Sunday, January 17, 2021 - Network: [Magicamente.net - Storie e Poesie] [Quiz Arena - L'app dei quiz online] | |||||
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coppermine
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Achmatova
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Il 2 ottobre del 1944 nacque Abdulah Sidran poeta e sceneggiatore bosniaco
Postato da Grazia01 il Venerdì, 02 ottobre @ 20:06:15 CEST (3914 letture)
![]() Abdulah Sidran, poeta e sceneggiatore bosniaco nacque il 2 ottobre 1944 ![]() le nostre ardenti preghiere per la pace? Se ne infischia la Morte della lacrima della ragazza, se ne infischia la Morte delle preghiere dell’uomo » Abdulah Sidran, Pianeta Sarajevo ![]() L’INCUBO Che stai facendo, figlio? Sogno, madre mia, sogno che sto cantando, e tu mi chiedi, nel sogno: che stai facendo, figlio? Cosa canti nel sogno, o figlio? Canto, madre mia, che avevo una casa. E adesso la casa non ce l’ho. Questo canto, madre mia. Avevo la mia voce, o madre, e la mia lingua avevo. E ora non ho né voce né lingua. Con la voce che non ho, nella lingua che non ho, dalla casa che non ho, io canto la mia canzone, o madre. ![]() Le lacrime delle madri di Srebrenica di Abdulah Sidran Sarebbe meglio non fosse piuttosto che sia così come oggi è la nostra Srebrenica Nulla di morto né di vivente in lei può più abitare Sotto un cielo plumbeo l'aria di piombo mai nessuno ha imparato a mettersi nei polmoni Da lei fugge tutto ciò che ha gambe con le quali possa e sappia dove fuggire Da lei fugge tutto anche ciò che da nessuna parte se non sotto la terra nera può fuggire Gli ortodossi fuggono i nuovi come i vecchi i musulmani fuggono i vecchi come i nuovi E chi in qualche modo è rimasto vivo andato via e poi tornato neppure un inverno con l'estate ha messo insieme né un autunno con la primavera ma ha cercato quanto prima di andarsene da Srebrenica E quei cattolici nostri vicini e per loro Srebrenica per centinaia d'anni è stata l'amata e bellissima sede principe della loro buona e nobile comunità se ne sono andati da tempo Come se nella loro saggezza avessero saputo che sarebbe arrivato un tempo in cui non ci sarebbe più stata la buona Srebrenica Ci dicono da dieci anni ce lo dicono che in Bosnia la guerra è finita A noi spiegano e inviano istruzioni scritte che nel nostro Paese Bosnia Erzegovina la guerra è finita e che nessuno deve più guardare al passato Credono forse davvero che siamo vivi noi che stiamo qui e da questo luogo parliamo così come se davvero fossimo vivi Davvero pensano che si chiami salute davvero pensano che si chiami ragione ciò che in noi è rimasto della salute e della ragione di un tempo? Non vedono, non sentono forse non sanno forse che noi, quelli rimasti, siamo più morti di tutti i nostri morti, e che qui oggi, con la loro voce, la voce dei nostri morti, dalle loro gole, gridiamo e con il loro grido - noi parliamo? Non ci permettete di guardare al passato! E noi non lo guardiamo, ma è lui a guardarci! Voi dite: guardate al futuro! Ma noi, nessun futuro in nessun luogo riusciamo a vedere né vediamo che lui con un sol occhio guardi noi e neppure che ci veda e che di noi si preoccupi. Abdulah Sidran ![]() Abdulah Sidran (Sarajevo, 2 ottobre 1944) è un poeta e sceneggiatore bosniaco, figura emblematica della letteratura bosniaca. Collaboratore per alcuni anni di Emir Kusturica, è intervenuto poeticamente nel testo de “Il cerchio perfetto” (1997) di Ademir Kenovic. Tema dominante di alcuni suoi versi è stato il travaglio della sua città durante l'assedio. Il 2 ottobre 1879 nacque Wallace Stevens, poeta statunitense
Postato da Grazia01 il Venerdì, 02 ottobre @ 20:01:27 CEST (2514 letture)
![]() Il 2 ottobre 1879 nacque Wallace Stevens, poeta statunitense ![]() Dame unite d’America Le foglie non bastano a coprire la faccia che indossa. Così s’espresse l’oratore: “La massa è nulla. Il numero di uomini in una massa d’uomini è nulla. La massa non è più grande del singolo uomo della massa. Ogni massa promulga il proprio paradigma.” Le foglie non bastano a celare la faccia dell’uomo di questa massa morta e di quella. Il vento si può colmare di facce come di foglie, soffiare folate di bocche, e di bocche che piangono e piangono giorno dopo giorno. Potrebbero essere noi stessi, noi stessi risonanti, le nostre facce che ruotano attorno a una faccia centrale e poi di nuovo novunque, via via lontano? Eppure una faccia continua a tornare (mai quella), la faccia di un uomo della massa, mai la faccia che l’eremita su una lingua di sabbia avrebbe visto, mai il politico nudo istruito dal saggio. Le foglie non bastano a incoronare, a coprire, incoronare, coprire – e dillo – l’attore che alfine declamerà la nostra fine. ![]() Uomo e bottiglia La mente è la grande poesia dell’inverno, l’uomo, che per trovare quanto possa bastare distrugge dimore romantiche di rosa e ghiaccio nella terra della guerra. Più che l’uomo, è un uomo con la furia d’una razza d’uomini, una luce al centro di molte luci, un uomo al centro di uomini. Deve soddisfare la ragione sull’essenza della guerra, deve persuadere che la guerra è parte di se stessa, una maniera di pensare, un modo di distruggere, come la mente distrugge, un distogliere, come una delusione antica volge le spalle al mondo, una vecchia tresca con il sole, un’aberrazione impossibile con la luna, una volgarità di pace. Non è la neve che è pagina, penna. La poesia sferza più feroce del vento, mentre la mente, per trovare quanto possa bastare, distrugge dimore romantiche di rosa e ghiaccio. ![]() Sonà Il mondo fisico stasera è insensato e non ve n’è altro. C’è Già-ahi-me, seduto che suona la chitarra. Già-ahi-me è una belva. O forse la chitarra è una belva o forse sono due belve. Ma della stessa razza – due belve coniugali. Già-ahi-me è la belva maschio… un imbecille, che schiocca un suono. La chitarra è un’altra belva sotto al suo tip tap tap. E’ lei a rispondere. Due belve ma della stessa razza e poi non belve. Eppure due non proprio della stessa razza. Qui è così. Vi sono molte di queste belve che non si vedono mai, si muovono in modo che i passi siano lievi e quasi nulla. Oggi pomeriggio il vento e il mare erano così… E dopo un po’, con Già-ahi-me addormentato, un gran giaguaro in corsa provocherà un flebile fruscio. ![]() Conversazione continua con uomo silenzioso La vecchia chioccia bruna e il vecchio cielo celeste, tra i due si vive e si muore – la ruota di carro spezzata sul colle. Come se, al cospetto del mare, asciugassimo reti e rammendassimo vele e parlassimo di cose senza fine, della tempesta senza fine del volere, un volere e numerosi voleri, e del vento, dei numerosi significati nelle foglie, ridotti a uno sulle soglie, anello, di quella tempesta, con la masseria, la catena che chioccia turchese e cielo legava e la ruota spezzatasi mentre il carro passava. Non è una voce che sta sulle soglie. Non è un discorrere il suono che sentiamo in questa conversazione, ma il passo delle cose nel loro muoversi: l’altro uomo, il mostro turchese che si aggira dabbasso. ![]() Della superficie delle cose Nella mia stanza il mondo è al di là della mia capacità di capire; ma quando cammino vedo che consiste di tre o quattro colline e una nuvola. Dal mio balcone scruto l’aria gialla, leggo ciò che ho scritto: “La primavera è una bella che si sveste”. L’albero d’oro è blu. Il cantante s’è alzato il mantello sul capo. La luna è nelle pieghe del mantello. ![]() Wallace Stevens nacque a Reading il 2 ottobre del 1879 e morì a Hartford il 2 agosto 1955. Studiò giurisprudenza ma lasciò l'avvocatura per lavorare a Hartford come dirigente di una società di assicurazioni. Poeta di grande mestiere, fu sensibile a influenze della poesia europea, in particolare francese, da Baudelaire a Corbière e a Mallarmé. Nonostante i molti echi dei grandi romantici inglesi, soprattutto John Keats, la sua poesia va letta nel contesto del rinnovamento del linguaggio compiuto dal Modernismo letterario angloamericano. Dalla raffinata ed enigmatica eleganza della prima raccolta Harmonium (1924) alle riflessioni più politiche di Ideas of Order (Idee di ordine, 1936), ai poemi della tarda maturità, Stevens approfondisce il rapporto dialettico realtà-fantasia, con una spettacolare serie di variazioni e con una grandiosità progettuale ed esecutiva che lo impongono come uno dei poeti più consapevoli e compiuti del Novecento non solo in America. Nel 1955 la raccolta delle sue poesie gli valse il Premio Pulitzer per la poesia. In Italia la poesia di Stevens fu tradotta tempestivamente nel 1954 da Renato Poggioli, che intrattenne un'ampia corrispondenza con Stevens e ne citò stralci nel commento alla raccolta Mattino domenicale ed altre poesie (1954). Dagli anni 1980 sono apparse numerose altre traduzioni commentate, anche se Stevens rimane un poeta per poeti sia in America che all'estero. La rivista semestrale The Wallace Stevens Journal, edita dalla Wallace Stevens Society, è interamente dedicata a studi di carattere specialistico del poeta di Hartford, ma comprende anche omaggi di poeti americani ed europei. Infatti Stevens è uno degli scrittori del Novecento su cui la critica si è più soffermata e continua a dibattere. Lievemente inferiore è stato il suo influsso in Inghilterra. Si veda il volume di saggi critici Wallace Stevens Across the Atlantic, a cura di Bart Eeckhout e Edward Ragg, prefazione di Frank Kermode (Hampshire, Palgrave, 2008). La potenza del pensiero
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 settembre @ 21:25:37 CEST (3058 letture)
![]() ![]() La potenza del pensiero muta il destino. L’uomo semina un pensiero e raccoglie un’azione; semina un’azione e raccoglie un’abitudine; semina un’abitudine e raccoglie un carattere; semina un carattere e raccoglie un destino. L’uomo costruisce il suo avvenire con il proprio pensare ed agire. Egli può cambiarlo perché ne è il vero padrone. Swami Sivananda A cinquant'anni si è più intelligenti.
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 settembre @ 20:03:13 CEST (2971 letture)
![]() ![]() A cinquant'anni si è più intelligenti. Perché, maturando, si impara a cogliere l'essenza della vita. Lo dice la scienza: intorno alla metà dell'esistenza il nostro quoziente aumenta. Magari il ragionamento perde velocità, ma guadagna in qualità. Perché andiamo al cuore del problema senza rimanere impigliati nei dettagli. " Il pensiero è una specie di cammino, ha bisogno di una tappa dopo l'altra, senza ritmi forzati" dice la psichiatra Donatella Marazziti. " Il cervello non smette mai di crescere e la mente diventa sempre più selettiva. Come un occhio che, davanti al bersaglio, non vede più tanti cerchi, ma soltanto il centro. E sa colpirlo."... ![]() Proviamo a paragonare la vita ad un quadro. Da giovani stiamo lì a guardarlo da vicino, non ci perdiamo un particolare, riconosciamo le pennellate, i tocchi di colore, scorgiamo piccoli oggetti introvabili. Però, basta fare un passo indietro e, da una certa distanza, il dipinto ci appare nel suo insieme. Così lo vediamo davvero in tutta la sua portata: l'immagine, i simboli, la bellezza, le emozioni. Ecco, l'intelligenza di chi ha passato la maturità assomiglia agli occhi, anzi alla mente, di chi osserva da lontano: solo così coglie il significato profondo della vita. Magari non si vede la piumetta tremula del cardellino, ma si capisce tutto di quell'uccellino... Fonte: F settimanale Cairo editore Il 21 settembre del 1852 nacque il poeta Giovanni Marradi
Postato da Grazia01 il Lunedì, 21 settembre @ 20:51:34 CEST (3559 letture)
![]() ![]() QUERCIA ABBATTUTA Tu giaci, quercia; e quante volte, al blando tuo rezzo verde che il villino ombrava, vedesti i bimbi, in compagnia dell'ava, saltar d' intorno a lei, rosei vociando! Ed or che il verno addensa la bufera, or che a colpi di scure ad una ad una cascarono le tue braccia sfrondate, gioconderai d’alacri vampe a sera le veglie della casa, ove raduna l'avola i bimbi a novellar di fate; mentre in lei fisse, trepide, incantale, le testine auree nell'opaca sala splendono al focolare, in cui s'esala il tuo spirito antico, alto fìammando. ![]() Firenze Un limpido sorriso il mattutino aere inazzurra, e umida di guazza si rianima al dì, col suo divino popol di statue, la divina piazza. Sui dolci poggi là del Casentino sfumano accese al vento che le spazza nuvole d'oro: qui nel ciel turchino un'allegria di rondini schiamazza. Maggio trionfa. Del suo riso, in festa, ridon le antiche vie, gli atri severi, gli affreschi d'ogni loggia e d'ogni sala. E la città dei fiori àpresi a questa onda d'incensi, che da' suoi verzieri e dalle ville fiesolane esala. ![]() La morte di Anita E Anita muore. Quella bruna testa, che passò fra i baleni alta e tranquilla sotto un perpetuo rombo di tempesta, langue riversa, mentre il vespro brilla, sopra un guancial pietoso, aprendo immota sul dolce Eroe la vitrea pupilla. Fissando ancor la cara faccia nota, ecco velarsi l'occhio moribondo che in una lenta lacrima le nuota, e tutto, a quel velato occhio profondo, impallidire su la ravegnana pineta il cielo e scolorire il mondo. Come un lamento d'anima lontana, per la penombra che quieta scende, piange per l'aria un pianto di campana. Anita muore. Levasi e s'accende quel cereo viso a un tratto: al guarda inerte forse un' estrema vision risplende. Oh verdi, interminabili, deserte distese della Pampa! Oh pascolanti saure, del fren della sua mano esperte! vi ella crebbe con l'alte erbe ondanti, ivi Ei le apparve, biondo come il sole, e la guardò cogli occhi scintillanti ... Sfumavasi in pallori di viole l'adriaco vespro, e all'amor suo nel petto, fra quell'umide mura ignote e sole, ella piegò. Con ansioso affetto, ei la chiamò, chiamò con passione impetuosa il bel nome diletto: e in desolata disperazione la violenza del compresso duolo dal cuor gli uscì. Quel core di leone poteva ormai ben piangere: era solo. Giovanni Marradi ![]() Giovanni Marradi nacque a Livorno il 21 settembre 1852 e morì a Livorno il 6 febbraio 1922 Letterato e poeta risorgimentale, celebre per temi patriottici (Rapsodie Garibaldine) e amorosi (Canzoni moderne e Fantasie marine). Studiò a Pisa e Firenze e si distinse nella sua carriera di insegnante in varie università, come ispettore a Massa Carrara e critico letterario.nInneggiò poeticamente a Guglielmo Oberdan, augurando la maledizione rivoluzionaria degli slavi sull'Impero Austro-Ungarico. Fu sepolto nel Famedio di Montenero, a Livorno. Fonte Wikipedia Il 18 settembre del 1902 nacque Jorge Carrera Andrade
Postato da Grazia01 il Venerdì, 18 settembre @ 22:11:42 CEST (3089 letture)
![]() Poesie di Jorge Carrera Andrade ![]() Sono l'uomo universo Io sono l'abitante delle pietre senza memoria, sete d'ombra verde; il popolano di tutti i villaggi e delle prodigiose capitali; sono l'uomo universo, marinaio di tutte le finestre della terra stordita dai motori. Sono l'uomo di Tokyo che si nutre di pesciolini e bambù, il minatore d'Europa, fratello della notte; l'operaio del Congo e della spiaggia, il pescatore della Polinesia, sono l'indio d'America, il meticcio, il giallo, il nero: io sono tutti gli uomini. Sopra il mio cuore firmano le genti un patto eterno di vera pace e fraternità. ![]() Rondini Che mi cerchino domani. Oggi ho appuntamento con le rondini. Nelle piume bagnate dalla prima pioggia giunge il messaggio fresco dei nidi celesti. La luce va cercando un nascondiglio. Le finestre voltano folgoranti pagine che si spengono improvvise in vaghe profezie. Fu un paese fecondo ieri la coscienza. Oggi campo di rocce. Mi rassegno al silenzio ma comprendo il grido degli uccelli il grido grigio d'angoscia di fronte alla luce soffocata dalla prima pioggia. ![]() Verrà un giorno Verrà un giorno più puro degli altri: scoppierà la pace sulla terra come un sole di cristallo. Una luce nuova avvolgerà le cose. Gli uomini canteranno per le strade ormai liberi dalla morte menzognera. Il frumento crescerà sui resti delle armi distrutte e nessuno verserà il sangue del fratello. Il mondo allora apparterrà alle fonti e alle spighe che imporranno il loro impero di abbondanza e freschezza senza frontiere. ![]() Jorge Carrera Andrade (Quito, 18 settembre 1902 – Quito, 9 novembre 1978) è stato un poeta, storico e diplomatico ecuadoriano, considerato uno dei più originali poeti dell'America spagnola contemporanea.Grazie alla sua attività di diplomatico ha soggiornato in tutto il mondo, a cominciare dal 1928 quando si trasferì per la prima volta in Europa. È stato console in Perù, Francia, Giappone, Stati Uniti. Nel prosieguo della sua carriera è diventato ambasciatore in Venezuela, Gran Bretagna, Nicaragua, Francia, Belgio, e Paesi Bassi. Ha assunto anche l'incarico di Segretario di Stato in Ecuador.Poliglotta, colto e studioso di antropologia culturale e di storia americana, coltivò sin da giovane la sua principale passione: la poesia. La sua prima raccolta, El estanque inefable risalì al 1922, mostrando una mescolanza di elementi romantici e simbolisti europei e francesi in particolar modo, modernisti europei ed americani. Nelle opere successive, La guirnalda del silencio del 1926 e Boletines de mar y tierra del 1930, Carrera si accostò ai modelli di avanguardia al punto da venir definito "poeta indofuturista".Nei decenni seguenti, Carrera espresse un sua visione poetica sempre più personale e ampia, impregnata dall'anelito di cogliere l'universo in ogni suo aspetto. Questa fu la spinta propulsiva e la vena creative di Rol de la manzana del 1932, La hora de las ventanas iluminadas del 1938, Microgramas del 1940, El visitante niebla 1947, Dictado por el agua del 1951, Familia de la noche del 1953 e Hombre planetario del 1960. L'opera Poemas como la vida del 1962 rappresentò uno dei momenti più alti della lirica creativa di Carrera, grazie alla orchestrazione di colori, suoni, immagini, volti, emozioni e cose tutte trasfigurate in una atmosfera magica.[1] In questa perenne riscoperta del cosmo svincolata da regole, norme, codici di movimenti o di scuole risiede uno dei punti di forza della espressività libera di Carrera. Durante la sua permanenza negli Stati Uniti, Carrera ebbe l'occasione di imbastire relazioni con il mondo letterario americano, tra le quali emerse in particolare modo la sua collaborazione con Muna Lee, che tradusse la raccolta di poesie intitolata Secret Country, pubblicata nel 1946.I suoi lavori sono stati analizzati, osservati da vari critici e letterati come John Malcolm Brinnin, H.R. Hays, Archibald MacLeish, Carl Sandburg, William Jay Smith e William Carlos Williams; inoltre le sue raccolte meritarono traduzioni in diverse lingue, quali il francese, l'inglese, l'italiano e il tedesco e si diffusero pressoché in tutto il mondo. Intorno agli anni sessanta rappresentò la sua nazione presso l'UNESCO. Nel 1972 venne pubblicata la raccolta Obra poetica completa, un'antologia comprendente tutto il suo lavoro precedente. Oltre alla liriche, Carrera ha pubblicato libri di saggistica, di storia (La tierra sempre verde, 1955) e una autobiografia intitolata, El volcan y el colibri (Il vulvano ed il colibrì). Una volta esaurita la carriera di diplomatico, nel 1969, Carrera intraprese quella di docente universitario presso la SUNY Stony Brook, a Long Island Trascorse gli ultimi anni di vita nella sua città nativa occupandosi della gestione della National Library of Ecuador. Durante e dopo la sua vita il suo lavoro è stato a lungo paragonato a quello di Borges, Neruda, Paz e Vallejo ottenendo il riconoscimento di aver sviluppato uno dei temi lirici più interessanti nel XX secolo in Sudamerica. L'anno 2002 è coinciso con il centenario della nascita di Carrera e quindi gruppi di intellettuali ecuadoriani hanno celebrato la vita e le opere di Carrera in varie manifestazioni. Fonte: Wikipedia Il 18 settembre del 1905 nacque a Stoccolma Greta Garbo
Postato da Grazia01 il Venerdì, 18 settembre @ 21:37:57 CEST (5322 letture)
![]() ![]() Greta Garbo, nome d'arte di Greta Lovisa Gustafsson (Stoccolma, 18 settembre 1905 – New York, 15 aprile 1990), è stata un'attrice svedese, fra le più celebri di tutti i tempi. Sedusse generazioni di appassionati di cinema con il suo carisma e il suo fascino misterioso. Per la sua bellezza e per la indiscussa bravura, venne soprannominata la Divina. ![]() Grazie al suo talento fu apprezzata in pellicole come Grand Hotel, La regina Cristina o Anna Karenina, attrice di punta della MGM.Sul grande schermo Greta Garbo è stata anche spia, regina del doppio gioco, assassina, aristocratica, moglie infedele, ammaliatrice e donna irresistibile, cortigiana e prostituta. Nel 1939 Ernst Lubitsch intravide le sue ulteriori potenzialità e ne fece la protagonista di un'esilarante commedia, Ninotchka (1939), in cui la diva dimostrò insospettate doti di attrice brillante e dove, per la prima volta sullo schermo, la si vide ridere (il film venne infatti lanciato con lo slogan "Garbo laughs", ovvero "la Garbo ride"). ![]() Dopo la delusione per l'inatteso e clamoroso insuccesso del film Non tradirmi con me (1941), a soli 36 anni Garbo decise di ritirarsi dalle scene e per il resto della sua esistenza sfuggì sempre la notorietà: le sue ultime interviste, fra le poche rilasciate, risalgono al 1928, alla scrittrice Rilla Page Palmborg, e al 1929, al cronista del New York Times Mordaunt Hall. Greta Garbo diventò cittadina statunitense nel 1950. ![]() Nel 1950 la rivista Variety nominò Garbo migliore attrice dei primi cinquant'anni del secolo; un premio Oscar alla carriera le fu conferito nel 1954. Come migliore attrice era stata candidata quattro volte dall'Academy Awards, senza mai vincerlo. ![]() Dal ritiro dalle scene fino alla morte, avvenuta al Medical Center di Manhattan nel giorno di Pasqua del 1990, l'attrice condusse una vita assolutamente riservata, cercando il più possibile di evitare giornalisti e fotoreporter. Riuscì a non rilasciare mai alcuna intervista, ma non poté impedire di essere fotografata. L'American Film Institute ha inserito la Garbo al quinto posto tra le più grandi star della storia del cinema. Disse: ![]() “Veramente ricco è soltanto colui che possiede il cuore di una persona amata.” ![]() “Amare le persone significa imparare le canzoni che sono nel loro cuore, e cantargliele quando le hanno dimenticate.” ![]() “C'è qualcosa di meglio del desiderare qualcosa, quando sai che è alla tua portata?” Gentilezza
Postato da Grazia01 il Domenica, 13 settembre @ 21:00:57 CEST (2981 letture)
![]() ![]() GENTILEZZA Prima di sapere che cosa sia veramente la gentilezza devi perdere delle cose, devi sentire il futuro dissolversi in un momento come il sale in un brodo leggero. Ciò che tenevi nella mano, quello che avevi contato e conservato con tanta cura, tutto questo deve andarsene così saprai quanto possa essere desolato il paesaggio fra le regioni della gentilezza. Come tu vai avanti a viaggiare, pensando che l'autobus non si fermerà mai, così i passeggeri che mangiano pollo e mais, continueranno a guardar fuori dai finestrini per sempre. Prima di imparare la dolce gravità della gentilezza, devi viaggiare fin dove l'Indiano, nel suo poncho bianco, giace morto sul ciglio della strada. Devi capire che potresti essere tu quell'uomo e che anche lui era qualcuno che viaggiava nella notte con dei progetti e con il semplice respiro che lo teneva in vita. Prima che tu riconosca la gentilezza come la tua cosa più profonda, devi riconoscere il dolore come l'altra cosa più profonda. Devi svegliarti con il dolore. Devi parlare al dolore finché la tua voce non avrà afferrato il filo di tutte le sofferenze e avrai dunque visto l'intero tessuto. Allora sarà solo la gentilezza ad avere senso, solo la gentilezza che ti allaccia le scarpe e che ti fa uscire incontro al giorno ad imbucare lettere o comprare il pane, solo la gentilezza che alza la testa in mezzo alla folla del mondo per dire è me che hai continuato a cercato, e che poi ti accompagna ovunque come un ombra o un amico. Naomi Shihab Nye I suoni del creato
Postato da Grazia01 il Domenica, 13 settembre @ 20:58:34 CEST (36050 letture)
Siamo il frutto del nostro passato...
Postato da Grazia01 il Domenica, 13 settembre @ 20:54:27 CEST (2876 letture)
Ode alla gentilezza scomparsa
Postato da Grazia01 il Domenica, 13 settembre @ 20:52:36 CEST (2811 letture)
![]() ![]() Ode alla gentilezza scomparsa Notai un avviso, un giorno, appeso su di un palo. Diceva “sparita gentilezza” – del tutto, insomma, non in calo. Sotto spiegava, in caratteri più piccoli ma scritti con uguale attenzione che al momento della scomparsa indossava solo un gran sorriso. Di segni particolari non c’era la menzione. L’ultima volta era stata vista mentre aiutava una donna anziana, la strada, ad attraversare. Poi era sparita senza neppure permettere alla signora di ringraziare. La cercano da tempo, dovunque. Sono andati persino alla televisione ma il presentatore, temendo un repentino calo degli ascolti, ha interrotto l’annuncio rimpiazzandolo con la televendita di un macchinone. C’è chi dice che si sia allontanata volontariamente altri sostengono che sia stata rapita da un noto latitante. C’è chi chiama ancora per segnalare di averla avvistata a un angolo di strada, in una monetina lanciata nel cappello di un mendicante o in una mano, allungata per tirar giù dal treno, la valigia pesante di un passeggero claudicante. Ma poi quando qualcuno si reca a controllare nessuno, dove sia finita, sa più dire. Slawka G. Scarso Carmen Boullosa nacque a Città del Messico il 4 settembre 1954
Postato da Grazia01 il Venerdì, 04 settembre @ 21:47:18 CEST (2847 letture)
![]() ![]() Carmen Boullosa è nata a Città del Messico il 4 settembre 1954. Scrittrice di poesia, narrativa e teatro. Le sue prime raccolte poetiche sono del 1978: "El hilo olvida" e "La memoria vacía". L'anno successivo esce "Ingobernable" nella prestigiosa collana «Cuadernos de poesía» dell'Università Autonoma del Messico (UNAM). Seguono "Lealtad", nel 1980, e "La salvaja", nel 1987. È sposata con lo scrittore messicano Alejandro Aura, con il quale ha gestito per anni centri culturali e ricreativi («el cuervo», teatro-bar, 1983-86, e «el hijo del cuervo»). Hanno due figli, María e Juan. ![]() Allucinazioni Nel suo letto di carbone e ruggine, il cadavere delira: immobile vede incrociarsi le pericolose spade e urtarsi a destra e a sinistra senza posa. Il cadavere ascolta: Pungono pezzi del letto le spade, fanno saltare gli spigoli delle pietre, forano il pavimento di sabbia battuta. Sollevano schegge, muffa, scaglie di ruggine. Fanno volare capitelli e duri angoli, s'incastrano, si liberano delle incastrature. Il cadavere sospira: non c'è riposo? (domanda) non si potrebbe sognare come il vento lima le pietre, come le piante dei piedi sostengono il primo passo del bimbo? Il sorriso del primo passo, domanda. Immobile il cadavere ascolta la disperazione dell'amplesso, vede le spade, la nudità, il gemito della donna, il gemito dell'uomo; mormorano, si temono l'un l'altra. Abbandonano la parvenza dei loro visi. I loro corpi sono ventri schiantati, il muscolo ferito nella febbre del galoppo, quella zampa spaccata del cavallo! Non si potrebbe ascoltare il dolce strofinio dell'amplesso? Entrambi son diventati lacerazioni, sono lame e fiamme e lo strappo del puledro e l'armatura schiantata dallo sparo. Non hanno pietà. Il cadavere delira. Dovrebbero cadere in acqua!, dice il cadavere. Mollare le spade, smettere di mangiarsi l'un l'altro! Rimanere. Abbandonare il tradimento, mettere a posto le mandibole, non scardinarsi. Chiudere le gambe. Piegare le ginocchia. Appoggiarle agli inginocchiatoi del tempio dove i corpi si recano vestiti. Lì nessuno si corica, nessuno brandisce la spada aspra della nudità! Dimenticare il bieco appetito, la disperanza, e di fronte a tutti coperti dall'acqua densa e tiepida degli sguardi, abbracciarsi a vicenda. Gettate le spade! Non uccidete né tagliate! Smettete un momento di ammazzarvi! ![]() Identità Mi voglio sedere a ridere di lei, ora che posso, ora che non vengono a cercarmi prepotenti, a chiedermi, ad esempio, un sorriso, per piacere, o senza per piacere, l’abbraccio, il come è andata, ti vedo bene. Io non c’entro nulla con lei e se sono anni che ne inseguo il nome non è (andiamo, ne sono sicura!) quello che voi urlate in questo momento per dirmi di venire a cena. ![]() La gigante A passi lunghi si muove la gigante. Calpesta forte, fa rimbombare le pareti. Dovrebbe piegarsi per passare dalle porte, lo sa, dovrei piegarmi per stare sotto il tetto: La notte mi ha reso sconfinata ![]() La strega Tutti sanno che scompaio, tranne te. Dormo con te e cerco ogni notte di non togliermi le gambe e non uscire dal letto la verità è che scompaio, ma con te (lasciami crederci!) sono come una perla generata dalla mia triste anima grinzosa ![]() Sangue Se è la luna che governa le maree, quale strano astro comanda il sangue dei nostri due corpi diversi? È un astro che i tuoi occhi non potrebbero vedere, neanche i miei, vive nascosto dalla luna e dal sole. La sua materia crudele gioca con i segni delle sue particelle senza paura di mettersi in pericolo, di scoppiare, o cambiare forma, ridiventare minime parti, asteroidi in orbite diverse o polvere, sparsa polvere pellegrina. Un astro assurdo. È a causa sua che il mio sangue tende verso il tuo. Se esso non prova nessuna inclinazione verso di me, allora sarà che sei tu a condurre quello mio, che sei tu la mia luna. Tu quello che comanda la mia tendenza. Attraverso le tue vene che non scoppiano circola questo sordo sensato, il tuo sangue calcareo. Carmen Boullosa Traduzione: Martha Canfield Petr Král nacque il 4 settembre del 1941
Postato da Grazia01 il Venerdì, 04 settembre @ 21:34:55 CEST (2401 letture)
![]() La poesia resta una creazione oltre la ragione e la realtà, però passa nel corpo dell’autore, attraverso di esse. La ragione che va oltre la ragione assume in sé quegli “integratori emotivi” che la qualificano. ![]() Petr Král nacque a Praga il 4 settembre del 1941. E' uno scrittore e poeta ceco, è un classico vivente della letteratura ceca. Poeta, saggista e traduttore studia drammaturgia all’Accademia cinematografica FAMU di Praga e nel 1968, dopo l’invasione russa, emigra a Parigi. Nel 1986 riceve il premio Claude Sernet per la raccolta di poesie Pour une Europe bleue (Per un’Europa blu, 1985). Tra le numerose sue raccolte possiamo ricordare Dritto al grigio (Právo na šedivou, 1991), Continente rinnovato (Staronový kontinent, 1997), Per l’angelo (Pro Anděla, 2000) e Accogliere il lunedì (Přivítat pondělí, 2013). È anche autore di prosa e curatore di varie antologie di poesia ceca e francese e nel 2002 ha curato e tradotto per Gallimard Anthologie de la poésie tcheque contemporaine 1945-2002 (2002). Importante è anche la sua attività di critico letterario, cinematografico e d’arte; è autore di saggi e articoli sul cinema, contributore alla famosa rivista Positif ed ha pubblicato due volumi sulle comiche mute. ![]() Tutto sul crepuscolo Il giorno va spegnendosi malinconico sul duomo lontano, i motociclisti con un unico movimento s’incurvano sotto gli alberi verso la notte, ricotti dall’antica fiaccola – e la prima stella è una lacrima, diamante grippato nel velluto azzurro dell’attimo e del suo rovescio, della tomba interiore e del silenzio sui dispersi, che ancora indugia sul bosco bruciato. Il giorno va spegnendosi sul duomo lontano, i motociclisti con un unico movimento s’incurvano verso la notte, la prima stella è una lacrima. Sul duomo in lontananza, dolce, malinconica, con un unico movimento s’incurva sotto gli alberi come verso il fondo della grotta, lacrima amara ma ossessiva nel velluto azzurro dell’attimo e del suo rovescio. Il giorno si spegne, va spegnendosi sulla cupola lontana, come se l’ora più luminosa avesse lontana all’orizzonte, sul fondo rosato della gola un sapore dolce, la visione della Roma mancante, che la malinconica estende dietro se stessa. Con un’unica incurvatura sotto gli alberi del boulevard, con un unico nitrito animalesco, che sale dalla sella oscurante; come rovinano qui su di noi, ricotti dall’antica fiaccola, ci uniscono nonostante l’estraneità delle sue macchine solo con la grotta familiare della notte sul fondo di noi stessi. La prima stella è una lacrima, diamante grippato nel velluto azzurro dell’attimo e del suo rovescio, tomba interiore a silenzio dei dispersi che indugia sul bosco bruciato. Sotto gli alberi nell’esilio del boulevard la notte che va spandendosi non è più di un sollievo temporaneo dall’abbraccio dell’ombra meridiana. ![]() Caduta E in ogni bottiglia vuota c’è ancora una goccia. Col tuo pettine e il sapone dalla valigia rovesciata cadono anche le spille nere della forcina, che vedi per la prima volta. Da quale tasca persino segreta dl cosmo deserto – L’esile forcina non toglie o aggiunge nulla, appena un trattino di ferro tra il giorno e la notte, tra la pelle morbida e la pelliccia minacciosa del mondo. Senza di essa però qui manca una virgola per la redenzione. Pace con lei e con te. Tu e la forcina nella stessa giornata vuota. ![]() Evo moderno Gli eroi sono andati via; al loro posto infila il corridoio soltanto il sospiro di spettri di flanella, nel cassetto a ricordo dell’antica gloria del corpo soltanto un ciuffo di peli dimenticato. Niente allori, maschere dorate di collera o benevolenze divine: solo un busto stinto senza faccia all’angolo della mensola, scarabocchiato rapidamente dal gesso della paura. La breccia del fulmine passa senza fretta per la grigia pietra del ponte I lampioni sono comunque tornati all’imbrunire, per continuare a vegliare le stoffe nel silenzio dei negozi. ![]() Paese di naufragi Siamo qui entrambi, ma allo scorcio; per metà in ciò che c’è qui, per metà in ciò che manca, senza pressione: condividiamo un dormiveglia, la completezza del vuoto incagliato tra i rami sulle nostre teste, la gloria, che ci evita con discrezione, finché non si riversa, intera e senza macchia, anche attraverso l’orizzonte dei corpi. Ancora all’ombra della costruzione orfana cadiamo soltanto a lungo verso il bordo delle nostre convinzioni, ai piedi del silenzio fiammeggiante dall’alto nello sguardo opposto, nel volto nudo colto dal crepuscolo serale nell’imbarazzo dell’incompletezza. A tratti un libro riposto o un pettine si freddano nella polvere. Sull’erba del terrapieno bruciato, sulla sella della collinetta vicina il vuoto intanto si accresce – di cicatrice in cicatrice – nella nuova casa chiara. ![]() Avanguardia Il leggero trotterellare di uno scroscio di pioggia solo a volte portò sollievo al bosco, finché quello riaprì le sale al sole e nel suo fulgore dietro di noi s’impietrì glorioso, trattenne il suo respiro pastello in ogni albero e siepe, grigiastro, rosato, vellutatamente ingiallito, finché ci guidò con lo sguardo l’intera massa iridescente, la folla leggermente serrata. Di nuovo ci veniva chiesto solo un lontano stupore, le gesta di testimoni, coi quali come su un antico dipinto per un attimo ci ritirammo sorpresi a margine del percorso davanti al tronco di un albero rovesciato, sepolta metropoli spiantata con la terra tra le radici; null’altro che immemorabile pesantezza e sopra qua e là già l’ignota leggerezza della luce che sale attraverso la verde spuma, la lieve punteggiatura delle foglie nuove – Camminavo per ultimo, eravate davanti a me solo le fresche silhouette, vicine, presentite, le vostre graffiature oscure nella pioggerella d’oro ignoto facevano strada, celavano il traguardo, io riconoscente dietro di voi, avrei voluto procedere così in eterno, lame d’oro, d’umido, la verdeggiante notte oltre gli alberi, oltre la tempesta, sorseggiare la vostra risata col mio silenzio, leggere nella lucentezza d’un tratto il nero spoglio dei vostri tratti, vicino, deserto come io stesso, già in eterno in quell’attimo lì sotto gli alberi e in nessuno dei luoghi ![]() Primavera-di-Praga Quello che sta pagando ed uscendo dal locale dove non lascia nulla solo con niente in tasca senza cicatrici con anticipo o con ritardo esce in orario non tiene nulla nella cornice della porta mentre la pulisce lievemente con la spalla languida Senza grassi appena orlato dal resto della luce è soltanto una risata ciò che manca nella sala alle spalle Bisbiglii ai tavoli calcoli semplici sono dietro di lui flaccido strascico Esce tutti i problemi ancora in sua attesa Irradiato dal buio desertico che gli sbadiglia accomodante vi aggiunge già la firma la scava arruffa con la testa Dapprima vi sveglia le piazze nude quello che sta uscendo per bere dalle cantine dell’attimo Petr Krá traduzioni di Antonio Parente Briciole d'amore
Postato da brunouk il Giovedì, 03 settembre @ 19:33:56 CEST (3844 letture)
![]() ![]() Briciole d'amore Scorrono le mie ore disperse nel mutabile tempo assopite tra le ceneri faville dell’indomito fuoco d’essere. L’incanto di questa notte avvolge la Terra che dorme celato dal buio dissacrato paradiso brivido! L’eterno avanza, il divenire prigioniero nel rintocco d’ora evapora nell'imponderabile destino. L’universo mi fa da scialle ricordi solo polvere bianchi tornelli soffiati lontano dal vento ammaglianti spazi vuoti d’insonne notte ombra, il tuo riflesso mi ricorda di vivere pellegrinando nel folle fragore della solitudine passi incerti, orme sulla sabbia cancellate dal lento riflusso dell’onda. Mentre a est rischiara il cielo attendo primo sole riscaldi le spalle da troppo tempo ricurve su tramonti mentre la notte ammicca nella malinconia la nuova giornata s’allunga timidamente sbadiglia giocando con ribelli briciole d’amore. Bruno Gasparri Veil
Postato da Letty il Giovedì, 03 settembre @ 19:23:31 CEST (2859 letture)
![]() ![]() Veil Sono una fatica continua Un impegno costante Sono silenziosa eppure ti interrogo maniacale Ho occhi mai sereni che si posano su ogni sussurro pesandolo ad anima Scrutando incrinazioni e toni Mi insospettisce la quiete e mi calma il vento Vorrò sempre mani inquiete che mi rovistino il cuore Baci impetuosi che sappiano di mare Se non ti abbatterai su di me come tempesta non potremo essere cielo Ma niente più d'un pallido velo. Letty Un tempo
Postato da brunouk il Mercoledì, 26 agosto @ 22:13:31 CEST (3281 letture)
![]() ![]() Un tempo Un tempo l’orizzonte era meta ora per nascondermi ad indiscreti sguardi d’inutili parole virgole e punti come polvere in sospensione e silente pianto nel nulla disperde ogni aspirazione. Intensi ricordi d’aurora dipinti l’abbraccio all’albero è un gesto di preciso l’ora nell’intimo vira scandito il minuto nel grigio celato silenzi come doni tutto si traduce in amore. Non so! Forse era solo un’istante fa momenti da raccontare in poesia colori da dipingere su tela pregiata si! Lasciarti nel quotidiano mio è solo inderogabile passaggio d’essere ma prima che il mio sole arrossisca al tramonto ti voglio stringere a me e dirti: Ti Amo. Bruno Gasparri La Pazienza
Postato da Grazia01 il Lunedì, 24 agosto @ 21:59:45 CEST (3474 letture)
Amare
Postato da Grazia01 il Domenica, 23 agosto @ 13:14:04 CEST (3853 letture)
Un cielo di cartone
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 19 agosto @ 19:09:47 CEST (4114 letture)
Nuvola bianca
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 19 agosto @ 19:03:15 CEST (2047 letture)
![]() ![]() L'uomo libero è come una nuvola bianca. Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta, e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono. Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione. Osho Rajeneesh Bellezza
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 19 agosto @ 18:59:38 CEST (2226 letture)
L'8 agosto è l'anniversario della nascita di Sara Teasdale
Postato da Grazia01 il Sabato, 08 agosto @ 22:17:51 CEST (2762 letture)
![]() Anniversario della nascita di Sara Teasdale che nacque l'8 agosto del 1884 a Saint Louis e morì il 29 gennaio del 1933 a New York. E' una poetessa molto famosa negli Stati Uniti specialmente fra le giovani generazioni, la sua esistenza è trascorsa tra problemi di salute che non le permisero di frequentare regolarmente una scuola pubblica e amori che credeva eterni, ma che non erano per lei, scoprirà tardi soltanto 4 anni prima del suicidio la sua omosessualità che forse rimase latente per troppi anni, un fardello troppo pesante per la sua fragile mente. Premi: Premio Pulitzer: Menzione speciale ![]() Devi amarmi così Tu devi amarmi con tutto il tuo cuore, o non darmi nemmeno un po' d'amore. Misera cosa è un amore a metà: non è né prigionia né libertà. È con l'anima che mi devi amare oltre che con il corpo, lietamente, o ad un'altra il tuo amore dedicare e me ne importerà ![]() Dopo la separazione Oh, ho seminato il mio amore così ampiamente Che egli lo troverà ovunque: Lo sveglierà di notte, Lo abbraccerà nell'aria. Poserò la mia ombra alla sua vista. E l'ho alata col desiderio, Che può essere una nuvola di giorno e di notte un pozzo di fuoco. ![]() Il bacio nello sguardo A primavera Stephen mi ha baciata E Robin in autunno – Colin poi semplicemente, mi ha solo guardata – nemmeno il cenno d'un bacio da lui. Ecco: il bacio di Stephen l'ho scordato, quello di Robin pure in fumo è andato, ma il terzo bacio, in quegli occhi di brace, giorno e notte m'insidia, senza pace ![]() La vita è ricca di amorosi incanti La vita è ricca di amorosi incanti, di splendide visioni luminose - onde azzurre spumose alle scogliere, garruli fuochi in lingue scintillanti, volti di bimbi in estasi sognanti come coppe imbevute di chimere. La vita vende gli amorosi incanti, nella pioggia il pineto profumato - c'è la musica, un alto arco dorato, caldi abbracci, devoti sguardi amanti, delizie dello spirito incorrotte, visioni come stelle nella notte. Spendi tutto per doni come questi, senza pensare al conto della spesa. Un'ora in pace candida, sicura, vale di mesi ed anni amara attesa: per un respiro di estasi pura da' quel che fosti, o ch'essere potresti. ![]() Abbastanza È abbastanza per me di giorno Camminare sulla stessa terra luminosa con lui; Abbastanza che su di noi di notte Lo stesso grande tetto di stelle sia buio. Non ho alcuna cura di legare il vento O posare un ostacolo sul mare— È abbastanza sentire il suo amore Che soffia come musica su di me. ![]() La solitaria Col passare degli anni s'è arricchito il mio cuore, ed ho meno bisogno oggi di ieri di vendere me stessa al primo compratore o di dare parola ai miei pensieri. Che ci sia un uomo o no, non cambia niente se ho me stessa e da me so dove andare: posso scalare il colle in una notte ardente lo sciame delle stelle contemplare. Pensino pure d'avere il mio amore, ch'io li rimpiango, sola e senza scorta - se giova al loro orgoglio, a me che importa? Basto a me stessa, come pietra o fiore. Abbraccio
Postato da Letty il Sabato, 08 agosto @ 21:58:31 CEST (2190 letture)
![]() ![]() Vorrei che arrivassi con un abbraccio che di parole tue ne ho piene le tasche Vorrei che mi portassi una ragione anche non incartata Esattamente come l'hai trovata, spaesata, persa tra tutti i tuoi dubbi Vorrei che me la lasciassi tra le mani senza dire null'altro Senza fronzoli come all'inizio Vorrei per una volta leggere labbra fatte di voce e non fiumi da interpretare… Vorrei un ponte Un apostrofo Un segno Ma ci sono solo omissioni Sensazioni indistinte senza colore muri fatti di te dove ti nascondi e non vuoi nessuno Niente porte per entrare Mi dispiace sai... Ma ho smesso di bussare. Letty L'8 agosto del 1937 nacque Bruno Lauzi
Postato da Grazia01 il Sabato, 08 agosto @ 21:34:49 CEST (1741 letture)
![]() ![]() Il poeta Alla sera, al caffè, con gli amici si parlava di donne e motori, si diceva son gioie e dolori lui piangeva, e parlava di te. Se si andava in provincia a ballare si cercava di aver le più belle, lui restava a guardare le stelle sospirando e piangendo per te. Alle carte era un vero campione lo chiamavano il ras del quartiere, ma una sera, giocando a scopone, perse un punto, parlando di te. Ed infine, una notte si uccise, per la gran confusione mentale. Un peccato, perché era speciale, proprio come parlava di te. Ora dicono fosse un poeta, che sapesse parlare d’amore. Cosa importa se, in fondo, uno muore e non può più parlare di te? BRUNO LAUZI Almeno tu nell'universo Sai, la gente è strana prima si odia e poi si ama cambia idea improvvisamente, prima la verità poi mentirà lui senza serietà, come fosse niente… sai la gente è matta forse è troppo insoddisfatta segue il mondo ciecamente quando la moda cambia, lei pure cambia continuamente e scioccamente… Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo, un punto sei, che non ruota mai intorno a me un sole che splende per me soltanto come un diamante in mezzo al cuore. Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo, non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero e che mi amerai davvero di più, di più, di più… Sai, la gente è sola, come può lei si consola, e non far sì che la mia mente si perda in congetture, in paure inutilmente e poi per niente… Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo.. Un punto sei, che non ruota mai intorno a me un sole che splende per me soltanto come un diamante in mezzo al cuore. Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo… Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero e che mi amerai davvero di più, di più, di più… Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero e che mi amerai davvero…davvero di più… BRUNO LAUZI Candela
Postato da Grazia01 il Venerdì, 07 agosto @ 13:05:55 CEST (1536 letture)
![]() ![]() Al lume della candela sono stati scritti poemi, trattati scientifici e filosofici. Si sono giocati interessi, emozioni affetti. Candelabri giganteschi pendevano dai soffitti delle chiese e dei castelli; una carrucola permetteva di abbassarli per accenderli e spegnerli. Le candele dei ricchi, fatte con cera d'api, bruciavano lentamente emanando una fantastica fragranza di miele, quelle dei poveri, fatte con il grasso di animali, erano puzzolenti, ma illuminavano comunque. ![]() Le candele Stanno i giorni futuri innanzi a noi come una fila di candele accese, dorate, calde e vivide. Restano indietro i giorni del passato, penosa riga di candele spente: le più vicine danno fumo ancora, fredde, disfatte, e storte. Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto, la memoria m’accora del loro antico lume. E guardo avanti le candele accese. Non mi voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido, come s’allunga presto la tenebrosa riga, come crescono presto le mie candele spente. Costantinos Kavafis Anemone
Postato da Grazia01 il Venerdì, 07 agosto @ 13:03:37 CEST (1846 letture)
![]() ![]() In Italia crescono circa 15 specie di anemoni, ma se ne conoscono almeno 100. La più nota è quella utilizzata a scopo decorativo, i cui fiori pur non avendo profumo, hanno splendidi colori, che vanno dal rosso, al blu, al viola. Due sono le specie utilizzate in fitoterapia, soprattutto per farne sedativi. Secondo la mitologia Marte fece divorare Adone da un cane, per gelosia, e Venere, che ne era innamorata, trasformò il giovane senza vita in un Anemone. ![]() Estate per te, fa' ch'io sia Quando i giorni d'Estate si saranno involati! La tua musica anche, quando il Caprimulgo E l'Oriolo - saranno andati! Per sbocciare per te, sfuggirò alla tomba E sopra vi spargerò la mia fioritura! Ti prego coglimi - Anemone - Il tuo fiore - per sempre! EMILY DICKINSON Uomo d'affari
Postato da Grazia01 il Venerdì, 07 agosto @ 13:01:24 CEST (2387 letture)
![]() ![]() Un uomo d'affari che si alza di buon mattino per curare le sue rose, prima di una dura giornata di lavoro in città, che è preparato, se necessita, ad uscire con una lanterna in una fredda notte di novembre per approfittare delle condizioni favorevoli del terreno e piantare subito arbusti o alberi nani appena arrivati: e che più tardi, durante l'inverno uscirà nella neve quando è già buio per dare un'ulteriore protezione ai suoi fondi; questo è il tipo d'uomo per me, ed anche per la rosa. A. Foster Melliar Amo i fiori
Postato da Grazia01 il Venerdì, 07 agosto @ 12:59:38 CEST (467 letture)
![]() ![]() Sotto i nomi di questi alberi da frutto che spargono i loro fiori bianchi come neve sopra il mio capo, con la più luminosa luce solare disseminata attorno a me del tempo sereno della primavera, com'è dolce sedere in questo cantuccio isolato del mio frutteto! E ancora una volta salutare uccellini e fiori, i miei amici tutti dell'anno scorso. William Wordsworth Sui fiori
Postato da Grazia01 il Venerdì, 07 agosto @ 12:58:12 CEST (509 letture)
![]() ![]() Fin dove la memoria riesce a ricordare, i fiori sono stati per me come dei cari amici, confortatori, ispiratori, energie in grado di sollevare e rallegrare. Ero una bambina sola, che viveva nell'isola del faro lontano più di dieci miglia dalle terraferma. Ogni filo d'erba che spuntava dal terreno, persino la più umile delle erbacce, era preziosa per me ed io iniziai la coltivazione di un piccolo giardino quando non avevo ancora cinque anni. Celia Thaxter FIORI
Postato da Grazia01 il Giovedì, 06 agosto @ 13:37:47 CEST (527 letture)
![]() FIORI ![]() Garofano Fiore profumato originario della Barberia. Il suo nome significa "piccolo occhio", mentre dai greci era chiamato "fiore degli dei". Il naturalista svedese Carlo Linneo nominò questo fiore con due parole greche: theos e anthos ovvero "fiore di Giove".Con ghirlande di garofani si incoronavano a Roma i vincitori di gare atletiche. ![]() Dalia Goethe ebbe per la dalia una vera passione che contagiò anche la moglie di Napoleone, Giuseppina Beauharnais. A Parigi nei giardini della Malmaison era la sola a possederle. Si racconta che in Francia nel 1839 un'aiuola di dalie venne acquistata per oltre 70.000 franchi e un singolo fiore fu addirittura scambiato con un prezionissimo diamante. Le dalie crescono bene in posizione aperta, soleggiata e preferibilmente non mescolate ad altre specie di piante. Poichè tutte le dalie da bordura necessitano di sostegni, prima di mettere a dimora le radici tuberizzate o le giovani piantine, pianta dei bastoni robusti, 30 cm. più corti dell'altezza finale della pianta. Per irrobustire le piante cima i germogli principali 3 o 4 settimane dopo la messa a dimora. ![]() Anthurium Fiore tropicale molto decorativo per le grandi foglie basali sagitate e le spate ovali-allungate rosee o rosse con spadige lunga giallo o rosato. L'anthurium per la sua forma essenziale è indicata per composizioni ikebana, arte giapponese che insegna a realizzare sculture floreali suggerite dalla grazia della sua corolla, una linea flessuosa o curva di un gambo, nelle quali si impiegano pochissimi fiori, rami verdi e secchi, radici e tronchi, valorizzando struttura, grazia, equilibrio, armonia cromatica, proporzioni e prospettiva. ![]() Rosa Rosa, riso d'amore, del ciel fattura, rosa, del sangue mio fatta vermiglia, pregio del mondo e fregio di natura, della Terra e del Sol vergine figlia d'ogni ninfa e pastor delizia e cura, onor dell'odorifera famiglia; tu tieni d'ogni beltà le palme prime, sopra il vulgo de' fior donna sublime. Giambattista Marino ![]() Le rose bianche indicano purezza, quelle piccole, selvatiche, rappresentano l'innocenza. Quelle giallo pallido esprimono titubanza in amore, richiedono conferma. Le gialle accese sono vessillo di gelosia. Le rose gialle orlate di rosso sono l'amore tenero ed eterno. Le rosse senza dubbio sono messaggere di un amore passionale e irrefrenabile. La rosa è simbolo per eccellenza della grazia e della bellezza. Ispirò i poeti di tutto il mondo che, nel corso dei secoli, la definirono"regina dei fiori", "figlia del cielo" e "gloria della primavera". ![]() Peonia La peonia in Cina rappresentava la gloria imperiale L'aspetto opulento del fiore, in oriente, venne riprodotto su ceramiche , dipinti e tessuti, tanto che in Europa, prima di essere coltivato, fu conosciuto attraverso l'arte. ![]() Quando alla fine mi presi il tempo di guardare dentro il cuore di un fiore, questo mi aprì un mondo completamente nuovo...come se una finestra fosse stata spalancata per fare entrare il sole. Principessa Grace di Monaco ![]() Sì, nel giardino del povero crescono molto più che erbe e fiori: pensieri gentili, appagamento, pace alla mente e gioia per ogni affaticata ora. Mary Howitt ![]() Il convovolo alla finestra mi soddisfa più della metafisica dei libri. Walt Whitman ![]() Ogni singolo fiore ha un proprio significato, ma in generale rappresenta il principio passivo. Il calice è paragonabile ad una coppa, ricettacolo, delle attività celesti. La crescita del fiore dalla terra o dall'acqua esprime lo sviluppo della vita. Raffigura come l'amore e l'armonia, che caratterizzano la natura. ![]() Zinnia La zinnia è dura nello stelo ma con petali vellutati, senza profumo, essenziale, dai colori sfavillanti, resistente alle intemperie. Ciao
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Alessandra e Danielissima
Almina Madau I Almina Madau II Fabiola Fataorsetta giamacista Grazia I Grazia II Grazia III Grazia IV Grazia V Letty I Letty II Jack, Ahyme, Gea e Paola Marco, Luciano, Pino, Gabry Mariella Mulas I Mariella Mulas II Moirac Paola e Gea Paolo I Paolo II Paolo III Pegaso I Pegaso II Pegaso III R. Chesini I R. Chesini II Rosarossa I Rosarossa II Rosarossa III Rosarossa IV Rosarossa V Rosarossa VI Rosarossa VII Rosarossa VIII Spalato Tony-Kospan I Tony-Kospan II *Triskell*I *Triskell*II *Triskell*III
ABBRACCIO
ADDIO ALBA AMICIZIA AMORE ANNO NUOVO AUTUNNO BACIO CARNEVALE CONDIZIONE UMANA CUORE DIALOGO D'AMORE EMOZIONI EPIFANIA EROS ESTATE FELICITA' E GIOIA FESTA DELLA DONNA FREDDO E GELO GELOSIA GIUGNO INCONTRO INVERNO LONTANANZA LUNA MALINCONIA MAMMA MANI MARE MAGIA D'AMORE MISTERO D'AMORE NATALE NATURA NEVE NOTTE NUVOLE ORIGINALITA' PAPA' PASQUA PASSIONE E MISTERO PIOGGIA POESIA PRIMAVERA RICORDI RIFLESSIONI D'AMORE SAN VALENTINO SENSO DELLA VITA SERA SETTEMBRE SILENZIO SOGNO SOLE SORRISI SPERANZA STELLE TEMPO VIAGGIO VINO
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