Saturday, April 17, 2021 - Network: [Magicamente.net - Storie e Poesie] [Quiz Arena - L'app dei quiz online] | |||||
|
|||||
![]() |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
![]() |
![]() Benvenuto Anonimo Iscrizioni: ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() 01: News 02: Home 03: Home 04: News 05: News 06: Home 07: News 08: Stories Archive 09: News 10: Home 11: Search 12: Search 13: Home 14: Home 15: Stories Archive 16: coppermine 17: Home 18: Home 19: Stories Archive 20: Home 21: coppermine 22: Home 23: Home 24: News 25: Home 26: News 27: Home 28: Home 29: coppermine 30: coppermine 31: Home 32: Home 33: News 34: News 35: Home 36: News 37: Home 38: Home 39: Home 40: coppermine 41: Home 42: News 43: Stories Archive 44: Home 45: Home 46: Home 47: Home 48: News 49: News 50: Home 51: Search 52: News 53: News 54: Home 55: coppermine 56: Home 57: Home 58: News 59: Home 60: coppermine 61: Home 62: coppermine 63: Stories Archive 64: Home 65: Home 66: Home 67: coppermine 68: Home 69: coppermine 70: News 71: Home 72: Home 73: News 74: Home 75: News 76: coppermine 77: Home 78: News 79: coppermine 80: Home 81: Stories Archive 82: Home 83: Home 84: Home 85: coppermine 86: Home 87: Home 88: Home 89: Your Account 90: Home 91: Surveys 92: News 93: Search 94: Home 95: Home 96: News 97: Home 98: Home 99: Home 100: coppermine 101: Home 102: Home 103: Home 104: Home 105: coppermine 106: Home 107: Home 108: Home 109: Home 110: Home 111: coppermine 112: News 113: News 114: Home 115: Home 116: News 117: Home 118: Home 119: Home 120: coppermine 121: coppermine 122: Home 123: Home 124: coppermine 125: Home 126: Home 127: Home 128: Home 129: coppermine Staff Online: Nessuno dello Staff è online!
coppermine
![]() ![]() · Viste: 1924041 · Voti: 431 · Commenti: 60
Achmatova
Alberoni I Alberoni II Auden Battaglia Bruno Ballerini II Ballerini I Barbera Bassani Baudelaire Bertolucci Betocchi Bukowski Calvino Caproni Cardarelli Cechov Cohen Collins Dante De Luca Dickinson Erba Formaggio Foscolo Gamberale Gatto Goethe Gibran I Gibran II Gozzano Hemingway Hesse I Hesse II Hikmet Hugo Jiménez Keats Leopardi I Leopardi II Lessing Lorca Luzi Manzoni Merini Milton Montale Negri Neruda I Neruda II Novalis Pascoli Pasolini Pavese Paz Pessoa Pirandello Pozzi Antonia Prevert Quasimodo Rimbaud Rodari Saba Saffo Saramago Sereni Shakespeare Spaziani Stampa Swinburne Szymborska Tagore Teasdale Thomas Trilussa Ungaretti Verga Verlaine Voltaire I Voltaire II Whitman |
Come il vento
Postato da Grazia01 il Giovedì, 31 gennaio @ 22:35:19 CET (798 letture)
![]() ![]() Come il vento Donne silenziose come bisce sull'acqua attraversano il mondo quando un vento sfacciato solleva loro le gonne le membra abbandonano socchiudono gli occhi sognando l'amore o gli amori vissuti Tante stagioni... ragnatele di ricordi sui loro volti sedute in cerchio ma non insieme guardano tramonti infuocati il loro vivere, ora stride come il vento che passa tra l'erba secca... nei prati. Patrizia Chini Perchè...
Postato da Grazia01 il Giovedì, 31 gennaio @ 14:04:58 CET (712 letture)
![]() ![]() Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché dopo trent’anni, in un caffé del centro, non rincontri ...mai la persona per cui hai lottato? Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli? Perché la frase giusta arriva sempre durante i l momento sbagliato? Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire: ‘non importa, l’importante è che sei qui’? Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: ‘non ti ho mai dimenticato’? Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi. (David Grossman - Qualcuno con cui correre) I bambini secondo Charles Péguy
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 30 gennaio @ 23:08:36 CET (805 letture)
![]() ![]() ...Si mandano i figli a scuola, dice Dio. Io penso che sia perché dimentichino il poco che sanno. Si farebbe meglio a mandare a scuola i genitori. Son loro che ne hanno bisogno. Ma naturalmente ci vorrebbe una scuola di me. E non una scuola di uomini. Si crede che i bambini non sappiano nulla. E che i genitori e le persone grandi sappiano qualcosa. Ora io ve lo dico, è il contrario. (E' sempre il contrario). Sono i genitori, sono le persone grandi che non sanno nulla. E sono i bambini che sanno. Tutto. Perchè essi hanno l'innocenza prima. Che è tutto. da: I bambini secondo Charles Péguy Un blasfemo
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 30 gennaio @ 21:05:03 CET (1448 letture)
![]() ![]() Wendell P. Bloyd (Un blasfemo) Cominciarono ad accusarmi di libertinaggio, non essendoci leggi antiblasfeme. Poi mi rinchiusero per pazzo, e qui un infermiere cattolico mi uccise di botte. La mia colpa fu questa: dissi che Dio mentì ad Adamo, e gli assegnò di condurre una vita da scemo, d'ignorare che al mondo c'è il bene e c'è il male. E quando Adamo imbrogliò Dio mangiando la mela e si rese conto della menzogna, Dio lo scacciò dall'Eden per impedirgli di cogliere Il frutto della vita immortale. Santo cielo, voi gente assennata, ecco ciò che Dio stesso ne dice nel Genesi: «E il Signore Iddio disse: Ecco che l'uomo è diventato come uno di noi» (un po' d'invidia, vedete) «a conoscere il bene e il male» (la menzogna che tutto sia bene!); «e allora, perché non allungasse la mano a prendere anche dell'albero della vita e mangiarne, e non vivesse eterno; per questo il Signore Iddio lo scacciò dal giardino dell'Eden». (La ragione per cui io credo che Dio crocifiggesse suo figlio, per uscire da quel brutto pasticcio, è che ciò è proprio degno di Lui). Traduzione di Fernada Pivano Quasi felicità...
Postato da Grazia01 il Martedì, 29 gennaio @ 21:51:05 CET (857 letture)
![]() ![]() Dalle mie finestre non vedo il mare, né i monti, ne il lago, vedo un fiume luccicante, pieno di colori, e di vita, con aromi e suoni particolari...una strada a scorrimento veloce. Verso quest'ora la piena si ritira e si può gustare una quiete quasi deliziosa. E' come quando, finalmente, si possono togliere delle scarpe strette con il tacco alto, è quasi felicità. ![]() Grazia La danza della neve
Postato da Grazia01 il Lunedì, 28 gennaio @ 22:12:06 CET (959 letture)
![]() ![]() La danza della neve Sui campi e sulle strade silenziosa e lieve volteggiando, la neve cade. Danza la falda bianca nell'ampio ciel scherzosa, Poi sul terren si posa stanca. In mille immote forme sui tetti e sui camini, sui cippi e sui giardini dorme. Tutto d'intorno è pace; chiuso in oblio profondo, indifferente il mondo tace. ADA NEGRI Biografia Mai dimenticherò quella notte
Postato da Grazia01 il Domenica, 27 gennaio @ 13:53:26 CET (3674 letture)
Torneranno a casa
Postato da Grazia01 il Domenica, 27 gennaio @ 13:44:00 CET (880 letture)
![]() ![]() Torneranno a casa La mattina rientrai con molta gente in città mentre ancora echeggiavano in lontananza schianti e boati. Dappertutto si correva e si portavano fagotti. L'asfalto dei viali era sparso di buche, di strati di foglie, di pozze d'acqua. Pareva avesse grandinato. Nella chiara luce crepitavano rossi e impudichi! gli ultimi incendi, la scuola, come sempre, era intatta. Mi accolse il vecchio Domenico, impaziente di andarsene a vedere i disastri. C'era già stato avanti l'alba, al cessato allarme, nell'ora che tutti vanno tutti sbucano, e qualche esercente socchiude la porta e ne filtra la luce (tanto ci sono i grossi incendi) e qualcosa si beve, fa piacere ritrovarsi. Mi raccontò cos'era, stata la notte nel nostro rifugio dove lui dormiva. Niente lezioni per quest oggi, si capisce. Del resto anche i trams stavano fermi, spalancati e deserti, dove il finimondo li aveva sorpresi. Tutti i fili erano rotti. Tutti i muri imbrattati come dell'ala impazzita di un uccello di fuoco. «Brutta strada, non passa nessuno», ripeteva Domenico. «La segretaria non si è ancora vista: Non si è visto Fellini. Non si può sapere niente.» Passò un ciclista che, pied'a terra, ci disse che Torino era tutta distrutta. La notte dei cristalli
Postato da Grazia01 il Domenica, 27 gennaio @ 13:30:42 CET (823 letture)
![]() ![]() La notte dei cristalli Sono trascorsi due giorni da quella che la stampa ora chiama Kristallnacht, la notte dei cristalli, dei vetri infranti. Mi sono incaricato io, ora che sono capitano e Heydrich mi stima. di più, di raccogliere dei dati sugli avvenimenti di quella storica notte. Il capo era rilassato, sorseggiava del cognac, stava ascoltando il Siegfried. « Wagner è un mago », ha detto. «Un mago. Ecco, Dorf, cosa può produrre un puro animo ariano. » Sono rimasto ad ascoltare per un momento, perché detestavo interrompere le sue fantasticherie. « Che accordi », « ha detto, che accordi sublimi. » « I rapporti sull'azione, sigrore. Sulla Kristallnacht.» La musica ossessionante di Wagner, credo che si trattasse del Viaggio sul Reno, sembrava un accompagnamento al mio rapporto piuttosto grave. C'erano stati trentasei morti. Quasi tutti gli ebrei che avevano opposto resistenza. La stampa estera non poteva far scalpore per questo. Sessanta sinagoghe erano state date alle fiamme e più di ottocento negozi e aziende ebraici erano stati distrutti. Dove i nostri sembravano aver passato il limite era negli arresti. Più di trentamila ebrei erano stati imprigionati. Heydrich ha alzato gli occhi. « Trentamila? Dio mio, che stupidi. Riempiranno Buchenwald in una notte. » Ha spento il grammofono. « Non importa. Alla fine lo riempiremo. E avremo bisogno di molti altri Buchenwald. I nostri nemici, tutti quanti, ebrei, comunisti, socialisti, massoni, slàvi, dovranno essere tutti rinchiusi, se resistono. » 27 gennaio - giorno della memoria
Postato da Grazia01 il Domenica, 27 gennaio @ 12:11:57 CET (3514 letture)
![]() ![]() L'uomo ha la possibilità di raggiungere i propri scopi nella vita e di essere felice solo se: saprà unirsi agli altri uomim in un rapporto di amore e di solidarietà: questo: è il messaggio che Eluard rivolge agli uomini da poco usciti dalla seconda guerra mondiale (questa lirica infatti è stata pubblicata neI 1947). ![]() Non verremo alla mèta ad uno ad uno Non verremo alla mèta ad uno ad uno Ma a due a due. Se ci conosceremo A due a due, noi ci conosceremo Tutti, noi ci ameremo tutti e i figli Un giorno rideranno Della leggenda nera dove un uomo Lacrima in solitudine. Paul Eluard ![]() Durante l'ultima guerra mondiale, c'erano uomini e gruppi di uomini che si sentivano degli estranei nella terra che li aveva visti nascere, e crescere, perché quella terra la occupavano, da padroni, eserciti stranieri. Difficile allora ubbidire al precetto evangelico di amare anche i proprI nemici, tanto più che la resistenza agl'invasori diventava anche lotta per dare al mondo più giustizia (più «pane») e libertà. La patria Posseggo una patria e su di essa il giorno risplende con l'azzurro del cielo, mentre di sera vi brillano infinite stelle che l'alba spegne con la sua luce. Ma quando a notte ritorno sotto il buio delle grondaie, sento il nemico intorno alla mia casa, in agguato, con l'arma nel pugno. Secondo l'Evangelo, madre, tu mi hai ad amare tutti come te: educato vorrei amare, o madre, ma ho bisogno di pane e di libertà. Nikola Vapcàrov ![]() Così disumani erano quei tempi che i poeti, come dice Salvatore Quasimodo in questa poesia, avevano fatto il voto di interrompere il loro canto. l'espressione appendere le cetre ai salici si richiama al salmo 136 della Bibbia in cui gli ebrei esprimono il loro lamento per essere stati deportati. ![]() Alle fronde dei salici E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull'erba dura di ghiaccio, al lamento d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. Salvatore Quasimodo Vestiti di terra
Postato da Grazia01 il Sabato, 26 gennaio @ 22:18:29 CET (1195 letture)
![]() ![]() Vestiti di terra Vestiti di terra case di fango e paglia ventri gonfi occhi lucenti mosche, malattie bocche riarse. Onde, vento mari di sabbia guerre, barconi speranze in viaggio. Uomini in nero rubinetti d'oro donne velate donne violate. Genocidi continui naturali, insolubili, multinazionali interessi sovrani alleanze segrete. Civiltà democratiche sventolano bandiere, quella della solidarietà è inerme a mezz'asta dimenticata. Grazia TESSI BENE LA TUA VITA
Postato da rosarossa il Sabato, 26 gennaio @ 09:56:44 CET (939 letture)
![]() ![]() TESSI BENE LA TUA VITA Se sbagli la scelta delle fibre e mal tessuta la tua vita hai nella strada contorta, spinosa fra strappi e graffii camminar dovrai non mirare il vertice del monte! Su quella cima non arriverai dall’alto ti schernisce sorridente e tu In basso rimarrai lacero, deluso, sempre più ferito e più dolente. Rosarossa ll 25 Gennaio del 1882 nacque Virginia Woolf
Postato da Grazia01 il Venerdì, 25 gennaio @ 11:32:49 CET (1293 letture)
![]() ll 25 Gennaio del 1882 nacque Virginia Woolf ![]() Lunedì o martedì Pigro e indifferente, scuotendosi agevolmente lo spazio dalle ali, conoscendo la via, l'airone passa sopra la chiesa, sotto il cielo. Bianco e remoto, assorto in se stesso, senza fine copre e scopre il cielo, si muove e s'arresta. Un lago? Cancellane le sponde! Una montagna? Oh, perfetto... l'oro del sole sulle sue pendici. Vi si tuffa dentro. Felci poi, o bianche piume, per sempre, sempre... Anelando alla verità, aspettandola, laboriosamente distillando qualche parola, anelando per sempre... (un grido si leva a sinistra, un altro a destra. Ruote seguono vie divergenti. Omnibus si ammassano in conflitto)... anelando per sempre... (con dodici distinti rintocchi l'orologio assevera che è mezzogiorno; la luce fa spiovere scaglie d'oro; sciamano i bambini)... perennemente anelando alla verità. Rossa è la cupola, monete pendono dagli alberi, fili di fumo si levano dai camini; latrato, grido, richiamo "Pentole, pentole!"... e la verità? Convergenti verso uno stesso punto piedi machili e piedi femminili, neri o incrostati d'oro... (Questo tempo nebbioso... Zucchero? no, grazie... Il commonwealth del futuro)... la luce del fuoco guizza e arrossa la stanza, tranne le nere figure dagli occhi lucenti, mentre fuori un furgone scarica, Miss Vattelapesca prende il tè seduta al suo scrittoio, e lastre di vetro proteggono pellicce... Fragile
Postato da Grazia01 il Venerdì, 25 gennaio @ 10:24:06 CET (604 letture)
La vita
Postato da Anonimo il Giovedì, 24 gennaio @ 23:17:59 CET (894 letture)
![]() ![]() La vita Ti ho vista seduta lungo il lago. Eri triste,eri spettinata e con gli occhi che guardavano lontano. Poi devi aver trovato un pensiero e con le gote tese al sorriso lo hai ascoltato e così hai ritrovato la voglia di vivere. Sì allarga le braccia a questa tua vita perchè cos'è l'amore se non un ritorno alla vita? Senza di lei gli occhi dei bimbi non hanno stupore senza di lei non s'ode alcun rumore senza di lei non rivedi l'arcobaleno indicare in terra dove c'è un tesoro : forse l'inizio di un'altra vita,un miraggio,un sogno,una promessa un pensiero.un cuore da amare più di prima perchè sei viva ! Così le tue lacrime scorrono sì, ma di gioia ! Roberto Chesini So poco della notte
Postato da Grazia01 il Giovedì, 24 gennaio @ 23:10:08 CET (1253 letture)
![]() ![]() So poco della notte So poco della notte ma la notte sembra sapere di me, e in più, mi cura come se mi amasse, mi copre la coscienza con le sue stelle. Forse la notte è la vita e il sole la morte. Forse la notte è niente e le congetture sopra di lei niente e gli esseri che la vivono niente. Forse le parole sono l’unica cosa che esiste nell’enorme vuoto dei secoli che ci graffiano l’anima con i loro ricordi. Ma la notte deve conoscere la miseria che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee. Deve scaraventare odio sui nostri sguardi sapendoli pieni di interessi, di non incontri. Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa. La sua lacrima immensa delira e grida che qualcosa se n’è andato per sempre. Un giorno torneremo ad essere. Alejandra Pizarni Parole...
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 23 gennaio @ 21:50:47 CET (778 letture)
![]() Parole... La parola di un uomo è il più duraturo dei materiali. Arthur Schopenhauer ![]() Ci sono parole che restano stampate come un tatuaggio nell'anima e che, anche se lo vogliamo, non ci lasciano mai e segnano inesorabilmente il resto della nostra vita. A volte è difficile frenarsi, allora è meglio andarsene o cambiare stanza. Mettere un freno alla nostra rabbia, non è un segno di sconfitta o di resa, è anzi un segno di forza, per non lasciarsi mai sfuggire parole che non pensiamo veramente, e che possono fare tanto male. ![]() Le parole hanno un peso. Pronunciale con cautela. Non buttarle lì, tanto per riempirti la bocca. Soprattutto quando ti rivolgi a qualcuno che ami, misurale. Una parola cattiva, urlata magari soltanto per rabbia o per stanchezza, può lasciare dei segni che nemmeno ti immagini. Ferite profonde che perdono sangue anche a distanza di anni. E lo so che la ragione non sempre può vincere contro l’istinto. Ma alle parole, quando proprio sei fuori di te o non sai cosa dire, prediligi il silenzio. (Serena Santorelli) ![]() L'accusato non ha se non parole. E talvolta non ha, anzi non vuole sotto il sole le sole parole. Sandro Penna ![]() Io non ho bisogno di denaro Io non ho bisogno di denaro ho bisogno di sentimenti di parole di parole scelte sapientemente di fiori detti pensieri di rose dette presenze di sogni che abitino gli alberi di canzoni che facciano danzare le statue di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi. Alda Merini Dedica
Postato da Marhiel il Mercoledì, 23 gennaio @ 14:28:14 CET (818 letture)
![]() ![]() Dedica Negli occhi tuoi d’azzurro eccomi talvolta a incontrar pensieri … Ecco a rimembrare il tuo primo battito di ciglia stupito. Ecco gote morbide tornite di rosea tenerezza … Poi, piano, il tuo cammino lungo i sentieri della tua coscienza … Ma in me è tuttora vivo il calore delle tue piccole dita, il trillo della tua voce che mi chiama e che d’usignolo riempie di cielo prati damascati dalla tua infanzia, ove ogni fiore è già preferito nei tuoi incantati sguardi. E offrivi ingenuità come splendore di cielo terso, e offrivi ridente di curiosità i tuoi mille perché.. e il mare, sempre indaco sfondo di fruscii vitali in me, che riconosceva nella sua risacca i riflessi azzurrini delle tue iridi lucenti. Anche quello un dono....
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 gennaio @ 23:02:57 CET (800 letture)
![]() ![]() A volte le brutte esperienze aiutano, servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero. Forse ti sembro troppo ottimista, ma io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti. Possono essere appagate, e magari a modo loro anche felici, ma non sono molto profonde. ... Il difficile è non lasciarsi abbattere dai momenti brutti. Devi considerarli un dono - un dono crudele, ma pur sempre un dono... (Peter Cameron) Lettera di Tiziano Terzani a Oriana Fallaci
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 gennaio @ 13:39:10 CET (1444 letture)
![]() ![]() LETTERA DA FIRENZE Il sultano e san Francesco Firenze, 4 ottobre 2001 ORIANA, dalla finestra di una casa poco lontana da quella in cui anche tu sei nata, guardo le lame austere ed eleganti dei cipressi contro il cielo e ti penso a guardare, dalle tue finestre a New York, il panorama dei grattacieli da cui ora mancano le Torri Gemelle. Mi torna in mente un pomeriggio di tanti, tantissimi anni fa, quando assieme facemmo una lunga passeggiata per le stradine di questi nostri colli argentati dagli ulivi. Io mi affacciavo, piccolo, alla professione nella quale tu eri già grande e tu proponesti di scambiarci delle "Lettere da due mondi diversi": io dalla Cina dell'immediato dopo-Mao in cui andavo a vivere, tu dall'America. Per colpa mia non lo facemmo. Ma è in nome di quella tua generosa offerta di allora, e non certo per coinvolgerti ora in una corrispondenza che tutti e due vogliamo evitare, che mi permetto di scriverti. Davvero mai come ora, pur vivendo sullo stesso pianeta, ho l'impressione di stare in un mondo assolutamente diverso dal tuo. Ti scrivo anche - e pubblicamente per questo - per non far sentire troppo soli quei lettori che forse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive, quasi come dal crollo delle due Torri. Là morivano migliaia di persone, e con loro il nostro senso di sicurezza; nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana, la ragione; il meglio del cuore, la compassione. Il tuo sfogo mi ha colpito, ferito e mi ha fatto pensare a Karl Kraus. "Chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia", scrisse, disperato del fatto che, dinanzi all'indicibile orrore della prima guerra mondiale, alla gente non si fosse paralizzata la lingua. Al contrario, gli si era sciolta, creando tutto attorno un assurdo e confondente chiacchierio. Tacere per Kraus significava riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi. Lui usò di quel consapevole silenzio per scrivere Gli ultimi giorni dell'umanità, un'opera che sembra essere ancora di un'inquietante attualità. Pensare quel che pensi e scriverlo è un tuo diritto. Il problema è però che, grazie alla tua notorietà, la tua brillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani, e questo mi inquieta. Il nostro di ora è un momento di straordinaria importanza. L'orrore indicibile è appena cominciato, ma è ancora possibile fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento. È un momento anche di enorme responsabilità perché certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell'odio che dorme in ognuno di noi e a provocare quella cecità delle passioni che rende pensabile ogni misfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l'uccidere. "Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più diffìcile che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un diffìcile cammino dinanzi a me", scriveva nel 1925 quella bell'anima di Gandhi. I sentimenti più dolorosi...
Postato da Grazia01 il Martedì, 22 gennaio @ 10:19:30 CET (758 letture)
![]() ![]() I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo. Fernando Pessoa Ospiti inattesi
Postato da Grazia01 il Domenica, 20 gennaio @ 21:53:59 CET (1028 letture)
![]() ![]() Ospiti inattesi Questo essere umano è un albergo. Ogni mattina un nuovo arrivato. Gioia, depressione, meschinità, momentanee consapevolezze giungono come ospiti inattesi. Accoglili ed intrattienili tutti! Fosse anche una folla di dispiaceri, che con violenza ti svuota la casa di tutti i suoi mobili, eppure, onora ogni tuo ospite. Forse sta cercando spazio per nuovi piaceri. Jalal ad Din Rumi ![]() Buonanotte e buona settimana Grazia Audrey Hepburn
Postato da Grazia01 il Domenica, 20 gennaio @ 11:35:32 CET (3680 letture)
![]() ![]() Vent’anni fa moriva un’icona di stile ed eleganza ineguagliabile: Audrey Hepburn. Noi tutti la ricordiamo con un tubino nero di Givenchy e un paio di occhiali da sole Chanel, ma la sua eleganza sobria e pulita ha segnato un’epoca. In un periodo in cui i canoni di bellezza facevano riferimento a donne come la Loren o Marilyn Monroe, quindi donne con le curve, si impose la figura esile di Audrey, con gli occhi da cerbiatta ma molto femminile. All’anagrafe Audrey Kathleen Ruston, la Hepburn, figlia di un banchiere inglese e di una baronessa olandese, acquisisce il cognome con il quale diverrà famosa dalla nonna paterna. Nata a Bruxelles nel 1929, muove i primi passi sulle punte, sognando di diventare una grande ballerina. Il destino la fa approdare a Londra, dove quasi per caso si trova su un set cinematografico. Per la Hepburn è l’inizio di una carriera costellata da grandi successi. Professionista instancabile, oltre che donna attenta alle esigenze della propria vita privata, Audrey, alla fine degli anni Sessanta, all’apice del successo abbandona il cinema, per dedicarsi alla famiglia e porsi al servizio del volontariato. ![]() ![]() Il grande pubblico la ricorda in “Vacanze Romane” che la consacrò come icona di bellezza: bruna, sottile, senza seno, viso romantico. Affascinò tutti. Il regista William Wyler disse: ”Quando ho rivisto le prime scene del film, ho improvvisamente saputo che il mondo intero si sarebbe innamorato di lei“. Storica la sua immagine quando gira in vespa per Roma con Gregory Peck: uno stile perfetto. Altro film importante di Audrey fu “Sabrina” ; il regista Billy Wilder dichiarò: ”Con lei è arrivata la classe…”. Come scordare la sua colazione, con caffè e croissand caldo in “Colazione da Tiffany” o pronta per il ballo in “My fair lady”? Emigranti
Postato da Grazia01 il Sabato, 19 gennaio @ 21:15:08 CET (841 letture)
![]() Questo è un racconto di Erri De Luca sulla piccola isola del Mediterraneo che per migliaia di disperati è diventata la porta dell'Occidente, simbolico luogo di incontro e di scontro di civiltà, di culture, di solidarietà e di razzismo. Lo lesse l'autore a "Che tempo che fa" in occasione di una serata speciale dedicata all'accoglienza. ![]() I poteri hanno visto nelle isole dei luoghi di reclusione, hanno piantato prigioni su ogni scoglio. Il mare nostro brulica di sbarre. Gli uccelli, invece, vedono nell'isola un punto di appoggio dove fermare e riposare il volo prima di proseguire oltre; tra l'immagine di un'isola come recinto chiuso - quella dei poteri - e l'immagine degli uccelli - di un'isola come spalla su cui poggiare il volo - hanno ragione gli uccelli. Nel canale di Otranto e Sicilia i contadini di Africa e d'Oriente affogano nel cavo delle onde. Il pacco dei semi si sparge nei campi sommersi del mare. Un viaggio su dieci sprofonda; la terraferma Italia è terra chiusa: li lasciamo annegare per negare. Il Novecento è stato il secolo in cui milioni di esseri umani si sono spostati da un continente all'altro, e così hanno spostato il peso del mondo... milioni di esseri umani, miriadi di esseri umani. Nel 1900 siamo stati noi, gli italiani, gli azionisti di maggioranza. Trenta milioni di noi si sono spostati. Dal porto del molo Beverello si staccavano le navi che portavano dall'altra parte dell'oceano. Era nero, il molo, di madri con quei loro fazzolettini bianchi che sembravano tante farfalline immobili, inchiodate verso la poppa che se andava lentamente, a motori bassi, verso la diga foranea. È stato il nostro 1900: ha spopolato terre e paesi, molto più di due guerre mondiali. ![]() Lettera a casa, dall'altra parte dell'oceano, 1925 Mia cara madre, sta per venire Natale... mia cara matre, sta pe' trasì Natale e a stà luntanu a vui me sape amaro. Come vurria allummà due o tre bengala, come vurria sentì nu sampognaro. Ai figli mei facitigli o presepe e a tavola mettete o posto mio. Faciti quanno è a sera da vigilia comme se mmienzu a vui stessi pur'io. Ce ne costa lacrime st'America a noi napulitani. Nui ca ci chiagnimmo o cielo e Napuli, comm'è amaro sto pane. Mia cara matre, che sò, che sò i denari. Per chi se chiagne a patria nun sò niente. Mò tengo qualche dollaro e me pare che non sò stato mai tanto pezzente. Ma non torno. Me ne resto fora. Resto a faticà per tutti quanti. Io ch'aggio perso patria, casa, onore, io sò carne e maciello, so' emigrante. * Quelli di adesso invece partono sopra dei zatteroni, dei barconi a motore verso un nord sommario, purché non sia un porto. E si portano dietro tutto quello che hanno potuto salvare da un'espulsione, lasciandosi dietro un bucato in fiamme oppure una miseria infame. Ma quegli occhi sbarcheranno da noi e saranno rinchiusi dentro centri di permanenza temporanea. Chiamiamo così dei posti che sono campi di concentramento, con sbarre, filo spinato, guardiani: permanenza, un bel nome alberghiero, per non dire a noi stessi che facciamo i carcerieri di viaggiatori, colpevoli di viaggio. Quegli occhi sbarcheranno da noi e allora sì, si accorgeranno dello spariglio, della disparità delle carte in tavola. Ma finché stanno sul mare, quegli occhi ammirano la grazia infiocchettata del veliero, tutta nodi e corde tese al vento come i muscoli di un atleta; ammirano e godono del vantaggio del loro punto di vista, perché loro, dal barcone, vedono la sfilata piacevole e indifferente della fortuna, mentre quelli del veliero sono costretti a vedere - o a voltarsi per non vedere - la sfilata della mala sorte e della miseria del mondo. ![]() Che dà allo straniero pane e vestito: questo dice di sé la divinità nella scrittura sacra, che dà allo straniero pane e vestito. E alla creatura umana dice: e amerai lo straniero, perché stranieri foste in terra d'Egitto. Circa cento volte la Bibbia scrive la tutela dello straniero, circa cento volte. Insiste la divinità col verbo amare, con il più forte sentimento e la più potente energia del corpo umano. Amare, che fa del bene prima di tutto a chi ama, prima ancora di far del bene all'altro, allo straniero. Amare: non tollerare, non respingere alla rinfusa donne incinte. E nessuno dica: ma perché partono incinte queste benedette donne e ragazze! ... perché non partono incinte. Vengono violate regolarmente a ogni frontiera africana. Nasce tra i clandestini, il suo primo grido è coperto dal rumore del giro delle eliche. Gli staccano il cordone e senza fare il nodo lo affidano alle onde. I marinai li chiamano Gesù, questi cuccioli nati sotto Erode e Pilato messi insieme. Niente di queste vite è una parabola, nessun martello di falegname batterà le ore nell'infanzia e i chiodi nella carne. Nasce tra i clandestini l'ultimo Gesù, passa da un'acqua di placenta a quella del mare senza terra ferma, perché vivere ha già vissuto e dire ha detto, e non può togliere una spina dai rovi che incoronano le tempie: sta con quelli che esistono il tempo di nascere, va con quelli che durano un'ora. ![]() Siamo gli innumerevoli - raddoppia ogni casella di scacchiera - lastrichiamo di corpi il vostro mare per camminarci sopra; non potete contarci: se contati aumentiamo, figli dell'orizzonte che ci rovescia a sacco. Nessuna polizia può farci prepotenza più di quanto già siamo stati offesi. Faremo i servi, i figli che non fate, le nostre vite saranno i vostri libri di avventura. Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino, l'odore che perdeste, l'uguaglianza che avete sottomesso. Da qualunque distanza arriveremo a milioni di passi, noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso. Spaliamo neve, pettiniamo prati, battiamo tappeti, raccogliamo il pomodoro e l'insulto. Noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo a passo, noi siamo il rosso e il nero della terra, un oltremare di sandali sfondati, il polline e la polvere nel vento di stasera. Uno di noi, a nome di tutti, ha detto: "Non vi sbarazzerete di me. Va bene, muoio, ma in tre giorni resuscito e ritorno." Erri De Luca * canzone "Lacrime napulitane" testo di Matio Merola Vorrei volare
Postato da Anonimo il Sabato, 19 gennaio @ 13:32:48 CET (953 letture)
![]() ![]() Vorrei volare Vorrei volare lassù in alto dove i raggi del sole appoggiano le loro teste addormentate sopra le nuvole. Tanti sono i sogni che incontri così come gli amori delusi che guardano ma non vedono. Vorrei un pò di calore da quel sole che mi guarda ma non mi parla. Forse perchè sotto le nubi ci sei tu che aspetti e i tuoi occhi mi cercano per parlarmi di quell'amore che è dentro di te nel tuo grande cuore. r.chesini LIRICHE DEDICATE ALLA L U N A
Postato da claudiocisco il Venerdì, 18 gennaio @ 21:22:57 CET (2914 letture)
![]() ![]() PREGHIERA D’UN’ANIMA IN PENA ALLA LUNA Luna, tu muta e bianca sul destino degli umani posi silente lo sguardo. Solinga e distante, sorella del buio e delle ombre, non ti diletti e non piangi ma taci, osservi e sempre taci. Eppure chi può dirmi se non tu sola se è per natura perdente l’umana sorte o se riposerà alfin ciascun mortale e avran sollievo le sue notturne paure? Vorrei chiederti o mia cara luna a che serve vivere e dove porta questo terreno viaggiare, per cosa si arresteranno i battiti del mio cuore? Ma tu mi appari misteriosa e vana come lo è tutta l’esistenza umana senza risposte, né certezze, incurante della mia anima che anela, brama di sapere. Io fragile essere, piccolo e limitato tu immortale creatura d’uno sconfinato universo, eppure quanta grandezza nell’umano spirito nel desiderare l’infinito pur comprendendo la propria piccolezza! Silenziosa luna presto dovrai andar via, l’alba si sta svegliando, la terrena notte illuminerai nuovamente alla fine del giorno ma gli occhi del mortale uomo rivedranno ancora luce? e le piante e gli animali tutti qual destino avranno? Luna musa ispiratrice di poeti e cantanti, meta irraggiungibile di sogni lontani, compagna notturna di viandanti e zingari, lascia che io alzi lo sguardo fino a te, ultima sconsolata preghiera d’un’anima in pena. Tu luna vegli sopra uno strano mondo fatto di pazzi. Qui non c’è amore né comprensione ed io non voglio più starci. Un immenso buio ha schiuso le ali sul mondo e sul cuore degli uomini, e questa notte sembra non aver mai fine. Addio anche a te luna! la mia solitudine è ormai segnata in un presagio di morte che prelude al pianto. È DIFFICILE
Postato da Grazia01 il Giovedì, 17 gennaio @ 22:07:24 CET (789 letture)
![]() ![]() È DIFFICILE Sapessi come è difficile far capire agli altri quello che hai dentro quando il tuo volto non ha segni di sofferenza quando i tuoi occhi sembrano sereni. Sapessi come è triste non potersi liberare dall’ angoscia che ti opprime non saper sorridere a chi ti vuole bene. Sapessi come è triste capire tutto questo e non poter far nulla per cambiare. Romano Battaglia classici della letteratura italiana personalizzati da Claudio Cisco
Postato da claudiocisco il Giovedì, 17 gennaio @ 21:10:11 CET (894 letture)
![]() ![]() "GIACOMO LEOPARDI" RIPROPOSTO IN UN LINGUAGGIO MODERNO: "L'INFINITO" Ti ho sempre amato, colle solitario come me. Ti ho sempre amata, siepe che mi fai aprire l’anima verso l’orizzonte, me lo nascondi ma me lo fai amare immaginando spazi infiniti. Ho sempre amato questo posto, il suo sovrumano silenzio, la sua profondissima quiete, e il tenue soffio del vento tra gli alberi, e la dolcezza di queste piante che dormono. E mentre sono seduto e guardo lontano mi tornano in mente le stagioni fuggite, l’ora presente, l’eternità, ed è dolcissimo perdersi nell’immensità della natura. Gabbiani
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 16 gennaio @ 14:20:31 CET (765 letture)
![]() ![]() Gabbiani Una volta m’indicarono un posto solitario lungo la costa, dove facevano il nido i gabbiani e gli alcioni. Mi recai in quel luogo per vedere da vicino quanto accadeva e rimasi attratto dall’amore che esisteva fra quegli esemplari. Mi dissero che il maschio e la femmina stavano sempre vicini e quando la loro vita giungeva al termine accadeva una cosa commovente: si aspettavano l’uno l’altra per morire assieme. Quello spettacolo sublime accade sin dall’origine del mondo. Romano Battaglia ![]() «Banco di aringhe a sinistra!» annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabbia Rossa accolse la notizia con strida di sollievo. Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l’oceano, sentivano il bisogno di rimettersi in forze, e cosa c’era di meglio per questo di una buona scorpacciata di aringhe? Luis Sepúlveda * Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare La chiave
Postato da Grazia01 il Martedì, 15 gennaio @ 23:03:20 CET (691 letture)
Ciao
![]() |
Come migliorare e rendere più agibile il sito?
Alessandra e Danielissima
Almina Madau I Almina Madau II Fabiola Fataorsetta giamacista Grazia I Grazia II Grazia III Grazia IV Grazia V Letty I Letty II Jack, Ahyme, Gea e Paola Marco, Luciano, Pino, Gabry Mariella Mulas I Mariella Mulas II Moirac Paola e Gea Paolo I Paolo II Paolo III Pegaso I Pegaso II Pegaso III R. Chesini I R. Chesini II Rosarossa I Rosarossa II Rosarossa III Rosarossa IV Rosarossa V Rosarossa VI Rosarossa VII Rosarossa VIII Spalato Tony-Kospan I Tony-Kospan II *Triskell*I *Triskell*II *Triskell*III
ABBRACCIO
ADDIO ALBA AMICIZIA AMORE ANNO NUOVO AUTUNNO BACIO CARNEVALE CONDIZIONE UMANA CUORE DIALOGO D'AMORE EMOZIONI EPIFANIA EROS ESTATE FELICITA' E GIOIA FESTA DELLA DONNA FREDDO E GELO GELOSIA GIUGNO INCONTRO INVERNO LONTANANZA LUNA MALINCONIA MAMMA MANI MARE MAGIA D'AMORE MISTERO D'AMORE NATALE NATURA NEVE NOTTE NUVOLE ORIGINALITA' PAPA' PASQUA PASSIONE E MISTERO PIOGGIA POESIA PRIMAVERA RICORDI RIFLESSIONI D'AMORE SAN VALENTINO SENSO DELLA VITA SERA SETTEMBRE SILENZIO SOGNO SOLE SORRISI SPERANZA STELLE TEMPO VIAGGIO VINO
Ecologia e ambiente
Antologia di Spoon River - Masters ARTE I ARTE II Cinema Ecologia e ambiente I nostri racconti In ricordo Indiani d'america I Patrimoni dell'umanità - Italia Leggende e fiabe I Leggende e fiabe II Leggende e fiabe III Lettere famose Letture I Letture III Milano mia Natura e capolavori nel mondo Pensieri aforismi citazioni I Pensieri aforismi citazioni II Pensieri aforismi citazioni III Poesia al femminile I Poesia al femminile II Poesie crepuscolari Poesie d'amore I Poesie d'autore I Poesie d'autore II Poesie della buonanotte Poesie sulla pace Poesie tematiche 2013 Poeti sudamericani Psicologia e salute I Psicologia e salute II Psicologia e salute III Racconti divertenti Racconti I Racconti II Racconti III Racconti IV Premi Nobel Ricerche d'autore Riflessioni I Riflessioni II Un pensiero al giorno Video |
CPG Themes |