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coppermine
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Achmatova
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Emozioni
Postato da Grazia01 il Giovedì, 20 settembre @ 20:21:02 CEST (869 letture)
![]() ![]() Emozioni Le mie mani nel sole delle tue chiome si perdono in un'oasi di emozioni. Sfioro le tue labbra e tu... disserri i tuoi petali chiudendo gli occhi nel sogno. Bruno Baldo Biografia Quiete notturna
Postato da Grazia01 il Giovedì, 20 settembre @ 19:53:07 CEST (926 letture)
sono Qui
Postato da brunouk il Giovedì, 20 settembre @ 10:24:52 CEST (1093 letture)
![]() ![]() Oggi non cercatemi sono immerso nel muto silenzio là a sud, dove l’alba accarezza l’orizzonte fonde lontano nel buio di notte che già attende tenue argentato riflesso d’unica stella testimone del tempo colora la cresta dell’onda danza su palcoscenico adagiato nel blu dell’acqua. L’immenso avvolge sperduto tra ali fugaci del sogno memoria si perde nel lento risveglio solitudine dell’attimo d’uomo senza eco mentre meridiani sgretolati in sabbia insensati scorrono tra le mani. Oltre c’è il sole una cascata di luce l’io emerge dall’anima libero dall’idea di morte mentre un nuovo giorno avvolge il creato campi fioriti e messi crescono su resti d’odio e vendetta la Terra allora tornerà Casa vera Pace come soave melodia di pioggia diffusa da brezza calda laverà i visi sostituendo lacrime mentre la Vita dona voce profumo alla rosa e eco tra le stelle. Bruno Gasparri Voltaire sulla tolleranza
Postato da Grazia01 il Giovedì, 20 settembre @ 10:24:21 CEST (1322 letture)
![]() L'intolleranza è di diritto naturale o di diritto umano? Il diritto naturale è quello che la natura addita a tutti gli uomini. Avete allevato vostro figlio, ed egli vi deve rispetto come padre e riconoscenza come benefattore. Avete diritto ai prodotti della terra da voi coltivata con le vostre mani; avete dato e ricevuto una promessa che dev'essere mantenuta. Il diritto umano non può in nessun caso essere fondato che su questo diritto di natura; e il grande, l'universale principio di entrambi è su tutta la Terra: «Non fare agli altri ciò che non vuoi che ti sia fatto». Quindi non si vede come mai, secondo questo principio, un uomo possa dire a un altro: «Credi ciò che io credo e che tu non puoi credere, o morirai». Così si dice nel Portogallo, in Spagna e a Goa. In altri Paesi ora ci si contenta di dire: «Credi, o ti aborrisco; credi, o ti farò tutto il male possibile; mostro, non sei della mia religione, quindi non hai nessuna religione; devi far orrore ai vicini, alla città, alla provincia». ![]() Se comportarsi così fosse del diritto umano, bisognerebbe che il giapponese detestasse il cinese, il quale esecrerebbe il siamese; costui perseguiterebbe i gangaridi, i quali si getterebbero contro gli abitanti dell'lndo; un mogol strapperebbe il cuore al primo malabarese che incontrasse; il malabarese potrebbe sgozzare il persiano, che a sua volta massacrerebbe il turco; e tutti insieme si getterebbero sui cristiani, che per un pezzo si sono divorati tra loro. Il diritto dell'intolleranza è quindi assurdo e barbaro; è il diritto delle tigri; anzi, è anche più orribile, perché le tigri non sbranano che per mangiare, mentre noi ci siamo sterminati per dei paragrafi. Mandorle
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 19 settembre @ 21:59:17 CEST (1285 letture)
![]() ![]() Sai cosa diceva mia nonna? Che anche dopo anni e anni di matrimonio tutte le volte che vedeva suo marito tornare da lavoro dalla finestra della cucina le tremavano le gambe dall’emozione. Mi faceva sempre l’esempio delle mandorle, che a volte hanno due noccioli all’interno: diceva che lei e suo marito erano così, erano legati stretti come due noccioli di mandorla. Sai come sono fatti i noccioli di mandorla? Stanno uno incastrato nell’altro, uno concavo e uno convesso, devono adattarsi e combaciare. Ecco, finché non troverai una persona che ti faccia sentire così, una persona che sia il tuo nocciolo di mandorla, allora potrai star certa che non sarà la persona con cui passare il resto della tua vita. Stephen Littleword A luci spente
Postato da brunouk il Mercoledì, 19 settembre @ 08:23:51 CEST (1034 letture)
![]() ![]() Ho bisogno di verde e silenzio, stendere un leggero velo alla fine del giorno. Non mi disturbano ambigue fragili visioni in spazio delicato armoniche trasparenze ne assaporo magica scena. Sei bellissima nel tuo ambrato colore esalta magnetica essenza di donna, drappeggiata lenzuola ti accarezza. Mi guardi, ondeggio in precario equilibrio lentamente mi stendo accanto spengo la luce. Il buio accentua percezione di te silenzio levigato scivolo nel tuo spazio, sento pulsare il cuore isola olfattiva m’inebria leggero disegno ideogrammi sul seno, un bacio, un fremito l’infinito mi avvolge mentre ti stringo tra le braccia. Bruno Gasparri Amore d'Angelo
Postato da brunouk il Martedì, 18 settembre @ 17:18:10 CEST (1151 letture)
![]() ![]() È sceso un angelo dal cielo ha cantato per me l’amore, il mio amore per te, per te vita per te amore mio riscaldi ogni notte la più fredda e triste ogni dubbio ogni malinconia svanisce nella luce perenne di stella brilla accesa d’amore negli occhi solo per me, nel dono insperato, desiderato lo offri semplicemente senza fiocco o involucro nel profumo di rosa, nel canto d’usignolo, nel guizzo dirompente di vita che sboccia dal mare, nel sereno viso di bimbo beato assapora seno di mamma, nell’alba di sole, nel soave sorriso di donna. Dolce amata, desiderata nel sogno d’amplesso dove l’uomo ritorna bambino, dorme sicuro nel ventre di mamma fuso nel sangue, cullato, protetto come gemma preziosa, mentre voce soave canta l’inno alla vita. Bruno Gasparri AL VIANDANTE
Postato da Grazia01 il Martedì, 18 settembre @ 15:03:20 CEST (906 letture)
![]() ![]() AL VIANDANTE Tu che passi e tendi a me il tuo braccio Prima di farmi del male, guardami bene. Io sono il calore del tuo focolare nelle fredde notti d'inverno Io sono l'ombra amica che trovi sotto il sole di agosto E i miei frutti sono frescura appetitosa che sulla via la tua sete sazia Io sono la trave amica della tua casa, la tavola della tua mensa, il letto dove tu riposi, il legno della tua nave Io sono il manico della tua zappa, la porta della tua dimora il legno della tua culla e della tua bara. Io sono il pane della bontà e il fiore della bellezza. Tu che passi, guardami bene e non farmi male. anonimo Il 18 settembre 1902 nacque JORGE CARRERA ANDRADE
Postato da Grazia01 il Martedì, 18 settembre @ 14:47:22 CEST (1087 letture)
![]() ![]() Innamoramento Il tuo corpo è composto di frutti. La notte esali un odore di pesche. Scende il tuo bacio dalla gola al cuore come va l'acqua d'una fontana. E la mia pelle freme alle carezze .come al soffio di Dio l'erba dei campi. Sei una coppa di frutti posata accanto alle mie labbra tutti i giorni. ![]() Il tuo corpo è un giardino Il tuo corpo è un giardino, massa di fiori e giunchi animati. Dominio dell’amore: sui suoi colli inseguo gli eterni bagliori. Territorio di gigli, patria pura che la mia mano in un istante percorre. Le mie labbra nel tuo specchio palpitante prosciugano fonti di dolcezza. Isola per le mie braccia nuotatrici, santuario del sospiro: Sul tuo territorio, amore, spiro albero strangolato dai fiori ![]() Pace Verrà un giorno più puro degli altri: scoppierà la pace sulla terra come un sole di cristallo. Una luce nuova avvolgerà le cose. Gli uomini canteranno per le strade ormai liberi dalla morte menzognera. Il frumento crescerà sui resti delle armi distrutte e nessuno verserà il sangue del fratello. Il mondo apparterrà alle fonti e alle spighe che imporranno il loro impero di abbondanza e freschezza senza frontiere. ora che...
Postato da Grazia01 il Lunedì, 17 settembre @ 11:12:11 CEST (804 letture)
Amare
Postato da brunouk il Lunedì, 17 settembre @ 08:19:42 CEST (933 letture)
![]() ![]() Il mio io ancora ama del sentire ruggine rimuovo trascendendo il ticchettio del tempo. La vita crea tempesta in uragano vortice tutto travolge. Tentazione dell’attimo; se mi lasciassi andare come rossa foglia d’autunno o nota che vibra nel canto forse l’armonia del gesto creerebbe l’incanto di una melodia intonata al lento battito del cuore dove da sempre nasce amore. L’ultima foglia lenta ondeggia lieve si lascia trasportare danza sospinta dal vento brezza la accarezza e accompagna nel suo ultimo giaciglio. Nell’attimo che spegne anche il silenzio, sento che Amare vuol dire felicità. Bruno Gasparri Mattino alto di mare
Postato da Grazia01 il Lunedì, 17 settembre @ 08:15:23 CEST (915 letture)
![]() ![]() Mattino alto di mare a cui meravigliosamente era presente. Era e eveniva il suo essere presente all' essere e all' evento ininterrotto del mare e di se stesso presente. Era e eveniva parimenti nel tempo e nell' eternamente. Oh attimo ... Mario Luzi Biografia Vento
Postato da brunouk il Domenica, 16 settembre @ 08:54:49 CEST (1000 letture)
![]() ![]() Tu vento arrivi da nord porti l’inverno cosa importa se il cuore è in tumulto. Avvolti da leggero velo sogni in eleganti estrazioni dilatano in spazi cromatici accentuati da un sole palpitante oramai stanco dell’estate. Solo sopiti motivi d’amore emozioni fragili, trasparenti ali di farfalla evanescenti spargono iridescenti aloni pigmenti dispersi ad indicarmi strade tra il bianco gelo che sfuma in dissolvenza. Nella mente sospese come in attesa visioni si cullano su frastagliate onde, respira il mare increspato dal vento tagliente, mi abbandono al freddo gelo cercando l’intelligenza del nulla. All’improvviso l’essenza si fa chiara, gigantografie scorrono come fotogrammi infrangono schermo rifratto dal reale, mi guardo, in un backstage rituale, raggomitolandomi in estrema difesa al gelo sperando che il sonno cancelli ogni ricordo per poi risvegliarmi in un nuovo raggio di sole. Bruno Gasparri Oggi 15 settembre, nacque Arturo Onofri
Postato da Grazia01 il Sabato, 15 settembre @ 20:06:17 CEST (1337 letture)
![]() Oggi 15 settembre, nacque Arturo Onofri ![]() Anima, sei già stanca Anima, sei già stanca di far questa mia poesia? o la forza ti manca per vincere la nostalgia? Certo mi fai sogghignare se credi che la tua cantata non faccia proprio pensare a nessuna canzone passata... Pensa nello spasimo orgiastico al Nil sub sole novi e credi a me: il rimastico lento degli umili bovi è giusto che più giovi del tuo ruminare fantastico. Anima - piccolo specchio - io sono già stanco di tutto; mi sembra che tutto che tutto sia vecchio sia vecchio sia vecchio. ![]() Nella tua siepe c'era l'universo O mia piccola casa di provincia ove memorie semplici ma care si ravvivano intorno al focolare per colui che ritorna e ricomincia un interrotto sogno di dolcezza; o mia tepida casa, io ti ritrovo come una volta in questo aprile novo, e sempre verde il rosmarino olezza. Son nidi ancora sotto le tue gronde, e, nell'orto, i bei ciuffi appena in fiore della menta e del timo hanno un odore che all'effluvio dell'anima risponde. Caro è il murello con le vecchie crepe, di dove, un giorno, uscivo di soppiatto a fischiare ai ramarri o stavo quatto a spiar la tagliola sulla siepe! Che stupore, che gioia di scoperte balenavano in te, mia casa, ogni alba! Ancora sconosciuta era la scialba nebbia che grava il mondo fatto inerte. Ma tu sei sempre quella; è in me ch'è morto il dolce tempo, come son diverso! Nella tua siepe c'era l'universo, ed ora non c'è più che un muro e un orto. ![]() LA FALENA Per la finestra, aperta sull'odorosa terrazza, entrata è una falena volubile e freddolosa, che tintinnando il fragile suo corpo alla lampa oleosa dà di cozzo nel vetro sì forte che sembra pazza. Vedendola tanto irata perché non può struggere l'ale alla fiammella rinchiusa, una feroce pietà di lei mi prende... e il vetro sollevo... pensando se tale non sia l'anima umana che cerca felicità. (da Poemi tragici, 1908) Un altro poeta ci ha lasciato
Postato da Grazia01 il Sabato, 15 settembre @ 18:47:06 CEST (760 letture)
![]() ![]() Un altro lutto per Bologna. Ieri si è spento il poeta Roberto Roversi. Aveva 89 anni. Era nato il 28 gennaio 1923, e l'anno prossimo avrebbe compiuto 90 anni. I familiari hanno dato l'annuncio della sua scomparsa solo oggi. E sempre per suo desiderio non vi saranno cerimonie, né pubbliche né private, né commemorazione né camera ardente. Nel 1943 si era arruolato fra i partigiani, appena ventenne, e aveva combattuto nella Resistenza in Piemonte. Roversi è stato tra le altre cose scrittore di alcune tra le più note canzoni di Lucio Dalla nonché grande amico di Tonino Guerra. Nel 1955 ha fondato con Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini la rivista Officina. Negli anni settanta Roversi ha scritto numerosi testi di canzoni per Lucio Dalla (per gli album Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Automobili), e successivamente altri per gli Stadio. Ha diretto anche la rivista Lotta Continua. Fonte: Corriere.it Autunno
Postato da brunouk il Sabato, 15 settembre @ 18:35:59 CEST (971 letture)
![]() ![]() ![]() Il vento muove rosse foglie un tempo carico di dolcezza ne assaporo melodico fruscio rilassante come chill-out music assieme all’ombroso bosco allieva quotidiane ferite anima percezioni estreme creando un mondo di semplicità dove solo parole nitide esprimono l’amore avvolgendolo in un leggero velo incantato come di involucro dono intarsiato in colori a contrasto. E tu, vento del nord porti freddo preludio in modo che l’inverno brinato non mi colga, ora tutto mi appare definito ordinato dal tempo nel tempo, ugualmente s’insinua un’ansia sottile è solo sete d’aria per sentirmi vivo. Mi siedo su una pietra sporgente immobile galleggio sospeso nel chiaro mattino, l’ora sembra fermarsi virando nell’azzurro in trasparenza una sola nuvola nello spazio sembra persa come in magica scena. Bugie
Postato da Letty il Venerdì, 14 settembre @ 22:23:31 CEST (908 letture)
Oggi 13 settembre nacque Clara Schumann
Postato da Grazia01 il Giovedì, 13 settembre @ 18:54:22 CEST (961 letture)
![]() ![]() Clara Josephine Wieck Schumann nacque a Lipsia il 13 settembre 1819 e morì Francoforte sul Meno il 20 maggio 1896. Fu pianista e compositrice, moglie del compositore Robert Schumann. Una donna unica o quasi per la sua epoca: fu una compositrice, oltre che appassionata di musica, concertista, moglie e madre. La musica di Clara Schumann è quella romantica, il marito fu Robert Schumann: fu una donna moderna, che seppe andare oltre alla funzione di donna sottomessa al marito,ubbidiente rispettosa del suo ruolo di moglie e madre, di educatrice dei suoi figli, ne ebbe 5. Vincere contro i pregiudizi fu difficile, ma soprattutto lei seppe entrare nello spirito della sua epoca, romantica, che amava i sentimenti e tutto era un’esplosione di emozioni spontanee, travolgenti di passioni sublimi. Conseguenze del supplizio di Jean Calas
Postato da Grazia01 il Giovedì, 13 settembre @ 12:29:27 CEST (860 letture)
![]() ![]() Conseguenze del supplizio di Jean Calas Se i penitenti bianchi son stati la causa del supplizio d'un innocente e della rovina completa d'una famiglia, della sua dispersione e dell' obbrobrio che non dovrebbe essere inerente che all'ingiustizia e invece lo è al supplizio; se la fretta dei penitenti bianchi a celebrare come santo colui che avrebbe dovuto essere trascinato sul graticcio, e a far perire sulla ruota un padre virtuoso, codesto infortunio dovrebbe indubbiamente indurli a una vera penitenza per il resto della loro vita: loro e i giudici devono piangere, ma non con una lunga veste bianca e sulla faccia una maschera che nasconda le lagrime. Bisogna rispettare tutte le confraternite: sono edificanti; ma tutto il bene che possono fare allo Stato può forse compensare l'orrendo male che hanno provocato? Paiono istituite dallo zelo che nella Linguadoca anima i cattolici contro coloro che chiamiamo ugonotti. Si direbbe che si sia fatto voto di odiare i propri fratelli; siamo abbastanza religiosi per odiare e perseguitare, ma non abbastanza per amare e soccorrere. E cosa capiterebbe, se quelle confraternite fossero governate da entusiasti, come un tempo avvenne in certe congregazioni di artigiani e di signori, dove l'abitudine di avere delle visioni era ridotta ad artificio e sistema, come afferma uno dei più eloquenti e dotti magistrati nostri? Cosa capiterebbe se nelle confraternite si organizzassero quelle camere oscure, dette camere di meditazione, dove erano dipinti diavoli armati di corna e di artigli, e abissi di fiamme, e croci e pugnali, con il santo nome di Gesù sopra il quadro? Che spettacolo, per occhi già affascinati, per immaginazioni accese e sottomesse ai loro direttori! La morte di Jean Calas - II
Postato da Grazia01 il Giovedì, 13 settembre @ 12:05:06 CEST (1131 letture)
![]() ![]() Breve storia della morte di Jean Calas Parte II Tredici giudici si riunirono ogni giorno per terminare il processo. Non si aveva, non si poteva avere nessuna prova contro la famiglia; ma la religione ingannata faceva le veci di prova. Sei giudici insistettero a lungo perché Jean Calas, suo figlio e il Lavaysse fossero condannati al supplizio della ruota, e la moglie di Jean Calas al rogo. Sette altri più moderati volevano che per lo meno si considerassero attentamente le cose. I dibattiti furono lunghi e frequenti. Uno dei giudici, persuaso dell'innocenza degli accusati e dell'impossibilità del delitto, parlò caldamente in loro favore; contrappose lo zelo dell'umanità allo zelo della severità; si fece il pubblico avvocato dei Calas in tutte le case di Tolosa, dove i gridi della religione ingannata continuamente reclamavano il sangue di quegli sventurati. Un altro giudice noto per il suo rigore andava parlando contro i Calas con una violenza non inferiore alla foga con cui l'altro li difendeva. Lo scandalo fu tale che furono entrambi costretti a rinunciare alla carica; si ritirarono in campagna. Ma sfortunatamente il giudice favorevole ai Calas persistette riguardosamente nella sua rinuncia, mentre l'altro tornò e diede il suo voto contro coloro che non avrebbe dovuto giudicare: quel voto determinò la condanna alla ruota perché ci furono otto voti contro cinque, avendo uno dei sei giudici clementi, dopo varie contestazioni, finito coll'aderire al partito del rigore. Parrebbe che, quando si tratta di parricidio e di condannare un padre di famiglia al più orrendo supplizio, il giudizio dovrebbe essere unanime, perché le prove di così inaudito delitto dovrebbero essere d'un'evidenza estrema per tutti: in simile caso il benché minimo dubbio dovrebbe far tremare il giudice che sta per firmare una sentenza di morte. La debolezza della nostra ragione e l'insufficienza delle nostre leggi si fanno sentire continuamente; ma in quale occasione se ne sentirà maggiormente la miseria che allorquando la preponderanza d'un unico voto consegna un cittadino al supplizio? Occorrevano cinquanta voti oltre la metà perché si pronunciasse un giudizio capitale ad Atene. Con che risultato? con ciò che sappiamo tanto inutilmente, che cioè i greci erano tanto più savi e più umani di noi. Pareva impossibile che Jean Calas, vecchio di sessantotto anni, che da un pezzo aveva le gambe deboli e gonfie, avesse potuto da solo strozzare e impiccare un giovane di ventott'anni vigoroso più del normale; bisognava assolutamente che sua moglie, suo figlio Pierre e il Lavaysse e la serva lo avessero aiutato. Non s'erano mai lasciati un solo istante, la sera della fatale avventura. Ma anche questa supposizione era non meno assurda dell'altra: infatti, come mai una serva cattolica zelantissima avrebbe tollerato che degli ugonotti assassinassero un giovane allevato da lei, per castigarlo d'amare la religione di lei? Come mai il Lavaysse sarebbe corso apposta da Bordeaux per strangolare un amico del quale ignorava la pretesa conversione? Come mai una tenera madre avrebbe alzato le mani sul suo figliolo? E come mai costoro avrebbero potuto strozzare un giovane forte come tutti loro messi insieme, senza una lotta lunga e violenta, senza grida atroci che avrebbero richiamato tutto il vicinato, senza ripetute percosse, senza lividi, senza abiti lacerati? La morte di Jean Calas - I
Postato da Grazia01 il Giovedì, 13 settembre @ 12:01:19 CEST (1045 letture)
![]() ![]() Breve storia della morte di Jean Calas Parte I L'assassinio di Calas, consumato a Tolosa con la spada della giustizia, il 9 marzo 1762, è uno dei più singolari avvenimenti degni dell' attenzione nostra e dei posteri. La turba dei caduti in innumerevoli battaglie è presto dimenticata, non soltanto perché così vuole l'inevitabile fatalità della guerra, ma perché coloro che son morti in battaglia avrebbero potuto dar la morte ai loro nemici, non sono periti senza difendersi. Se pericolo e vantaggio sono pari, lo stupore cessa, persino la pietà si affievolisce; ma se un padre di famiglia innocente è consegnato nelle mani dell'errore, o della passione, o del fanatismo, se l'accusato non ha altra difesa che la sua virtù, se gli arbitri della sua vita facendolo sgozzare non rischiano altro che di sbagliarsi, se con una sentenza possono uccidere impunemente: allora la voce pubblica si fa sentire, ognuno teme per-sé; ci si avvede che nessuno è sicuro della propria vita davanti a un tribunale istituito perché vegli sulla vita dei cittadini, e tutte le voci si uniscono per domandar vendetta. In questo strano affare si trattava di religione, di suicidio, di parricidio: si trattava di sapere se un padre e una madre avevano strangolato il loro figlio per piacere a Dio, se un fratello aveva strangolato il suo fratello, se un amico aveva strangolato il suo amico, e se i giudici dovevano rimproverarsi di aver fatto morir sulla ruota un padre innocente oppure di aver risparmiato una madre, un fratello, un amico colpevoli. Jean Calas, di sessantotto anni, da più di quaranta anni era negoziante a Tolosa, e tutti coloro che avevano vissuto con lui lo stimavano un buon padre. Era protestante, come la moglie e tutti i figli, salvo uno che aveva abiurato l'eresia, e il padre gli passava una piccola pensione. Sembrava così alieno dall' assurdo fanatismo che spezza tutti i legami sociali che approvò la conversione di suo figlio Louis Calas, e che da trent'anni teneva in casa una serva, cattolica zelante, che gli aveva allevati tutti i figli. Voltaire
Postato da Grazia01 il Giovedì, 13 settembre @ 09:28:50 CEST (1580 letture)
![]() ![]() Voltaire nasce a Parigi il 21 novembre 1694; il suo vero nome è Francois-Marie Arouet. Figlio di una ricca famiglia borghese compie i primi studi presso i giansenisti e i gesuiti, acquisendo una solida formazione umanistica. Ancora giovanissimo viene introdotto nella Société du Temple, cenacolo parigino di orientamento libertino, dove si segnala subito per la sua vivacità intellettuale. Imprigionato una prima volta per alcuni versi irriverenti nei confronti del reggente, con lo pseudonimo di Voltaire scrive durante il soggiorno alla Bastiglia (1717-1718) la tragedia "Edipo", rappresentata con successo nel 1718, e il poema epico "La lega o Enrico il Grande" (1723), ripubblicato nel 1728 col titolo di "Enriade". Il felice momento si interrompe bruscamente a causa di uno screzio col cavaliere di Rohan, in seguito al quale viene costretto all'esilio in Gran Bretagna (dal 1726 al 1729). Il soggiorno londinese sarà fondamentale per la formazione intellettuale di Voltaire: la conoscenza della realtà politica e sociale britannica lo convince della necessità di una profonda riforma dello stato assolutistico e feudale della Francia. Queste sue convinzioni vengono espresse nelle "Lettere filosofiche" (o "Lettere sugli inglesi", 1733 a Londra, 1734 a Parigi), che hanno una vasta eco in Francia, divenendo uno dei testi di riferimento della pubblicistica contro l'Ancien régime. Compie poi un breve soggiorno a Parigi durante il quale pubblica alcune tragedie ("Bruto", 1730; "La morte di Cesare", 1731) e la "Storia di Carlo XII" (1731), subito sequestrata; poi nel 1732 viene nuovamente costretto, per evitare un altro arresto, a fuggire in Lorena. Dove sei?
Postato da Grazia01 il Giovedì, 13 settembre @ 08:36:11 CEST (933 letture)
![]() ![]() Dove sei? non ti trovo, anima mia, chi ti ha preso - il mondo? il paradiso? o ti celi tu nel tuo profondo? parlami - sento che mormorano, talora, inquieti ...gli elementi e insieme i molti attanti dell' essere: uomini, angeli, il sole, l'aria, i venti. Mario Luzi Biografia L'inferno dei viventi
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 12 settembre @ 21:52:17 CEST (968 letture)
![]() ![]() "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. " Italo Calvino Il vento largo...
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 12 settembre @ 21:41:49 CEST (890 letture)
Pierre Reverdy nacque oggi 11 settembre
Postato da Grazia01 il Martedì, 11 settembre @ 20:26:59 CEST (1075 letture)
![]() ![]() SUONO DI CAMPANA Tutto si è spento Il vento passa cantando E gli alberi rabbrividiscono Gli animali sono morti Non c’è più nessuno Guarda Le stelle hanno smesso di brillare La terra non gira più Una testa si è inclinata I capelli ramazzano la notte L’ultimo campanile rimasto in piedi Suona la mezzanotte. ![]() LA PARTE AZZURRA DEL CIELO Le panchine sono come strette Dalle dorate catene del muro Son prigioniere dei giardini dove Si cela il sole Accanto alla foresta vergine Accanto alla prateria immobile Al ponte che ruota fino al perpendicolo Nell'esatto angolo retto La scatola di nuvole si rompe E tutti insieme bianchi uccelli s'alzano Verde tappeto, più che l'acqua verde E più dolce dell'erba, e più amaro Alla bocca, e più diletto all'occhio Gli alberi si bagnano in ginocchio Serena è l'aria, e carica di sonno Cade la luce Perde il giorno i suoi petali Più su, di colpo è l'improvvisa notte Sguardi accorti, ammiccare delle stelle Segni Al di sopra dei tetti. La Festa di San Nicola da Tolentino
Postato da Paolo il Lunedì, 10 settembre @ 20:28:21 CEST (5373 letture)
![]() Il 7 luglio a Pamplona corrono davanti ai tori e San Firmino non è neanche il loro Santo Patrono, anche se fanno la Festa. Il 10 settembre, però, da qualche parte c’è proprio la Festa Patronale ed è quella di San Nicola da Tolentino. E’ là, dove c’è o c’era, il cognome Mazzarello e ci penso giusto per ragioni di opportunità, si può sempre pensare e scrivere anche su altri. Oggi 10 settembre nacque Mary Oliver
Postato da Grazia01 il Lunedì, 10 settembre @ 20:20:04 CEST (1023 letture)
![]() Oggi 10 settembre nacque Mary Oliver ![]() Il cigno L’hai visto, vagabondare, tutta notte, sul fiume scuro? L’hai visto la mattina, sollevarsi nell’aria argentata – Una profusione di fiori bianchi, un perfetto parapiglia di seta e lino come piegato nella schiavitù delle sue ali; un cumulo di neve, un mucchio di gigli, battendo l’aria con il suo becco nero? L’hai sentito, acuto e fischiettante una musica tetra e stridula – come la pioggia a dirotto sui rami – come una cascata passare come una lama giù per le sponde buie? E l’hai visto, infine, proprio sotto le nubi – Una croce bianca svolazzante attraversare il cielo, le sue zampe come foglie annerite, le sue ali come la luce allargata del fiume? E l’hai sentito, nel tuo cuore, quanto sia parte di ogni cosa? E hai infine compreso anche tu, lo scopo della bellezza? E hai cambiato la tua vita? ![]() Candido, o l'ottimismo, Voltaire
Postato da Grazia01 il Lunedì, 10 settembre @ 11:49:44 CEST (1142 letture)
![]() ![]() Candido, o l'ottimismo (Candide, ou l’Optimisme in francese), talvolta Candido, ovvero l'ottimismo, spesso contratto in Candido, è un racconto filosofico di Voltaire che mira a confutare le dottrine ottimistiche quale quella leibniziana. Lo scrittore francese fu stimolato sicuramente dal terremoto di Lisbona del 1755 che distrusse la città, mietendo molte vittime. Voltaire scrisse prima un poema sul cataclisma (1756) e successivamente redasse il Candido (1759). Voltaire scrive il Candido in un periodo successivo a numerose persecuzioni nei suoi confronti che l’hanno portato sulla via di una visione disincantata del mondo. Nonostante la presa d’atto dell’esistenza del male, non risulta, comunque, che Voltaire nel Candido esalti il pessimismo, quanto si limiti a stigmatizzare la pretesa di "vivere nel migliore dei mondi possibili", precetto su cui Leibniz montò il cardine della propria filosofia. Non a caso l'illuminista francese incarna nella figura del precettore Pangloss il filosofo tedesco, intento ad istruire il giovane Candido a vedere il mondo che lo circonda con ottimismo, sebbene si succedano in continuazione controversie e disavventure. È citato anche da Leonardo Sciascia nel romanzo Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia del 1977. La vicenda di Candido è stata musicata dal compositore americano Leonard Bernstein nell'operetta Candide. ![]() Viveva in quei pressi un derviscio famosissimo, che aveva fama d'essere il maggior filosofo di Turchia. Andarono a consultarlo. Pangloss prese la parola, e disse: "Maestro, siam venuti a pregarvi che ci spieghiate perché sia stato creato un animale così bizzarro com'è l'uomo." "Ma di che ti vai a impicciare?" disse il derviscio; "che te ne importa?" "Ma, padre mio reverendo," osservò Candido, "v'è pur nel mondo una quantità spaventosa di mali." "E che diavolo importano," rispose il derviscio, "i mali ed i beni? Quando Sua Altezza spedisce una nave in Egitto, si da ella forse pensiero se i topi che sono nella stiva stanno comodi o no?" "E allora che dobbiamo fare?" domandò Pangloss. "Tacere", rispose il derviscio. "Io m'ero illuso" riprese Pangloss, "di poter ragionare un pochino con voi delle cause e degli effetti, del migliore dei mondi possibili, dell'origine del male, della natura dell'anima e dell'armonia prestabilita." A questo il derviscio sbatté loro l'uscio in faccia. Clemens Maria Brentano- 9 settembre 1778
Postato da Grazia01 il Domenica, 09 settembre @ 20:55:18 CEST (938 letture)
![]() ![]() Non odi come le fonti mormorano Non odi come le fonti mormorano, come stride il grillo non odi? Silenzio, silenzio, stiamo in ascolto, beato chi muore immerso nei sogni. Beato chi si culla sulle nuvole, la luna gli canta la ninnananna, come beato spiccherà il volo a chi il sogno muove l'ala, e nell'azzurra distesa del cielo astri come fiori coglie: dormi, sogna, vola, presto ti sveglierò, colmo di gioie. Clemens Maria Brentano "La follia è la sorella sfortunata della poesia". Poeta tedesco nacque a Ehrenbreitstein s. Reno il 9 settembre 177 8 e motì a Aschaffenburg nel 1842. Di padre italiano e di madre tedesca, studiò a Halle e a Jena, dove strinse amicizia con i romantici L. Tieck e F. Schlegel. In questo periodo pubblicò una commedia satirica (Gustav Wasa, 1800) e un romanzo (Godwi, 2 voll., 1801-1802) che già rivela il suo talento lirico. Dopo un tempestoso amore per Sophie Mereau (che, da lui sposata nel 1803, morì nel 1806) iniziò la Chronika eines fahrenden Schülers (1802) e un poema, le Romanzen vom Rosenkranz (1810), che rimase frammentario. Insieme con l'amico e cognato A. von Arnim partecipò alla polemica letteraria romantica, e pubblicò la celebre raccolta di canti popolari Des Knaben Wunderhorn (1806). Nella sua folta produzione fiabesca, di qualità ineguale e talora contaminata con fonti diverse (tra cui il Basile), spiccano Die Geschichte vom braven Kasperl und vom schönen Annerl (1817); Gockel, Hinkel und Gackeleia (1838); delizioso e tragico, qui, il poetico motivo della Loreley, da lui inventato e da altri ripreso. Ritiratosi in una sua proprietà in Boemia, scrisse ancora il dramma Die Gründung Prags; convertitosi al cattolicesimo, visse dal 1818 al 1824 presso la monaca veggente Katharina Emmerich, celebrando la Passione di Cristo e la vita di Maria (Das bittere Leiden unseres Herrn Jesu Christi, 1833). Ciao
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