio con la meditazione; Lavorare ad una sana personalità: accettare noi stessi per quello che siamo, sia con pregi che con difetti e nel caso lavorare su aspetti di noi che non ci soddisfano, questo favorisce una buona immagine di sè; Sviluppare una personalità socievole: il dedicarsi molto alle relazioni sociali e incontrare persone che ci rinforzino positivamente, anche se si è un po’ timidi, aiuta comunque la propria autostima; Essere se stessi: essere autentici e non “modificarsi” per piacere agli altri, in quanto questo genera ansia nelle relazioni interpersonali, il cambiamento lo si attua se lo desideriamo per noi stessi; Eliminare sentimenti negativi e problemi: se vi è un disagio psicologico sottostante o un livello di sofferenza particolare, considerare di iniziare prima un percorso psicologico e/o psicoterapeutico su di sè; I rapporti intimi sono la fonte principale di felicità[/b]: è importante però che queste, soprattutto quella coniugale, sia basata sul piacere e non sul bisogno per colmare un proprio stato emotivo, altrimenti si crea solo una dipendenza dall’altro; Considerare la felicità la priorità numero 1[/b]: è il presupposto per cercare di migliorare la propria qualità della vita e raggiungere la felicità. ![]() Conclusione Si è visto come oggi viene data sempre più importanza al concetto di Qualità della Vita ed a come si possa incrementare la propria soddisfazione personale per raggiungere al massimo il proprio benessere per essere persone felici. Sicuramente non è sempre facile e probabilmente chi legge questi principi di Fordyce penserà che è molto facile a parole piuttosto che ad azioni concrete. In realtà però gli studiosi e ricercatori della Qualità della Vita e della felicità vogliono proprio farci riflettere sul come a volte consideriamo questi concetti come molto astratti ma in realtà sono concretissimi e vicinissimi a noi. Anche se vi sono spesso condizioni e situazioni che possono rendere difficile oppure ostacolare la soddisfazione e il benessere personale, si può davvero agire concretamente con tanta motivazione e pazienza per il cambiamento, come suggerisce Fordyce per esempio proprio partendo da cose concretissime e alla portata di tutti come può essere il dedicarsi a ciò che ci piace, incrementare le nostre relazioni, pensare positivo per agire e qualora riscontriamo ostacoli in noi stessi, interrogarsi sull’origine di questi e nel caso fare un lavoro su di sè. Insomma anche io ritengo che possiamo tutti davvero, con più o meno fatica, con pazienza e volontà essere persone soddisfatte e felici. Eleonora Basso ![]() Come fai il pugno?
Postato da Grazia01 il Martedì, 05 luglio @ 08:09:06 CEST (382 letture)
![]() ![]() Il linguaggio del corpo è strettamente correlato alla personalità di un soggetto, così come già affermavano negli anni Trenta gli psicologi Gordon Allport e Philip Vernon. Stando a questo principio di base, uno studio ha rivelato come anche il modo di stringere semplicemente il pugno può dire molto di noi. I casi analizzati sono tre: il pollice rinchiuso all’interno del palmo della mano, il pollice sopra le dita rinchiuse o il pollice posizionato a lato delle dita. 1) Nel primo caso (pollice rinchiuso all’interno del palmo) il soggetto in questione è una persona creativa, acuta ed espressiva, con un carattere molto docile e calmo. Chi stringe il pungo così bada molto all’armonia e alla giustizia ed è molto socievole. Per quanto riguarda la sfera affettiva la sua più grande debolezza è essere compassionevole quindi sempre pronto a perdonare e dimenticare anche quando si è feriti. 2) Nel secondo caso (pollice sopra le dita rinchiuse) il soggetto è generoso, intelligente e sicuro di sè anche se , avendo aspettative sempre molto alte, ha bisogno di un incoraggiamento per affrontare nuove sfide. In amore la persona in questione è molto esitante e dubbiosa: vorrebbe una persona vicino ma è spaventato dall’idea di lasciarsi andare completamente per paura di essere abbandonato. 3) Nel terzo caso (pollice a lato delle dita) il soggetto è molto sensibile ma anche insicuro: punta tutto sulla sincerità e l’onestà di chi gli sta attorno ed, essendo molto attento agli altri, spesso rischia che la gente si approfitti di lui. In amore, chi stringe il pugno in questo modo non è bravo ad esprimere i propri sentimenti e tende a nascondere ciò che prova veramente. Marina Luongo Buona estate
Postato da Grazia01 il Lunedì, 04 luglio @ 16:12:07 CEST (2994 letture)
![]() ![]() Con Casatea Vi auguro una bella estate e delle vacanze serene, ovunque le passiate. Come si vede da qui, visitatori ogni giorno passano migliaia di persone, eppure nessuno, davvero nessuno, si ferma a lasciare un commento, un saluto o anche una critica. Con quello che sta succedendo nel mondo questa è una stupidaggine, comunque. Non andate in paesi pericolosi...che poi chissà quali lo sono veramente. Un abbraccio perché comunque io e Casatea vi vogliamo bene. Grazia Strage a Decca, ormai è guerra...perchè?
Postato da Grazia01 il Domenica, 03 luglio @ 21:14:42 CEST (2990 letture)
![]() Strage a Decca, ormai è guerra...perchè? ![]() Siete andati in Bangladesh per reclutare gli schiavi in grado di produrre i vostri tessuti, da vendere sui mercati europei al prezzo della vita e del sangue di donne e bambini. In un paese dove 150milioni di disperati sopravvivono in un territorio martoriato, avete cercato famelici manodopera capace di fare più e meglio di quella cinese. Avete trovato la morte per mano di sanguinari soldati jihadisti, che hanno sgozzato chiunque di voi non conoscesse il Corano. Hanno colpito il bersaglio, hanno identificato il nemico in quel ristorante e lo hanno trucidato. Siete vittime di una guerra, siamo tutti potenziali bersagli. Il motivo che arma quelle mani e ottunde quelle menti lo abbiamo costruito noi, l’ alibi lo forniamo ogni giorno. Il mondo è uno solo, la convivenza civile, il rispetto della dignità e della vita umana non lo si può pretendere a senso unico. E non si può più immaginare di farla franca senza cambiare prospettiva. Ugo Maria Tassinari L’ analisi non fa una piega ma pecca di alcuni luoghi comuni di certa analisi sociologica marxiana che si contraddice ab origine 1) Ad uccidere in nome di Allah e non della lotta de classe sono stati i figli delle classi agiate e benpensanti del Bangladesh, così come da noi spesso a terorizzare ( più che praticare ) la lotta di classe erano i figli di giornalisti, politici, professori universitari e pochissimi operai. 2) E tuttavia legittimo che chi ha studiato , e’ colto, e’ agiato scelga di fare la lotta armata contro qualcos’ altro ( basta vedere la minoranza insurrezionalista mazziniana)ma anche nella lotta armata ci sono delle regole che per esempio le Br avevano , ma sgozzare pubblicamente e’ abbastanza barbaro e controproducente in termini di propaganda. 3) Chi ha voluto il mercato globale e la speculazione globale e lo sfruttamento globale sono gli stessi che amano la globalizzazione compresa la lotta di classe globale, la filantropia globale, il meticciato globale e sono internazionalisti ed adorano questi cazzo di diritti universali al posto dei diritti specifici e radicati dei popoli di decidere che cosa e’ specificamente il Diritto ed il Dovere per quella Terra, per quel Popolo, per quella cultura , per quella specie . Quindi anche in questo marxisti e capitalisti, vittime e carnefici, rimangono figli dello stesso dio maggiore e ne pagano tutti le conseguenze. Tutte le contraddizioni di Utopia stanno arrivando al traguardo , speriamo che Mito si risvegli e faccia il giusto lavoro che gli spetta periodicamente dentro la Storia. Catilina Io rosarossa
Postato da rosarossa il Domenica, 03 luglio @ 20:36:01 CEST (483 letture)
![]() ![]() Io Sono io, che un dì lontano si agitava nel ventre di una donna. Sono io quel bimbo che venne al mondo tanto atteso e ignaro di ciò che dietro l’angolo aspettava la sua vita. Sono io quel piccolo tenero innocente che senza capire strappava per gioco i fiori nelle aiuole del giardino mentre aprivano le loro corolle al dolce tepore della primavera. Sono io che crescendo abbraccio problemi e dolori dell’adolescenza, ignorandone il perché. Sono io che credo nell’amore eterno e comincio a soffrire! Delusioni e tradimenti ingannano il mio cuore. Divento adulto non ho più radici gli affetti veri sono tutti andati, ma sono ancora io che tirando le somme penso e deduco: c’è chi approda nel mondo spinto dal vento su strade spianate felice e contento e chi invece abbandonato e solo, lotta e si perde in buie distese di folte foreste! Rosarossa SCENDE A VALLE Rosarossa
Postato da rosarossa il Domenica, 19 giugno @ 21:36:47 CEST (440 letture)
![]() ![]() SCENDE A VALLE la vita come limpido ruscello dalla cima del verde monte canta e scende a valle. Scorre; nel tempo dolori, pensieri costanti corrodono pian piano le meninge intorbidendo le pure acque fresche e trasparenti. Angustie fanghiglia e sterpi intasano, ombrano il difficile percorso. Quanta amarezza! Non sembrano più le acque cristalline spontaneamente nate dalla pura fonte, ma lungo il cammino incontra i sogni che le regala un barlume di luce e di speranza. I sogni aiutano nelle difficoltà e il tempo li conserva sempre belli. La realtà è diversa, Ingrata, pungente devastante e il più delle volte punisce ingiustamente! Rosarossa La vita continua
Postato da Grazia01 il Martedì, 14 giugno @ 20:35:01 CEST (469 letture)
Eterno
Postato da Letty il Domenica, 12 giugno @ 20:52:19 CEST (452 letture)
![]() ![]() Io entrerò in lei, non so quando Ti sembrerò pazzo a dire questo Ma tu non la conosci Lei ha maree dentro che improvvisamente salgono e ti ricoprono per intero, Resti prigioniero dei suoi occhi Dei suoi silenzi! La senti cantarti sulla pelle come una musa Ti chiedi da dove è uscito tanto stupore Chi l'ha fatta così assurda Sale delle tue ferite! Lei è come un'onda, nell'argento, al buio, si ritira Si nasconde, torna fra le sue paure Diventa lama, fredda! Un giorno Io lo so Entrerò in lei aprirò quelle dannate finestre e sarò la sua luce quel suo sorriso cosi acceso e vivido Mi regalerà l'attimo che cerco L'eterno che lei custodisce per me. Letty Orlo
Postato da Letty il Domenica, 12 giugno @ 20:44:28 CEST (452 letture)
Sogno smarrito
Postato da Grazia01 il Domenica, 12 giugno @ 20:23:08 CEST (393 letture)
![]() ![]() Sogno smarrito Alle stringhe delle scarpe ho legato la mente scivolo a testa bassa seguendo la corrente Son più di mille anni che cammino chinata mi addormento cantando e mi sveglio suonata Cerco nel prato un sogno smarrito lo cerco tra i soffioni e il trifoglio marcito L'han rubato le lucciole di una notte lontana non sono più tornate in questa terra puttana Son mille anni che cerco le anime innocenti non c'è posto quaggiù per i vecchi perdenti. Grazia l'8 giugno 1950 nacque Nino De Vita, poeta e scrittore italiano
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 08 giugno @ 20:33:13 CEST (363 letture)
![]() l'8 giugno 1950 nacque Nino De Vita, poeta e scrittore italiano Poesie ![]() Cade violenta, batte sulle foglie ampie delle zucchine la grandine e sul sedano, sui fusticini eretti del peperone… Il sole, spuntato dalle nubi, negli angoli la trova dell’orto, dei canali, nel fosso del concime, immiserita… ![]() Lisciato legno un nodo anelli tondeggianti, striature… È la vita dell’albero la morte… ![]() La lucertola al laccio sospesa e poi tuffata nell’acqua della vasca il ventre liscio gonfio la bocca spalancata… ![]() La foglia viva ha succo verde dentro, nervi, cellule rigonfie d’umore. Respira dagli stomi si difende coi peli dalla polvere che il vento solleva da terra. ![]() Sono i cerchi, sui fianchi della botte, arrugginiti. Dalle doghe il vino trapassa in righe oscure di muffa fino al bordo sul fondo… Ha moscerini che ronzano e nel foro s’infilano la spina. ![]() Divorano le foglie di gelso ai lembi i bachi da seta tre larvette che si muovono lente muoiono dentro i bozzoli agli angoli e rispuntano farfalle nella piccola scatola per le scarpe di cartone. ![]() S’infila dalla porta del casolare l’alba: impolverate vibrano ragnatele agli angoli del tetto ancora bui… ![]() Melagrana spaccata contro il sole piccoli cuori rossi le formiche che salgono dal tronco […] […] in una nube d’insetti l’odore acre della marcescenza. ![]() Ha piovuto. Sui vetri è caduta, battendo, l’acqua che in schizzi e onde in fiumi gonfi esili è discesa nel mare della soglia di marmo… Un sole caldo spezza e assottiglia isole disperde… È nella goccia il cielo un albero curvato… È lunga lunga affonda la tromba dalle nubi nell’acqua. E poi si sposta, a vortice, solleva le barche dal canneto ricurva al seminato: è densa l’aria carica di terra e foglie un gelso bianco e un ulivo gigante sradicati. ![]() Da un buco nella rete s’è infilata la volpe: ha ucciso il gallo, azzannato una coscia del coniglio più piccolo. Le piume ha disperso e le penne nel chiuso del pollaio. Una gallina è riversa nel fango senza testa. ![]() L’anguilla dentro il pozzo con le acque di marzo si solleva penetra nei meati dai canali intorbiditi striscia fino al mare. ![]() Una nuvola sola in tutto il cielo all’alba: i seni bianchi, gonfi… La faraona immobile attraversa con l’ombra lo spiazzale deserto. Ha una croce la casa, in alto, sopra il pizzo, di tufo vecchio: l’edera dal muro, s’arrampica e l’avvolge nel cielo l’attraversano nubi gli uccelli in fila a frotte un sole lento che scende verso il mare il cerchio della luna nella notte scura… ![]() Dalle pietre è spuntato fra le rotaie untuose il fiore. Il vento forte del treno lo ripiega: spruzza gocce d’acqua annerita, sbuffi di fumo… S’allontana e s’avvicina l’ape che vi posa a giri lievi e penetra, lo succhia… Il 29 maggio 1927 nacque Pier Luigi Bacchini, poeta italiano
Postato da Grazia01 il Domenica, 29 maggio @ 20:43:23 CEST (415 letture)
![]() Poesie di Pier Luigi Bacchini ![]() Non doratevi, già segretamente aurate Non doratevi, già segretamente aurate, non arrugginite, non raggrinzite quanto un piccolo pugno, disseccato; restate sempreverdi finte immortali, simili all'altamente profumata - e nemmeno sfrangiata di fronte al vento, coriacea e lucente - alla regale magnolia, con i semi amaranto; o alle conifere montane le antiche cenozoiche. Non diventate trasparenti, sempre più, telari lisi già scarse nel mese d'ottobre, con nostalgie infinitesimali, un po' indeterminate come i fischi d'un treno distante e collegi là in fondo, dentro la foschia - spazzini sotto muretti erbati, irrealtà, quasi un disturbo visivo che nell'intimo spaventa con l'immagine talvolta che la materia d'improvviso scompaia. Ma tutte le sfumate gradazioni i delicati intrecci, gl'inudibili crepitii particellari sarebbero stati inutili: lo sperpero d'un Dio, la sua noia. E ogni minimo sgretolamento, tipo il trascurabile uragano, il ferro sciolto nel magma, dicono la fatica dall'origine e la tremenda concretezza del mondo, - senza via di scampo per noi. ![]() ELICA Quanta folla nel vento se l’ascolti dal camino notturno si pensa a quelli di sopra nelle stanze da letto. La vita non si sa come sia sorta. Fancis Crick ci dice che sia caduta dagli spazi già avvolta ad elica. Se avvicini uno specchio alla bocca del dormiente il vetro si appanna. Allora con molta facilità ci si ricorda di una propria colpa. Per il bosco, adesso, o lungo il Rio il più innocuo cespuglio assume forme strane, come se invisibili divinità dessero manate selvagge all’erbaspagna, al frumento: anche gli animali stanno acquattati, e si stringono alle covate. ![]() LAVORO LAVORO Le persone inchiodate nei loro cappotti - in stanghe di luce, cristalli lungo le stazioni. Teste scosse sul treno. E l’aurora con emissioni cromatiche, frange, finte esplosioni d’arancia, nubi sbranate. Tra pali neri. Alcune teste sugli schienali. Ma vi sono indimenticabili giorni nella vita quando si vive a livello biologico. Come la donna, che teneramente fa tremare anche i vecchi, che raccattano spremute ghiandole germinali. Anche una donna matura, un poco patita in viso, pallida così abbandonata ancora. E come illogica allora la morte nell’inforcatura. I rami bianche ora si velano. Mi piace se piove lungo una strada, con un po’ di sole l’asfalto diventa azzurro, specchia. Ma vi sono desideri impossibili. (da Contemplazioni meccaniche e pneumatiche, 2005) ![]() IL MIO STRUMENTARIO Questo arto, la mano, è la mia psiche dalle cinque dita, non è come una conchiglia gettata e ripresa e rigettata da un’onda di un mare primordiale per una bacheca. E anche la mia lingua, che supera la chiostra dei tuoi denti come un animale erettile e marino, e a lungo ci si unisce nel seme - Io ridico parole con il grido di cetacei tornati dall’oceano o col loro silenzio di mandrie arenate sulla spiaggia - le ascolto inconsapevole, risalite dagli umidi secreti, filtrazioni lungo lo speco tiepido del midollo. E molte molecole mi nutrono ogni giorno, dalle mille evoluzioni radiazioni sperdute, piante morte e comete polverizzate - e molte molecole mi curano con tenerezze materne sebbene con effetti collaterali, replicando l’arcaico formulario del mondo - di natura sintetica ed erboristica per correggere le nostre anomalie – padre, madre, - incolpevoli, i deficit percettivi, vestibolari e tiroxina ed acetilcolina… E se mi avessero inoculato un qualche ml in più o in meno dopandomi non andrei lungo i viali con lampioni d’autunno per la città nella loro simmetrica malinconia, e non sarei un poeta da pubblicare. ![]() IN VILLA Il processo notturno sulle creste occidentali conserva un trasparente chiaro, e ancora mostra i poderosi dorsi del pianeta. Come peli ruvidi nelle forre d’un volto maschile spuntano nelle vallette le querce gli olmi e le varie acacie dei boschi: lente d’ingrandimento su vegetazioni di barbe - si acquietano, microrganismi dermici, le gazze e i picchi che battono i duri becchi sui tronchi. E mentre la luna fa passare veloci spettri lungo il Rio Campanara, gli spezzettati lombrichi muovono e impastano sostanze organiche, e a orari stabiliti per la grande valle di destra romba distante il treno del mare. La rifrazione atmosferica ritarda l’avvento. Ma nella pianura, a oriente, fa quasi notte, con smagliature di fumo e fasce di sonno. Ecchimosi. Apparenze di stelle inesistenti. Altre esistenti non si vedranno. Tane, dova lavorano morbide pellicce, grotte, nidi, tumuli di formiche popolano il globo e le lampade laggiù di paesi e città accecano le stelle. ![]() IL VISITATORE Questo giardino difeso inutilmente dagli spini di maclura. Anche i cani li temono, le volpi. E il più furioso cinghiale ha sanguinato. Ho salvie rosse, un ricadente cedro. E la fatica delle cicale che si tramuta in canto. Sento passare il meridiano accanto a me, tiepido anch’esso, portando aromi d’erbe per molte terre, e resine del nord su colori diversi; e il filo del parallelo che tenero lo incide. Nomi di fumi e venti, e le altitudini, che declinano verso il mare. Ho tenerezze animali tra i cespugli – ma uno verrà come il sorriso più benevolo e una mano sudata. Schricchiolii di passi sulla ghiaia. (da Canti territoriali, 2009). Donna di cuori
Postato da Grazia01 il Martedì, 10 maggio @ 20:53:52 CEST (356 letture)
![]() ![]() Donna di cuori Ti ho atteso nel lento scorre della sabbia del tempo custodita nella stanza segreta dei sogni solo di notte assieme sognati. Ogni notte per magia ci baciamo per la prima volta l’intima ora scorre, ci dona silenzi dove tutto si traduce in amore. Con colori profumati d’estate il cielo del soffitto dipinto riempito il cuscino di petali di rosa solo per te melodia nell’aria risuona. Questa è la nostra stanza dove intatto rimane l’amore come un’oasi nella luce del sole al riparo della vita e del vento. Bruno Gasparri Auguri a tutte le mamme
Postato da Grazia01 il Domenica, 08 maggio @ 20:44:22 CEST (3007 letture)
![]() ![]() Lettera a mia madre, per il suo amore vero Potrà essere coperto per sempre il sole; potrà seccarsi il mare in un istante; potrà rompersi l’asse della terra come fragile cristallo. Tutto può succedere! Potrà la morte coprirmi con il suo funebre velo; ma mai in me potrà spegnersi la fiamma del tuo amore. Gustavo Adolfo Becquer Non sai quanto ti amo e quanto ti amerò. Sicuramente potrai immaginarlo bene, perché non esiste persona in questo mondo che sia capace di amare tanto immensamente come te. Ci sto provando, credimi, ma non sono in grado di esprimere tutto ciò che prova il mio cuore quando penso a te. Sei una grande donna, piena di titoli dei quali non ti vanti, e tanto forte da potere tutto, specialmente quando qualcosa minaccia la felicità delle persone che ami. Quando ero bambina, pensavo che fossi una specie di supereroina, ma da allora è passato molto tempo… però oggi so per certo che lo sei. Laureata in amore, in qualsiasi momento ti sei fatta carico delle mie ferite sulle ginocchia e sul cuore, curando con i tuoi baci tutto il mio dolore. Auguri a tutte le mamme Pace
Postato da Grazia01 il Venerdì, 06 maggio @ 21:44:48 CEST (546 letture)
![]() ![]() Pace Una notte un cielo stellato e poi... l’alba. Sipario rosso fuoco di un regno prezioso dal nome soave Aurora. É un regno segreto sperduto nel ricordo chiuso tra le pagine di un antico libro illustrato. Nemmeno i nostri vecchi ricordano di quando quell’aurora non era un sogno, un sogno dipinto sugli arazzi del cielo mentre il vento fuggito dal monte porta il profumo dei fiori quaggiù. È un regno lontano dove l’usignolo canta la sua magica alba sulle note del mormorio dell’acqua limpida del ruscello. Un regno dove “Pace” stampata sull’arcobaleno incorona il mondo dal colore del topazio disperso nel vuoto del tempo e nel buio della memoria. Bruno Gasparri Non abbandonarti
Postato da Grazia01 il Venerdì, 06 maggio @ 21:40:27 CEST (430 letture)
![]() Il 6 maggio 1861 nacque Tagore. ![]() Non abbandonarti Non abbandonarti, tienti stretto, e vincerai. Vedo che la notte se ne va: coraggio, non aver paura. Guarda, sul fronte dell'oriente di tra l'intrico della foresta si è levata la stella del mattino. Coraggio, non aver paura. Son figli della notte, che del buio battono le strade la disperazione, la pigrizia, il dubbio: sono fuori d'ogni certezza, non son figli dell'aurora. Corri, vieni fuori; guarda, leva lo sguardo in alto, il cielo s'è fatto chiaro. Coraggio, non aver più paura. Rabindranath Tagore Tela
Postato da Grazia01 il Domenica, 01 maggio @ 12:20:58 CEST (506 letture)
![]() ![]() Tela Tela attende firma d’autore per poi tramandare ai posteri la gioia dell’arte nel colore. Il pennello pulito, sospeso nell’aria indeciso l’inizio tra tanti pastelli; vi è il rosso del sangue dell’uomo nero per il buio mistero bianco di vergine fiore giallo del deserto infuocato verde del quadrifoglio disperso nel prato blu del profondo oceano infinito marrone dello spoglio bosco d’inverno. Con molto cipiglio, spinto dal cuore fuso il blu dal sapore di sale con il bianco profumato di rosa ho dipinto l’azzurro del cielo sereno poi, senza più freni immerso nel verde del prato spruzzato dal rosso del sangue dell’uomo dipinto la valle cosparsa di fiori con l’ultimo tocco, d’umana speranza mischiato il nero del buio mistero con tutti gli altri in tripudio d’arcobaleno ho dipinto all’orizzonte l’alba e l’ultima stella nel cielo. Mi sono seduto guardando ammirato senza paura la tela firmato. Bruno Gasparri Il 30 aprile del 1937 nacque Tony Harrison, poeta inglese
Postato da Grazia01 il Sabato, 30 aprile @ 21:29:25 CEST (682 letture)
![]() ![]() Tony Harrison è nato a Leeds, città industriale dello Yorkshire occidentale nel 1937. Diplomatosi in linguistica con una tesi di dottorato sulle traduzioni in versi dell’Eneide intraprese l’insegnamento dell’inglese dapprima presso l’Università di Zaria, in Nigeria e successivamente a Praga dove maturò il suo interesse per il teatro e la traduzione libera dei classici. Rientrato in Inghilterra nel 1967, Harrison decise di dedicarsi a tempo pieno alla poesia. ![]() Eredità Come sei diventato poeta è un mistero Dove cavolo hai preso il tuo talento? Dico: avevo due zii, Jack e Harry – uno era muto, l’altro balbuziente. ![]() Interurbana Per quanto mia madre fosse morta da due anni papà teneva le sue pantofole a scaldare sul fornello, metteva dalla sua parte del letto la boule e le rinnovava la tessera dell’autobus. Non potevi fargli un’improvvisata, dovevi avvertire. Si prendeva un’ora per avere il tempo di togliere d’attorno le cose di lei e sembrare solo come se il suo amore acerbo fosse un delitto. Non poteva rischiare lo scontro con la mia incredulità, per quanto certo di sentire da un momento all’altro la chiave girare nella toppa arrugginita e liberarlo dal dolore. Sapeva che lei era solo uscita un attimo a comprare il tè. Per me la vita finisce con la morte, e basta. Non siete usciti a fare la spesa tutti e due; però nel nuovo taccuino di pelle nera c’è il tuo nome e il numero staccato che ancora chiamo. (da: Tony Harrison, "V e altre poesie", Einaudi) Traduzione: Massimo Bacigalupo ![]() Sotto l'orologio Sotto l’orologio Dyson a Lower Briggate si davano appuntamento i miei genitori da fidanzati. C’era un Padre Tempo e Tempus Fugit che sporgevano di lato sulla strada sulle vetrine con sbarre piene di anelli matrimoniali, insieme ai nomi si incideva ‘per sempre’, come quella di papà che sentivo quando ci tenevamo per mano, o quella al dito della mamma che si sgretolava nelle fiamme della cremazione. Oggi di nuovo sul Briggate mi sono fermato e ho visto le lancette rosse su XII e V Romani quegli amanti non si incontreranno mai più lì sotto, felice di incurvarmi Padre Tempo e sopravvivo. Vedo la falce, la clessidra, le ali, il latino che mi chiedevi con orgoglio di tradurre e penso alle scatoline con i vostri anelli, sotto l’orologio per continuare i nostri appuntamenti. Traduzione: Raffaella Marzano ![]() Le luci chiare di Sarajevo Dopo le ore che gli abitanti di Sarajevo passano in coda con taniche di benzina vuote per fare il pieno e spingerle a casa su passeggini, o in fila per pochi preziosi grammi di pane, la loro razione quotidiana, scantonando per evitare i cecchini, o faticando su per undici piani con l’acqua, diresti che le notti di Sarajevo dovrebbero essere vuote di gente a passeggio per le strade bombardate, ma stanotte a Sarajevo non è così: i ragazzi passeggiano senza fretta, sagome nere impossibili da definire, maomattane, serbe o croate in tanto buio: sulla strada senza luci non si distingue più chi chiama il pane hjleb, o hleb o kruh. Tutti prendono l’aria serale con passo tranquillo, non hanno torce, ma non per questo collidono a meno che non vogliano tentare un approccio quando l’ombra scura di una ragazza li attira. Poi il radar tenero dei toni di voce rivela con i suoi segnali se le è gradita la corte. Poi un fiammifero o accendino per la sigaretta e il ragazzo legge negli occhi di lei cosa lo aspetta. Una coppia qui accanto a certo superato il test del tono di voce e del fiammifero e credo che lui stia per prenderle la mano e portarla via dal posto dove stiamo, proprio su due crateri, dove, nel 1922, i mortai serbi mieterono la fila per il pane e le croste sanguinanti rimasero sull’asfalto con i cadaveri smembrati. E ai loro piedi i crateri delle granate che fecerono strage sono pieni d’acqua per la pioggia che è caduta tutto il giorno anche se ora le nuvole si son tolte d’attorno, lasciando sopra Sarajevo un firmamento che pare fatto apposta per un bombardamento. Nelle pozze dei crateri il ragazzo vede i pezzetti e le schegge delle Pleiadi, riflesse nei profondi buchi neri della morte lasciati nell’asfalto dalle granate serbe. La sagoma scura del giovane accompagna l’amica a dividere un singolo caffè in una bottega, fino al coprifuoco e lui le tiene la mano dietro ai sacchi di sabbia già usati per il grano. Sarajevo, 20 settembre 1995 Traduzione: Massimo Bacigalupo Il 30 aprile del 1931 nacque Adriana Asti, attrice italiana
Postato da Grazia01 il Sabato, 30 aprile @ 21:23:50 CEST (583 letture)
![]() ![]() •il 30 aprile del 1931 nacque Adriana Asti, attrice italiana • «Lo spettacolo entrò in casa sua con le ballerine della Scala, frequentate dal fratello maggiore in cerca di flirt. Per il resto, niente. Andava a scuola dalle suore. Prima le suore tedesche, poi quelle inglesi perché i suoi genitori seguivano con assoluta fedeltà gli avvicendamenti della guerra. Era piuttosto timida e anche impacciata, recitava le poesie dietro le porte di casa. Poi un giorno arrivò a Milano la compagnia del Carrozzone di Fantasio Piccoli. Più che un’occasione di fare teatro fu il suo personale modo per andarsene da casa. La sua carriera cominciò più o meno così. Chiese a suo padre di permetterle di lavorare con quella compagnia. Il babbo cercò inutilmente di trattenerla: “Non sai recitare, che cosa ti sei messa in testa di fare?”, però alla lunga acconsentì. Con la compagnia del Carrozzone non diventò subito una grande attrice. Si truccava per ore, interpretava le parti più miserevoli e all’occorrenza faceva pure la trovarobe. Suo malgrado, si ritrovò però invischiata nel teatro, e non riuscì più a fare altro. Proseguendo con medio talento e una notevole dose d’inerzia attraverso gli anni del Dopoguerra fin verso la metà degli anni Cinquanta, si guadagnò alcune parti al Piccolo Teatro di Milano di Paolo Grassi e Giorgio Strehler. Bellina e d’aspetto bambinesco com’era, divenne la preferita di Luchino Visconti. Con l’esempio e la vicinanza di grandi attori e registi, imparò a recitare benissimo. Con il passare del tempo divenne, per unanime definizione dei critici, una delle attrici più talentuose, e certamente più spiritose, del teatro italiano. Ma quando, molto più tardi, le consegnarono il premio Ennio Flaiano, tre Maschere d’oro, una Grolla d’Oro, un David di Donatello e tre Nastri d’Argento, descrissero una persona che non era esistita: una primadonna diventata attrice sin da giovanissima, per orgoglio e per capricciosa vocazione intima. Ma dove? Ma quando?» (Silvia Grilli). • Al cinema vista tra l’altro in Rocco e i suoi fratelli (1960), Accattone (1961), Ludwig (1973), Una breve vacanza (1973, Nastro d’argento), L’eredità Ferramonti (1976, Nastro d’argento), La meglio gioventù (2003, Nastro d’argento), L’ultimo Pulcinella (2008), Impardonnables (2011). Nel 2012-2013 è stata la protagonista, al Festival di Spoleto, dei due atti unici di Jean Cocteau, La voce umana e Il bell’indifferente (regia di Benoit Jacquot). • Nel 2007 pubblicò Rue Sérou, romanzo scritto direttamente in francese per le edizioni Du Rocher; nel 2012 Se souvenir et oublier (Portaparole). • «Minuta, caschetto mogano di capelli e sguardo da placido agnellino di sempre, lontana dai suoi 79 anni, Adriana Asti è per timidezza, disincanto o scelta, di una laconicità disarmante» (Anna Bandettini) [la Repubblica 14/6/2012]. ![]() • Sposata con Giorgio Ferrara, direttore artistico del Festival dei due mondi di Spoleto, negli ultimi anni ha fatto soprattutto teatro (da segnalare specialmente la voce recitante – cioè Voltaire – nel Candide di Bernstein diretto da Jeffrey Tate e messo in scena dal San Carlo di Napoli). • Frasi «Gli uomini? Non mi hanno mai lasciato, dunque non so cosa si provi. Forse sono stata fortunata, o forse è che sono sempre di buon umore, senza motivo. Mia madre si stupiva: “Ma cos’ha questa bambina così allegra?”». • «L’ozio, lo eseguo magnificamente. Non sa come sono brava. Forse più ancora che nel mio lavoro». Giorgio Dell’Arti Il 30 aprile del 1888 nacque John Crowe Ransom, poeta statunitense
Postato da Grazia01 il Sabato, 30 aprile @ 21:21:57 CEST (411 letture)
![]() ![]() Il 30 aprile del 1888 nacque John Crowe Ransom, poeta statunitense († 1974) RANSOM, John Crowe. - Poeta e critico americano, nato a Pulask, Tennessee, il 30 aprile 1888. Laureatosi presso la Vanderbilt University nel 1909, insegnò per ventiquattro anni presso la stessa università, donde nel 1937 passò al Kenyon College. Il R. fu uno dei massimi esponenti. se non addirittura il fulcro, dei movimenti intellettuali "sudisti" detti dei "Fugitives" (dal titolo della rivista che il R. stesso diresse per un certo numero di anni) e "Agrarians". Egli dirige inoltre uno dei più affermati e stimati "little magazines", la Kenyon Review, divenuta, sotto la sua guida, una voce autorevole di quel New Criticism con cui l'opera critica del R. va associata (v. stati uniti: Letteratura, in questa App.). Al New Criticism era appunto intitolato un libro del R. apparso nel 1941 e divenuto famoso, in cui si esaminavano diversi tipi di "critica estetica". Tale volume seguiva altri contributi vitali e polemici del R. critico: da God without thunder: An unorthodox defense of orthodoxy, del 1930, a The South and the agrarian tradition, by twelve southerners dello stesso anno, a The world's body del 1938. Dal 1941 in poi l'attività critica del R. è divenuta più pratica che teorica o programmatica e si è andata svolgendo per lo più sulle colonne della Kenyon Review e di altre riviste specializzate. Essa è tutta di grande finezza e dignità. La poesia del R., colta, sottile, attinge alla tradizione locale, con un abile uso strumentale dell'ironia. L'arcaismo di cui si compiace scade a maniera solo nelle cose più deboli, ma assai più spesso è sentito, sia sul piano sentimentale che su quello intellettuale. John Crowe Ransom – Ragazze Azzurre Una poesia spiritosa, malinconica e cattiva di John Crowe Ransom nella traduzione di Attilio Bertolucci. ] ] ![]() RAGAZZE AZZURRE Ruotando le azzurre gonne lungo l’aiuola E sotto le torrette del vostro collegio Vi dirigete a udire il noioso ed egregio Maestro senza credergli una sola parola. Ora in bianchi nastri i capelli serrate E di quel che avverrà non curatevi più Di quanto se ne curano quegli uccelli blu Che chiacchierano in aria, passeggiano per terra. Esercitate, azzurre ragazze, la vostra bellezza In tempo, io con forti labbra ne griderò il valore Che nessuno di noi saprà mai nel suo fiore Fermare, tanta è la sua fralezza. Io vi racconterò una storia tutta vera: Conosco una signora dalla lingua pungente I cui occhi ora torbidi erano d’un lucente Azzurro… essa non tanto addietro era Anche più bella e cara di ciascuna di voi. John Crowe Ransom I sogni
Postato da Grazia01 il Domenica, 24 aprile @ 21:18:09 CEST (360 letture)
![]() ![]() I sogni È passato quel tempo. Il tempo dei sospiri lunghi e delle notti brevi. Ora il buio dilata le ore e i pensieri inondano lo spirito, oltre ogni argine. Ma i sogni, i sogni quelli si, i sogni regalano leggerezza a questa mia vita, che pure sempre cambia e che attendo ad ogni alba, più nuova e diversa. Grazia IL MOMENTO
Postato da Grazia01 il Sabato, 23 aprile @ 21:11:08 CEST (429 letture)
![]() ![]() IL MOMENTO C’è sempre un momento nel tempo che scorre resta sospeso nel vuoto un ricordo fugace è lì, tangibile confuso nel tumulto del cuore che batte si fonde e confonde tra i mille profumi sospesi nell’aria. In un turbinio di vento torna, lo sento tutto è colmo di quel solo momento. Tendo la mano svanisce con il vento. Ma, c’è un altro momento e un altro che viene. Bruno Gasparri Donna
Postato da Grazia01 il Sabato, 23 aprile @ 21:07:53 CEST (338 letture)
Il 20 aprile 1897 nacque Gustave Roud, poeta svizzero († 1976)
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 20 aprile @ 21:23:50 CEST (295 letture)
![]() Il 20 aprile 1897 nacque Gustave Roud, poeta svizzero († 1976) ![]() Tutto ormai a pezzi, come un gioco che gioco non è. La solitudine chiama talmente in alto sui cancelli che nessuno più la sente. Tra le luci tornate invernali, quando il sole è orizzontale e quasi acceca, è ancora il corpo a chiedere e la tragedia, lontana, può restare nella piega del ginocchio. ![]() Questa attesa così vasta. È luce che svanisce lenta in lembi; sopra, sempre, il coperchio del cielo, rattrappita la mano, stanchi gli occhi, la vita non afferra. Dentro il calore umido, i filamenti della stanchezza che tutto ha raccolto nel torpore dei giorni. Ma non è il tempo che fa paura, né la morte col suo gioco di specchi e desideri, è questo rarefarsi dell’oggi, a mano a mano che ieri si raccoglie nell’imbuto delle parole. Un lutto immenso, e non c’è nemmeno un volto amico, tra i morti o tra i viventi. A piedi nudi si va, in un altro deserto. ![]() Chiazze di luce, coni d’ombra: anche se dietro ogni volto ci sono scale che scendono a picco o salgono torcendosi nell’odio o nel sognare. La luce gialla sulla campagna. ![]() Questo ridere ha picchi e vallate, punti di vista e strettoie inaspettate, romba e scoppia s’ingolfa e strattona, sono gole dischiuse strofinate, un corpo solo, sono corpi molteplici e arditi e soltanto una voce. Talvolta è un’accalmìa, luminoso tacere, e nel tacere lo stazzonare dei tessuti, il clangore dei tacchi. ![]() Dentro l’alba alta la notte è il capriolo fuggito ai primi rumori, calda e suadente come un ventre di madre la sua traccia è rimasta nell’erba. Ma la traccia non ricorda, il sole la scalda e si riassorbe in silenzio. ![]() CHIUSA SUL MARE DEL NORD Sabbia dura, conchiglie piccolissime incrostate, vento forte a sorsi grandi, lenti e bianchi sulla linea del grigio, bassa l’acqua sulla spiaggia per chilometri, nell’alba di sale. Siamo arrivati qui, ai quattro venti raccolti in sogno dalla notte tra il gridare dei gabbiani, dopo anni a protendere le mani verso il fuoco. Ora bandiere che schioccano stridono ripetendo il grido, un mare che lava a morsi di vento anche i pensieri più pacati. È il piede che parla qui, ghiacciato nella frusta del settembre alla finestra del mare del nord, come una schiuma liberata finalmente dai sottintesi del linguaggio. E sui blocchi di cemento il miracolo delle scaglie d’acqua salata che colpiscono in fronte senza far male e un sole che compare e scompare nel ritmo dolce che macera l’udito, come se tutto fosse da sempre sospeso e fremente in questa forza che sovrasta, la volontà s’alza e scompare come un surfer che ha trovato la mano che lo solleva e lo porta tra le tante direzioni incostanti e i colori a migliaia del mare. Il cielo è così largo che gli occhi possono tuffarsi. Qui, dice un dispaccio marittimo, stamani: «Trovato il Nord». Le nuvole si spostano, le forme non importano, non si leggono più, non sono auspici, ma matrici della luce che cambia, rapida anch’essa, in un continuo trasfigurarsi, gioco d’ombre dominato dalla marea. ![]() Pierre Lepori, nato a Lugano nel 1968, vive a Losanna. Giornalista radiofonico, ha fondato la rivista queer “Hétérographe, revue des homolittératures ou pas” ed è traduttore dal francese (per Interlinea ha curato le opere del poeta svizzero Gustave Roud). Ha pubblicato due romanzi (Grisù e Sessualità), due saggi di storia del teatro e la raccolta di poesie Qualunque sia il nome (Casagrande, Bellinzona 2003, premio Schiller). I suoi libri sono tradotti in tedesco e francese. Alba
Postato da Letty il Domenica, 17 aprile @ 20:56:56 CEST (407 letture)
![]() ![]() Le mie lune sorgono inaspettate diventano lunghe notti affamate che ingoiano ingorde interi anni Si posano sulle curve dei palmi scavandoli ancora... La mia linea della vita si sfregia ma non esce sangue e nemmeno lacrime Posso solo chiudere tutto in un pugno di silenzio e lasciarle passare... Un giorno andranno Quel giorno sarò andata anche io. Letty Ciao
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