Wednesday, December 11, 2019 - Network: [Magicamente.net - Storie e Poesie] | |||||
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Achmatova
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La dipendenza da internet
Postato da Grazia01 il Martedì, 19 dicembre @ 22:08:57 CET (2781 letture)
![]() ![]() A cura della Dott.ssa Monica Monaco Dalla comunicazione alla "comunicazione virtuale" La comunicazione sociale è sostenuta oggi da moderni strumenti che consentono di superare le barriere e i vincoli di tempo e di spazio e, fra i nuovi modi di comunicare, Internet è certamente uno dei mezzi che offre maggiori opportunità. Tra atteggiamenti sociali di attrazione e diffidenza, il "popolo di navigatori quotidiani" è cresciuto e comprende ormai ogni razza ed ogni età e, grazie alla rete, i bambini trovano nuove opportunità di gioco e i giovani, gli adulti e perfino i "nonni telematici" si informano, comunicano, commerciano e sperimentano se stessi attraverso la cosiddetta "comunicazione virtuale". Ma come tutti gli strumenti di comunicazione, anche la rete non è esente da cattivi usi e da abusi che, negli ultimi anni, hanno talvolta portato ad osservare nel campo della salute mentale, una moderna forma di dipendenza, definita "internet-dipendenza", "retomania" o anche "Internet Addiction Disorder" (I.A.D.). La retomania: una somma di più fattori A partire dall'osservazione e dallo studio di casi clinici di retomania, dalla lettura di storie autobiografiche narrate da internet-dipendenti e dai risultati di questionari specifici compilati da un'utenza che avverte sintomi di Dipendenza dalla Rete, sono state descritte tre categorie di elementi che contribuiscono all'insorgere della Sindrome da Dipendenza da Internet che, tuttavia, non sono tutti sempre presenti in ogni situazione di retomania (Cantelmi T. e al., 2000; Pravettoni G., Beria A., Guberti S., 2004). Corrispondenza interna
Postato da Antonio il Martedì, 19 dicembre @ 20:00:33 CET (1064 letture)
![]() ![]() Da: Rag. Luca Meli [lmeli@milan.bgw.com] A: Dott.ssa Caterina Lodi [clodi@milan.bgw.com] Oggetto: NOTA INTERNA h. 9.15 Caterina, Caterina, stanotte ho fatto un sogno e c'eri tu, e c'ero io. Ci incontravamo all'uscita dell'ufficio. Tu come al solito non mi avevi neanche notato, e io come al solito mi annotavo a mente tutto di te. Sei sempre elegante Caterina. Avevi, sai quel tuo tailleur bianco con la maglia blu scollata? Faceva caldo nel sogno. Comunque mi ricordo che sudavo (nonostante piovesse da matti, come succede negli ultimi tempi in questo clima tropicale di Milano) e tu eri perfetta, ma non avevi l'ombrello. Mentre io sì. So che abiti qui a due passi e ti ho chiesto se volevi che ti accompagnassi a casa. Avvento - 19 dicembre
Postato da Grazia01 il Martedì, 19 dicembre @ 10:38:54 CET (1243 letture)
Auguri da Miriam Ballerini
Postato da Grazia01 il Lunedì, 18 dicembre @ 19:31:35 CET (865 letture)
Le separazioni ci insegnano a vivere
Postato da Grazia01 il Lunedì, 18 dicembre @ 12:45:29 CET (1014 letture)
![]() ![]() Quando ci innamoriamo? " Noi tendiamo a innamorarci quando siamo pronti a cambiare. Perché siamo mutati interiormente, perché è cambiato il mondo attorno a noi, perché non riusciamo più realizzare i nostri desideri o a esprimere le nostre potenzialità. Allora cerchiamo qualcuno che ci indichi la strada e ci faccia assaporare un nuovo modo di essere. Possiamo perciò innamorarci a qualsiasi età, ma soprattutto nelle svolte della nostra vita. Quando passiamo dalle scuole elementari alle medie, poi alle superiori, all'università, o quando cambiamo lavoro, o a quarant'anni quando inizia la maturità o a sessanta, quando si profila la vecchiaia. L'Albero degli amici
Postato da Grazia01 il Lunedì, 18 dicembre @ 12:23:40 CET (1437 letture)
![]() ![]() Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino. Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, gli altri li vediamo appena tra un passo e l'altro. Tutti li chiamiamo amici e ce sono di molti tipi. Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici. Il primo che nasce è il nostro amico Papà e la nostra amica Mamma, che ci mostrano cosa è la vita. Dopo vengono gli amici Fratelli, con i quali dividiamo il nostro spazio affinché possano fiorire come noi. Conosciamo tutta la famiglia delle foglie che rispettiamo e a cui auguriamo ogni bene. Avvento - 18 dicembre
Postato da Grazia01 il Lunedì, 18 dicembre @ 12:16:06 CET (925 letture)
![]() ![]() Preghiera "Dammi il supremo coraggio dell'amore, questa è la mia preghiera, coraggio di parlare, di agire, di soffrire, di lasciare tutte le cose, o di essere lasciato solo. Temperami con incarichi rischiosi, onorami con il dolore, e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò. Dammi la suprema certezza nell'amore, e dell'amore, questa è la mia preghiera, la certezza che appartiene alla vita nella morte, alla vittoria nella sconfitta, alla potenza nascosta nella più fragile bellezza, a quella dignità nel dolore, che accetta l'offesa, ma disdegna di ripagarla con l'offesa. Dammi la forza di Amare sempre e ad ogni costo." K.Gibran L'ENIGMA DEL WEEK END... - CARBONE CAROTA SCIARPA
Postato da Tony-Kospan il Domenica, 17 dicembre @ 20:56:29 CET (1073 letture)
![]() l'immancabile nostro enigma del week end ![]() De Chirico Su un prato sono sparsi cinque pezzi di carbone, una carota e una sciarpa. Nessuno li ha messi li con intenzione... ma esiste una ragione che giustifica la loro presenza. Sapete spiegare la situazione? Come al solito sono ammesse domande... Cari amici indoviniate o no... partecipare aiuta comunque i nostri amici... neuroni... Ciao all'Orso... Il piccolo Josè e il senso dell'Amore
Postato da Grazia01 il Domenica, 17 dicembre @ 19:36:31 CET (969 letture)
![]() ![]() Molti anni fa, talmente tanti che abbiamo ormai dimenticato la data precisa, viveva in un paese del sud del Brasile un bambino di sette anni, di nome José. Aveva perduto i genitori molto presto ed era stato adottato da una zia avara che, malgrado avesse molto denaro, per il nipote non spendeva quasi nulla. José, che non aveva mai conosciuto il significato dell'amore, pensava che la vita fosse proprio così, e non se ne addolorava. Poiché vivevano in un quartiere di gente ricca, la zia obbligò il direttore della scuola ad accettare suo nipote, pagando solo un decimo della retta mensile e minacciando di protestare con il sindaco se non lo avesse fatto. Il direttore non ebbe scelta,ma ogni volta che poteva istruiva gli insegnanti ad umiliare José, sperando che il bambino si comportasse male e loro avessero un pretesto per espellerlo. Io canto
Postato da Grazia01 il Domenica, 17 dicembre @ 18:58:20 CET (1001 letture)
![]() ![]() ![]() La nebbia che si posa la mattina le pietre di un sentiero di collina il falco che s'innalzerà il primo raggio che verra` la neve che si sciogliera` correndo al mare l'impronta di una testa sul cuscino i passi lenti e incerti di un bambino lo sguardo di serenita` la mano che si tendera` la gioia di chi aspettera` per questo e quello che verra` Io canto le mani in tasca canto la voce in festa canto la banda in testa canto corro nel vento Omero, una donna che acriveva per le donne
Postato da Grazia01 il Domenica, 17 dicembre @ 09:53:04 CET (3953 letture)
![]() ![]() Secondo uno studioso inglese «le figure femminili di Iliade e Odissea non possono essere state decodificate da un uomo» NEW YORK - Omero? Scordatevi tutto quello che vi hanno insegnato sull'aedo cieco. Un libro appena uscito negli Usa propone una tesi rivoluzionaria: secondo quanto sostiene Andrew Dalby, storico e linguista britannico in «Rediscovering Homer», il poeta, in realtà, era una donna. Che scriveva per le donne. In realtà Dalby non è il primo a sposare questa ipotesi. Già nell'età vittoriana, Samuel Butler, un altro anglosassone, aveva ipotizzato che l'autore dell'Odissea fosse una donna perchè il poema, ambientato in un mondo non militare, mostra empatia con i personaggi femminili. Dalby però argomenta la tesi in modo più solido, attraverso un'analisi comparata e antropologica di come le donne conservano canzoni, storie e leggende popolari. Utilizzando il lavoro di classicisti americani degli anni Trenta, Milman Parry e Albert Long, lo studioso nota che la cultura della tradizione orale dell'Iliade e dell'Odissea è preservata ancora oggi in aree remote dei Balcani, della Finlandia, dell'Irlanda, della Russia, dell'Asia Centrale. Avvento - 17 dicembre
Postato da Grazia01 il Domenica, 17 dicembre @ 00:16:06 CET (1026 letture)
![]() ![]() Un'esplosione nella notte Tre solitarie figure si muovono con circospezione. Intorno a loro la notte è gelida, per buona sorte una luna grossa e piena non li lascia al buio. - Tu ci credi? - esclama l’uomo con la pelle d’ebano - Io devo crederci! - risponde il suo compagno col mento ornato da una folta, nerissima e ben curata barba - E tu? - rivolto, con un sorriso che la pelle così nera fa sembrare così bianco, verso un altro compare. - Io lo so - risponde il terzo uomo aggiustandosi il copricapo per non sentire troppo il freddo. Il cielo orientale sopra di loro è così carico di stelle da far impallidire le luci di qualsiasi sfavillante città. - Il freddo si fa pungente, andiamo allora; il piano lo conosciamo ormai bene tutti e tre vero? Senza aspettare risposta, l’uomo dalla pelle scura s’incammina e il rumore dei suoi piedi, sui frammenti di selci di quello che forse un tempo poteva essere stato un sentiero, scandisce i suoi passi ai quali fanno eco e coro il rumore del cammino dei suoi compagni. - Il piano? - pensa fra sé e sé l’uomo barbuto. Basta guanti da forno a Natale!
Postato da Grazia01 il Domenica, 17 dicembre @ 00:06:34 CET (1168 letture)
![]() ![]() “In famiglia siamo in dodici. Ciascuno ha portato un pacchetto a ciascuno. Abbiamo scartato 144 pacchetti. Il pavimento era pieno di carta, c'erano fiocchi che a legarli tutti insieme ti calavi dal ventesimo piano. Un incubo”. “Ho cucinato per quattordici ore, ho lavato piatti per due ore. Alla fine ero così stanca che mi sono addormentata seduta su uno sgabello. Quando mi sono svegliata loro volevano di nuovo mangiare. Un incubo”. Il silenzio di Federico Garcia Lorca
Postato da Grazia01 il Sabato, 16 dicembre @ 17:22:25 CET (2884 letture)
Avvento - 16 dicembre
Postato da Grazia01 il Sabato, 16 dicembre @ 09:00:21 CET (1415 letture)
Lettera a Gesù Bambino
Postato da Grazia01 il Venerdì, 15 dicembre @ 13:44:29 CET (17302 letture)
![]() ![]() Carissimo Gesù Bambino, avrei voluto scriverti una lettera, come facevo tanto tempo fa, ma mi hanno detto che quest'anno, alla tua festa, tu non sei stato invitato. Che strano, eh? Ci saranno tutti: Babbo Natale, le slitte, le renne, le ghirlande, i pini, gli abeti, i nuovi paesaggi scandinavi, le cartoline elettroniche, i pupazzi che s'illuminano, i carillon di ogni forma e colore. Tutto molto bello, tutto molto allegro. Così allegro che, ci spiace molto, ma per te non c'è più posto. Lo sappiamo benissimo che sei il festeggiato e che non s'è mai vista una festa senza il festeggiato, però che ci vuoi fare? Non sai arrampicarti sui balconi come fa quel vecchio barbuto di Santa Klaus (hai visto l'ultima moda? Va fortissimo ... ). Non vesti nulla di rosso, che invece pare sia un colore molto trendy. E poi vai in giro con quel bue e quell'asinello, che in salotto non farebbero per nulla bella figura. Scusaci, sai, ma tu che prevedi tutto, non potevi farti riscaldare da un'iguana? Che ne so? Da una salamandra o da un armadillo? lo so: magari non ti donavano lo stesso tepore. Ma t'immagini come sarebbe stato chic? Avvento - 15 dicembre
Postato da Grazia01 il Venerdì, 15 dicembre @ 13:12:02 CET (952 letture)
![]() ![]() Si fa presepe il cuore Il bianco soffitto, s’è animato di colori: bagliori iridati, salendo in alto variopinti e lievi brillano come stelle, suggestivi d’emozioni. E rinasce d’un tratto, la magìa… …è Natale: si fa presepe il cuore. Luciana Bianchi Col Natale nel cuore I primi venti di dicembre erano sempre i giorni più belli dell'anno! Mio padre allestiva il gigantesco presepe, mia madre preparava i dolci di Natale in quantità industriale per regalarli poi ai numerosi parenti ed io giocavo coi pastori. Erano tutti allineati sul tavolo e bisognava sceglierli ad uno ad uno, formare le famiglie e inventare storie nuove. I miei preferiti erano due bimbetti che avevo chiamato Vito e Sabrina e che diventavano spesso i protagonisti delle mie fantasie. Sabrina con la sua tunica rosa e lo scialle bianco; Vito coi calzoncini azzurri , una camiciola bianca ed il gilet rosso. Lei con le scarpette, lui a piedi nudi. Per lei sceglievo genitori "ricchi": il polentaio (che le somigliava pure un po'!) oppure l'oste o il grasso falegname con la barba scura. Per Vito un papà più povero: il fabbro oppure uno zampognaro senza scarpe. La mamma di Sabrina era sempre Caterina, la pastorella meglio vestita della collezione, mentre per Vito una donnina dolce ma scalza, con una pesante brocca d'acqua sulla spalla. Una sola sorellina per Sabrina, tanti fratelli per Vito. Poi iniziava il gioco. Il pane
Postato da Grazia01 il Giovedì, 14 dicembre @ 13:19:28 CET (2230 letture)
![]() ![]() Il farro, assieme ai legumi e le verdure fu alla base della alimentazione dei Romani sin dalle origini, mentre i Greci preferivano l'orzo che, però, era meno nutriente del farro visto che conteneva meno proteine e più carboitrati. A protezione di tutti i cereali i Romani avevano posto la dea Cerere e seguivano il parere di un medico, Galeno che raccomandava di lasciare da parte l'orzo, ottimo solo per i cavalli e adottare il farro che era molto più nutriente. L'orzo fu utilizzato solo nei momenti di carestia. Il farro (triticum dicoccum) fu per circa tre secoli il cereale preferito dai Romani. Era un grano duro la cui spiga non aveva barbe, rivestito di glume molto aderenti e per queste ragioni non poteva essere trebbiato se prima non era tostato,seppure leggermente. La tostatura fu resa obbligatoria da Numa Pompilio secondo re di Roma. Dal farro deriva il nome farina e con il farro gli sposi facevano offerte agli dei al momento del loro matrimonio. Questa unione veniva appunto chiamata confarreatio. Inizialmente il farro veniva macinato a mano usando due pietre o con il mortaio. La mola ruotante fu scoperta più tardi , fu azionata prima dagli schiavi , poi da asini e muli e, più raramente, da cavalli. Il pane vero e proprio arrivò sulla mensa dei Romani molto tardi (IV sec a.C.) perchè, in origine, con il farro si preparava solo la notissima puls la polenta. Plauto afferma che i Greci chiamavano i Romani "polentoni" puliphagonides. La puls era l'alimento base e, di volta in volta, era arricchita con quel che si aveva sotto mano: legumi, formaggi, verdure, aromi, pesci sotto sale e pezzi di carne. Con l'arrivo del frumento, che si poteva ridurre più facilmente in farina, nacque il pane; non solo, ma i soldati, e molti altri con loro, masticavano anche crudi, durante le lunghe marce, "questi nuovi granellini " che venivano dalla Sicilia e dalle coste settentrionali dell'Africa. Avvento - 14 dicembre
Postato da Grazia01 il Giovedì, 14 dicembre @ 12:21:00 CET (1096 letture)
![]() ![]() Un insolito regalo Era Natale e Graziano, un ragazzino di undici anni, seduto vicino all’albero, insieme a tutta la sua famiglia scartava l’ennesimo regalo: un bambolotto di porcellana raffigurante Babbo Natale. Era contento perchè aveva già ricevuto quattro regali: la play station, un lettore MP3, un libro di storie horror e la TV in camera. Ma appena vide il pupazzo disse: «Oh, no! Il mio ultimo regalo è da bambinetti di sei anni! Ehi, mamma, non ti sarai mica confusa? Magari questo era destinato a mia sorella!» «No, non mi sono sbagliata. E’ un bambolotto molto bello, l’ho comprato ieri in un mercatino d’antiquariato. Su, su! Non è un mostro!» rispose la mamma. «Ma…» «Niente “ma”! Lo metterai nella tua cameretta, ora vai a portare i regali di sopra e dopo vienimi ad aiutare a togliere le carte dei pacchetti sparse per tutto il salotto!». Graziano, rassegnato, salì le scale e andò in camera sua; mise i regali a posto, guardò il bambolotto perplesso e lo poggiò sopra il letto. Poi torno giù per cenare. Dopo cena ritornò in camera per andare a dormire, ma vide il bambolotto per terra «Sarà caduto» pensò, lo poggiò su una sedia e andò a letto. Quella notte fece uno strano sogno: vide il bambolotto che lo guardava in un modo innaturale, poi tutto intorno a lui e le immagini si dissolvevano e piano piano il mondo scompariva. Fu un “clack” a svegliarlo. Graziano si mise a sedere sul letto impaurito e si guardò intorno, il bambolotto era caduto di nuovo. LA CONFESSIONE NELL'ANTICO EGITTO
Postato da Tony-Kospan il Giovedì, 14 dicembre @ 12:10:11 CET (1073 letture)
![]() ![]() ![]() L'istituto della Confessione è davvero molto antico... lo tratteremo qui sulla base della do(edited)entazione archeologica a noi giunta. Un primo completo elenco di peccati o meglio ancora affermazione di non averli commessi si trova tra gli Egizi... nel famoso Libro dei Morti. Questo istituto però era già nella religione degli Ittiti che ebbero frequenti rapporti pacifici e bellicosi con gli Egizi. Questi ultimi la fecero propria... però alla fine la ridussero ad una formula per passare alla vita ultraterrena... Nella religione Ittita invece il peccato per eccellenza, anzi il "reato" data la sua punibilità, era la trasgressione alle norme o agli ordini divini. Al fine della ricerca dei peccati e per l'espiazione di eventuali trasgressioni, essendo ciò di fondamentale importanza, acquistò particolare rilievo dunque tra gli Ittiti l'istituto della confessione. Voglia d'allegria
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 13 dicembre @ 20:09:47 CET (1232 letture)
![]() ![]() Tristi briciole di vuoto sul tavolo della mia vita barcollo in nuvole di fumo evasioni di un minuto Amore vano ricordo in un film ne ritrovo l'effimero dolore certa che esista ma chissà dove Attori vivono pene d'amore con l'adolescenziale leggerezza mentre il peso dei miei anni affonda in altri travagli 13 dicembre - Santa Lucia
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 13 dicembre @ 08:49:34 CET (982 letture)
![]() ![]() Nacque a Siracusa, ma non si conosce con certezza la data. La sua vita d'altra parte è intessuta di elementi leggendari, che stanno a testimoniare l'enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode. La sua passio afferma che Lucia subì il martirio sotto Diocleziano, per cui si è voluto fissare la data di nascita al 283. Il più antico documento che la riguarda è un'iscrizione del V secolo in cui si parla di una certa Euskia, morta il giorno "della mia patrona Lucia". Avvento - 13 dicembre
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 13 dicembre @ 08:35:43 CET (1072 letture)
![]() ![]() La Notte Santa Guido Gozzano - Consolati, Maria, del tuo pellegrinare! Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei. Presso quell'osteria potremo riposare, ché troppo stanco sono e troppo stanca sei. Il campanile scocca lentamente le sei. - Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio? Un po' di posto per me e per Giuseppe? - Signori, ce ne duole: è notte di prodigio; son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe Il campanile scocca lentamente le sette. - Oste del Moro, avete un rifugio per noi? Mia moglie più non regge ed io son così rotto! - Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi: Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto. Il campanile scocca lentamente le otto. UN SOGNO TRADITO
Postato da Tony-Kospan il Martedì, 12 dicembre @ 19:58:43 CET (1329 letture)
![]() ![]() Se il mio sorriso più non ami e nelle ombre del passato ti nascondi … Se il mio sogno più non ami e nel quotidiano ormai ti perdi … Se il castello mio fatato più non ami e nel nero tuo maniero ti richiudi … Se la gioia del nostro incontro più non ami e sol con altri vecchi amici ti rivedi … Perché mai mi cercasti? Perché mai t'ho incontrato? Perché mai io t'ho amato? Corridoi, ascensori, posti strani, posti stretti come gatti noi ci amammo pur sui ... tetti ... Eppur profetico fu quel sogno … sciocco io a non capirlo … tu le spalle mi voltavi … e con un altro te ne stavi … Ma ormai son guarito … più non sanguina la ferita … un segno resta … un lungo strappo… sul mio cuore... c'è nero un drappo Tony Kospan Il bisonte? E' il più gay degli animali
Postato da Grazia01 il Martedì, 12 dicembre @ 19:54:31 CET (825 letture)
![]() ![]() Molti animali sono gay, il fatto è abbastanza assodato nel mondo degli studiosi. Meno assodato è che anche autentiche icone della virilità come i bisonti americani, siano stati sorpresi e immortalati in atteggiamenti e pose inequivocabili. Lunghi studi nelle mandrie delle praterie hanno portato ad una conclusione: tra i maschi, i rapporti omosessuali sono più comuni di quelli eterosessuali. Lo studio dei comportamenti e dei costumi sessuali negli animali ha portato a conclusioni sorprendenti: i maschi adulti dei trichechi, per esempio, sono bisex: durante la stagione degli amori si comportano come da copione con l'altro sesso, nel resto dell'anno si trastullano invece con esemplari più giovani. L'intensa attività di campo di biologi sta cambiando gli orizzonti, sollevando la cortina su questi comportamenti considerati «deviati» da una parte della scienza e della società e rendendo sempre più labile il confine tra omosessualità e eterosessualità. I medici che curano la sete del mondo
Postato da Antonio il Martedì, 12 dicembre @ 19:37:53 CET (895 letture)
![]() ![]() Medici senza Frontiere, Msf, è una straordinaria organizzazione internazionale nata nel '71 in Francia. Nel '99 ha avuto il premio Nobel per la Pace. Dall'Italia partono circa 240 volontari l'anno, e fra tutte le regioni della penisola, la Lombardia è in prima linea. Da. Milano partono circa trenta medici l'anno, di cui più della metà sono donne. Se per i Paesi ricchi l'oro nero è il petrolio, per i Paesi poveri l'oro bianco è l'acqua. E di questo si stanno occupando I Medici senza Frontiere. Paradossalmente, l'acqua costa più ai poveri che ai ricchi: cinquanta litri al giorno a persona è la minima quantità necessaria alla sopravvivenza. Avvento - 12 dicembre
Postato da Grazia01 il Martedì, 12 dicembre @ 09:22:27 CET (3762 letture)
![]() ![]() Le Ciaramelle di Giovanni Pascoli Udii tra il sonno le ciaramelle, ho udito un suono di ninne nanne. Ci sono in cielo tutte le stelle, ci sono i lumi nelle capanne. Sono venute dai monti oscuri le ciaramelle senza dir niente; hanno destata ne' suoi tuguri tutta la buona povera gente. Ognuno è sorto dal suo giaciglio; accende il lume sotto la trave; sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio, di cauti passi, di voce grave. Le pie lucerne brillano intorno, là nella casa, qua su la siepe: sembra la terra, prima di giorno, un piccoletto grande presepe. Nel cielo azzurro tutte le stelle paion restare come in attesa; ed ecco alzare le ciaramelle il loro dolce suono di chiesa; Gelato
Postato da spalato il Martedì, 12 dicembre @ 00:08:58 CET (3687 letture)
![]() ![]() Il gelato viene comunemente definito come una "preparazione alimentare ottenuta con una miscela di ingredienti portata allo stato solido o pastoso mediante congelamento e contemporanea agitazione". In origine il gelato non era certamente quello che noi conosciamo. Nell'antichità, probabilmente, si refrigeravano frutta, latte e miele per farne cibo ghiacciato. Riferimenti a tale pratica si incontrano sia in testi antichi sia nelle cronache d'epoca più note. Pare addirittura che, già nella Bibbia si trovi un episodio in cui si parla di tale cibo quando si narra di Isacco che avrebbe offerto ad Abramo latte di capra misto a neve. Durante il Medioevo, in oriente, si scoprì il modo di congelare i succhi di frutta ponendoli in recipienti circondati da ghiaccio, modalità di preparazione questa che fu ben presto appresa anche in Sicilia, qui perfezionata e poi diffusa in tutta la penisola. Il gelato in senso moderno fu un'invenzione tutta italiana. Alcuni storici, attribuiscono l'onore di aver ripreso e reso celebre il gelato nella metà del 1500 a Caterina de' Medici e ad un certo Ruggeri, pollivendolo e cuoco a tempo perso che lo avrebbe preparato in occasione delle nozze della nobildonna. Trasferitasi In Francia, Caterina portò con sé il Ruggeri che divenne famoso anche oltralpe per le sue preparazioni. A prescindere dalla verità storica di questi fatti, l'origine italiana del gelato viene riconosciuta in gran parte del mondo (non è inusuale, nelle gelaterie estere, vedere indicazioni come "vero gelato italiano"). Ivo Andric - Nobel 1961
Postato da Antonio il Lunedì, 11 dicembre @ 12:53:34 CET (2111 letture)
![]() ![]() Croato di nascita, patriota bosniaco, scrittore serbo-croato, diplomatico e uomo politico al servizio della Iugoslavia, Ivo Andric (1892-1975), parallelamente alle sue attività di uomo di stato, ha prodotto un'immensa opera letteraria. In essa, si esprime, amplificata e approfondita, la sua accanita volontà di impedire alle barriere nazionali, ideologiche o di qualsiasi altro genere, di confondergli la vista. Il premio Nobel corona questo percorso nel 1961. Avvento - 11 dicembre
Postato da Grazia01 il Lunedì, 11 dicembre @ 12:35:04 CET (1225 letture)
![]() ![]() Luce, Pace, Amore La pace guardò in basso e vide la guerra, "Là voglio andare" disse la pace. L'amore guardò in basso e vide l'odio, "Là voglio andare" disse l'amore. La luce guardò in basso e vide il buio, "Là voglio andare" disse la luce. Così apparve la luce e risplendette. Così apparve la pace e offrì riposo. Così apparve l'amore e portò vita. L. Housman ![]() IL PETTIROSSO Nella stalla dove stavano dormendo Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù, il fuoco si stava spegnendo. Presto ci furono soltanto alcune braci e alcuni tizzoni ormai spenti. Maria e Giuseppe sentivano freddo, ma erano così stanchi che si limitavano ad agitarsi inquieti nel sonno. Nella stalla c'era un altro ospite: un uccellino marrone; era entrato nella stalla quando la fiamma era ancora viva; aveva visto il piccolo Gesù e i suoi genitori, ed era rimasto tanto contento che non si sarebbe allontanato da lì neppure per tutto l'oro del mondo. Ciao
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