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coppermine
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Achmatova
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Il 26 febbraio 1802 nacque Victor Hugo
Postato da Grazia01 il Giovedì, 26 febbraio @ 21:00:07 CET (788 letture)
![]() ![]() Il 26 febbraio del 1802 nacque a Besançon, Victor Hugo. E' stato un poeta, drammaturgo, saggista, scrittore, aforista, artista visivo, statista, politico e attivista per i diritti umani francese, considerato il padre del Romanticismo in Francia. Morì il 22 maggio del 1885, a Parigi. ![]() Faccio tutto ciò che posso Faccio tutto ciò che posso perché il mio amore non ti disturbi, ti guardo di nascosto, ti sorrido quando non mi vedi. Poso il mio sguardo e la mia anima ovunque vorrei posare i miei baci: sui tuoi capelli, sulla tua fronte, sui tuoi occhi, sulle tue labbra, ovunque le carezze abbiano libero accesso. ![]() L'uomo e la donna L'uomo è la più elevata delle creature. La donna è il più sublime degli ideali. Dio fece per l'uomo un trono, per la donna un altare. Il trono esalta, l'altare santifica. L'uomo è il cervello. La donna il cuore. Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore. La luce feconda, l'amore resuscita. L'uomo è forte per la ragione. La donna è invincibile per le lacrime. La ragione convince, le lacrime commuovono. L'uomo è capace di tutti gli eroismi. La donna di tutti i martìri. L'eroismo nobilita, il martirio sublima. L'uomo ha la supremazia. La donna la preferenza. La supremazia significa forza; la preferenza rappresenta il diritto. L'uomo è un genio. La donna un angelo. Il genio è incommensurabile; l'angelo indefinibile. L'aspirazione dell'uomo è la gloria suprema. L'aspirazione della donna è la virtù estrema. La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino. L'uomo è un codice. La donna un vangelo. Il codice corregge, il vangelo perfeziona. L'uomo pensa. La donna sogna. Pensare è avere il cranio di una larva; sognare è avere sulla fronte un'aureola. L'uomo è un oceano. La donna un lago. L'oceano ha la perla che adorna; il lago la poesia che abbaglia. L'uomo è l'aquila che vola. La donna è l'usignolo che canta. Volare è dominare lo spazio; cantare è conquistare l'Anima. L'uomo è un tempio. La donna il sacrario. Dinanzi al tempio ci scopriamo; davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine: l'uomo si trova dove termina la terra, la donna dove comincia il cielo. ![]() Non si vede nulla all'esterno di questo fuoco che mi brucia il cuore? ![]() Dunque è sufficiente un solo miserabile pensiero a rendere un uomo debole e pazzo! ![]() Ahimè! Se la vittoria non è rimasta nelle mie mani, la colpa è di Dio, che non ha fatto l'uomo e il demonio di pari forza. ![]() Non guardare il volto Non guardare il volto fanciulla, guarda il cuore. Il cuore di un bel giovane è spesso deforme. Ci sono cuori in cui l'amore non si conserva. Fanciulla, l'abete non è bello, non è bello come il pioppo, ma d'inverno mantiene le foglie. Ahimè! A che serve dir questo? Chi non è bello ha il torto di esistere; la bellezza ama solo la bellezza. Aprile volge le spalle a Gennaio. La bellezza è perfetta. La bellezza può tutto. La bellezza è la sola cosa che non esiste a metà. Il corvo vola solo di giorno. Il gufo vola solo di notte. Il cigno vola notte e giorno. Victor Hugo La tenerezza in un saluto della sera
Postato da Grazia01 il Martedì, 24 febbraio @ 20:15:50 CET (860 letture)
![]() Da dietro i vetri della finestra, guardava il susseguirsi delle stagioni attraverso i colori del suo giardino. Guardava le acque calme del lago e la cornice di montagne dalle creste ancora innevate e lo sguardo abile giungeva all’orizzonte, fino al promontorio della Rocca. Guardava il vento spostare le nuvole, mentre la luce calda del tramonto accompagnava il calare della sera. Davanti alla sua casa passava una sentiero sterrato che s’inerpicava fino alla borgata superiore del paese, intersecando più volte, con ponticelli di legno, il ruscelletto che scendeva a valle; ormai, però, in pochi lo percorrevano. Nonostante ciò, il viottolo era ben sistemato e, nella bella stagione, si fregiava di piccoli fiori, quasi a voler allietare la dura salita. Nel tardo pomeriggio di una giornata di primavera, scendevano, a passo spedito, tre persone, due donne e un uomo, con gli zaini in spalla. Una delle donne teneva tra le mani un fiore che serbava con la stessa cura con cui si custodisce un tesoro. Vide, da lontano, che qualcuno guardava dalla finestra affacciata al lago e rallentò il passo. Quando si trovò nei pressi dell’abitazione, con un sorriso, fece un cenno di saluto con la mano, in direzione della finestra. L’anziana donna, stentava a credere che quel gesto fosse rivolto proprio a lei; tuttavia sorrise. La giovane donna, allora, ripeté il cenno agitando con più energia la mano, come a far notare che quel saluto fosse rivolto proprio in direzione della finestra. E la vecchina, resasi conto, sorrise felice e prese ad agitare anch’ella la mano verso quella sconosciuta, tanto carina da volerla salutare nonostante non sapesse chi fosse. La giovane donna si commosse e lasciò che una lacrima le rigasse il viso. Era evidente la gioia dell’anziana signora che continuò a sorridere alla donna con il fiore, fino a quando la vide partire. Il mondo, da dietro i vetri della finestra, non è sempre uguale. Il lago, le montagne, le nuvole, tutto cambia al ritmo delle stagioni; ma spesso l’abitudine ci fa vedere sempre le medesime cose. Quando si arriva alla sera della vita, forse non si percepiscono più i cambiamenti, ma un semplice gesto di saluto può contrastare la consuetudine, per donare un momento di serenità a chi di sorridere non ne ha più la voglia. Marilena Il segreto dell'amore
Postato da Grazia01 il Martedì, 24 febbraio @ 12:44:48 CET (429 letture)
Miriam Ballerini
Postato da Grazia01 il Sabato, 21 febbraio @ 14:10:02 CET (2765 letture)
Nati oggi 17 febbraio-Gustavo Adolfo Bécquer e Rocco Lentini
Postato da Grazia01 il Martedì, 17 febbraio @ 21:39:21 CET (437 letture)
![]() Oggi 17 febbraio nacquero Gustavo Adolfo Becquer, poeta e Rocco Lentini pittore. ![]() Oggi la terra e i cieli mi sorridono. Oggi arriva nella mia anima il sole. Oggi l'ho vista... ... l'ho vista e mi ha guardato. Oggi credo in Dio! ![]() "Che cos'è la poesia?", dici mentre fissi la mia pupilla con la tua pupilla blu. "Che cos'è la poesia? E tu me lo domandi? Poesia... sei tu!" ![]() Tu eri l'uragano e io l'alta torre Tu eri l'uragano e io l'alta torre che sfida il suo potere: dovevi schiantarti o abbattermi... Non è potuto essere! Tu eri l'Oceano e io la eretta roccia che salda attende il suo ondeggiare: dovevi rifrangerti o sradicarmi! Non è potuto essere! Bella tu, io altero; abituati l'una a travolgere, l'altro a non cedere; il sentiero stretto, inevitabile lo scontro... Non è potuto essere! ![]() La mia vita e una petraia fiore che tocco si sfoglia poiché nel mio cammino mortale qualcuno va seminando il male affinché io lo raccolga. ![]() I sospiri sono aria, e vanno verso l'aria. Le lacrime son acqua, e vanno al mare. Dimmi donna: quando l'amore si dimentica sai tu deve va? ![]() Io so un inno immenso e strano che annuncia nelle notti dell'anima un'aurora, e queste pagine sono di quell'inno cadenze che l'aria dilata nell'ombra. Io vorrei scriverlo, dell'uomo dominando la ribelle, meschina lingua, con parole che fossero ad un tempo sospiri e risate, colori e musica. Ma è inutile lottare; non c'è scrittura che possa racchiuderlo, e a malapensa - oh mia bella! - tenendo fra le mie mani le tue, potrei, all'orecchio, cantarlo a te sola. ![]() Come vive quella rosa che hai appuntato sul tuo cuore? Mai prima d'ora contemplai sulla terra nel vulcano un fiore. ![]() Per uno sguardo un mondo; Per un sorriso un cielo; per un bacio... non so che ti darei per un bacio. ![]() Come un libro aperto leggo nel fondo dei tuoi occhi. Perchè la bocca sorride se gli occhi la smentiscono? Piangi. Non vergognarti di confessare che mi amasti. Piangi. Nessuno vede. Guarda. Io sono un uomo, eppure piango. Gustavo Adolfo Bécquer UN TENUE VENTO
Postato da rosarossa il Lunedì, 16 febbraio @ 20:43:06 CET (535 letture)
![]() ![]() UN TENUE VENTO Un tenue soffio di vento sfiora il mio cuore, sussurra il tuo nome mi porta un messaggio di gioia e di speme poi senza parlar lontano vola. Vaga nel cielo limpido di primavera e manda al suo posto un raggio di sole che non ferisce, non arde, ma . mentre tremo d’emozione scalda e consola. E’ quell’amore muto che parlar non può, carezza dolcemente, nel pensiero si ferma e tace. Prigioniero nel suo palpitante scrigno, quieto, in silenzio assoluto; soffre e giace! Rosarossa Tu lo sai
Postato da Grazia01 il Lunedì, 16 febbraio @ 12:43:18 CET (481 letture)
![]() ![]() Tu lo sai Nuvole nere bussano alla porta quando ancora debole è il desiderio e tu ben sai che la misura dell’amore è amore senza misura. Non esiste l’amore facile né a buon mercato. Il suo prezzo è il sacrificio tu lo sai allora guardami così da scoprire nei tuoi occhi quella luce piena di desiderio. . Così dal cielo le nere nuvole faranno cadere non gocce d’acqua ma lacrime di gioia. chesini roberto L'importanza dell'umore
Postato da Grazia01 il Domenica, 15 febbraio @ 19:39:32 CET (689 letture)
![]() ![]() l buon umore è uno strumento potentissimo che abbiamo a disposizione per poterci aprire all'esterno attraverso la nostra creatività. Quando siamo di buon umore anche la nostra salute ne trae giovamento. Il buon umore nasce spontaneamente nel nostro cervello, che necessita di continuo nutrimento affinché possa restare sano, vigile e produttivo. Il nostro cervello è composto da tessuti nervosi in grado di rigenerarsi ogni giorno ed i pensieri positivi rappresentano la linfa necessaria per la produzione di miriadi di sostanze chimiche che sono alla base di questo rinnovamento. Le stesse sostanze secrete alimentano a loro volta il buon umore. Di contro, ciò che allontana il buon umore è il troppo cerebralismo, che genera dubbi, domande, calcoli, modelli, ansie e brucia letteralmente neuroni, danneggiando il tessuto cerebrale. ![]() Quando siamo di pessimo umore mettiamo in circolo del veleno ed esponiamo il nostro organismo al rischio di contrarre malattie. L'odio e la rabbia sono sentimenti che ledono più chi le prova, piuttosto che coloro ai quali quei sentimenti sono indirizzati. Quindi, prima di arrabbiarci e provare sentimenti profondamente tristi e negativi, chiediamoci prima se questi valgono la nostra salute. Un'ottimo modo per garantirci la nostra buona dose giornaliera di ottimismo (e di salute), è quello di far contento il corpo, risvegliando i nostri sensi. Le sensazioni che il nostro corpo ci può donare attraverso l'esplicazione delle funzioni fisiologiche, quali dormire, mangiare, fare l'amore… sono molto più forti ed efficaci nell'attivare le aree cerebrali del benessere e del buon umore. ![]() Alcuni consigli: Dormire bene e nella giusta quantità ci permette di eliminare meglio le scorie e, al risveglio, di trovare soluzione a problemi che ci attanagliano… "il sonno porta consiglio". Dare spazio all'eros accende la Vita. Fare l'amore è la funzione che più ci lega all'energia vitale perché crea immediatamente una cascata di ormoni legati al piacere, al buon umore e al benessere. Il cibo ed il buon umore hanno uno stretto legame. Le prelibatezze per il palato stimolano un piacere molto profondo, tale da essere assimilato all'orgasmo. Inoltre, raccogliersi in piacevole compagnia attorno ad una tavola imbandita è spesso motivo di gioia e divertimento. ![]() La via della tattilità è la strada verso un benessere spesso dimenticato. Il tocco della persona amata o un massaggio eseguito da mani esperte esplicano un'azione benefica su muscoli e articolazioni e raggiungono il centro dell'individuo risvegliando i sensi. Attraverso il contatto con il corpo dell'altro, ci si rilassa, ci si abbandona completamente e l'umore migliora. Praticare dello sport scegliendo quello più adatto a se stessi. Liberare il corpo attraverso il movimento tiene lontano i pensieri pressanti. Mentre il nostro corpo "lavora", il nostro cervello fa pulizia di tutte le zavorre mentali che lo attanagliano. A tale scopo può tornare molto utile ascoltare della musica: la nostra mente sarà così distratta ed il tempo scorrerà piacevolmente in maniera quasi impalpabile. ![]() Cristina Bartoli Dottoressa in Discipline Piscosociali Sull'amore
Postato da Grazia01 il Sabato, 14 febbraio @ 20:39:26 CET (698 letture)
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. É dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque.” Erri De Luca ![]() Le anime hanno un loro particolar modo d'intendersi, d'entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor proprii e le loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l'impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto. E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d'ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l'angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.” Luigi Pirandello ![]() Gli bastò un interrogatorio insidioso, prima a lui e poi alla madre, per constatare un'ennesima volta che i sintomi dell'amore sono gli stessi del colera.” Gabriel García Márquez ![]() L'amore vero è così: non ha nessuno scopo e nessuna ragione, e non si sottomette a nessun potere fuorché alla grazia umana. Elsa Morante ![]() Forse, io amo in lei la natura, la personificazione di quanto c'è di bello nella natura; ma non è che io abbia una volontà mia propria: attraverso me, c'è ad amarla non so quale forza elementare, la creazione intera; tutta la natura infonde quest'amore nell'anima mia, e mi dice: ama!” Leo Tolstoy ![]() Sei la mia schiavitù sei la mia libertà Sei la mia carne che brucia come la nuda carne delle notti d’estate Sei la mia patria Tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi Tu, alta e vittoriosa Sei la mia nostalgia di saperti inaccessibile Nel momento stesso in cui ti afferro. Nâzım Hikmet ![]() Eravamo insieme, il resto del mondo l'ho scordato Walt Withman Parole inutili
Postato da Grazia01 il Lunedì, 09 febbraio @ 17:50:58 CET (801 letture)
![]() ![]() Parole inutili Vorrei poter cancellare le parole inutili Le frasi ricorrenti che ammalano la mente. Il tempo passa, cambiano i visi, I toni delle voci, ma le parole tornano uguali. Ipocrisie costruite a vantaggio di alcuni per confondere i pensieri di molti favole per bambini grandi che vi si aggrappano per calmare il malumore, senza crederci, ma per continuare a campare. Grazia questo è il tempo
Postato da Almina il Domenica, 08 febbraio @ 21:36:11 CET (913 letture)
Milano mia
Postato da Grazia01 il Domenica, 08 febbraio @ 21:07:59 CET (1355 letture)
![]() Vivo Milano da quando sono nata e più la esploro più la adoro. Sarà che con il sole è stupenda, sarà che sui Navigli la gente che incontri sembra sempre esser piena di storie da raccontare, sarà che in questa città ci sono le mie radici, sarà che qui mi sono innamorata e ho costruito la mia famiglia e la mia vita. E poi c’è la poesia. A Milano si respira poesia. E anche una semplice passeggiata in una domenica sera con l'aria gelata mentre i sospiri formano nuvolette e le parole arrivano sussurrate attraverso la sciarpa, può regalarti una piccola dose di magia. Camminando per Brera, tra chiacchiere e battibecchi, puoi vedere sui muri frasi di poeti rivoluzionari e ti torna in mente una poesia di Alda Merini, dedicata a questa piccola grande città: Per Milano Non è che dalle cuspidi amorose crescano i mutamenti della carne, Milano benedetta Donna altera e sanguigna con due mammelle amorose pronte a sfamare i popoli del mondo, Milano dagli irti colli che ha veduto qui crescere il mio amore che ora è defunto. Milano dai vorticosi pensieri dove le mille allegrie muoiono piangenti sul Naviglio. ![]() Buonanotte e buona settimana Il 5 febbraio del 1804 nacque a Jakobstad, Johan Ludvig Runeberg
Postato da Grazia01 il Giovedì, 05 febbraio @ 20:22:21 CET (1094 letture)
![]() ![]() Il 5 febbraio del 1804 nacque a Jakobstad, Johan Ludvig Runeberg, un poeta e scrittore finlandese di lingua svedese, considerato il poeta nazionale della Finlandia. Runeberg studiò prima nelle città di Vaasa e Oulu, poi alla Reale Accademia di Åbo, dove divenne amico di Johan Vilhelm Snellman e Zacharias Topelius. I suoi studi vertevano principalmente sui classici latini e greci. Molti dei suoi poemi parlano della vita rurale in Finlandia. Il più famoso di essi è Bonden Paavo ("il contadino Paavo", Saarijärven Paavo in finlandese), che parla di un piccolo proprietario terriero del povero villaggio di Saarijärvi e della sua determinazione e fede incrollabile nella provvidenza di fronte ad un clima rigido e ad anni di pessimi raccolti. È costretto ad aggiungere due parti di corteccia nel pane per evitare di morire di fame e condivide il poco che ha con i suoi vicini. L'opera più conosciuta di Runeberg è Fänrik Ståls sägner ("La storia dell'alfiere Stål"), Vänrikki Stoolin tarinat in finlandese, scritta tra il 1848 e il 1860. Viene considerato il più importante poema epico finlandese dopo il Kalevala. Narra della Guerra di Finlandia del 1808-09 contro la Russia. Nella guerra la Svezia perse la Finlandia, che diventò un Granducato dell'Impero Russo. Il poema che è composto da episodi, enfatizza la comune umanità di entrambe la parti in conflitto, lodando in particolare l'eroismo dei finnici. La poesia che apre l'opera, Vårt land, ("La nostra Terra"), Maamme in finlandese, diventò l'inno nazionale finlandese. Runeberg viene celebrato il 5 febbraio di ogni anno.( morì il 6 maggio del 1877) ![]() Il primo bacio Questa poesia, compresa nella raccolta "Dikter" del 1833, è stata musicata nel 1900 da Jean Sibelius in forma di Lieder, op. 37 n.1. traduzione in italiano di Piero Pollesello La stella della sera sedeva sul bordo di una nuvola d’argento e nel crepuscolo laggiù da un boschetto una ragazza le chiese: “Dimmi, stella della sera, cosa si dice in cielo quando qualcuno dona il primo bacio alla persona amata?” E la timida figlia del cielo rispose: “Gli angeli celesti in schiera guardano in terra vedendo in quel momento il riflesso della loro propria luce; solo la Morte volge lo sguardo altrove e piange”. ![]() La sorgente (dalla raccolta Dikter II, 1833) Traduzione di Piero Pollesello O sorgente, siedo alle tue rive e guardo come il corteo di nuvole, guidate da mano invisibile, si riflette nelle tue onde tremule. Ecco, una nube appare e si infiamma rossa come il sorriso di un bocciolo di rosa. Ma, addio! Così presto mi dice addio per non tornare più. Un’altra ne vedo arrivare ancora più rilucente e bella! Oh, se ne va’ anche questa, altrettanto in fretta, e, volubile, sparisce E ancora una! Ma questa non vuole andarsene e segue lenta il suo corso; o sorgente, ora il cielo è scuro e la sua ombra ti rabbuia Quando ti vedo così, o sorgente penso alla mia anima: a quanti cieli dorati ha dovuto dire addio, a quanti cieli pesanti e tristi hanno gettato su di te una notte fonda, e sono venuti all'improvviso, ma se ne sono andati così lentamente. E anche se lo so bene come se ne siano venuti o andati, so che sono solo stati cieli vuoti che si riflettevano nella mia anima. La luce e le ombre del tuo specchio d’acque hanno dipeso da essi! - o sorgente, quando finirà questo gioco? quando le tue acque avranno pace? Johan Ludvig Runeberg Prendere sonno
Postato da Grazia01 il Martedì, 03 febbraio @ 12:57:03 CET (757 letture)
![]() ![]() Avere una fervida immaginazione è un gran dono. Di notte, tuttavia, non è sempre un vantaggio, soprattutto se non ti permette di prendere sonno . Leggere un buon libro prima di dormire ti permette di espandere la mente su argomenti che ti distraggono dal quotidiano. Oppure pensa a qualcosa di noioso. Concentrarti su qualcosa di molto comune può aiutarti a rallentare il flusso dei pensieri. È particolarmente utile focalizzarsi su qualcosa di molto lontano dalla tua testa; per esempio, il dito mignolo del piede. Pensa al mignolo, e solo al mignolo. Se per caso i tuoi pensieri iniziano a divagare, riprendi il pensiero del mignolo immediatamente. A tutti serve un abbraccio prima di dormire. E se non hai qualcuno accanto, c'è sempre una persona che abbracci col pensiero. Lo sapevi che se ti addormenti pensando ad una persona, quella ti sognerà durante la notte? Grazia ![]() Battesimo
Postato da brunouk il Domenica, 01 febbraio @ 22:10:14 CET (892 letture)
![]() ![]() Battesimo Chiaro ora appare nel grigio ricordo del tempo che trascorre nell’attimo sfuggente due vite, come d’incanto il bivio l’attende. Gesù la sua mano tende chi crede la pace l’amore nel cuore estende. Il rito d’appartenenza siglato con pura acqua sulla fronte scorre ora la vita di luce risplende lode è il canto vibra nell’aria ora chiaro il bivio appare due piccole lacrime come rugiada si posano su un fiore d’improvviso vento il suo profumo in aria fa volare. Bruno Gasparri Sogni
Postato da Grazia01 il Domenica, 01 febbraio @ 22:07:49 CET (977 letture)
![]() Stasera parliamo di ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Se il sonno fosse (c’è chi dice) una tregua, un puro riposo della mente, perché, se ti si desta bruscamente, senti che t’han rubato una fortuna? (Jorge Louis Borges) ![]() Chi racconta un sogno non racconta col linguaggio del sogno bensì col proprio. Così racconta, sempre, un altro sogno. (Stefano Lanuzza) ![]() Il sogno non si occupa mai di inezie; non permettiamo alle quisquilie di disturbarci nel sonno. I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli. (Sigmund Freud) ![]() Or che i sogni e le speranze si fan veri come fiori, sulla Luna e sulla Terra fate largo ai sognatori! (Gianni Rodari) ![]() Gli uomini in stato di veglia hanno un solo mondo che è loro comune. Nel sonno, ognuno ritorna a un suo proprio mondo particolare. (Eraclito) ![]() Si muore tutte le sere, si rinasce tutte le mattine: è così. E tra le due cose c’è il mondo dei sogni. (Henri Cartier-Bresson) ![]() La notte impone a noi la sua fatica magica. Disfare l’universo, le ramificazioni senza fine di effetti e di cause che si perdono in quell’abisso senza fondo, il tempo. (Jorge Louis Borges) L’inverno è il tempo del conforto
Postato da Grazia01 il Martedì, 27 gennaio @ 21:23:03 CET (760 letture)
lusso
Postato da Grazia01 il Lunedì, 26 gennaio @ 20:22:13 CET (996 letture)
![]() Enciclopedia delle scienze sociali (1996) di Carlo Borghero, Alessandro Roncaglia ![]() LUSSO 1. Antichità e Medioevo Il lusso, inteso come spesa fatta per soddisfare un bisogno raffinato e che quindi eccede i consumi socialmente accettati come necessari, non è un fenomeno tipico dell'età moderna. Nel mondo antico la condanna del lusso ricorre con frequenza. Il fasto e il lusso vengono spesso associati all'Oriente e al governo dispotico, responsabile dello squilibrio nelle ricchezze dei sudditi e della corruzione dei costumi. Significativo al riguardo il racconto di Erodoto (Storie, IX, 80-82) dello stupore di Pausania di fronte al lusso dei Persiani, sconfitti dai Greci a Platea (479 a.C.). Ma anche alcune città della Magna Grecia (Sibari, Locri) divennero nella mentalità comune luoghi proverbiali di lusso sfrenato e di raffinata ricerca di sempre nuovi piaceri. Tuttavia le città greche non conobbero il lusso fino alla conquista dell'Asia da parte di Alessandro. Il mito comunitario della Sparta egualitaria di Licurgo, rude e guerriera - che tanta incidenza avrà nelle dispute moderne sul lusso - fu coltivato già nell'antichità. Ma anche quando la costituzione della polis ammetteva l'ineguaglianza delle ricchezze, il lusso e l'eccessivo divario delle fortune venivano considerati fattori di corruzione della buona costituzione dello Stato e le spese eccessive nei funerali e nei banchetti erano proibite. Alla polis conveniva piuttosto l'uso moderato delle ricchezze, se non la frugalità. Nella Repubblica Platone condanna la soddisfazione dei piaceri non strettamente necessari (VIII, 558 d - 559 c); considera non sano uno Stato gonfio di lusso (II, 372 e - 373 d); vede nella ricchezza una fonte di lusso, pigrizia e instabilità politica (IV, 421 d - 422 a) e la ritiene incompatibile con la virtù (VIII, 550 d - 551 a). Anche quando mitigherà il radicalismo della sua prima utopia, definendo i tratti di una costituzione a base censitaria, Platone continuerà a proibire il possesso di oro e di argento e a porre forti restrizioni all'uso del denaro (Leggi, V, 742 a - 743 c) e riaffermerà l'opportunità di porre un limite alle ricchezze nonché il diritto dello Stato di confiscare tutto ciò che ecceda questo limite (V, 744 d - 745 b). Pur da posizioni meno radicali, anche Aristotele condanna l'abuso delle ricchezze (cfr. W.D. Ross, Aristotelis fragmenta selecta, Oxonii 1955, nn. 1 e 2) ed esalta la magnificenza come via intermedia tra la meschineria e lo spreco volgare. Mentre l'uomo magnifico esercita uno sfarzo legittimo in alcune spese pubbliche e private (nozze, ricevimento di ospiti, scambio di doni, arredamento della casa), quello volgare eccede nello sfarzo fuori luogo (soprattutto nella tavola e nelle vesti) per fare sfoggio di ricchezza e farsi ammirare. Queste spese di lusso sono dunque un vizio anche se non troppo dannoso per gli altri né eccessivamente sconveniente (Etica nicomachea, IV, 1122 a - 1123 a). Anche i cinici (celebre l'aneddoto di Diogene che rinuncia all'uso della scodella di legno quando vede un ragazzo bere nella coppa delle mani) e gli stoici avversano il lusso, ritenendolo contrario all'ideale di una vita semplice e naturale. Giorgio Gaber - Anniversario della nascita
Postato da Grazia01 il Domenica, 25 gennaio @ 19:40:16 CET (3711 letture)
![]() Oggi è l'anniversario della nascita di Giorgio Gaber, nome d'arte di Giorgio Gaberscik (Milano, 25 gennaio 1939 – Montemagno di Camaiore, 1º gennaio 2003), forse i più giovani non lo ricordano ma è stato un cantautore, commediografo, regista teatrale e attore teatrale e cinematografico italiano, fra i più importanti dello spettacolo e della musica italiana ed europea del secondo dopoguerra. ![]() Affettuosamente chiamato "Il Signor G" dai suoi estimatori, è stato anche un chitarrista di valore, tra i primi interpreti del rock and roll italiano (tra il 1958 e il 1960). Molto apprezzate sono state anche le sue performance come autore ed attore teatrale; è stato iniziatore, assieme al suo collaboratore Sandro Luporini, del "genere" del teatro canzone. Tra le varie dediche, nel 2004, a Giorgio Gaber viene intitolato il rinnovato auditorium sotterraneo del Grattacielo Pirelli di Milano. Per Gaber... io ci sono, è il titolo del triplo cd evento uscito il 13 novembre 2012, a quasi dieci anni dalla morte del grande cantautore milanese, con cinquanta artisti che hanno reinterpretato i suoi brani. ![]() Signor G quanto mi piacevi.. « La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un'opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. » Il giorno dell'ultimo Natale ci ha lasciato Gilberto Finzi
Postato da Grazia01 il Venerdì, 23 gennaio @ 22:31:49 CET (3392 letture)
![]() Durante l'ultimo Natale alle 8.35 nell’ospedale Sacco di Milano è morto Gilberto Finzi, poeta, critico, narratore, polemista, giornalista. Non stava bene da tempo ormai, ma nell’ultimo mese le sue condizioni si sono aggravate. Lo scompenso cardiaco che l’accompagnava negli ultimi anni non gli ha permesso di superare l’ultima crisi. Ecco una della sue poesie Alla pianura cuore dell'inverno Gli uccelli di passo (che cioè compaiono in Italia solo per qualche tempo, durante le loro migrazioni stagionali), dirigendosi a sud, sorvolano una pianura padana che già si prepara alle nebbie e all'inverno. E da terra, da quel paesaggio che si fa ogni giorno più grigio e spento, li segue, forse con un po' d'invidia, l'occhio dell'uomo costretto a trascorrere nella sua "casa dall'edera già morta" i lunghi mesi che verranno. ![]() Alla pianura cuore dell'inverno, a questa casa dall'edera già morta tesa sui muri come nervo ed osso, guarda la fòlaga, e volando fora la nuvola lontana. Città d'Egitto mitica e sabbiosa Tebe vedrà le fòlaghe chine sui sassi a cercar l'acqua insieme alla cicogna di Norvegia; intanto qui vicino a casa fùmiga lenta una nebbia di lago, grigio è il cavallo che biàscica fieno presso le stanghe dei carri arrugginiti. L'ultimo lembo dell'estate imputridito pende dall'olmo, e dove stava il vecchio svelto aggiustando le sedie di casa la triplice punta dei forconi insegue il cielo dietro i pagliai! Gilberto Finzi “NUOVO” anno 2015
Postato da brunouk il Venerdì, 23 gennaio @ 17:58:51 CET (1057 letture)
![]() ![]() Ad ammirare rimango mille e mille scoppiettanti luci colorano la note ore 0,1/gennaio 2015 è iniziato il nuovo anno. Frizzante, colmo calice al cielo alzo: “Auguri”. Auguri a te “Amore “ era veramente questo il sogno? Il mio blu resta celato nell'anima una voce, la mia, rompe i silenzi riflessi (Amore) cavalchi il sole nell'alba ammalia per il riscatto nulla rimane. Meraviglioso l’essere l’ombra sul soffitto danza insoddisfatta nell'appartenere astratta, sinuosa nel preludio s’inebria d’armonie il sogno s’anima. L’attimo nel tempo passa la notte riprende possesso del cielo e tu, muta stella all'orizzonte da sempre amica d’intima ora, distante osservi un soffio m’accarezza il viso, ricordo di metafore ho ravvivato la tua luce oramai vivo nell'attimo sfuggente. Solo ricordi lontani e recenti, ieri ho abbracciato l’albero lui mi dona il piacere della bellezza la racchiudo nel “lusso” di questa poesia le parole restano scritte su questo foglio solo (Amore) rimane del quotidiano mio di vuoti ho avvolto l’anima resta solo il respiro della vita delicata sorprende, come goccia di rugiada dove, in sgargianti colori, miraggio riflette mentre l’ora scorre, e là, velata da bianca nuvola la luna all'orizzonte affascina. Bruno Gasparri .......................................................... Gentilissima Grazia, con l’occasione voglio, anche se in sostanziale imperdonabile ritardo, augurare a Te e a tutti gli impareggiabili ospiti, auguri per il passato Natale e per un grande radioso nuovo anno 2015. Propongo questa mia ultima poesia, spero sia di tuo gradimento anche se mi è stata un po’ difficile nella stesura, sai a volte si vorrebbe esprimere veramente quello che si ha nel cuore, la scusa ricorrente è la mancanza di prosa adatta, ma come ben sai vi è molto di più che frena oltre l’evidente, ma anche un malcelato orgoglio e inutile pudore. Mi scuso anche per la mia alterna e scarsa partecipazione, comunque complimenti per la tua vasta e molto interessane impaginazione, accetta un saluto Bruno Gasparri UN ALBERO DI CRISTALLO
Postato da rosarossa il Giovedì, 22 gennaio @ 20:04:14 CET (995 letture)
![]() ![]() UN ALBERO DI CRISTALLO Vorrei che il mondo fosse un albero di cristallo puro, cresciuto su una terra di bontà e d’ amore che maestoso emerge sopra un tronco d’argentea, luce e immenso splendore. In lui raffigurare un nuovo mondo con grandi rami di speranza e sogno foglie verdi di sacri sentimenti come fossero smeraldi e perle luccicanti con fiori pregiati dal profumo raro, di nobili virtù e valori veri Le città del mondo di lampade e di stelle illuminate e non di terrore seminate. Vorrei che tutti cantassimo cori, ad ‘un’Alba nascente e un nuovo sole. Mai più vedere strade insanguinate grida di terrore, persone spaventate. Rosarossa l 21 gennaio del 1977 morì a Roma il poeta Sandro Penna
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 21 gennaio @ 20:21:09 CET (829 letture)
![]() ![]() Le nere scale della mia taverna tu discendi tutto intriso di vento. I bei capelli caduti tu hai sugli occhi vivi in un mio firmamento remoto. Nella famosa taverna ora è l'odore del porto e del vento. Libero vento che modella i corpi e muove il passato ai bianchi marinai. ![]() Mi adagio Mi adagio nel mattino di primavera. Sento nascere in me scomposte aurore. Io non so più se muoio o se rinasco. ![]() Poesia senza titolo Era l'alba sui colli, e gli animali ridavano alla terra i calmi occhi. Io tornavo alla casa di mia madre. Il treno dondolava i miei sbadigli acerbi. E il primo vento era sull'erbe. Altissimo e confuso, il paradiso della mia vita non aveva ancora volto. Ma l'ospite alla terra, nuovo, già chiedeva l'amore, inginocchiato. Cadeva la preghiera nella chiusa casa entro odore di libri di scuola. Navigavano al vespero felici gridi di ucceli nel mio cielo d'ansia. ![]() I rumori dell'alba Come è forte il rumore dell'alba! Fatto di cose più che di persone. Lo precede talvolta un fischio breve, una voce che lieta sfida il giorno. Ma poi nella città tutto è sommerso. E la mia stella è quella stella scialba mia lenta morte senza disperazione. ![]() Il vegetale Lasciato ho gli animali con le loro mille mutevoli inutili forme. Respiro accanto a te, ora che annotta, purpureo fiore sconosciuto: assai meglio mi parli che le loro voci. Dormi fra le tue verdi immense foglie, purpureo fiore sconosciuto, vivo come il lieve fanciullo che ho lasciato dormire, un giorno, abbandonato all'erbe. Sandro Penna Un regalo per Milano
Postato da Grazia01 il Domenica, 18 gennaio @ 17:30:51 CET (1079 letture)
![]() ![]() Faccio un regalo a Milano, a questa odiosamata Milano che ogni giorno ci assilla, ci stanca, ci inquieta, che guardiamo correndo, brontolando, ansimando, alla quale chiediamo di aiutarci a vivere meglio, meno traffico, meno smog, più verde, lavoro, sicurezza, ma anche stile, pensiero, civismo, tutto quello che rimanda a un passato che brilla come un mito e rimbomba anche, come la gloria di sant' Ambrogio. Un regalo sentito, affettuoso, come certi scritti ispirati di molti cittadini che scrivono (con la tosse d' inverno e i suoi luoghi ai margini del caos), la amano davvero, e riescono ancora a sognare, quando girano di notte, avvolgendosi nella nebbiolina che non chiamano smog ma scighèra. Un penserò d'amore per la mia città. Non ha le bellezze di Roma, né il romanticismo di Venezia o Firenze, manca il mare di Napoli, ma lei, Milano, ha un fascino tutto suo che non può non arrivare all'anima di chi ci vive. Grazia ![]() Milano "Non è che dalle cuspidi amorose crescano i mutamenti della carne, Milano benedetta Donna altera e sanguigna con due mammelle amorose pronte a sfamare i popoli del mondo, Milano dagli irti colli che ha veduto qui crescere il mio amore che ora è defunto. Milano dai vorticosi pensieri dove le mille allegrie muoiono piangenti sul Naviglio." A. Merini, Tu sei Pietro, 1961. MILANO Fra le sue pietre e le tue nebbie faccio villeggiatura. Mi riposo in Piazza del Duomo. Invece di stelle ogni sera si accendono parole. Nulla riposa della vita come la vita. (U.Saba) Fa parte di una raccolta intitolata “PAROLE”. Successivamente confluita nel canzoniere. Poesìi sénza pretés Quell che me vègn in mént ve'l disi in milanés: hinn fòrse ròbb de niént, poesìi sénza pretés, però, paròlla mia, gh'è dentr'on pòo de mi, ve parli de cà mia e quèll che voeùri dì l'è on omàgg, el mén, che pròpi pòdi fà a chi ghe voeùr tant bèn a sta bèlla cittàa! ©Vincenzo Migliavacca Casa di bambola di Ibsen
Postato da Grazia01 il Venerdì, 16 gennaio @ 19:30:56 CET (1722 letture)
![]() ![]() CASA DI BAMBOLA di H. Ibsen "Casa di bambola" (titolo originale "Et dukkehjm") è un testo teatrale scritto da Henrik Ibsen nel 1879 e rappresentato la prima volta il 21 dicembre dello stesso anno a Copenaghen. Tra le tante rappresentazioni dell’opera, resta memorabile quella che vide come protagonista l'intensa attrice russa Alla Nazimova, che interpretò per la prima volta lo spettacolo nel 1907 e che nel 1922 fu la protagonista della relativa trasposizione cinematografica. Pungente critica nei confronti dei tradizionali ruoli maschili e femminili, nell'ambito del matrimonio durante l'epoca vittoriana, Henrik Ibsen nel personaggio di Nora ha delineato il vuoto interiore di una vita vissuta all'ombra di un uomo, l'angosciante desolazione di chi nasconde la sua forza dietro la maschera della debolezza, l'ingenuità artefatta, mirata a negare la mancanza di intimità, comprensione, fiducia nel rapporto coniugale. L'opera teatrale si apre sul rientro a casa di Nora: è quasi Natale e lei sorride, canticchia, sgranocchia, un po' furtiva, alcuni dolcetti. Torvald: - E’ la mia lodoletta che trilla lì fuori? Nora: - Sì, è proprio lei! Torvald: - E' lo scoiattolo che ruzza? Torvald: - Quando è rincasato lo scoiattolino? Nora: - In questo momento. (Caccia in tasca l'involto dei dolci e si pulisce la bocca). - Torvald, vieni a vedere cosa ho comprato! Torvald: - Non mi disturbare! (Poco dopo apre la porta e guarda nella stanza, con la penna in mano). - Comprato, hai detto? Tutta quella roba, il passerotto sventato se ne è di nuovo andato in giro a sciupar denaro? Nora (accostandosi alla stufa): - Ma sì, come vuoi tu, Torvald. Torvald (la segue): - Già, ma non voglio che la lodoletta trascini le ali. Cosa c'è? Lo scoiattolino fa il broncio? (Tira fuori il portafogli) Nora, indovina cosa ho qui? La seduttività manipolatoria di Nora gioca con il compiacimento di Torvald, che si sente forte del potere esercitato su di lei. Giancarlo Consonni
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 14 gennaio @ 19:28:04 CET (771 letture)
![]() Giancarlo Consonni (Merate, 14 gennaio 1943) è un poeta e architetto italiano. Ha vissuto fino al 1967 a Verderio Inferiore per poi trasferirsi a Milano. Si è laureato nel 1969 in Architettura. FAINA Che noi dico noi di un tempo si sia scomparsi si può capire. Ma la faina l’accorta l’infida sgradita agguerrita faina che sia sparita questo fa pena. ![]() FABBRO Affonda coda di scintilla comete di fresa. Poi tutti abbassano la testa e non è il Sanctus sotto la saldatrice i ferri fanno già presa. BLUI’ Va il luì sui meli ben potati. ” Sono qui, sono qui, sono qui”. Sale la risposta per poco ancora dalle gemme trattenuta. ![]() GIRASOLI Eccola sulla tangenziale la fame dei giorni. Passato Vimercate nel cerchio blu delle montagne un prato brilla di rugiada superato ha ormai l’irto delle stoppie. Al margine un girasole dimenticato si gode il mondo. STELLA All’uscita del Passante la lunga scala mobile certe sere mi consegna una stella. ![]() MOTOSEGHE Cosa faccio qui sotto le motoseghe? Imparo la pazienza EFFIMERE Libellule farfalle felpati transiti inattesi svoli. Sono stato voi? sarete me? ![]() BALLARE Ballare non ho mai ballato nemmeno su un’aia. Sognavo di lavarti i piedi stanchi. NEVE Le parole ovatta l’ora rada. Il passo allacciato delle ragazze il canto sommesso a tenere la strada. ZOLLA Là sotto di un ragazzo e una donna è scritta l’ora e il giorno. Imparate gente imparate dal sasso. Un cacciatore il passo malmesso smuove la pietra. Imparate gente imparate dal sasso. Lei finisce sepolta viva nella casa dei matti lui l’ho visto fatto uomo cavare la zolla Ha pubblicato le raccolte di poesia Lumbardia (I Dispari, Milano 1983), Viridarium (Scheiwiller, Milano 1987) e In breve volo (Scheiwiller, 1994): le prime due nel milanese rurale di Verderio Inferiore, la terza in italiano. Presso Einaudi ha pubblicato Vûs (1997) eLuì (2003). Il deserto dell'anima
Postato da Grazia01 il Sabato, 10 gennaio @ 23:17:18 CET (812 letture)
![]() ![]() Il 10 gennaio del 1887 nacque il poeta Robinson Jeffers, considerato un'icona ecologista. Il deserto dell'anima The soul's desert di Robinson Jeffers Rispolverano i vecchi orrori; i loro discorsi sono l'eco di un'eco. Non immischiarti; sta a guardare. Questi non sono criminali, né trafficanti o imbrattacarte; sono i governi Delle grandi nazioni; gli accreditati Della massa umana. Osservali. Ire e risa non contano più. E' tempo di perdere ogni illusione, Ciascuno entri nel deserto della sua anima A cercare Iddio - avendo visto l'uomo. LA POESIA E’ UN ATTENTATO CELESTE
Postato da Grazia01 il Sabato, 10 gennaio @ 23:14:05 CET (823 letture)
![]() ![]() Il 10 gennaio del 1893 nacque Vicente Huidobro, Ideatore del creazionismo poetico, è considerato fra i quattro maggiori poeti cileni, insieme a Neruda, De Rokha e Mistral LA POESIA E’ UN ATTENTATO CELESTE Io sono assente ma in fondo a questa assenza C’è l’attesa di me stesso E quest’attesa è un’altra forma di presenza L’attesa del mio ritorno Io vivo in altri oggetti Viaggio dando un po’ della mia vita A certi alberi e a certe pietre Che mi hanno aspettato molti anni Si sono stancati di aspettare e si sono seduti Io non sono e sono Sono assente e sono presente in stato d’attesa Essi volevano il mio linguaggio per esprimersi E io volevo il loro per esprimerli Ecco qui l’equivoco l’atroce equivoco. Angoscioso penoso Mi addentro in queste piante Lasciando i miei abiti Mi stanno per cadere le carni E il mio scheletro si riveste di cortecce Sto diventando albero Quante cose mi sono convertito in altre cose… E’ doloroso e pieno di tenerezza Potrei gridare ma si spaventerebbe la transustanziazione Bisogna restare in silenzio Aspettare in silenzio Oriana Fallaci
Postato da Grazia01 il Venerdì, 09 gennaio @ 19:24:17 CET (914 letture)
![]() ![]() Dire che il popolo è sempre vittima, sempre innocente, è un'ipocrisia e una menzogna e un insulto alla dignità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni persona. Un popolo è fatto di uomini, donne, persone, ciascuna di queste persone ha il dovere di scegliere, di decidere per se stessa; e non si cessa di scegliere, di decidere, perché non si è né generali né ricchi né potenti. Oriana Fallaci dal libro "Un uomo" Regola di vita
Postato da Grazia01 il Venerdì, 09 gennaio @ 17:33:06 CET (838 letture)
Ciao
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Alessandra e Danielissima
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