Wednesday, February 24, 2021 - Network: [Magicamente.net - Storie e Poesie] [Quiz Arena - L'app dei quiz online] | |||||
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coppermine
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Achmatova
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Superluna nella notte del 3 dicembre
Postato da Grazia01 il Domenica, 03 dicembre @ 17:42:36 CET (1070 letture)
![]() Superluna nella notte del 3 dicembre: è l’unica visibile del 2017. Appare più grande del 7% ![]() La seconda saluterà il 2018 nel cielo del 2 gennaio e il 31 gennaio sarà la volta della Luna Blu, come è tradizionalmente chiamata la seconda luna piena dell’anno Quella del 3 dicembre è la notte della Superluna. L’unica visibile del 2017. E’ una Luna piena che appare nel cielo circa il 7% più grande e il 16% più brillante perché si trova nel punto della sua orbita ellittica più vicino alla Terra (perigeo). Questo è accaduto altre quattro volte nel corso dell’anno, ma si trattava di Lune nuove ed era perciò impossibile vederle. Avevi sangue finto
Postato da Letty il Martedì, 28 novembre @ 18:04:17 CET (4026 letture)
![]() ![]() Avevi sangue finto non fatto come il mio non era un fiume a precipizio questa passione il tuo sfiorarmi era impulso mero e infimo di chi accarezza pelli e non anime di chi penetra e conquista di chi morde ma non assapora Avevi sangue finto non come il mio che ancora sgorga da quello squarcio di falsa tenerezza che resta dentro quando, tremando, mi dico che ti odio Letty William Adolphe Bouguereau
Postato da Grazia01 il Sabato, 25 novembre @ 12:56:09 CET (673 letture)
La presunzione
Postato da Grazia01 il Sabato, 25 novembre @ 12:54:07 CET (839 letture)
![]() ![]() La presunzione è la nostra malattia naturale e originaria. (... ) È per la vanità di questa stessa immaginazione che egli si uguaglia a Dio, che si attribuisce le prerogative divine, che trasceglie e separa se stesso dalla folla delle altre creature, fa le parti agli animali suoi fratelli e compagni, e distribuisce loro quella porzione di facoltà e di forze che gli piace. Come può egli conoscere, con la forza della sua intelligenza, i moti interni e segreti degli animali? Da quale confronto fra essi e noi deduce quella bestialità che attribuisce loro? Michel De Montaigne Cristo che appare
Postato da Grazia01 il Sabato, 25 novembre @ 12:52:21 CET (780 letture)
A mio padre in sogno
Postato da Grazia01 il Sabato, 25 novembre @ 12:51:03 CET (579 letture)
![]() ![]() A mio padre in sogno Sorridi un poco e te ne vai pensoso. E ad un tratto con lacrime mi chiedo quanto tempo è che al petto non ti stringo non afferro da amico quelle braccia. La memoria ha insensibili naufragi. Scolora come il cielo di settembre sotto il vento si popola di nubi. Te ne vai. Quante cose all’improvviso mi ritrovo da dirti… E resto muto. Ma perché nell’istante che mi volto non sei più là? Ci sono tante cose da dirsi… Ed io ti chiamo ancora, e credo che non può certo, questo, essere un sogno Alessandro Parronchi Dio è nelle cose di ogni giorno
Postato da Grazia01 il Sabato, 25 novembre @ 12:49:51 CET (561 letture)
![]() ![]() Dio è nelle cose di ogni giorno Dio è nelle cose di ogni giorno: nei magazzini d’ortofrutta, nelle fabbriche nel caos degli incontri calcistici nel boccale di birra di un chiosco Nella noia, nelle lacrime scorate nelle lettere di un’offesa amorosa nei recessi delle querce bibliche nel tremito della carne esangue di paura l’umile colcosiano osserva la Sua tenda di tessuto fine nello studio ha impastato i Suoi colori un pittore dalla vista acuta chi è Costui? Un Padre dai tanti volti dentro occhiute cattedrali o un bambino che gioca con una nuova stella del mattino? Sergej Georgievič Stratanovskij Definizione di amore
Postato da Grazia01 il Sabato, 25 novembre @ 12:48:42 CET (611 letture)
![]() ![]() Definizione di amore Strano, considerando quanto sull’amore è stato scritto, che nessuno lo abbia detto dove l’amore signoreggia: non nel sesso, né nel volere il bene degli altri, ma nell’occupare tutto il tempo a cena, in apparenza assorti nel discorso, a cercare invero di far prendere coraggio alla mano affinché oltrepassi l’invisibile spada sulla tovaglia e tocchi un dito in equilibrio sul tessuto. A un giovane curato di una parrocchia di West Cork fu detto che sua madre era gravemente ammalata e che lui doveva venire a casa a Boherbue (di fatto era già morta, ma l’intendimento era di attenuare il colpo). Corse in auto mezzo Kerry spericolatamente, per schiantarsi e lì morire nella bella valle di Glenflesk. Così avvenne, per quel suo fantasticare vano di toccarle un’ultima volta le dita della mano. Bernard O'Donoghue Dio non ha pietà
Postato da Grazia01 il Sabato, 25 novembre @ 12:47:11 CET (820 letture)
![]() ![]() Dio non ha pietà Dio non ha pietà di mietitori e ortolani, cadono sghembe piogge tintinnando, screziano i larghi manti alle acque che già specchiavano il cielo. Prati e campi in un regno subacqueo, cantano, cantano liberi rivi, sui rami enfiati scoppiano le prugne e le erbe, piegate, imputridiscono. E attraverso la fitta grata d’acqua scorgo il tuo caro viso, il parco tacito, il chiosco cinese e la tonda veranda innanzi casa. Anna Achmatova Siediti al sole
Postato da Grazia01 il Sabato, 18 novembre @ 13:13:11 CET (585 letture)
Friedrich-von-Amerling
Postato da Grazia01 il Sabato, 18 novembre @ 13:10:32 CET (559 letture)
![]() Amerling, Friedrich von - Ritrattista, nato il 14 aprile 1803 a Vienna, studiò in quell'Accademia, con Hubert Maurer, dal 1816 fino al 1824; poi, per breve tempo all'Accademia di Praga, con Joseph Bergler; si recò quindi a Londra, frequentando per quasi un anno Thomas Lawrence, il quale influì grandemente sul suo stile; ed infine, a Parigi lavorò con Horace Vernet. Nel 1828 si fissò di nuovo a Vienna e divenne il ritrattista di quella aristocrazia; ma soggiornò anche in Italia (1831-32, 1836, 1840-43), sostando più lungamente a Roma, a Firenze e a Venezia; nel 1885 viaggiò la Grecia e l'Oriente. Morì a Vienna il 15 gennaio 1887. Fu operosissimo. Le migliori opere sue si conservano nella Galleria del XIX secolo a Vienna. Si dice dipingesse, durante la sua lunga esistenza, un migliaio di ritratti. Alla Galleria degli Uffizî esiste il suo autoritratto Friedrich-von-Amerling. ![]() Mare nostro
Postato da Grazia01 il Sabato, 18 novembre @ 13:07:59 CET (860 letture)
![]() ![]() Mare nostro che non sei nei cieli e abbracci i confini dell’isola e del mondo, sia benedetto il tuo sale, sia benedetto il tuo fondale. Accogli le gremite imbarcazioni senza una strada sopra le tue onde, i pescatori usciti nella notte, le loro reti tra le tue creature, che tornano al mattino con la pesca dei naufraghi salvati. Mare nostro che non sei nei cieli, all’alba sei colore del frumento, al tramonto dell’uva di vendemmia, ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste. Mare nostro che non sei nei cieli, tu sei più giusto della terraferma, pure quando sollevi onde a muraglia poi le abbassi a tappeto. Custodisci le vite, le visite cadute come foglie sul viale, fai da autunno per loro, da carezza, da abbraccio e bacio in fronte di madre e padre prima di partire. Erri De Luca ![]() Qua devi pensare solo alla montagna e a te, non devi portare pesi oltre quello dello zaino e il tuo. Questo è un posto che pretende tutto [... ] Se questa salita, ora e adesso, non è la sola cosa che t'importa, non ce la puoi fare. Questo è un posto insaziabile, vuole tutto e spesso neanche basta Erri De Luca ![]() Il male è irreparabile e non c’è modo di risanare un torto qualunque cosa si faccia dopo. Non c’è rimedio al di fuori di non commetterli e non commetterli è opera la più ardua e segreta in mezzo al mondo ![]() Due Quando saremo due saremo veglia e sonno affonderemo nella stessa polpa come il dente di latte e il suo secondo, saremo due come sono le acque, le dolci e le salate, come i cieli, del giorno e della notte, due come sono i piedi, gli occhi, i reni, come i tempi del battito i colpi del respiro. Quando saremo due non avremo metà saremo un due che non si può dividere con niente. Quando saremo due, nessuno sarà uno, uno sarà l'uguale di nessuno e l'unità consisterà nel due. Quando saremo due cambierà nome pure l'universo diventerà diverso. Erri De Luca Incidente stradale
Postato da Grazia01 il Venerdì, 10 novembre @ 22:31:11 CET (682 letture)
![]() ![]() Incidente stradale Vago, segreto, estraneo e camuffato nel solito viavai della città, svolto angoli e mi fermo separato, aspettando me stesso o la metà che, ignara, è rimasta dall’altro lato. E lettere bastarde metto a fianco di tutti i cruciverba del giornale, urlo un avvertimento, orripilato, verso la luce rossa del semaforo e tocco, come brace, il suol bagnato. Resta indietro il mio abito stracciato, che sanguina da squarci e cuciture, di corsa arriva il sarto convocato, mentre io nella mente me la rido, vivo, segreto, estraneo e camuffato. Jose' Saramago Fernanda Pivano
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 22:36:03 CET (668 letture)
Conosci la terra dei limoni in fiore
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 22:34:07 CET (517 letture)
Alessandro Baricco
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 22:30:03 CET (897 letture)
![]() ![]() E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle: “Ti aspettavo”. Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni - i giorni, gli istanti - che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo: “Tu sei matto”. E per sempre lo amerà Alessandro Baricco La mia anima cristallina
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 22:28:38 CET (670 letture)
John Steinbeck
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 22:27:00 CET (657 letture)
![]() ![]() Quando ero giovane e avevo in corpo la voglia di essere da qualche parte, la gente matura m’assicurava che la maturità avrebbe guarito questa rogna. Quando gli anni mi dissero maturo, fu l’età di mezzo la cura prescritta. Alla mezza età mi garantirono che un’età più avanzata avrebbe calmato la mia febbre. E ora che ne ho cinquantotto sarà forse la vecchiaia a giovarmi. Nulla ha funzionato. Quattro rauchi fischi della sirena d’una nave continuano a farmi rizzare il pelo sul collo, e mettermi i piedi in movimento. Il rumore d’un aereo a reazione, un motore che si scalda, persino uno sbatter di zoccoli sul selciato suscitano l’antico brivido, la bocca secca, le mani roventi, lo stomaco in agitazione sotto la gabbia delle costole. In altre parole, non miglioro. Vagabondo ero, vagabondo resto. Temo che la malattia sia incurabile. John Steinbeck Sentirai il tuono e mi rammenterai
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 19:58:54 CET (598 letture)
Le isole fortunate
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 19:50:30 CET (635 letture)
![]() ![]() Le isole fortunate Quale voce viene sul suono delle onde che non è la voce del mare? E’ la voce di qualcuno che ci parla, ma che, se ascoltiamo, tace, proprio per esserci messi ad ascoltare. E solo se, mezzo addormentati, udiamo senza sapere che udiamo, essa ci parla della speranza verso la quale, come un bambino che dorme, dormendo sorridiamo. Sono isole fortunate, sono terre che non hanno luogo, dove il Re vive aspettando. Ma, se vi andiamo destando, tace la voce, e solo c’è il mare. Fernando Pessoa L'odore dell'inverno
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 19:41:54 CET (561 letture)
![]() ![]() L'odore dell'inverno Il tempo dapprincipio fu bello, calmo. Schiamazzavano i tordi, e nelle paludi qualcosa di vivo faceva un brusio, come se soffiasse in una bottiglia vuota. Passò a volo una beccaccia e nell'aria con allegri rimbombi. Ma quando nel bosco si fece buio e soffiò da oriente un vento freddo e penetrante, tutto tacque. Sulle pozzanghere si allungarono degli aghetti di ghiaccio. Il bosco divenne squallido, solitario. Si senti l'odore dell'inverno. Anton Čechov Epitaffio dell'imperatore Pubblio Elio Adriano
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 19:38:00 CET (4821 letture)
![]() ![]() Epitaffio dell'imperatore Pubblio Elio Adriano Animula vagula blandula Hospes comesque corporis Quae nunc abibis in loca Pallidula rigida nudula ìNec ut soles dabis iocos Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo piu.... cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti. Il tempo...
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 19:32:12 CET (526 letture)
![]() ![]() Sant'Agostino diceva: “Se nessuno me lo chiede, so cos'è il tempo, ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire”. ![]() Avec le temps (Con il tempo) Col tempo sai, col tempo tutto se ne va Non ricordi più il viso, non ricordi la voce Quando il cuore ormai tace a che serve cercare Ti lascio andare, forse meglio così Col tempo sai, col tempo tutto se ne va L'altra che adoravi, che cercavi nel buio L'altra che indovinavi in un batter di ciglia E tra le frasi e le righe e il fondotinta Di promesse agghindate per uscire a ballare Col tempo sai, tutto scompare. Col tempo sai col tempo tutto se ne va Ogni cosa appassisce e mi scopro a frugare In vetrine di morti, Quando il sabato sera La tenerezza rimane senza compagnia. Col tempo sai, col tempo tutto se ne va L'altra a cui tu credevi per un raffreddore, per niente L'altra che ricoprivi di gioielli e di vento Per cui avresti impegnato anche l'anima al monte A cui ti trascinavi alla pari di un cane Col tempo sai tutto va bene Col tempo sai, col tempo tutto se ne va Non ricordi più il fuoco, non ricordi le voci Della gente da poco e il loro sussurrare Non ritardare copriti con il freddo che fa. Col tempo sai, col tempo tutto se ne va E ti senti il biancore di un cavallo sfiancato In un letto straniero ti senti gelato Solitario ma in fondo in pace col mondo E ti senti ingannato dagli anni perduti E allora, col tempo sai… non si ama più. Léo Ferré Poesie di Alexander Puskin
Postato da Grazia01 il Domenica, 29 ottobre @ 20:25:55 CET (737 letture)
![]() ![]() Non ho rimpianti Non ho rimpianti per voi, anni della mia primavera, Anni trascorsi nei sogni di un inane amore, Non ho rimpianti per voi, misteri delle notti, Cantati dal languido e dolce flauto. Non ho rimpianti di voi, amici infedeli, Ghirlande dei festini e coppe rotonde, Non ho rimpianti di voi, giovani traditrici, Assorto nei pensieri, sono estraneo ai divetimenti. Ma dove siete voi, minuti di dolcezza, Di giovanili speranze, della pace del cuore? Dove sono l'ardore di un tempo e le lacrime dell'ispirazione?. .. Tornate di nuovo, anni della mia primavera! Alexander Puskin ![]() Se la vita ti tradisce non dolerti, non crucciarti! nella pena trova pace l'allegria, credi, verrà. Di futuro vive il cuore, il presente è desolato: tutto è effimero, fugace; ciò che passa sarà amato. Alexander Puskin ![]() Canto bacchico Perchè tace la voce dell'allegria ? Scatenatevi, canti delle baccanti ! Evviva le tenere fanciulle E le giovani donne, che ci amano ! Colmate più pieno il bicchiere ! Sul suo fondo risonante Nel denso vino Gettate gli anelli del presagio ! Alziamo i bicchieri, muoviamoli tutti di un colpo ! Evviva le Muse, evviva la ragione ! Tu, sacro sole, ardi ! Come questa lampada impallidisce Davanti al chiaro sorgere dell'alba, Così la falsa saggezza si offusca e muore Davanti al sole immortale della mente. Alexander Puskin ![]() Ti amai Ti amai, anche se forse ancora non è spento del tutto l'amore. Ma se per te non è più tormento voglio che nulla ti addolori. Senza speranza, geloso, ti ho amata nel silenzio e soffrivo, teneramente ti ho amata come -Dio voglia- un altro possa amarti. Alexander Puskin ![]() La tempesta Tu hai visto la fanciulla sullo scoglio Nella bianca veste sopra le onde, Quando, rumoreggiando nella tempestosa tenebra, Il mare giocava con le rive, Quando il raggio dei lampi la rischiarava Continuamente di uno splendore purpureo, E il vento si agitava e volava Col suo svolazzate mantello ? E' bello il mare nella tenebra della tempesta E il cielo nei suoi bagliori senza l'azzurro; Ma credimi: la fanciulla sullo scoglio E' più bella delle onde, del cielo e della tempesta. Alexander Puskin ![]() Il fiore Un fiore secco, un fiore senza profumo Dimenticato in un libro io vedo; Ed ecco che già di uno strano sogno Si è colmata l'anima mia: Dove è fiorito? Quando? In quale primavera? E a lungo è fiorito? E chi l'ha colto, Una mano nota o forse estranea? E chi l'ha posto in questo libro? Forse in ricordo di un tenero incontro, O di un fatale abbandono, Oppure di una passeggiata solitaria Nel silenzio dei campi, nell'ombra dei boschi? E lui è vivo, ed è viva lei? E ora dov'è il loro angolino? O forse sono già appassiti, Come questo fiore sconosciuto? Alexander Puskin Poesie di Samuel Taylor Coleridge
Postato da Grazia01 il Domenica, 29 ottobre @ 19:52:26 CET (545 letture)
![]() ![]() QUALCOSA DI INFANTILE, MA NATURALE Se avessi solo due piccole ali E fossi un piccolo uccello piumato, da te volerei, mia cara! Ma pensieri come questi sono cose vuote, ed io rimango qui. Ma nel mio sonno da te volo: sono sempre con te nel mio sonno! Il mondo è tutto proprio. Ma poi ci si sveglia, e dove sono? Tutto, tutto solo. Il sonno non rimane, nonostante le offerte di un monarca : allora amo risvegliare qui il rompere del giorno: perché nonostante il mio sonno sia andato, eppure mentre è buio, si chiudono i coperchi e si continua a sognare. 23 aprile 1799 Samuel Taylor Coleridge ![]() DESIDERIO Laddove l’amore vero arde il desiderio è la pura fiamma dell’Amore; E’ il riflesso della nostra corporatura terrena, Che trae il suo significato dalla più nobile parte, E traduce solo il linguaggio del cuore. 1830 (?) Samuel Taylor Coleridge ![]() RAGIONE PER LA CECITÀ’ DELL’AMORE Ho udito molteplici ragioni Per cui l’Amore debba necessariamente essere cieco, Ma questa la migliore di tutte io tengo- I suoi occhi sono nella sua mente. Quale siano la forma esterna e la natura, Esso lo indovina solo in parte; Ma che dentro sia buono e giusto Esso lo vede col cuore. Samuel Taylor Coleridge ![]() COSA E’ LA VITA? Somiglia la vita a ciò che un tempo era ritenuto di luce, Troppo ampio in se stesso per la vista umana? Un assoluto stesso- un elemento infondato- Tutto quello che vediamo, tutti i colori di tutta l’ombra Fatto dallo sconfinare dell’oscurità?- La vera vita non è diretta dalla coscienza? E tutti i pensieri, le pene, le gioie del respiro mortale, un abbraccio di guerra di vita e morte in lotta? Samuel Taylor Coleridge Poesia
Postato da Grazia01 il Domenica, 29 ottobre @ 19:47:07 CET (680 letture)
Dal "Diario di Anna Frank"
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 25 ottobre @ 09:49:15 CEST (585 letture)
![]() ![]() Dal "Diario di Anna Frank" ‘Una cosa però l’ho imparata: per conoscere bene la gente bisogna averci litigato seriamente almeno una volta. Solo allora puoi giudicarne il carattere.’ ‘Penso che quello che mi sta accadendo sia meraviglioso, e non solo per quello che si può vedere del mio corpo, ma tutto quello che sta crescendo dentro. Non ho mai discusso di me stessa o rivelato alcune di queste cose a qualcun altro. Questo è il motivo per il quale ho parlato con me stessa di queste cose.’ ‘È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità.’ Il 12 ottobre...
Postato da Grazia01 il Giovedì, 12 ottobre @ 19:14:52 CEST (658 letture)
![]() ![]() Il 12 ottobre del 1492 è il giorno in cui Cristoforo Colombo mette piede sul suolo delle Americhe e che fissa quindi la data per la scoperta del nuovo continente. Lettera di Colombo alla regina Isabella «Con la grazia di nostro Signore, in trentatre giorni di navigazione, ho portato le navi da voi affidatemi dall'ultima isola delle Canarie fino alle lontane Indie. Ho perduto una nave e in ventotto giorni, non compresi quelli della tempesta trascorsi in balia del mare, ho riportato le altre due navi al porto di Palos. Ho scoperto numerose isole popolate di strane genti e ne ho preso pacifico possesso in nome Vostro. La prima isola l'ho ribattezzata col nome di San Salvador in onore di Nostro Signore che mi ha concesso di porvi piede ". ![]() Sempre il 12 ottobre ma più di 400 anni dopo, esattamente nel 1896, nacque il grande Eugenio Montale. ![]() Chissà se un giorno butteremo le maschere (da Quaderno di quattro anni, 1977) Chissà se un giorno butteremo le maschere che portiamo sul volto senza saperlo. Per questo è tanto difficile identificare gli uomini che incontriamo. Forse fra i tanti, fra i milioni c’è quello in cui viso e maschera coincidono e lui solo potrebbe dirci la parola che attendiamo da sempre. Ma è probabile che egli stesso non sappia il suo privilegio. Chi l’ha saputo, se uno ne fu mai, pagò il suo dono con balbuzie o peggio. Non valeva la pena di trovarlo. Il suo nome fu sempre impronunciabile per cause non solo di fonetica. La scienza ha ben altro da fare o da non fare. Eugenio Montale ![]() Prima del viaggio (dalla raccolta Satura, 1962-1970) Prima del viaggio si scrutano gli orari, le coincidenze, le soste, le pernottazioni e le prenotazioni (di camere con bagno o doccia, a un letto o due o addirittura un flat); si consultano le guide Hachette e quelle dei musei, si scambiano valute, si dividono franchi da escudos, rubli da copechi; prima del viaggio si informa qualche amico o parente,si controllano valigie e passaporti, si completa il corredo, si acquista un supplemento di lamette da barba, eventualmente si dà un’occhiata al testamento, pura scaramanzia perché i disastri aerei in percentuale sono nulla; prima del viaggio si è tranquilli ma si sospetta che il saggio non si muova e che il piacere di ritornare costi uno sproposito. E poi si parte e tutto è OK e tutto è per il meglio e inutile. E ora che ne sarà del mio viaggio? Troppo accuratamente l’ho studiato senza saperne nulla. Un imprevisto è la sola speranza. Ma mi dicono che è una stoltezza dirselo. Eugenio Montale Auguri e congratulazioni Miriam
Postato da Grazia01 il Lunedì, 09 ottobre @ 19:51:19 CEST (543 letture)
Il 9 ottobre del 1983 nacque Mario de Andrade
Postato da Grazia01 il Lunedì, 09 ottobre @ 09:44:28 CEST (369 letture)
![]() ![]() Ho contato i miei anni Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora… Mi sento come quel bimbo cui regalano un sacchetto di caramelle: le prime le mangia felice e in fretta, ma, quando si accorge che gliene rimangono poche, comincia a gustarle profondamente. Non ho tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto. Non ho tempo, da perdere per sciocchezze. Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti, né gli approfittatori. Mi disturbano gli invidiosi, che cercano di discreditare i più capaci, per appropriarsi del loro talento e dei loro risultati. Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali. Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta… E con così poche caramelle nel sacchetto… Adesso, così solo, voglio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili. Gente che sappia amare e burlarsi dell’ingenuo e dei suoi errori. Gente molto sicura di se stessa, che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze. Gente che non si consideri eletta anzitempo. Gente che non sfugga alle sue responsabilità. Gente molto sincera che difenda la dignità umana. Con gente che desideri solo vivere con onestà e rettitudine. Perché solo l’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena viverla. Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle altre persone … Gente cui i duri colpi della vita, abbiano insegnato a crescere con dolci carezze nell’anima. Sí… ho fretta… per vivere con l’intensità che niente più che la maturità ci può dare. Non intendo sprecare neanche una sola caramella di quelle che ora mi restano nel sacchetto. Sono sicuro che queste caramelle saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora. Il mio obiettivo, alla fine, è andar via soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Ti auguro che anche il tuo obiettivo sia lo stesso, perché, in qualche modo, anche tu te ne andrai…” Mário de Andrade poeta, musicologo e critico letterario brasiliano nato il 9 ottobre 1893 (+1945) Ciao
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