Thursday, December 05, 2019 - Network: [Magicamente.net - Storie e Poesie] | |||||
|
|||||
![]() |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
![]() |
![]() Benvenuto Anonimo Iscrizioni: ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() 01: Home 02: Home 03: Private Messages 04: coppermine 05: Home 06: Home 07: News 08: coppermine 09: Home 10: Home 11: Forums 12: Home 13: Home 14: Home 15: Home 16: Home 17: Home 18: Home 19: Home 20: Home 21: Home 22: Home 23: Home 24: Home 25: Forums 26: News 27: Forums 28: Home 29: News 30: Home 31: Home 32: Home 33: News 34: Home 35: News 36: Home 37: Home 38: coppermine 39: Home 40: Home 41: News 42: coppermine 43: coppermine 44: coppermine 45: coppermine 46: Forums 47: Home 48: Home 49: Home 50: Home 51: Home 52: Home 53: Home 54: Home 55: Home 56: Home 57: News 58: News 59: Home 60: Home 61: News 62: Home 63: News 64: Home 65: News 66: Home 67: Home 68: Home 69: Home 70: Home 71: Home 72: Home 73: Home 74: coppermine 75: Home 76: Home 77: Home 78: Home 79: News 80: Home 81: Home 82: Home 83: Home 84: News 85: coppermine 86: Home 87: Home 88: Home 89: Home 90: Home 91: Home 92: Home 93: Home 94: Home 95: Forums 96: Home 97: Home 98: Home 99: Search 100: Home 101: Home 102: News 103: Home 104: Home 105: Home 106: Home 107: Search 108: Home 109: Stories Archive 110: News 111: Home 112: Home 113: Home 114: Home 115: Home 116: coppermine 117: coppermine 118: Your Account 119: Home 120: coppermine 121: News 122: Home 123: Home 124: Home 125: Home 126: coppermine 127: Home 128: Home 129: Home 130: Home 131: Home 132: Home 133: Search 134: Home 135: coppermine 136: Home 137: News 138: Home 139: Home 140: Home 141: Home 142: Home 143: Your Account 144: Home 145: coppermine 146: Home 147: Home 148: coppermine 149: News 150: News 151: Home 152: coppermine 153: Home 154: Home 155: Home 156: Home 157: Home 158: News 159: News 160: News 161: Home 162: Home 163: News 164: Home 165: Home 166: Home 167: Forums 168: Home 169: Home 170: Home 171: Home 172: Home 173: coppermine 174: Home 175: Home 176: Home 177: Home 178: Home 179: Home 180: Home 181: Forums 182: Home 183: Home 184: Home 185: Home 186: News 187: coppermine Staff Online: Nessuno dello Staff è online!
coppermine
![]() ![]() · Viste: 1792859 · Voti: 430 · Commenti: 60
Achmatova
Alberoni I Alberoni II Auden Battaglia Bruno Ballerini II Ballerini I Barbera Bassani Baudelaire Bertolucci Betocchi Bukowski Calvino Caproni Cardarelli Cechov Cohen Collins Dante De Luca Dickinson Erba Formaggio Foscolo Gamberale Gatto Goethe Gibran I Gibran II Gozzano Hemingway Hesse I Hesse II Hikmet Hugo Jiménez Keats Leopardi I Leopardi II Lessing Lorca Luzi Manzoni Merini Milton Montale Negri Neruda I Neruda II Novalis Pascoli Pasolini Pavese Paz Pessoa Pirandello Pozzi Antonia Prevert Quasimodo Rimbaud Rodari Saba Saffo Saramago Sereni Shakespeare Spaziani Stampa Swinburne Szymborska Tagore Teasdale Thomas Trilussa Ungaretti Verga Verlaine Voltaire I Voltaire II Whitman |
Anche quello un dono....
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 gennaio @ 22:02:57 CET (709 letture)
![]() ![]() A volte le brutte esperienze aiutano, servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero. Forse ti sembro troppo ottimista, ma io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti. Possono essere appagate, e magari a modo loro anche felici, ma non sono molto profonde. ... Il difficile è non lasciarsi abbattere dai momenti brutti. Devi considerarli un dono - un dono crudele, ma pur sempre un dono... (Peter Cameron) Lettera di Tiziano Terzani a Oriana Fallaci
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 gennaio @ 12:39:10 CET (1256 letture)
![]() ![]() LETTERA DA FIRENZE Il sultano e san Francesco Firenze, 4 ottobre 2001 ORIANA, dalla finestra di una casa poco lontana da quella in cui anche tu sei nata, guardo le lame austere ed eleganti dei cipressi contro il cielo e ti penso a guardare, dalle tue finestre a New York, il panorama dei grattacieli da cui ora mancano le Torri Gemelle. Mi torna in mente un pomeriggio di tanti, tantissimi anni fa, quando assieme facemmo una lunga passeggiata per le stradine di questi nostri colli argentati dagli ulivi. Io mi affacciavo, piccolo, alla professione nella quale tu eri già grande e tu proponesti di scambiarci delle "Lettere da due mondi diversi": io dalla Cina dell'immediato dopo-Mao in cui andavo a vivere, tu dall'America. Per colpa mia non lo facemmo. Ma è in nome di quella tua generosa offerta di allora, e non certo per coinvolgerti ora in una corrispondenza che tutti e due vogliamo evitare, che mi permetto di scriverti. Davvero mai come ora, pur vivendo sullo stesso pianeta, ho l'impressione di stare in un mondo assolutamente diverso dal tuo. Ti scrivo anche - e pubblicamente per questo - per non far sentire troppo soli quei lettori che forse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive, quasi come dal crollo delle due Torri. Là morivano migliaia di persone, e con loro il nostro senso di sicurezza; nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana, la ragione; il meglio del cuore, la compassione. Il tuo sfogo mi ha colpito, ferito e mi ha fatto pensare a Karl Kraus. "Chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia", scrisse, disperato del fatto che, dinanzi all'indicibile orrore della prima guerra mondiale, alla gente non si fosse paralizzata la lingua. Al contrario, gli si era sciolta, creando tutto attorno un assurdo e confondente chiacchierio. Tacere per Kraus significava riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi. Lui usò di quel consapevole silenzio per scrivere Gli ultimi giorni dell'umanità, un'opera che sembra essere ancora di un'inquietante attualità. Pensare quel che pensi e scriverlo è un tuo diritto. Il problema è però che, grazie alla tua notorietà, la tua brillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani, e questo mi inquieta. Il nostro di ora è un momento di straordinaria importanza. L'orrore indicibile è appena cominciato, ma è ancora possibile fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento. È un momento anche di enorme responsabilità perché certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell'odio che dorme in ognuno di noi e a provocare quella cecità delle passioni che rende pensabile ogni misfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l'uccidere. "Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più diffìcile che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un diffìcile cammino dinanzi a me", scriveva nel 1925 quella bell'anima di Gandhi. I sentimenti più dolorosi...
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 gennaio @ 09:19:30 CET (699 letture)
![]() ![]() I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo. Fernando Pessoa Ospiti inattesi
Postato da Grazia01 il Domenica, 20 gennaio @ 20:53:59 CET (957 letture)
![]() ![]() Ospiti inattesi Questo essere umano è un albergo. Ogni mattina un nuovo arrivato. Gioia, depressione, meschinità, momentanee consapevolezze giungono come ospiti inattesi. Accoglili ed intrattienili tutti! Fosse anche una folla di dispiaceri, che con violenza ti svuota la casa di tutti i suoi mobili, eppure, onora ogni tuo ospite. Forse sta cercando spazio per nuovi piaceri. Jalal ad Din Rumi ![]() Buonanotte e buona settimana Grazia Audrey Hepburn
Postato da Grazia01 il Domenica, 20 gennaio @ 10:35:32 CET (2125 letture)
![]() ![]() Vent’anni fa moriva un’icona di stile ed eleganza ineguagliabile: Audrey Hepburn. Noi tutti la ricordiamo con un tubino nero di Givenchy e un paio di occhiali da sole Chanel, ma la sua eleganza sobria e pulita ha segnato un’epoca. In un periodo in cui i canoni di bellezza facevano riferimento a donne come la Loren o Marilyn Monroe, quindi donne con le curve, si impose la figura esile di Audrey, con gli occhi da cerbiatta ma molto femminile. All’anagrafe Audrey Kathleen Ruston, la Hepburn, figlia di un banchiere inglese e di una baronessa olandese, acquisisce il cognome con il quale diverrà famosa dalla nonna paterna. Nata a Bruxelles nel 1929, muove i primi passi sulle punte, sognando di diventare una grande ballerina. Il destino la fa approdare a Londra, dove quasi per caso si trova su un set cinematografico. Per la Hepburn è l’inizio di una carriera costellata da grandi successi. Professionista instancabile, oltre che donna attenta alle esigenze della propria vita privata, Audrey, alla fine degli anni Sessanta, all’apice del successo abbandona il cinema, per dedicarsi alla famiglia e porsi al servizio del volontariato. ![]() ![]() Il grande pubblico la ricorda in “Vacanze Romane” che la consacrò come icona di bellezza: bruna, sottile, senza seno, viso romantico. Affascinò tutti. Il regista William Wyler disse: ”Quando ho rivisto le prime scene del film, ho improvvisamente saputo che il mondo intero si sarebbe innamorato di lei“. Storica la sua immagine quando gira in vespa per Roma con Gregory Peck: uno stile perfetto. Altro film importante di Audrey fu “Sabrina” ; il regista Billy Wilder dichiarò: ”Con lei è arrivata la classe…”. Come scordare la sua colazione, con caffè e croissand caldo in “Colazione da Tiffany” o pronta per il ballo in “My fair lady”? Emigranti
Postato da Grazia01 il Sabato, 19 gennaio @ 20:15:08 CET (728 letture)
![]() Questo è un racconto di Erri De Luca sulla piccola isola del Mediterraneo che per migliaia di disperati è diventata la porta dell'Occidente, simbolico luogo di incontro e di scontro di civiltà, di culture, di solidarietà e di razzismo. Lo lesse l'autore a "Che tempo che fa" in occasione di una serata speciale dedicata all'accoglienza. ![]() I poteri hanno visto nelle isole dei luoghi di reclusione, hanno piantato prigioni su ogni scoglio. Il mare nostro brulica di sbarre. Gli uccelli, invece, vedono nell'isola un punto di appoggio dove fermare e riposare il volo prima di proseguire oltre; tra l'immagine di un'isola come recinto chiuso - quella dei poteri - e l'immagine degli uccelli - di un'isola come spalla su cui poggiare il volo - hanno ragione gli uccelli. Nel canale di Otranto e Sicilia i contadini di Africa e d'Oriente affogano nel cavo delle onde. Il pacco dei semi si sparge nei campi sommersi del mare. Un viaggio su dieci sprofonda; la terraferma Italia è terra chiusa: li lasciamo annegare per negare. Il Novecento è stato il secolo in cui milioni di esseri umani si sono spostati da un continente all'altro, e così hanno spostato il peso del mondo... milioni di esseri umani, miriadi di esseri umani. Nel 1900 siamo stati noi, gli italiani, gli azionisti di maggioranza. Trenta milioni di noi si sono spostati. Dal porto del molo Beverello si staccavano le navi che portavano dall'altra parte dell'oceano. Era nero, il molo, di madri con quei loro fazzolettini bianchi che sembravano tante farfalline immobili, inchiodate verso la poppa che se andava lentamente, a motori bassi, verso la diga foranea. È stato il nostro 1900: ha spopolato terre e paesi, molto più di due guerre mondiali. ![]() Lettera a casa, dall'altra parte dell'oceano, 1925 Mia cara madre, sta per venire Natale... mia cara matre, sta pe' trasì Natale e a stà luntanu a vui me sape amaro. Come vurria allummà due o tre bengala, come vurria sentì nu sampognaro. Ai figli mei facitigli o presepe e a tavola mettete o posto mio. Faciti quanno è a sera da vigilia comme se mmienzu a vui stessi pur'io. Ce ne costa lacrime st'America a noi napulitani. Nui ca ci chiagnimmo o cielo e Napuli, comm'è amaro sto pane. Mia cara matre, che sò, che sò i denari. Per chi se chiagne a patria nun sò niente. Mò tengo qualche dollaro e me pare che non sò stato mai tanto pezzente. Ma non torno. Me ne resto fora. Resto a faticà per tutti quanti. Io ch'aggio perso patria, casa, onore, io sò carne e maciello, so' emigrante. * Quelli di adesso invece partono sopra dei zatteroni, dei barconi a motore verso un nord sommario, purché non sia un porto. E si portano dietro tutto quello che hanno potuto salvare da un'espulsione, lasciandosi dietro un bucato in fiamme oppure una miseria infame. Ma quegli occhi sbarcheranno da noi e saranno rinchiusi dentro centri di permanenza temporanea. Chiamiamo così dei posti che sono campi di concentramento, con sbarre, filo spinato, guardiani: permanenza, un bel nome alberghiero, per non dire a noi stessi che facciamo i carcerieri di viaggiatori, colpevoli di viaggio. Quegli occhi sbarcheranno da noi e allora sì, si accorgeranno dello spariglio, della disparità delle carte in tavola. Ma finché stanno sul mare, quegli occhi ammirano la grazia infiocchettata del veliero, tutta nodi e corde tese al vento come i muscoli di un atleta; ammirano e godono del vantaggio del loro punto di vista, perché loro, dal barcone, vedono la sfilata piacevole e indifferente della fortuna, mentre quelli del veliero sono costretti a vedere - o a voltarsi per non vedere - la sfilata della mala sorte e della miseria del mondo. ![]() Che dà allo straniero pane e vestito: questo dice di sé la divinità nella scrittura sacra, che dà allo straniero pane e vestito. E alla creatura umana dice: e amerai lo straniero, perché stranieri foste in terra d'Egitto. Circa cento volte la Bibbia scrive la tutela dello straniero, circa cento volte. Insiste la divinità col verbo amare, con il più forte sentimento e la più potente energia del corpo umano. Amare, che fa del bene prima di tutto a chi ama, prima ancora di far del bene all'altro, allo straniero. Amare: non tollerare, non respingere alla rinfusa donne incinte. E nessuno dica: ma perché partono incinte queste benedette donne e ragazze! ... perché non partono incinte. Vengono violate regolarmente a ogni frontiera africana. Nasce tra i clandestini, il suo primo grido è coperto dal rumore del giro delle eliche. Gli staccano il cordone e senza fare il nodo lo affidano alle onde. I marinai li chiamano Gesù, questi cuccioli nati sotto Erode e Pilato messi insieme. Niente di queste vite è una parabola, nessun martello di falegname batterà le ore nell'infanzia e i chiodi nella carne. Nasce tra i clandestini l'ultimo Gesù, passa da un'acqua di placenta a quella del mare senza terra ferma, perché vivere ha già vissuto e dire ha detto, e non può togliere una spina dai rovi che incoronano le tempie: sta con quelli che esistono il tempo di nascere, va con quelli che durano un'ora. ![]() Siamo gli innumerevoli - raddoppia ogni casella di scacchiera - lastrichiamo di corpi il vostro mare per camminarci sopra; non potete contarci: se contati aumentiamo, figli dell'orizzonte che ci rovescia a sacco. Nessuna polizia può farci prepotenza più di quanto già siamo stati offesi. Faremo i servi, i figli che non fate, le nostre vite saranno i vostri libri di avventura. Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino, l'odore che perdeste, l'uguaglianza che avete sottomesso. Da qualunque distanza arriveremo a milioni di passi, noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso. Spaliamo neve, pettiniamo prati, battiamo tappeti, raccogliamo il pomodoro e l'insulto. Noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo a passo, noi siamo il rosso e il nero della terra, un oltremare di sandali sfondati, il polline e la polvere nel vento di stasera. Uno di noi, a nome di tutti, ha detto: "Non vi sbarazzerete di me. Va bene, muoio, ma in tre giorni resuscito e ritorno." Erri De Luca * canzone "Lacrime napulitane" testo di Matio Merola Vorrei volare
Postato da Anonimo il Sabato, 19 gennaio @ 12:32:48 CET (881 letture)
![]() ![]() Vorrei volare Vorrei volare lassù in alto dove i raggi del sole appoggiano le loro teste addormentate sopra le nuvole. Tanti sono i sogni che incontri così come gli amori delusi che guardano ma non vedono. Vorrei un pò di calore da quel sole che mi guarda ma non mi parla. Forse perchè sotto le nubi ci sei tu che aspetti e i tuoi occhi mi cercano per parlarmi di quell'amore che è dentro di te nel tuo grande cuore. r.chesini LIRICHE DEDICATE ALLA L U N A
Postato da claudiocisco il Venerdì, 18 gennaio @ 20:22:57 CET (2700 letture)
![]() ![]() PREGHIERA D’UN’ANIMA IN PENA ALLA LUNA Luna, tu muta e bianca sul destino degli umani posi silente lo sguardo. Solinga e distante, sorella del buio e delle ombre, non ti diletti e non piangi ma taci, osservi e sempre taci. Eppure chi può dirmi se non tu sola se è per natura perdente l’umana sorte o se riposerà alfin ciascun mortale e avran sollievo le sue notturne paure? Vorrei chiederti o mia cara luna a che serve vivere e dove porta questo terreno viaggiare, per cosa si arresteranno i battiti del mio cuore? Ma tu mi appari misteriosa e vana come lo è tutta l’esistenza umana senza risposte, né certezze, incurante della mia anima che anela, brama di sapere. Io fragile essere, piccolo e limitato tu immortale creatura d’uno sconfinato universo, eppure quanta grandezza nell’umano spirito nel desiderare l’infinito pur comprendendo la propria piccolezza! Silenziosa luna presto dovrai andar via, l’alba si sta svegliando, la terrena notte illuminerai nuovamente alla fine del giorno ma gli occhi del mortale uomo rivedranno ancora luce? e le piante e gli animali tutti qual destino avranno? Luna musa ispiratrice di poeti e cantanti, meta irraggiungibile di sogni lontani, compagna notturna di viandanti e zingari, lascia che io alzi lo sguardo fino a te, ultima sconsolata preghiera d’un’anima in pena. Tu luna vegli sopra uno strano mondo fatto di pazzi. Qui non c’è amore né comprensione ed io non voglio più starci. Un immenso buio ha schiuso le ali sul mondo e sul cuore degli uomini, e questa notte sembra non aver mai fine. Addio anche a te luna! la mia solitudine è ormai segnata in un presagio di morte che prelude al pianto. È DIFFICILE
Postato da Grazia01 il Giovedì, 17 gennaio @ 21:07:24 CET (653 letture)
![]() ![]() È DIFFICILE Sapessi come è difficile far capire agli altri quello che hai dentro quando il tuo volto non ha segni di sofferenza quando i tuoi occhi sembrano sereni. Sapessi come è triste non potersi liberare dall’ angoscia che ti opprime non saper sorridere a chi ti vuole bene. Sapessi come è triste capire tutto questo e non poter far nulla per cambiare. Romano Battaglia classici della letteratura italiana personalizzati da Claudio Cisco
Postato da claudiocisco il Giovedì, 17 gennaio @ 20:10:11 CET (799 letture)
![]() ![]() "GIACOMO LEOPARDI" RIPROPOSTO IN UN LINGUAGGIO MODERNO: "L'INFINITO" Ti ho sempre amato, colle solitario come me. Ti ho sempre amata, siepe che mi fai aprire l’anima verso l’orizzonte, me lo nascondi ma me lo fai amare immaginando spazi infiniti. Ho sempre amato questo posto, il suo sovrumano silenzio, la sua profondissima quiete, e il tenue soffio del vento tra gli alberi, e la dolcezza di queste piante che dormono. E mentre sono seduto e guardo lontano mi tornano in mente le stagioni fuggite, l’ora presente, l’eternità, ed è dolcissimo perdersi nell’immensità della natura. Gabbiani
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 16 gennaio @ 13:20:31 CET (686 letture)
![]() ![]() Gabbiani Una volta m’indicarono un posto solitario lungo la costa, dove facevano il nido i gabbiani e gli alcioni. Mi recai in quel luogo per vedere da vicino quanto accadeva e rimasi attratto dall’amore che esisteva fra quegli esemplari. Mi dissero che il maschio e la femmina stavano sempre vicini e quando la loro vita giungeva al termine accadeva una cosa commovente: si aspettavano l’uno l’altra per morire assieme. Quello spettacolo sublime accade sin dall’origine del mondo. Romano Battaglia ![]() «Banco di aringhe a sinistra!» annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabbia Rossa accolse la notizia con strida di sollievo. Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l’oceano, sentivano il bisogno di rimettersi in forze, e cosa c’era di meglio per questo di una buona scorpacciata di aringhe? Luis Sepúlveda * Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare La chiave
Postato da Grazia01 il Martedì, 15 gennaio @ 22:03:20 CET (552 letture)
I DISOCCUPATI
Postato da Grazia01 il Martedì, 15 gennaio @ 21:42:21 CET (917 letture)
![]() ![]() I DISOCCUPATI Nessuno ci ha offerto un lavoro Con le mani in tasca e il viso basso stiamo in piedi all'aperto e tremiamo nelle stanze senza fuoco. Solo il vento si muove sui campi vuoti, incolti, dove l'aratro è inerte, messo di traverso al solco. In queste terra ci sarà una sigaretta per due uomini, per due donne soltanto mezza pinta di birra amara. In questa terra nessuno ci ha offerto un lavoro. La nostra vita non è bene accetta, la nostra morte non è citata dal "Times". Thomas Stearn Eliot Italia
Postato da Paolo il Martedì, 15 gennaio @ 09:08:27 CET (2510 letture)
![]() [..]A dare pace vera agli Stati bisogna dar loro nuovi governi, quando gli antichi riuscirono o inettissimi o sciagurati. FOSCOLO ![]() Per raggiungere lo scopo, nel 1800, il cavalleggero Niccolò ‘Ugo’ Foscolo difese Genova assediata dagli Austriaci. Lui era al comando del generale Massena, come aggregato ai Francesi Bonapartisti. Il 13 fiorile, cioè il 9 maggio, combatté proprio a due passi da dove sto scrivendo: si risale ai prati del Peralto, circondati da forti; quella volta, l’azione fu in uno di quelli denominato dei Due Fratelli. Gli Austriaci del Kaiser sloggiarono dal forte ma, tra le altre cose, il cavalleggero li avrebbe ritrovati forti quattordici anni dopo. Invece, quelli, furono ancora gli anni delle licenze: nel corso di una di queste, lo vediamo carezzare decisamente le tenere membra rosate di Pamina, fino alla fine lanugine bruneggiante…che bel tomo! Quel Settimo dell’Io. Un passero, un giorno
Postato da Grazia01 il Lunedì, 14 gennaio @ 19:30:36 CET (807 letture)
![]() ![]() In piazza Sant'Angelo a Milano, c'è una vasca con la statua di bronzo di san Francesco che benedice i pesci. E’ un luogo tranquillo dove vengono i poveri a prendere il pane e un piatto di minestra che il vicino convento distribuisce ogni giorno. E’ un pezzetto di mondo silenzioso in mezzo alla grande città chiassosa. Un giorno la gente che si trovava a passare da quelle parti assistette a un fatto commovente. Un passero si posò sul palmo della mano del santo e vi lasciò cadere una briciola di pane. In quel gesto c'era tutto l'amore e la bellezza del mondo. Romano Battaglia Il passato...
Postato da Grazia01 il Domenica, 13 gennaio @ 20:20:45 CET (804 letture)
![]() ![]() Il passato... Chi si preoccupa prima del necessario, si preoccupa solo più del necessario. La vita è una tavola imbandita. Basta con le cose amare! E’ arrivato il momento di gustare tutti gli altri sapori.Dobbiamo accettare di vivere la nostra rabbia verso il passato. Consideriamola come una potente alleata del cambiamento positivo. Quando riusciamo a ridere di una cosa che ci faceva arrabbiare, vuol dire che ha smesso di essere un problema. Rosario Alfano ![]() Il cerchio vuoto del passato ‘Passato’! Che parola stupida! Perché ‘passato’? Passato e puro nulla sono un tutt'uno. E perché allora questo continuo creare? Per travolgere nel nulla quello che è stato creato? ‘È passato!’ Come dobbiamo concepire questa parola? È come non fosse mai stato eppure vi giriamo in tondo, come esistesse. Se fosse per me preferirei al passato il vuoto eterno... Johann Wolfgang Goethe Faust CRINATO SPECCHIO
Postato da rosarossa il Domenica, 13 gennaio @ 13:11:18 CET (912 letture)
![]() ![]() CRINATO SPECCHIO Ho fra le mani uno specchio crinato distrattamente inconsapevole mi guardo, brutta è l’immagine quasi inorridisco, io sono quella? Non voglio capire, oppure non capisco? Amaramente l’osservo non mi riconosco. Rammento l’età passata, la bella gioventù,lontani tempi! Abbasso gli occhi, penso medito, ripenso. La saggezza m’invita a rimuovere il passato ed accettare anche se a malincuore; il mio presente! E’ l’immagine di una vita logora riflessa purtroppo… in un brutto specchio crinato e non solo, ma anche vecchio e rotto… Rosarossa La nebbia in poesia
Postato da Grazia01 il Domenica, 13 gennaio @ 13:07:22 CET (2032 letture)
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() in poesia La nebbia è un fenomeno molto conosciuto a chi vive nel nord: un velo che scende improvviso e nasconde tutto quanto, il paesaggio diventa simile a un’informe bolgia dell’Inferno dantesco. Tornando a casa l’ultimo dell’anno, malgrado fossimo lungo un percorso conosciuto, abbiamo sbagliato strada, per quanta poca visibilità ci fosse. Un disastro per chi circola in auto e si trova all’improvviso accecato in questo “buio chiarore”. Eppure la nebbia ha una sua poesia: scende come una metafora del nostro passato e del nostro futuro, il primo avvolto dal tempo a cancellare i ricordi, il secondo informe e indefinito allo stesso modo. "La nebbia a gl’irti colli / piovigginando sale / e sotto il maestrale / urla e biancheggia il mare." inzio della celeberrima San Martino di Carducci oppure “Ricordi il gioco dentro la nebbia / tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là” recita una delle più belle canzoni di Roberto Vecchioni, “Luci a San Siro”. Ecco un altro aspetto della nebbia: nasconde questo mondo che troppo spesso ci soffoca e al contempo ci nasconde al mondo nel suo bozzolo freddo. Poi arriva il sole ad asciugarla o sopraggiunge il vento a spazzarla via, e tutto ritorna visibile. ![]() Londra abbonda troppo di nebbie e di gente seria. Se siano le nebbie che producono la gente seria o se sia la gente seria che produce le nebbie non saprei dire Oscar Wilde ![]() Nella nebbia di Herman Hesse Strano, vagare nella nebbia! E’ solo ogni cespuglio ed ogni pietra, né gli alberi si scorgono tra loro, ognuno è solo. Pieno di amici mi appariva il mondo quando era la mia vita ancora chiara; adesso che la nebbia cala non ne vedo più alcuno. Saggio non è nessuno che non conosca il buio che lieve ed implacabile lo separa da tutti. Strano, vagare nella nebbia! Vivere è solitudine. Nessun essere conosce l’altro ognuno è solo. Prima di tutto l'uomo
Postato da Grazia01 il Sabato, 12 gennaio @ 21:08:14 CET (680 letture)
![]() ![]() Prima di tutto l'uomo Non vivere su questa terra come un estraneo e come un vagabondo sognatore. Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre: credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi all'uomo. Ama le nuvole, le macchine, i libri, ma prima di tutto ama l'uomo. Senti la tristezza del ramo che secca, dell'astro che si spegne, dell'animale ferito che rantola, ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra: l'ombra e la luce ti diano gioia, le quattro stagioni ti diano gioia, ma soprattutto, a piene mani, ti dia gioia l'uomo! NAZIM HIKMET Biografia lL PARADISO ATTENDE
Postato da rosarossa il Venerdì, 11 gennaio @ 22:35:34 CET (834 letture)
DOMENICA D'INVERNO
Postato da Grazia01 il Venerdì, 11 gennaio @ 20:08:03 CET (735 letture)
VESTITA DI NULLA
Postato da Grazia01 il Venerdì, 11 gennaio @ 20:03:03 CET (778 letture)
![]() ![]() VESTITA DI NULLA La verità passa ogni giorno dalla strada che costeggia la collina. È vestita di nulla, cammina lenta aspetta che qualcuno la fermi. Non accade niente, nessuno la riconosce potrebbe essere non vera e la lasciano andare per paura di compromettersi. La verità passa ogni giorno sul crinale della nostra coscienza. Romano Battaglia da "L'uomo che vendeva il cielo" Addio a Mariangela Melato
Postato da Grazia01 il Venerdì, 11 gennaio @ 12:26:43 CET (2229 letture)
![]() Addio a Mariangela Melato la signora del teatro italiano ![]() ROMA - E' morta a Roma l'attrice Mariangela Melato. Aveva 71 anni: nata a Milano, era malata da tempo. Si è spenta nel Centro Antea per malati terminali all'interno del Complesso S. Maria della Pietà: al suo fianco fino all'ultimo la sorella Anna. Un gravissimo lutto nel mondo del cinema, del teatro e della cultura per la scomparsa della grandissima attrice chealternò ruoli drammatici a quelli da commedia. Mariangela Melato vincitrice di tantissimi premi, dal Davide di Donatello al Nastro d'argento, ha lavorato con Pupi Avati, Wertmuller, Bertolucci, Monicelli, : tra i suoi film più famosi con Giancarlo Giannini Mimì metallurgico ferito nell'onore, Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, Casotto e La classe operaia va in paradiso. La Melato resterà per sempre nel firmamento del cinema internazionale. «Sono affranta» le prime parole di Lina Wertmuller. Pupi Avati invece ha raccontato il primo provino della Melato. Il funerale di Mariangela Melato si terrà a Roma domani alle ore 15.00 presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. A darne notizia, insieme alla famiglia, è Renzo Arbore. Se ne è andata serenamente»: è l«unica cosa che trapela dal centro Antea. Nelle ultime ore c'erano con lei la sorella Anna e un'amica. L'attrice, malata da tempo, era ricoverata da una ventina di giorni. Una vita per il cinema e per il teatro. Mariangela Melato è stata tra le attrici più versatili del teatro e del cinema italiano, capace di affrontare ruoli comici o drammatici, di trasformarsi in personaggi molto lontani tra loro ma sempre con grandissima intensità. Ha lasciato così nella memoria della vasta platea italiana che l'ha sempre amata ed apprezzata, personaggi indimenticabili, da quelli sul grande schermo come Fiore, amante milanese di Mimì Metallurgico con la regia di Lina Wertmuller, a quelli sul palcoscenico del teatro come nell'Orestea di Eschilo diretta da Luca Ronconi. Fino alla Filumena Marturano al fianco di Massimo Ranieri andata in replica su Rai1 proprio nel giorno di Capodanno. Nata a Milano il 19 settembre 1941, Mariangela Melato da giovanissima studia pittura all'Accademia di Brera, disegnando manifesti e lavorando come vetrinista alla Rinascente per pagarsi i corsi di recitazione di Esperia Sperani. fonte: Il Messaggero Messaggio d'amore
Postato da Grazia01 il Giovedì, 10 gennaio @ 20:32:02 CET (868 letture)
![]() ![]() Messaggio d'amore Metto a nudo la mia anima con la forza della passione mi svelo completamente, sensazioni, speranze, paure intime emozioni scivolano di getto su questo foglio, ogni parola è un lungo abbraccio che vuole raggiungerti nel profondo, frasi che la mia voce non sa dire che premono dentro insistenti un uragano che sta travolgendo ogni argine e mi rende fragile, un grido che non sa uscire libero dal mio petto palpitante. Non rileggo piego il foglio con cura con tenerezza lo bacio lo infilo nella busta. Ora devo trovare forza di fartelo leggere, amore mio. Grazia Le parole
Postato da Grazia01 il Giovedì, 10 gennaio @ 09:34:59 CET (840 letture)
![]() ![]() Le parole Le parole se si ridestano rifiutano la sede più propizia, la carta di Fabriano, l’inchiostro di china, la cartella di cuoio o di velluto che le tenga in segreto; le parole quando si svegliano si adagiano sul retro delle fatture, sui margini dei bollettini del lotto, sulle partecipazioni matrimoniali o di lutto; le parole non chiedono di meglio che l’imbroglio dei tasti nell’Olivetti portatile, che il buio dei taschini del panciotto, che il fondo del cestino, ridottevi in pallottole; le parole non sono affatto felici di essere buttate fuori come zambrocche e accolte con furore di plausi e disonore; le parole preferiscono il sonno nella bottiglia al ludibrio di essere lette, vendute, imbalsamate, ibernate; le parole sono di tutti e invano si celano nei dizionari perché c’è sempre il marrano che dissotterra i tartufi più puzzolenti e più rari; le parole dopo un’eterna attesa rinunziano alla speranza di essere pronunziate una volta per tutte e poi morire con chi le ha possedute. Eugenio Montale Biografia Nella notte...il silenzio
Postato da Grazia01 il Martedì, 08 gennaio @ 22:00:34 CET (816 letture)
![]() ![]() Quando arriva la notte, come tutti, desidero il silenzio; un po' di silenzio è necessario, vorrei sentire solo il fruscio del vento che culla i rami nel giardino, mi arriva il rombo di qualche auto che passa, suoni e voci, ma abbastanza lontani...e ssst mi dico, silenzio anche nella mente, cerco di rilassarmi e di trovare quella pace che mi doni un sonno sereno, come quello di quando ero bambina, tutto il resto rimarrà fuori, almeno fino a domani. ![]() "Il sonno, e tutto ciò che induce il sonno, è di per se stesso piacevole" Giacomo Leopardi Francis Turner
Postato da Grazia01 il Martedì, 08 gennaio @ 10:07:46 CET (4287 letture)
![]() ![]() Francis Turner Io non potevo correre né giocare quand'ero ragazzo. Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa, non bere - perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato. Eppure giaccio qui blandito da un segreto che solo Mary conosce: c'è un giardino di acacie, di catalpe e di pergole addolcite da viti - là, in quel pomeriggio di giugno al fianco di Mary - mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, l'anima d'improvviso mi fuggì. Traduzione di Letizia Ciotti Miller Finite le feste...
Postato da Grazia01 il Lunedì, 07 gennaio @ 20:19:11 CET (810 letture)
![]() ![]() Ciao a tutti, le feste sono finite, qualcuno dirà meno male! E' già finito anche il primo giorno del ritorno a scuola. Oggi, mentre riponevo gli addobbi del Natale, ho percepito un velo di tristezza, forse solo ora realizzo veramente l'inizio del nuovo anno, pieno di speranze e di paure. La speranza di una rinascita, che i continui servizi televisivi sulle alleanze politiche in vista delle elezioni, rendono vani. E i servizi sulle ruberie poi..vedo un futuro confuso come la nebbia che circonda Milano in questi giorni. Ricordo le parole di Dalla, un amico che mi manca molto...”Milano sempre pronta al Natale, che quando passa piange, e ci rimane male”... durante le feste, se possiamo, cerchiamo di non “pensare” e poi tutto ritorna di colpo come una mazzata. Ma no, via, sogniamoci sopra...o meglio pensiamo positivo! Vi auguro una notte serena e una lieta settimana. Grazia Epifania in poesia
Postato da Grazia01 il Domenica, 06 gennaio @ 09:17:43 CET (678 letture)
![]() ![]() Epifania in poesia Epifania di Mario Luzi Notte, la notte d’ansia e di vertigine quando nel vento a fiotti interstellare, acre, il tempo finito sgrana i germi del nuovo, dell’intatto, e a te che vai persona semiviva tra due gorghi tra passato e avvenire giunge al cuore la freccia dell’anno… e all’improvviso la fiamma della vita vacilla nella mente. Chi spinge muli su per la montagna tra le schegge di pietra e le cataste si turba per un fremito che sente ch’è un fremito di morte e di speranza. In una notte come questa, in una notte come questa l’anima, mia compagna fedele inavvertita nelle ore medie nei giorni interni grigi delle annate, levatasi fiutò la notte tumida di semi che morivano, di grani che scoppiavano, ravvisò stupita i fuochi in lontananza dei bivacchi più vividi che astri. Disse: è l’ora. Ci mettemmo in cammino a passo rapido, per via ci unimmo a gente strana. Ed ecco il convoglio sulle dune dei Magi muovere al passo dei cammelli verso la Cuna. Ci fu ressa di fiaccole, di voci. Vidi gli ultimi d’una retroguardia frettolosa. E tutto passò via tra molto popolo e gran polvere. Gran polvere. Chi andò, chi recò doni o riposa o se vigila non teme questo vento di mutazione: tende le mani ferme sulla fiamma, sorride dal sicuro d’una razza di longevi. Non più tardi di ieri, ancora oggi. VOLA SULLA SCOPA LA BEFANA
Postato da rosarossa il Sabato, 05 gennaio @ 21:25:24 CET (937 letture)
![]() ![]() VOLA SULLA SCOPA LA BEFANA Vedo volare sulla scopa la befana che indossa gli occhiali e mira il camino, ti viene a trovare portandoti un bel dono! Dice la nonna carezzando con affetto il nipotino. Voglio salutare la befana, ma non riesco, ho tanto, tanto sonno! Si stropiccia gli occhietti e dà un bacino al nonno dicendo “buona notte.” Un ultimo sguardo volge alla fiammella del camino, con la nonna recita la preghiera della sera,poi come di consueto indossa il pigiamino. Un rumore avverte sopra il tetto e pensa si arrivata la befana, i bei regali che gli porta in dono, e si addormenta come un angioletto! Rosarossa Ciao
![]() |
Come migliorare e rendere più agibile il sito?
Alessandra e Danielissima
Almina Madau I Almina Madau II Fabiola Fataorsetta giamacista Grazia I Grazia II Grazia III Grazia IV Grazia V Letty I Letty II Jack, Ahyme, Gea e Paola Marco, Luciano, Pino, Gabry Mariella Mulas I Mariella Mulas II Moirac Paola e Gea Paolo I Paolo II Paolo III Pegaso I Pegaso II Pegaso III R. Chesini I R. Chesini II Rosarossa I Rosarossa II Rosarossa III Rosarossa IV Rosarossa V Rosarossa VI Rosarossa VII Rosarossa VIII Spalato Tony-Kospan I Tony-Kospan II *Triskell*I *Triskell*II *Triskell*III
ABBRACCIO
ADDIO ALBA AMICIZIA AMORE ANNO NUOVO AUTUNNO BACIO CARNEVALE CONDIZIONE UMANA CUORE DIALOGO D'AMORE EMOZIONI EPIFANIA EROS ESTATE FELICITA' E GIOIA FESTA DELLA DONNA FREDDO E GELO GELOSIA GIUGNO INCONTRO INVERNO LONTANANZA LUNA MALINCONIA MAMMA MANI MARE MAGIA D'AMORE MISTERO D'AMORE NATALE NATURA NEVE NOTTE NUVOLE ORIGINALITA' PAPA' PASQUA PASSIONE E MISTERO PIOGGIA POESIA PRIMAVERA RICORDI RIFLESSIONI D'AMORE SAN VALENTINO SENSO DELLA VITA SERA SETTEMBRE SILENZIO SOGNO SOLE SORRISI SPERANZA STELLE TEMPO VIAGGIO VINO
Ecologia e ambiente
Antologia di Spoon River - Masters ARTE I ARTE II Cinema Ecologia e ambiente I nostri racconti In ricordo Indiani d'america I Patrimoni dell'umanità - Italia Leggende e fiabe I Leggende e fiabe II Leggende e fiabe III Lettere famose Letture I Letture III Milano mia Natura e capolavori nel mondo Pensieri aforismi citazioni I Pensieri aforismi citazioni II Pensieri aforismi citazioni III Poesia al femminile I Poesia al femminile II Poesie crepuscolari Poesie d'amore I Poesie d'autore I Poesie d'autore II Poesie della buonanotte Poesie sulla pace Poesie tematiche 2013 Poeti sudamericani Psicologia e salute I Psicologia e salute II Psicologia e salute III Racconti divertenti Racconti I Racconti II Racconti III Racconti IV Premi Nobel Ricerche d'autore Riflessioni I Riflessioni II Un pensiero al giorno Video |
CPG Themes |