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L'importanza dell'umore
Postato da Grazia01 il Domenica, 15 febbraio @ 20:39:32 CET (745 letture)
![]() ![]() l buon umore è uno strumento potentissimo che abbiamo a disposizione per poterci aprire all'esterno attraverso la nostra creatività. Quando siamo di buon umore anche la nostra salute ne trae giovamento. Il buon umore nasce spontaneamente nel nostro cervello, che necessita di continuo nutrimento affinché possa restare sano, vigile e produttivo. Il nostro cervello è composto da tessuti nervosi in grado di rigenerarsi ogni giorno ed i pensieri positivi rappresentano la linfa necessaria per la produzione di miriadi di sostanze chimiche che sono alla base di questo rinnovamento. Le stesse sostanze secrete alimentano a loro volta il buon umore. Di contro, ciò che allontana il buon umore è il troppo cerebralismo, che genera dubbi, domande, calcoli, modelli, ansie e brucia letteralmente neuroni, danneggiando il tessuto cerebrale. ![]() Quando siamo di pessimo umore mettiamo in circolo del veleno ed esponiamo il nostro organismo al rischio di contrarre malattie. L'odio e la rabbia sono sentimenti che ledono più chi le prova, piuttosto che coloro ai quali quei sentimenti sono indirizzati. Quindi, prima di arrabbiarci e provare sentimenti profondamente tristi e negativi, chiediamoci prima se questi valgono la nostra salute. Un'ottimo modo per garantirci la nostra buona dose giornaliera di ottimismo (e di salute), è quello di far contento il corpo, risvegliando i nostri sensi. Le sensazioni che il nostro corpo ci può donare attraverso l'esplicazione delle funzioni fisiologiche, quali dormire, mangiare, fare l'amore… sono molto più forti ed efficaci nell'attivare le aree cerebrali del benessere e del buon umore. ![]() Alcuni consigli: Dormire bene e nella giusta quantità ci permette di eliminare meglio le scorie e, al risveglio, di trovare soluzione a problemi che ci attanagliano… "il sonno porta consiglio". Dare spazio all'eros accende la Vita. Fare l'amore è la funzione che più ci lega all'energia vitale perché crea immediatamente una cascata di ormoni legati al piacere, al buon umore e al benessere. Il cibo ed il buon umore hanno uno stretto legame. Le prelibatezze per il palato stimolano un piacere molto profondo, tale da essere assimilato all'orgasmo. Inoltre, raccogliersi in piacevole compagnia attorno ad una tavola imbandita è spesso motivo di gioia e divertimento. ![]() La via della tattilità è la strada verso un benessere spesso dimenticato. Il tocco della persona amata o un massaggio eseguito da mani esperte esplicano un'azione benefica su muscoli e articolazioni e raggiungono il centro dell'individuo risvegliando i sensi. Attraverso il contatto con il corpo dell'altro, ci si rilassa, ci si abbandona completamente e l'umore migliora. Praticare dello sport scegliendo quello più adatto a se stessi. Liberare il corpo attraverso il movimento tiene lontano i pensieri pressanti. Mentre il nostro corpo "lavora", il nostro cervello fa pulizia di tutte le zavorre mentali che lo attanagliano. A tale scopo può tornare molto utile ascoltare della musica: la nostra mente sarà così distratta ed il tempo scorrerà piacevolmente in maniera quasi impalpabile. ![]() Cristina Bartoli Dottoressa in Discipline Piscosociali Sull'amore
Postato da Grazia01 il Sabato, 14 febbraio @ 21:39:26 CET (870 letture)
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. É dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque.” Erri De Luca ![]() Le anime hanno un loro particolar modo d'intendersi, d'entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor proprii e le loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l'impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto. E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d'ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l'angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.” Luigi Pirandello ![]() Gli bastò un interrogatorio insidioso, prima a lui e poi alla madre, per constatare un'ennesima volta che i sintomi dell'amore sono gli stessi del colera.” Gabriel García Márquez ![]() L'amore vero è così: non ha nessuno scopo e nessuna ragione, e non si sottomette a nessun potere fuorché alla grazia umana. Elsa Morante ![]() Forse, io amo in lei la natura, la personificazione di quanto c'è di bello nella natura; ma non è che io abbia una volontà mia propria: attraverso me, c'è ad amarla non so quale forza elementare, la creazione intera; tutta la natura infonde quest'amore nell'anima mia, e mi dice: ama!” Leo Tolstoy ![]() Sei la mia schiavitù sei la mia libertà Sei la mia carne che brucia come la nuda carne delle notti d’estate Sei la mia patria Tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi Tu, alta e vittoriosa Sei la mia nostalgia di saperti inaccessibile Nel momento stesso in cui ti afferro. Nâzım Hikmet ![]() Eravamo insieme, il resto del mondo l'ho scordato Walt Withman Parole inutili
Postato da Grazia01 il Lunedì, 09 febbraio @ 18:50:58 CET (1060 letture)
![]() ![]() Parole inutili Vorrei poter cancellare le parole inutili Le frasi ricorrenti che ammalano la mente. Il tempo passa, cambiano i visi, I toni delle voci, ma le parole tornano uguali. Ipocrisie costruite a vantaggio di alcuni per confondere i pensieri di molti favole per bambini grandi che vi si aggrappano per calmare il malumore, senza crederci, ma per continuare a campare. Grazia questo è il tempo
Postato da Almina il Domenica, 08 febbraio @ 22:36:11 CET (1009 letture)
Milano mia
Postato da Grazia01 il Domenica, 08 febbraio @ 22:07:59 CET (1626 letture)
![]() Vivo Milano da quando sono nata e più la esploro più la adoro. Sarà che con il sole è stupenda, sarà che sui Navigli la gente che incontri sembra sempre esser piena di storie da raccontare, sarà che in questa città ci sono le mie radici, sarà che qui mi sono innamorata e ho costruito la mia famiglia e la mia vita. E poi c’è la poesia. A Milano si respira poesia. E anche una semplice passeggiata in una domenica sera con l'aria gelata mentre i sospiri formano nuvolette e le parole arrivano sussurrate attraverso la sciarpa, può regalarti una piccola dose di magia. Camminando per Brera, tra chiacchiere e battibecchi, puoi vedere sui muri frasi di poeti rivoluzionari e ti torna in mente una poesia di Alda Merini, dedicata a questa piccola grande città: Per Milano Non è che dalle cuspidi amorose crescano i mutamenti della carne, Milano benedetta Donna altera e sanguigna con due mammelle amorose pronte a sfamare i popoli del mondo, Milano dagli irti colli che ha veduto qui crescere il mio amore che ora è defunto. Milano dai vorticosi pensieri dove le mille allegrie muoiono piangenti sul Naviglio. ![]() Buonanotte e buona settimana Il 5 febbraio del 1804 nacque a Jakobstad, Johan Ludvig Runeberg
Postato da Grazia01 il Giovedì, 05 febbraio @ 21:22:21 CET (1178 letture)
![]() ![]() Il 5 febbraio del 1804 nacque a Jakobstad, Johan Ludvig Runeberg, un poeta e scrittore finlandese di lingua svedese, considerato il poeta nazionale della Finlandia. Runeberg studiò prima nelle città di Vaasa e Oulu, poi alla Reale Accademia di Åbo, dove divenne amico di Johan Vilhelm Snellman e Zacharias Topelius. I suoi studi vertevano principalmente sui classici latini e greci. Molti dei suoi poemi parlano della vita rurale in Finlandia. Il più famoso di essi è Bonden Paavo ("il contadino Paavo", Saarijärven Paavo in finlandese), che parla di un piccolo proprietario terriero del povero villaggio di Saarijärvi e della sua determinazione e fede incrollabile nella provvidenza di fronte ad un clima rigido e ad anni di pessimi raccolti. È costretto ad aggiungere due parti di corteccia nel pane per evitare di morire di fame e condivide il poco che ha con i suoi vicini. L'opera più conosciuta di Runeberg è Fänrik Ståls sägner ("La storia dell'alfiere Stål"), Vänrikki Stoolin tarinat in finlandese, scritta tra il 1848 e il 1860. Viene considerato il più importante poema epico finlandese dopo il Kalevala. Narra della Guerra di Finlandia del 1808-09 contro la Russia. Nella guerra la Svezia perse la Finlandia, che diventò un Granducato dell'Impero Russo. Il poema che è composto da episodi, enfatizza la comune umanità di entrambe la parti in conflitto, lodando in particolare l'eroismo dei finnici. La poesia che apre l'opera, Vårt land, ("La nostra Terra"), Maamme in finlandese, diventò l'inno nazionale finlandese. Runeberg viene celebrato il 5 febbraio di ogni anno.( morì il 6 maggio del 1877) ![]() Il primo bacio Questa poesia, compresa nella raccolta "Dikter" del 1833, è stata musicata nel 1900 da Jean Sibelius in forma di Lieder, op. 37 n.1. traduzione in italiano di Piero Pollesello La stella della sera sedeva sul bordo di una nuvola d’argento e nel crepuscolo laggiù da un boschetto una ragazza le chiese: “Dimmi, stella della sera, cosa si dice in cielo quando qualcuno dona il primo bacio alla persona amata?” E la timida figlia del cielo rispose: “Gli angeli celesti in schiera guardano in terra vedendo in quel momento il riflesso della loro propria luce; solo la Morte volge lo sguardo altrove e piange”. ![]() La sorgente (dalla raccolta Dikter II, 1833) Traduzione di Piero Pollesello O sorgente, siedo alle tue rive e guardo come il corteo di nuvole, guidate da mano invisibile, si riflette nelle tue onde tremule. Ecco, una nube appare e si infiamma rossa come il sorriso di un bocciolo di rosa. Ma, addio! Così presto mi dice addio per non tornare più. Un’altra ne vedo arrivare ancora più rilucente e bella! Oh, se ne va’ anche questa, altrettanto in fretta, e, volubile, sparisce E ancora una! Ma questa non vuole andarsene e segue lenta il suo corso; o sorgente, ora il cielo è scuro e la sua ombra ti rabbuia Quando ti vedo così, o sorgente penso alla mia anima: a quanti cieli dorati ha dovuto dire addio, a quanti cieli pesanti e tristi hanno gettato su di te una notte fonda, e sono venuti all'improvviso, ma se ne sono andati così lentamente. E anche se lo so bene come se ne siano venuti o andati, so che sono solo stati cieli vuoti che si riflettevano nella mia anima. La luce e le ombre del tuo specchio d’acque hanno dipeso da essi! - o sorgente, quando finirà questo gioco? quando le tue acque avranno pace? Johan Ludvig Runeberg Prendere sonno
Postato da Grazia01 il Martedì, 03 febbraio @ 13:57:03 CET (876 letture)
![]() ![]() Avere una fervida immaginazione è un gran dono. Di notte, tuttavia, non è sempre un vantaggio, soprattutto se non ti permette di prendere sonno . Leggere un buon libro prima di dormire ti permette di espandere la mente su argomenti che ti distraggono dal quotidiano. Oppure pensa a qualcosa di noioso. Concentrarti su qualcosa di molto comune può aiutarti a rallentare il flusso dei pensieri. È particolarmente utile focalizzarsi su qualcosa di molto lontano dalla tua testa; per esempio, il dito mignolo del piede. Pensa al mignolo, e solo al mignolo. Se per caso i tuoi pensieri iniziano a divagare, riprendi il pensiero del mignolo immediatamente. A tutti serve un abbraccio prima di dormire. E se non hai qualcuno accanto, c'è sempre una persona che abbracci col pensiero. Lo sapevi che se ti addormenti pensando ad una persona, quella ti sognerà durante la notte? Grazia ![]() Battesimo
Postato da brunouk il Domenica, 01 febbraio @ 23:10:14 CET (1026 letture)
![]() ![]() Battesimo Chiaro ora appare nel grigio ricordo del tempo che trascorre nell’attimo sfuggente due vite, come d’incanto il bivio l’attende. Gesù la sua mano tende chi crede la pace l’amore nel cuore estende. Il rito d’appartenenza siglato con pura acqua sulla fronte scorre ora la vita di luce risplende lode è il canto vibra nell’aria ora chiaro il bivio appare due piccole lacrime come rugiada si posano su un fiore d’improvviso vento il suo profumo in aria fa volare. Bruno Gasparri Sogni
Postato da Grazia01 il Domenica, 01 febbraio @ 23:07:49 CET (1167 letture)
![]() Stasera parliamo di ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Se il sonno fosse (c’è chi dice) una tregua, un puro riposo della mente, perché, se ti si desta bruscamente, senti che t’han rubato una fortuna? (Jorge Louis Borges) ![]() Chi racconta un sogno non racconta col linguaggio del sogno bensì col proprio. Così racconta, sempre, un altro sogno. (Stefano Lanuzza) ![]() Il sogno non si occupa mai di inezie; non permettiamo alle quisquilie di disturbarci nel sonno. I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli. (Sigmund Freud) ![]() Or che i sogni e le speranze si fan veri come fiori, sulla Luna e sulla Terra fate largo ai sognatori! (Gianni Rodari) ![]() Gli uomini in stato di veglia hanno un solo mondo che è loro comune. Nel sonno, ognuno ritorna a un suo proprio mondo particolare. (Eraclito) ![]() Si muore tutte le sere, si rinasce tutte le mattine: è così. E tra le due cose c’è il mondo dei sogni. (Henri Cartier-Bresson) ![]() La notte impone a noi la sua fatica magica. Disfare l’universo, le ramificazioni senza fine di effetti e di cause che si perdono in quell’abisso senza fondo, il tempo. (Jorge Louis Borges) L’inverno è il tempo del conforto
Postato da Grazia01 il Martedì, 27 gennaio @ 22:23:03 CET (828 letture)
lusso
Postato da Grazia01 il Lunedì, 26 gennaio @ 21:22:13 CET (1156 letture)
![]() Enciclopedia delle scienze sociali (1996) di Carlo Borghero, Alessandro Roncaglia ![]() LUSSO 1. Antichità e Medioevo Il lusso, inteso come spesa fatta per soddisfare un bisogno raffinato e che quindi eccede i consumi socialmente accettati come necessari, non è un fenomeno tipico dell'età moderna. Nel mondo antico la condanna del lusso ricorre con frequenza. Il fasto e il lusso vengono spesso associati all'Oriente e al governo dispotico, responsabile dello squilibrio nelle ricchezze dei sudditi e della corruzione dei costumi. Significativo al riguardo il racconto di Erodoto (Storie, IX, 80-82) dello stupore di Pausania di fronte al lusso dei Persiani, sconfitti dai Greci a Platea (479 a.C.). Ma anche alcune città della Magna Grecia (Sibari, Locri) divennero nella mentalità comune luoghi proverbiali di lusso sfrenato e di raffinata ricerca di sempre nuovi piaceri. Tuttavia le città greche non conobbero il lusso fino alla conquista dell'Asia da parte di Alessandro. Il mito comunitario della Sparta egualitaria di Licurgo, rude e guerriera - che tanta incidenza avrà nelle dispute moderne sul lusso - fu coltivato già nell'antichità. Ma anche quando la costituzione della polis ammetteva l'ineguaglianza delle ricchezze, il lusso e l'eccessivo divario delle fortune venivano considerati fattori di corruzione della buona costituzione dello Stato e le spese eccessive nei funerali e nei banchetti erano proibite. Alla polis conveniva piuttosto l'uso moderato delle ricchezze, se non la frugalità. Nella Repubblica Platone condanna la soddisfazione dei piaceri non strettamente necessari (VIII, 558 d - 559 c); considera non sano uno Stato gonfio di lusso (II, 372 e - 373 d); vede nella ricchezza una fonte di lusso, pigrizia e instabilità politica (IV, 421 d - 422 a) e la ritiene incompatibile con la virtù (VIII, 550 d - 551 a). Anche quando mitigherà il radicalismo della sua prima utopia, definendo i tratti di una costituzione a base censitaria, Platone continuerà a proibire il possesso di oro e di argento e a porre forti restrizioni all'uso del denaro (Leggi, V, 742 a - 743 c) e riaffermerà l'opportunità di porre un limite alle ricchezze nonché il diritto dello Stato di confiscare tutto ciò che ecceda questo limite (V, 744 d - 745 b). Pur da posizioni meno radicali, anche Aristotele condanna l'abuso delle ricchezze (cfr. W.D. Ross, Aristotelis fragmenta selecta, Oxonii 1955, nn. 1 e 2) ed esalta la magnificenza come via intermedia tra la meschineria e lo spreco volgare. Mentre l'uomo magnifico esercita uno sfarzo legittimo in alcune spese pubbliche e private (nozze, ricevimento di ospiti, scambio di doni, arredamento della casa), quello volgare eccede nello sfarzo fuori luogo (soprattutto nella tavola e nelle vesti) per fare sfoggio di ricchezza e farsi ammirare. Queste spese di lusso sono dunque un vizio anche se non troppo dannoso per gli altri né eccessivamente sconveniente (Etica nicomachea, IV, 1122 a - 1123 a). Anche i cinici (celebre l'aneddoto di Diogene che rinuncia all'uso della scodella di legno quando vede un ragazzo bere nella coppa delle mani) e gli stoici avversano il lusso, ritenendolo contrario all'ideale di una vita semplice e naturale. Giorgio Gaber - Anniversario della nascita
Postato da Grazia01 il Domenica, 25 gennaio @ 20:40:16 CET (4866 letture)
![]() Oggi è l'anniversario della nascita di Giorgio Gaber, nome d'arte di Giorgio Gaberscik (Milano, 25 gennaio 1939 – Montemagno di Camaiore, 1º gennaio 2003), forse i più giovani non lo ricordano ma è stato un cantautore, commediografo, regista teatrale e attore teatrale e cinematografico italiano, fra i più importanti dello spettacolo e della musica italiana ed europea del secondo dopoguerra. ![]() Affettuosamente chiamato "Il Signor G" dai suoi estimatori, è stato anche un chitarrista di valore, tra i primi interpreti del rock and roll italiano (tra il 1958 e il 1960). Molto apprezzate sono state anche le sue performance come autore ed attore teatrale; è stato iniziatore, assieme al suo collaboratore Sandro Luporini, del "genere" del teatro canzone. Tra le varie dediche, nel 2004, a Giorgio Gaber viene intitolato il rinnovato auditorium sotterraneo del Grattacielo Pirelli di Milano. Per Gaber... io ci sono, è il titolo del triplo cd evento uscito il 13 novembre 2012, a quasi dieci anni dalla morte del grande cantautore milanese, con cinquanta artisti che hanno reinterpretato i suoi brani. ![]() Signor G quanto mi piacevi.. « La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un'opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. » Il giorno dell'ultimo Natale ci ha lasciato Gilberto Finzi
Postato da Grazia01 il Venerdì, 23 gennaio @ 23:31:49 CET (4409 letture)
![]() Durante l'ultimo Natale alle 8.35 nell’ospedale Sacco di Milano è morto Gilberto Finzi, poeta, critico, narratore, polemista, giornalista. Non stava bene da tempo ormai, ma nell’ultimo mese le sue condizioni si sono aggravate. Lo scompenso cardiaco che l’accompagnava negli ultimi anni non gli ha permesso di superare l’ultima crisi. Ecco una della sue poesie Alla pianura cuore dell'inverno Gli uccelli di passo (che cioè compaiono in Italia solo per qualche tempo, durante le loro migrazioni stagionali), dirigendosi a sud, sorvolano una pianura padana che già si prepara alle nebbie e all'inverno. E da terra, da quel paesaggio che si fa ogni giorno più grigio e spento, li segue, forse con un po' d'invidia, l'occhio dell'uomo costretto a trascorrere nella sua "casa dall'edera già morta" i lunghi mesi che verranno. ![]() Alla pianura cuore dell'inverno, a questa casa dall'edera già morta tesa sui muri come nervo ed osso, guarda la fòlaga, e volando fora la nuvola lontana. Città d'Egitto mitica e sabbiosa Tebe vedrà le fòlaghe chine sui sassi a cercar l'acqua insieme alla cicogna di Norvegia; intanto qui vicino a casa fùmiga lenta una nebbia di lago, grigio è il cavallo che biàscica fieno presso le stanghe dei carri arrugginiti. L'ultimo lembo dell'estate imputridito pende dall'olmo, e dove stava il vecchio svelto aggiustando le sedie di casa la triplice punta dei forconi insegue il cielo dietro i pagliai! Gilberto Finzi “NUOVO” anno 2015
Postato da brunouk il Venerdì, 23 gennaio @ 18:58:51 CET (1257 letture)
![]() ![]() Ad ammirare rimango mille e mille scoppiettanti luci colorano la note ore 0,1/gennaio 2015 è iniziato il nuovo anno. Frizzante, colmo calice al cielo alzo: “Auguri”. Auguri a te “Amore “ era veramente questo il sogno? Il mio blu resta celato nell'anima una voce, la mia, rompe i silenzi riflessi (Amore) cavalchi il sole nell'alba ammalia per il riscatto nulla rimane. Meraviglioso l’essere l’ombra sul soffitto danza insoddisfatta nell'appartenere astratta, sinuosa nel preludio s’inebria d’armonie il sogno s’anima. L’attimo nel tempo passa la notte riprende possesso del cielo e tu, muta stella all'orizzonte da sempre amica d’intima ora, distante osservi un soffio m’accarezza il viso, ricordo di metafore ho ravvivato la tua luce oramai vivo nell'attimo sfuggente. Solo ricordi lontani e recenti, ieri ho abbracciato l’albero lui mi dona il piacere della bellezza la racchiudo nel “lusso” di questa poesia le parole restano scritte su questo foglio solo (Amore) rimane del quotidiano mio di vuoti ho avvolto l’anima resta solo il respiro della vita delicata sorprende, come goccia di rugiada dove, in sgargianti colori, miraggio riflette mentre l’ora scorre, e là, velata da bianca nuvola la luna all'orizzonte affascina. Bruno Gasparri .......................................................... Gentilissima Grazia, con l’occasione voglio, anche se in sostanziale imperdonabile ritardo, augurare a Te e a tutti gli impareggiabili ospiti, auguri per il passato Natale e per un grande radioso nuovo anno 2015. Propongo questa mia ultima poesia, spero sia di tuo gradimento anche se mi è stata un po’ difficile nella stesura, sai a volte si vorrebbe esprimere veramente quello che si ha nel cuore, la scusa ricorrente è la mancanza di prosa adatta, ma come ben sai vi è molto di più che frena oltre l’evidente, ma anche un malcelato orgoglio e inutile pudore. Mi scuso anche per la mia alterna e scarsa partecipazione, comunque complimenti per la tua vasta e molto interessane impaginazione, accetta un saluto Bruno Gasparri UN ALBERO DI CRISTALLO
Postato da rosarossa il Giovedì, 22 gennaio @ 21:04:14 CET (1106 letture)
![]() ![]() UN ALBERO DI CRISTALLO Vorrei che il mondo fosse un albero di cristallo puro, cresciuto su una terra di bontà e d’ amore che maestoso emerge sopra un tronco d’argentea, luce e immenso splendore. In lui raffigurare un nuovo mondo con grandi rami di speranza e sogno foglie verdi di sacri sentimenti come fossero smeraldi e perle luccicanti con fiori pregiati dal profumo raro, di nobili virtù e valori veri Le città del mondo di lampade e di stelle illuminate e non di terrore seminate. Vorrei che tutti cantassimo cori, ad ‘un’Alba nascente e un nuovo sole. Mai più vedere strade insanguinate grida di terrore, persone spaventate. Rosarossa l 21 gennaio del 1977 morì a Roma il poeta Sandro Penna
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 21 gennaio @ 21:21:09 CET (890 letture)
![]() ![]() Le nere scale della mia taverna tu discendi tutto intriso di vento. I bei capelli caduti tu hai sugli occhi vivi in un mio firmamento remoto. Nella famosa taverna ora è l'odore del porto e del vento. Libero vento che modella i corpi e muove il passato ai bianchi marinai. ![]() Mi adagio Mi adagio nel mattino di primavera. Sento nascere in me scomposte aurore. Io non so più se muoio o se rinasco. ![]() Poesia senza titolo Era l'alba sui colli, e gli animali ridavano alla terra i calmi occhi. Io tornavo alla casa di mia madre. Il treno dondolava i miei sbadigli acerbi. E il primo vento era sull'erbe. Altissimo e confuso, il paradiso della mia vita non aveva ancora volto. Ma l'ospite alla terra, nuovo, già chiedeva l'amore, inginocchiato. Cadeva la preghiera nella chiusa casa entro odore di libri di scuola. Navigavano al vespero felici gridi di ucceli nel mio cielo d'ansia. ![]() I rumori dell'alba Come è forte il rumore dell'alba! Fatto di cose più che di persone. Lo precede talvolta un fischio breve, una voce che lieta sfida il giorno. Ma poi nella città tutto è sommerso. E la mia stella è quella stella scialba mia lenta morte senza disperazione. ![]() Il vegetale Lasciato ho gli animali con le loro mille mutevoli inutili forme. Respiro accanto a te, ora che annotta, purpureo fiore sconosciuto: assai meglio mi parli che le loro voci. Dormi fra le tue verdi immense foglie, purpureo fiore sconosciuto, vivo come il lieve fanciullo che ho lasciato dormire, un giorno, abbandonato all'erbe. Sandro Penna Un regalo per Milano
Postato da Grazia01 il Domenica, 18 gennaio @ 18:30:51 CET (1251 letture)
![]() ![]() Faccio un regalo a Milano, a questa odiosamata Milano che ogni giorno ci assilla, ci stanca, ci inquieta, che guardiamo correndo, brontolando, ansimando, alla quale chiediamo di aiutarci a vivere meglio, meno traffico, meno smog, più verde, lavoro, sicurezza, ma anche stile, pensiero, civismo, tutto quello che rimanda a un passato che brilla come un mito e rimbomba anche, come la gloria di sant' Ambrogio. Un regalo sentito, affettuoso, come certi scritti ispirati di molti cittadini che scrivono (con la tosse d' inverno e i suoi luoghi ai margini del caos), la amano davvero, e riescono ancora a sognare, quando girano di notte, avvolgendosi nella nebbiolina che non chiamano smog ma scighèra. Un penserò d'amore per la mia città. Non ha le bellezze di Roma, né il romanticismo di Venezia o Firenze, manca il mare di Napoli, ma lei, Milano, ha un fascino tutto suo che non può non arrivare all'anima di chi ci vive. Grazia ![]() Milano "Non è che dalle cuspidi amorose crescano i mutamenti della carne, Milano benedetta Donna altera e sanguigna con due mammelle amorose pronte a sfamare i popoli del mondo, Milano dagli irti colli che ha veduto qui crescere il mio amore che ora è defunto. Milano dai vorticosi pensieri dove le mille allegrie muoiono piangenti sul Naviglio." A. Merini, Tu sei Pietro, 1961. MILANO Fra le sue pietre e le tue nebbie faccio villeggiatura. Mi riposo in Piazza del Duomo. Invece di stelle ogni sera si accendono parole. Nulla riposa della vita come la vita. (U.Saba) Fa parte di una raccolta intitolata “PAROLE”. Successivamente confluita nel canzoniere. Poesìi sénza pretés Quell che me vègn in mént ve'l disi in milanés: hinn fòrse ròbb de niént, poesìi sénza pretés, però, paròlla mia, gh'è dentr'on pòo de mi, ve parli de cà mia e quèll che voeùri dì l'è on omàgg, el mén, che pròpi pòdi fà a chi ghe voeùr tant bèn a sta bèlla cittàa! ©Vincenzo Migliavacca Casa di bambola di Ibsen
Postato da Grazia01 il Venerdì, 16 gennaio @ 20:30:56 CET (1968 letture)
![]() ![]() CASA DI BAMBOLA di H. Ibsen "Casa di bambola" (titolo originale "Et dukkehjm") è un testo teatrale scritto da Henrik Ibsen nel 1879 e rappresentato la prima volta il 21 dicembre dello stesso anno a Copenaghen. Tra le tante rappresentazioni dell’opera, resta memorabile quella che vide come protagonista l'intensa attrice russa Alla Nazimova, che interpretò per la prima volta lo spettacolo nel 1907 e che nel 1922 fu la protagonista della relativa trasposizione cinematografica. Pungente critica nei confronti dei tradizionali ruoli maschili e femminili, nell'ambito del matrimonio durante l'epoca vittoriana, Henrik Ibsen nel personaggio di Nora ha delineato il vuoto interiore di una vita vissuta all'ombra di un uomo, l'angosciante desolazione di chi nasconde la sua forza dietro la maschera della debolezza, l'ingenuità artefatta, mirata a negare la mancanza di intimità, comprensione, fiducia nel rapporto coniugale. L'opera teatrale si apre sul rientro a casa di Nora: è quasi Natale e lei sorride, canticchia, sgranocchia, un po' furtiva, alcuni dolcetti. Torvald: - E’ la mia lodoletta che trilla lì fuori? Nora: - Sì, è proprio lei! Torvald: - E' lo scoiattolo che ruzza? Torvald: - Quando è rincasato lo scoiattolino? Nora: - In questo momento. (Caccia in tasca l'involto dei dolci e si pulisce la bocca). - Torvald, vieni a vedere cosa ho comprato! Torvald: - Non mi disturbare! (Poco dopo apre la porta e guarda nella stanza, con la penna in mano). - Comprato, hai detto? Tutta quella roba, il passerotto sventato se ne è di nuovo andato in giro a sciupar denaro? Nora (accostandosi alla stufa): - Ma sì, come vuoi tu, Torvald. Torvald (la segue): - Già, ma non voglio che la lodoletta trascini le ali. Cosa c'è? Lo scoiattolino fa il broncio? (Tira fuori il portafogli) Nora, indovina cosa ho qui? La seduttività manipolatoria di Nora gioca con il compiacimento di Torvald, che si sente forte del potere esercitato su di lei. Giancarlo Consonni
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 14 gennaio @ 20:28:04 CET (984 letture)
![]() Giancarlo Consonni (Merate, 14 gennaio 1943) è un poeta e architetto italiano. Ha vissuto fino al 1967 a Verderio Inferiore per poi trasferirsi a Milano. Si è laureato nel 1969 in Architettura. FAINA Che noi dico noi di un tempo si sia scomparsi si può capire. Ma la faina l’accorta l’infida sgradita agguerrita faina che sia sparita questo fa pena. ![]() FABBRO Affonda coda di scintilla comete di fresa. Poi tutti abbassano la testa e non è il Sanctus sotto la saldatrice i ferri fanno già presa. BLUI’ Va il luì sui meli ben potati. ” Sono qui, sono qui, sono qui”. Sale la risposta per poco ancora dalle gemme trattenuta. ![]() GIRASOLI Eccola sulla tangenziale la fame dei giorni. Passato Vimercate nel cerchio blu delle montagne un prato brilla di rugiada superato ha ormai l’irto delle stoppie. Al margine un girasole dimenticato si gode il mondo. STELLA All’uscita del Passante la lunga scala mobile certe sere mi consegna una stella. ![]() MOTOSEGHE Cosa faccio qui sotto le motoseghe? Imparo la pazienza EFFIMERE Libellule farfalle felpati transiti inattesi svoli. Sono stato voi? sarete me? ![]() BALLARE Ballare non ho mai ballato nemmeno su un’aia. Sognavo di lavarti i piedi stanchi. NEVE Le parole ovatta l’ora rada. Il passo allacciato delle ragazze il canto sommesso a tenere la strada. ZOLLA Là sotto di un ragazzo e una donna è scritta l’ora e il giorno. Imparate gente imparate dal sasso. Un cacciatore il passo malmesso smuove la pietra. Imparate gente imparate dal sasso. Lei finisce sepolta viva nella casa dei matti lui l’ho visto fatto uomo cavare la zolla Ha pubblicato le raccolte di poesia Lumbardia (I Dispari, Milano 1983), Viridarium (Scheiwiller, Milano 1987) e In breve volo (Scheiwiller, 1994): le prime due nel milanese rurale di Verderio Inferiore, la terza in italiano. Presso Einaudi ha pubblicato Vûs (1997) eLuì (2003). Il deserto dell'anima
Postato da Grazia01 il Domenica, 11 gennaio @ 00:17:18 CET (1046 letture)
![]() ![]() Il 10 gennaio del 1887 nacque il poeta Robinson Jeffers, considerato un'icona ecologista. Il deserto dell'anima The soul's desert di Robinson Jeffers Rispolverano i vecchi orrori; i loro discorsi sono l'eco di un'eco. Non immischiarti; sta a guardare. Questi non sono criminali, né trafficanti o imbrattacarte; sono i governi Delle grandi nazioni; gli accreditati Della massa umana. Osservali. Ire e risa non contano più. E' tempo di perdere ogni illusione, Ciascuno entri nel deserto della sua anima A cercare Iddio - avendo visto l'uomo. LA POESIA E’ UN ATTENTATO CELESTE
Postato da Grazia01 il Domenica, 11 gennaio @ 00:14:05 CET (949 letture)
![]() ![]() Il 10 gennaio del 1893 nacque Vicente Huidobro, Ideatore del creazionismo poetico, è considerato fra i quattro maggiori poeti cileni, insieme a Neruda, De Rokha e Mistral LA POESIA E’ UN ATTENTATO CELESTE Io sono assente ma in fondo a questa assenza C’è l’attesa di me stesso E quest’attesa è un’altra forma di presenza L’attesa del mio ritorno Io vivo in altri oggetti Viaggio dando un po’ della mia vita A certi alberi e a certe pietre Che mi hanno aspettato molti anni Si sono stancati di aspettare e si sono seduti Io non sono e sono Sono assente e sono presente in stato d’attesa Essi volevano il mio linguaggio per esprimersi E io volevo il loro per esprimerli Ecco qui l’equivoco l’atroce equivoco. Angoscioso penoso Mi addentro in queste piante Lasciando i miei abiti Mi stanno per cadere le carni E il mio scheletro si riveste di cortecce Sto diventando albero Quante cose mi sono convertito in altre cose… E’ doloroso e pieno di tenerezza Potrei gridare ma si spaventerebbe la transustanziazione Bisogna restare in silenzio Aspettare in silenzio Oriana Fallaci
Postato da Grazia01 il Venerdì, 09 gennaio @ 20:24:17 CET (1073 letture)
![]() ![]() Dire che il popolo è sempre vittima, sempre innocente, è un'ipocrisia e una menzogna e un insulto alla dignità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni persona. Un popolo è fatto di uomini, donne, persone, ciascuna di queste persone ha il dovere di scegliere, di decidere per se stessa; e non si cessa di scegliere, di decidere, perché non si è né generali né ricchi né potenti. Oriana Fallaci dal libro "Un uomo" Regola di vita
Postato da Grazia01 il Venerdì, 09 gennaio @ 18:33:06 CET (920 letture)
Le matite di Charlie
Postato da Grazia01 il Venerdì, 09 gennaio @ 14:25:06 CET (4276 letture)
Io canto per riempire l’attesa
Postato da Grazia01 il Martedì, 06 gennaio @ 23:25:16 CET (1078 letture)
Il secolo delle conquiste
Postato da Grazia01 il Martedì, 06 gennaio @ 23:17:35 CET (944 letture)
![]() ![]() È stato il secolo della conquista dello spazio, dell'uomo sulla Luna, dell' avverarsi delle fantasie di Verne e Wells. Siamo passati dalle carrozze a cavalli ai Concorde, dal giro del mondo in 80 giorni a quello in 20 ore. È stato il secolo dei progressi della medicina e della biologia, dei trapianti, delle madri ultrasessantenni, delle clonazioni. Siamo apprendisti stregoni che potranno fare un gran bene a tutti i viventi o addirittura distruggere il pianeta. Nel bene e nel male abbiamo vissuto in un secolo straordinario. Margherita Hack Anniversario della nascita di Joseph Conrad
Postato da Grazia01 il Sabato, 03 gennaio @ 18:38:41 CET (1290 letture)
![]() ![]() Si ricorda oggi lo scrittore Joseph Conrad, l'autore di Cuore di Tenebra che ha ispirato autori come F. Scott Fitzgerald, Albert Camus e Virginia Woolf Józef Teodor Conrad Korzeniowski nasce il 3 dicembre 1857; pur essendo nato in Polonia è di fatto considerato uno scrittore inglese. Era l’unico figlio nato da Evelina Bobrowska e Apollo Korzeniowki, patriota, scrittore e traduttore di molti autori tra cui Victor Hugo e William Shakespeare. I genitori appartenevano alla nobiltà terriera della Polonia, a quel tempo sotto il dominio russo che nel 1961 li fece arrestare ed esiliare perché accusati di essere coinvolti in attività anti-russe; a causa delle condizioni di vita e del clima rigido, contrassero la tubercolosi e nel giro di pochi anni Joseph perse entrambi i genitori; così all’età di dodici anni venne affidato ad uno zio a Cracovia L’AVVENTURA IN MARE – A diciassette anni e con la benedizione dello zio, partì per Marsiglia come semplice marinaio, spinto da una vocazione per la vita di mare. Navigò per quindici anni e conobbe uomini e mondi che furono i protagonisti delle sue opere. La vita in mare fu impegnativa ma piena di emozioni e di avventure. Dopo una lunga esperienza nella marina mercantile francese e, dal 1878, in quella britannica, nel 1886 divenne cittadino inglese. Per vent'anni viaggiò per quasi tutti i mari, ma soprattutto nell'arcipelago malese. Nel 1890, immerso nel “continente nero” scrisse il suo “diario del Congo” che diventò poi il suo romanzo più famoso “Cuore di tenebra” (1902). Ma la sua prima pubblicazione fu “La follia di Almayer” (1895), e l’attenzione ottenuta insieme all'incoraggiamento di alcuni scrittori (Galsworthy, Wells, Ford Madox Ford, Edward Gamett) lo indussero a dedicarsi interamente all'attività letteraria e a stabilirsi in Inghilterra. ![]() GLI ALTRI CAPOLAVORI – Il suo tema fondamentale fu la solitudine dell'individuo, in balìa dei ciechi colpi del caso di cui il mare è spesso eletto a simbolo. L'eroe solitario di Joseph Conrad è quasi sempre un fuggiasco o un reietto, segnato dalla sventura o dal rimorso, che conquista la sua identità affrontando con stoicismo le prove che il destino gli ha riservato. Tra i suoi tanti capolavori, ricordiamo "Un reietto delle isole" (1894), "Il negro del Narciso" (1896), "Gioventù" (1898), "Tifone" e "Lord Jim" (1900). ![]() UOMO DI MARE E GRANDE SCRITTORE – Dopo altre diverse pubblicazioni, ottiene un buon successo con "La linea d'ombra" (1917), altro capolavoro assoluto, divenuto l'emblema della difficoltà di crescere e di ciò che questo passaggio comporta. Irripetibile scrittore, sondatore come pochi dell'animo umano, Joseph Conrad muore per attacco cardiaco il 3 agosto 1924, a Bishopsboume Kent (Ucraina). Prima che un romanziere, Conrad fu veramente un uomo di mare: crebbe nel sogno di solcare i mari in libertà e lontano dalla terra che gli aveva procurato, fin dall'infanzia, tanto dolore. Pensiero del 30 dicembre
Postato da Grazia01 il Martedì, 30 dicembre @ 20:52:16 CET (1006 letture)
![]() ![]() "Un anno ha termine e un altro sta per iniziare... Ma prima di pensare all'anno che verrà, soffermatevi per un momento su quello che se ne va e rivolgetevi ad esso, poiché un anno è un essere vivente e potete dunque parlargli. Al momento di lasciarlo, chiedetegli di ricordarsi di voi. Essendo vivo, l'anno non rimane inattivo: ha registrato non solo le vostre azioni, ma anche i vostri desideri, i vostri sentimenti e i vostri pensieri. L'ultimo giorno, l'anno fa il suo rapporto ai Signori dei destini e vi collega al nuovo anno: sappiatelo salutare prima che se ne vada definitivamente. Quanto all'anno nuovo, potete iniziare a prepararlo coscientemente fissandovi un obiettivo: una cattiva abitudine da perdere, una qualità da sviluppare, un progetto da realizzare per il bene di tutti. Tramite quel pensiero e quel desiderio, è come se posaste una prima pietra, e allora tutti gli spiriti benevoli della natura vi daranno il loro aiuto affinché possiate realizzare il vostro progetto. Ecco quali devono essere oggi le vostre preoccupazioni: ricevere l'anno nuovo mettendovi sotto la protezione della luce. " Omraam Mikhaël Aïvanhov Ai tempi di mia nonna
Postato da Grazia01 il Martedì, 30 dicembre @ 00:05:53 CET (797 letture)
![]() ![]() Ai tempi di mia nonna non si buttava via niente. Nemmeno l’esperienza. Un bacio era una cosa rara nella vita di una persona e veniva custodito come un tesoro. Il dolore si conservava gelosamente per non dimenticarlo. E da quello si imparava. Adesso calze, dolori e baci, consumiamo tutto, rompiamo tutto, ci disfiamo di tutto. Marcela Serran Canzone di Bacco
Postato da Grazia01 il Lunedì, 29 dicembre @ 10:42:27 CET (851 letture)
Ciao
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Come migliorare e rendere più agibile il sito?
Alessandra e Danielissima
Almina Madau I Almina Madau II Fabiola Fataorsetta giamacista Grazia I Grazia II Grazia III Grazia IV Grazia V Letty I Letty II Jack, Ahyme, Gea e Paola Marco, Luciano, Pino, Gabry Mariella Mulas I Mariella Mulas II Moirac Paola e Gea Paolo I Paolo II Paolo III Pegaso I Pegaso II Pegaso III R. Chesini I R. Chesini II Rosarossa I Rosarossa II Rosarossa III Rosarossa IV Rosarossa V Rosarossa VI Rosarossa VII Rosarossa VIII Spalato Tony-Kospan I Tony-Kospan II *Triskell*I *Triskell*II *Triskell*III
ABBRACCIO
ADDIO ALBA AMICIZIA AMORE ANNO NUOVO AUTUNNO BACIO CARNEVALE CONDIZIONE UMANA CUORE DIALOGO D'AMORE EMOZIONI EPIFANIA EROS ESTATE FELICITA' E GIOIA FESTA DELLA DONNA FREDDO E GELO GELOSIA GIUGNO INCONTRO INVERNO LONTANANZA LUNA MALINCONIA MAMMA MANI MARE MAGIA D'AMORE MISTERO D'AMORE NATALE NATURA NEVE NOTTE NUVOLE ORIGINALITA' PAPA' PASQUA PASSIONE E MISTERO PIOGGIA POESIA PRIMAVERA RICORDI RIFLESSIONI D'AMORE SAN VALENTINO SENSO DELLA VITA SERA SETTEMBRE SILENZIO SOGNO SOLE SORRISI SPERANZA STELLE TEMPO VIAGGIO VINO
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