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coppermine
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Achmatova
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Poesie di Patrizia Cavalli
Postato da Grazia01 il Domenica, 22 gennaio @ 14:57:13 CET (1454 letture)
![]() Poesie di Patrizia Cavalli ![]() Se ora tu bussassi alla mia porta e ti togliessi gli occhiali e io togliessi i miei che sono uguali e poi tu entrassi dentro la mia bocca senza temere baci diseguali e mi dicessi "Amore mio, ma che è successo?", sarebbe un pezzo di teatro di successo. ![]() Dopo anni tormenti e pentimenti quello che scopro e quello che mi resta è una banalità fresca e indigesta ![]() Ora che sei partita che sei sicuramente andata lo devo riconoscere non sono mutilata. Farò una passeggiata fino a via delle Grotte. Mattino alla finestra - Thomas Stearns Eliot
Postato da Grazia01 il Sabato, 21 gennaio @ 13:55:36 CET (1163 letture)
![]() ![]() Mattino alla finestra Sbattono piatti da colazione nelle cucine del seminterrato, E lungo i marciapiedi che risuonano di passi Scorgo anime umide di donne di servizio Sbucare sconsolate dai cancelli che danno sulla strada. Ondate brune di nebbia levano contro di me Volti contorti dal fondo della strada, Strappano a una passante con la gonna inzaccherata Un vacuo sorriso che s’alza leggero nell’aria E lungo il filo dei tetti svanisce. Thomas Stearns Eliot Pensiero ...la poesia è...
Postato da Grazia01 il Sabato, 21 gennaio @ 13:49:42 CET (797 letture)
Poesia haiku
Postato da Grazia01 il Sabato, 21 gennaio @ 13:44:18 CET (1049 letture)
Ogni cuore ha le sue prigioni
Postato da Grazia01 il Venerdì, 20 gennaio @ 10:09:01 CET (1172 letture)
![]() ![]() A volte i problemi ci assalgono, prendono di mira le nostre debolezze, modificando il nostro carattere….Ci ritroviamo nel panico, ci abbandoniamo a noi stessi. Iniziamo a trascurarci e ad evitare qualsiasi contatto col il mondo che ci circonda. E come se ci costruissimo un mondo tutto nostro, dove le sole presenze sono rappresentate da noi ed il nostro problema. E’ bello pensare pero’ che non siamo gli unici ad avere problemi, al contrario non potremmo andare avanti. I problemi si presentano sotto diverse forme,quasi sempre non sono altro che il contrario della verità; li incontriamo quando abbiamo timore di qualcosa che ci possa spaventare o addirittura deludere o, peggio ancora che ci possa procurare dolore. I due gentiluomini
Postato da Grazia01 il Giovedì, 19 gennaio @ 20:20:48 CET (1307 letture)
![]() ![]() Due signori che non si conoscevano si incontrarono lungo la via. Casualmente uno sfiorò l'altro con la manica. L'altro allora disse sottovoce, ma in modo che si sentisse: - Asino -. - Idiota, - rispose il primo. Allora l'altro disse: - Siete un beota, un demente, un porco: proprio un porco, un porco schifoso, un cialtrone, un ebete, una ignobile carogna, un cafone, un pidocchio! -. - E Voi, - rispose il primo, - Voi credete ancora di essere una persona cococolta! Fatevelo dire, siete un idiota, un idiota, Ve lo dico, un bifolco, un vero bifolco, un porco, Voi siete un porco, un cane, Voi siete un cane, un orango, siete un orango. [ ... ] All'improvviso l'altro disse: - Vigliacco! - E il primo disse: - Vogliate perdonarmi, mi sono del tutto dimenticato di pesentarVi la mia fidanzata -. All'improvviso l'altro disse: - E io non mi sono ancora presentato. Permettetemi, mi chiamo Meier -. Al che il primo disse: - Meier anch'io, presidente della Società incremento razze canine -. All'improvviso l'altro Meier disse: - Non volete farVi socio del nostro club per il miglioramento della cultura? Siete la persona che fa per noi, siete un uomo di nobili intenti -. Al che il primo Meier ri- spose: - Mi considero onorato di avere conosciuto una persona come Voi. lo e il mio cane siamo felici di diventare soci del suo club -. I due signori, allora, si recarono, con fidanzata e cane, nei locali del club per il miglioramento della cultura. Brano del poeta dadaista tedesco Kut Schwitters Che noia la poesia
Postato da Grazia01 il Giovedì, 19 gennaio @ 18:48:40 CET (995 letture)
![]() ![]() Chi pensa che la poesia sia noiosa, inutile ed estranea alla nostra vita commette un errore. Perché in realtà il nostro cervello è letteralmente invaso da versi più o meno facili: dalle ninnenanne alle filastrocche, dalla pubblicità alle canzoni. Per quale motivo allora tanta gente proprio non sopporta la poesia? A questa domanda che cercano di rispondere Enzensberger e Berardinelli in un libro, dicendoci che cosa significa scrivere e leggere versi, spiegandoci secondo quali regole i poeti riescono a giocare meravigliosamente con le parole e fornendoci anche qualche indicazione sul «fai-da-te». Fra lettura e studio, ci viene suggerito, non dovrebbe esserci grande differenza: da Dante, il più difficile dei poeti, a Sandro Penna, in apparenza facile, leggere bene e con passione è già studiare. La porta della poesia è sempre aperta: basta entrare. Un altro pensiero...
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 18 gennaio @ 20:57:29 CET (1017 letture)
UNA LETTERA DI ASSUNZIONE SCRITTA DA LEONARDO
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 18 gennaio @ 20:52:41 CET (1064 letture)
![]() Nel 1482 Leonardo lascia Firenze e si trasferisce a Milano, alla corte di Ludovico Sforza detto il Moro: ha trent’anni, è un artista affermato, ed è alla ricerca di forti stimoli professionali (come la realizzazione di un colossale monumento equestre in bronzo per il padre di Ludovico, Francesco). Ci resterà fino al 1499. Prima di trasferirsi, l’artista aveva inviato al duca una lettera che è stata definita una vera e propria domanda d’assunzione. Una specie di curriculum, in cui si elencano tutte le sue abilità ordinate in dieci punti… nove dei quali sono usati per illustrare quanto sia bravo nell’ideare letali armi e macchine da guerra e solo uno, il decimo, presenta sinteticamente le sue qualità di artista. Un po’ strano per un uomo che è stato considerato un pacifista. Infatti nei suoi scritti ha definito più volte la guerra una “pazzia bestialissima”; e vicino al suo progetto di sottomarino, ideato per affondare le navi nemiche, ha scritto “e questo non lo pubblico o divulgo per le male nature delli omini”. C’è quindi chi pensa che nella lettera Leonardo abbia insistito sulle armi solo per far colpo sul duca, che in quegli anni turbolenti poteva considerare utile avere al suo servizio un esperto di macchine da guerra e strategia militare. In ogni caso ecco la lettera, trovata tra gli scritti del Codice Atlantico, conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. Accanto al testo leonardesco c’è un libero adattamento in italiano corrente. ![]() Avendo, signor mio Illustrissimo, visto et considerato ormai ad sufficienzia le prove di tutti quelli che si reputano maestri et compositori de instrumenti bellici, et che le invenzione e operazione di dicti instumenti non sono niente alieni dal comune uso, mi exforzerò, non derogando a nessuno altro, farmi intender da V. Excellentia, aprendo a quella li secreti miei, et appresso offrendoli ad omni suo piacimento in tempi opportuni, operare cum effecto circa tutte quelle cose che sub brevità in parte saranno qui sotto notate (et anchora in molte più secondo le occurrentie de’ diversi casi etcetera): La diffidenza...
Postato da Grazia01 il Martedì, 17 gennaio @ 14:29:37 CET (1061 letture)
Pensiero...
Postato da Grazia01 il Lunedì, 16 gennaio @ 15:11:43 CET (779 letture)
Sorrideremo dei nostri vizi.
Postato da Grazia01 il Domenica, 15 gennaio @ 21:31:15 CET (1080 letture)
![]() ![]() Sorrideremo dei nostri vizi. Quali? Quelli di darci per scontati, come se dovessimo esserci sempre come il suono delle campane, come se dovessimo morire insieme ed essere nati insieme, sempre: vizio venuto perché un piccolo spago di giorni si sgomitolava e ci faceva ritrovare. Povera abitudine: raro che uno si accorgesse che l'altro era cambiato dalla sera prima. Raro che ci si accorgesse che il suo umore metteva una pausa diversa tra il giorno già pronto e il buongiorno scambiato, che un sogno aveva sforzato gli zigomi, che un'ombra mai avuta cadeva dalla lampada sulla guancia. Sorrideremo del vizio che ci fa vedere uguali e capiremo i fitti nostri mutamenti e stupiremo che siano stati così numerosi. Erri De Luca dal libro "Non ora, non qui" SINCERITà
Postato da rosarossa il Sabato, 14 gennaio @ 20:47:07 CET (1018 letture)
Torre Alfina
Postato da fataorsetta il Sabato, 14 gennaio @ 20:43:23 CET (1437 letture)
Bomarzo
Postato da fataorsetta il Sabato, 14 gennaio @ 20:36:32 CET (1108 letture)
FORSE E' COLPA MIA SE IL CIELO E' BUIO
Postato da rosarossa il Sabato, 14 gennaio @ 20:18:56 CET (1050 letture)
![]() ![]() FORSE E’ COLPA MIA SE IL CIELO E' BUIO Nell’aria triste languido e lontano Echeggia un flebile rintocco di campane. Blocca il mio sguardo che vaga nel vuoto Un orizzonte grigio, ed incolore L’entusiasmo si fiacca, ogni energia si flette. In candide perle di gelo, lacrime di angeli si uniscono al mio pianto al mio dolore; silenziose, tremante, scendono dal cielo chiuse in fiocchi di neve che gelano il cuore Incentivano angoscia e malumore. Andare oltre l’orizzonte a me è proibito, varcandolo, forse troverei la luce quella luce ch’è l’essenza dell’amore e che il destino sempre mi ha negato Sono sfinita, stanca! Intorno tanto buio mi circonda, rifletto, penso! Forse sono io che opaco il cielo. Sono io che vedo tutto nero forse è l’anima mia che cerca luce e incolla i cocci di ricordi amari sognando di unire la spezzata vita che non potrò mai più restaurare. Ho in mano la foto del mio primo amore! Mi affaccio dal balcone e guardo il mare. Ogni onda che bacia la riva, rivivo i brevi incontri, attimi fuggenti di sospirato amore, attenta a contare I minuti e i secondi che avidamente rubavo alle ore. Ogni rintocco di campana rievocava un ricordo, una parola, un suo sorriso. La delusione inaspettata inonda il cuore il sogno mi abbandona . Ma questo amore vivrà nella mia vita, finchè i miei occhi vedranno ancor la luce. Rosarossa Le banche e l'arte
Postato da Grazia01 il Sabato, 14 gennaio @ 20:05:59 CET (1230 letture)
![]() ![]() Il cuore di Milano, sede di spazi straordinari dedicati all'arte e alla cultura, si arricchisce di una nuova realtà in due palazzi storici affacciati su via Manzoni. Qui sono esposte le collezioni dell'800 d'Intesa San paolo e della Fondazione Cariplo. Curatore della rassegna Da Canova a Boccioni è Fernando Mazzocca, mentre Michele De Lucchi ha curato l'allestimento che accoglie opere di Canova, Hayez, Inganni, Gerolamo e Domenico Induno, Mosè Bianchi, Segantini, Previati, Boldini, Zandomeneghi, Boccioni e molti altri grandi nomi. Catalogo Skira. Milano Gallerie d'Italia di Piazza Scala mostra permanente Tel. 800167619 www.gallerieditalia.com I pensiero di oggi
Postato da Grazia01 il Venerdì, 13 gennaio @ 11:39:05 CET (751 letture)
HO SEMPRE PENSATO di Bartolomeo Di Monaco
Postato da Grazia01 il Giovedì, 12 gennaio @ 22:44:59 CET (4355 letture)
![]() ![]() HO SEMPRE PENSATO Ho sempre pensato che fosse amore quello che sento per te, anche quel giorno che mi gridasti di andarmene via e la mia fantasia ti tenne stretta a me. Ti immaginavo per quella foresta, ricordi? che abbiamo sognato insieme molte volte e là ci dicevamo le parole impossibili, così dolci, così leggere, che non si trovano qui da noi e tu mi capivi ed io ti sentivo parlare nel silenzio. Gli occhi del cervello: fra visione e immaginazione
Postato da Grazia01 il Giovedì, 12 gennaio @ 12:02:39 CET (2214 letture)
![]() ![]() “E’ un pugnale? (...) o sei soltanto un pugnale della mente, una creazione falsa che nasce dal cervello oppresso dalla febbre?” (W. Shakespeare, Macbeth, atto II, scena I). “I nostri occhi ricevono vaghe immagini delle cose, rovesciate e distorte, e il risultato è che noi vediamo il mondo che ci circonda pieno di oggetti solidi e ben distinti gli uni dagli altri. Riusciamo a creare un mondo di cose dagli stimoli elementari che colpiscono la retina e questo è poco meno che un miracolo” (R. Gregory, Eye and Brain). Che significa vedere? La visione è il processo mediante il quale si scopre a partire da immagini che cosa è presente nel mondo e dove si trova esattamente. Innanzi tutto per vivere, infatti, bisogna inquadrare le cose del mondo, e ciò si può fare in due modi, con calma e tranquillità oppure piuttosto rapidamente, per scappare in fretta. Infatti oltre alla classica via sensitiva che dagli occhi porta alle aree visive cerebrali, ve n’è un’altra più antica, che connette, in modo breve e agile, gli occhi e la parte inferiore del cervello. E’ quella che, senza che ne siamo consapevoli, ci fa scattare lo sguardo in direzione, ad esempio, di un corpo che s’avvicina di lato pericolosamente. Ciò permette alla fovea centrale della retina, l’area di maggiore acuità visiva, di concentrarsi sull’oggetto intravisto, identificarlo e decidere il da fare. E’ una sorta di riflesso di orientamento, un originario sistema d’allarme, che consente di ruotare collo, testa e bulbi oculari verso gli eventi potenzialmente più importanti, ed in ciò non c’è posto per la lenta coscienza, che sopravverrà solo dopo. Anche la normale visione però una volta arrivata a destinazione nel cervello, si sdoppia in una via del che cosa e un’altra del come, funzioni chevengono svolte da due vie anatomiche distinte. La prima, diciamo così, ‘identifica’ gli oggetti mentre la seconda li ‘colloca’ e li sistema nello spazio. Un pensiero...
Postato da Grazia01 il Giovedì, 12 gennaio @ 10:20:44 CET (1069 letture)
Il pensiero del giorno
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 11 gennaio @ 12:18:03 CET (1423 letture)
Strani versi
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 11 gennaio @ 12:09:23 CET (930 letture)
![]() Curiosità poetiche ![]() Persino i serpenti, che non hanno gambe, possono tenere il passo, come nel rondò per coro e strumenti di Sergio Tofano: Elogio al serpente a sonagli Il serpente a sonagli è un serpente su per giù come gli altri serpenti: se cammina però lo si sente pei sonagli che fanno frastuon. Per entrare, se torna a la tana, campanello non suona o battente, ma i sonagli gli fan da campana e la moglie va aprirgli il porton. Se gli accade talvolta che oda i suoi nati frignare o strillare fa schioccar due o tre volte la coda ed acqueta i piccini a quel suon. Se in un' ora di dolce abbandono un motivo fischietta o canticchia i sonagli quai nacchere picchia e accompagna cosi la canzon. La mia Milano...storia
Postato da Grazia01 il Lunedì, 09 gennaio @ 15:34:30 CET (1377 letture)
![]() Zona 4 quella in cui vivo…storia ![]() Prima di diventare Mediolanum, la città romana che con i suoi splendori era destinata a diventare Milano, il nostro territorio, una piana tra fiumi, rogge e acque risorgive, era abitato stabilmente da altre genti ancora più antiche. Proprio nella nostra Zona 4, in corso Indipendenza, sono state rinvenute tracce di un villaggio preistorico abitato da una popolazione preitalica a cui sono succeduti gli Etruschi, i Celti, i Liguri e altre popolazioni che si sono fuse a formare la nostra stirpe. In un trinceramento eseguito nel 1964 per la sistemazione idrica dei giardini di corso Indipendenza, sono stati ritrovati resti di manufatti - pietre levigate - riconducibili all'epoca Neolitica. A quando cioè l'uomo, che noi chiamiamo con una certa presunzione primitivo, conosceva il fuoco per cuocere le vivande e rendere più dure le punte delle lance e degli aratri e lavorava con cura e precisione le pietre di selce per foggiarne armi ed utensili. Accanto ai resti dell' insediamento neolitico scorreva uno dei numerosi fiumiciattoli tributari del Lambro che ancora in epoca tardo medievale veniva usato per scopi irrigui, appena fuori zona Monforte .Un primo richiamo storico è relativo all'area dell'attuale Porta Romana dove è stata accertata la presenza di una necropoli precristiana. Ma1a Porta della strada, che poi andrà come ora in direzione di Roma, era allora situata molto più verso il centro urbano, forse addirittura dove è l'attuale piazza Missori. Un altro riferimento storico, che risale forse agli ultimi anni dell'Impero Romano d'Occidente, è quello della Chiesetta di S. Giorgio "al pozzo bianco", di cui è documentata l'esistenza nel VI secolo. Se ne fa riferiento collocandone la presenza alla Noceta l'attuale Nosedo (latino nocetum, bosco di noci). Noceto era una località attraversata dalla via Romena, chiamata poi nel Medio Evo Strada Romea, l'antica arteria diretta a Roma in parte coincidente con l'attuale corso Lodi. Una menzione merita, per altri motivi, anche la località Porto di Mare: qui in epoca romana la roggia Vettabbia metteva in comunicazione la città con il mare attraverso il Lambro e il Po. Proprio nei pressi di dove è naufragato nel 1961 il "progetto del Consorzio del Porto e del canale navigabile Milano, Cremona, Po, Adriatico. Tornando ai riscontri storici della zona in epoca medioevale, è notevole il richiamo all' Arco di Porta Romana - trasformato in torre fortificata - teatro della lotta tra Comunali ed Imperiali nell'anno 1158. I primi, costretti alla resa, ricevono l'onore delle armi dell'Imperatore Barbarossa e possono poi tornare incolumi in Milano. Quando però la città, quattro anni più tardi, viene distrutta, molti milanesi si rifugiano a Nosedo, là proprio dove il Barbarossa farà edificare la sua zecca. Torneremo presto a parlare di quella Porta, con la sua storia millenaria. Il pensiero del giorno
Postato da Grazia01 il Lunedì, 09 gennaio @ 10:16:48 CET (888 letture)
![]() ![]() Il tesoro di ognuno di noi è sepolto nel campo della nostra anima. E se qualcuno trova il proprio tesoro, allora trattiene il respiro, abbandona tutti i suoi affari per poterlo portare alla luce. In questo sta la più grande felicità, il bene supremo dell’uomo. In questo consiste la sua gioia eterna. P. Aleksandrovic ![]() Buona giornata Grazia Il futuro in pensieri, immagini poesia e musica
Postato da Grazia01 il Domenica, 08 gennaio @ 14:38:40 CET (917 letture)
![]() E' da poco iniziato un nuovo anno e viene spontaneo domandarsi come sarà rinnovare i nostri sogni, le speranze, fare progetti e scrutare nel ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() I desideri dei bambini danno ordini al futuro .....Erri De Luca ![]() Ci agitiamo tutti. Sospesi tra le paure in agguato, i crucci per un mondo malato, le speranze per un futuro incerto. Confidando che non vadano deluse, almeno quelle più care. Ci diamo un gran daffare. A cercare opportunità. A farci conoscere. A scrutare nelle stelle, nei bioritmi, nell’oroscopo, la chance irripetibile che ci attende. Convinti come siamo che non la si debba mancare. Forse, è come la Cometa di Halley: la s’incontra una sola volta nella vita. A volte, soprattutto nelle città, pare di vivere in un formicaio impazzito. Migliaia di persone corrono appresso ai loro impegni, agli appuntamenti. Agli incontri, alle occasioni. Al divertimento e alle incombenze. Senza potersi fermare. Nascoste dietro pareti e finestre, migliaia di altre persone si struggono, sentendosi tagliate fuori. Private ingiustamente – Sorte matrigna – della loro fetta di torta. Cercano conforto in qualche telefonata. Nella radio o nel web. Nel Gratta-e-vinci che potrebbe cambiare la loro vita, o nella risposta alla centesima mail, mandata per proporsi a un’altra Primaria Azienda. Poche, pochissime di queste formichine sono davvero libere di essere se stesse. Il più delle volte, lo sono quelle che han scelto di essere, anziché di avere. Rinunciando a tutti i gadget tecnologici, che ormai sembrano indispensabili appendici. Pròtesi per riuscire ad afferrare la modernità. Ganci per sollevarsi finalmente da terra, e respirare aria buona. Le persone più leggere e più libere, forse, non sono così interessate alla modernità. Piuttosto, sono appassionate. Di sogni e di progetti. Di curiosità. Dei propri figli che crescono, dei fiori che curano in giardino. Della vita, degli odori, dei sorrisi. ![]() Finché si ha una finestra, la vita è affascinante. ![]() Il mio futuro di EDITH SODERGRAN Il capriccio di un attimo mi ha rubato il futuro, messo insieme a casaccio. Voglio rifabbricarmelo piu' bello, come l'ho sempre pensato. Ricostruirlo su terreno solido (le mie intenzioni). Risollevarlo su colonne altissime (i miei ideali). Riaprirvi il passaggio segreto dell'anima mia. Rialzargli la torre scoscesa della mia solitudine. ![]() ![]() PAURA DEI MIEI RICORDI di Francesco Gheza In alcuni anni appena trascorsi ho avuto paura dei miei stessi ricordi; ora senza timore li osservo sereno, perché non m'opprime l'ansia interiore. Anche solo il ricordo in attento pensiero, pur solo l'immagine verso fulgide mete turbavano forte la mia vita corrente: angustia m'offriva la meta stroncata. Rifugio mi era nel rimorso assopito affrettarmi alla sera nel sonno precoce, sperando clemenza nel giorno futuro, rigettando pensieri ancora struggenti. Ora senza l'assillo li riporto a me stesso perché scaduta è la pena ad essi legata. ![]() ![]() La Verita' entro di noi di GIORDANO BRUNO Lascia l'ombre ed abbraccia il vero. Non cangiare il presente col futuro. Tu sei il veltro che nel rio trabocca, mentre l'ombra desia di quel c'ha in bocca. Aviso non fu mai di saggio o scaltro perdere un bene per acquistarne un altro. A che cerchi si lungi diviso se in te stesso trovi il paradiso? Anzi, chi perde l'un mentre e' nel mondo, non speri dopo morto l'altro bene. Perche' si sdegna il ciel dare il secondo a chi il primiero non caro non tenne; cosi', credendo alzarti, vai a fondo; ed ai piacer togliendoti, a le pene ti condanni; e con inganno eterno, bramando il ciel, stai ne l'inferno. Il paesaggio nel Settecento
Postato da Grazia01 il Sabato, 07 gennaio @ 15:50:05 CET (1134 letture)
![]() Il paesaggio nel Settecento ![]() Johann Tischbein, Ritratto di Goethe nella campagna romana, Stàdelsches Kunstinstitut, Francoforte sul Meno. Il gusto per i viaggi in Italia, che si diffonde nel Settecento, fa aumentare la richiesta di "quadri ricordo". La raffinata tecnica usata da Claude Lorrain per le proprie vedute prevedeva l'uso dello specchio affumicato. Far riflettere le immagini su una superficie scura serviva, infatti, a evidenziare i toni cromatici e a favorire, così, la ricerca dei colori più adatti per rendere la profondità delle vedute. Questo semplice espediente fu però la spia di una tendenza, quella di dotarsi di un'attrezzatura specifica, che si consoliderà fra i vedutisti del XVIII secolo. Con il Settecento, infatti, il genere pittorico del paesaggio cominciò a essere conosciuto e accreditato fra gli appassionati e i collezionisti che, spesso e volentieri, ne facevano l'uso che oggi noi faremmo delle foto o delle cartoline ricordo. Questa richiesta era avanzata soprattutto dai turisti stranieri che venivano periodicamente in Italia o da coloro che, avendo conosciuto il nostro Paese, volevano tenerne vivo il ricordo acquistandone qualche veduta all'estero (ed è quest'ultimo il motivo del fiorente mercato inglese di Canaletto). Il flusso dei pellegrini devoti che venivano annualmente nella Penisola per motivi devozionali e, massimamente, ogni cinquant'anni, per l'Anno Santo a partire dal 1300, era prima stato affiancato da quello degli amanti dell'arte e della pittura (oltre che da artisti più o meno di talento) i quali volevano vedere e studiare le meraviglie classiche e rinascimentali del nostro Paese e poi, da un flusso turistico vero e proprio, motivato dal nobile intento di aprire la mente e conoscere il mondo. Era nato un circuito di viaggio che andava sotto il nome di Grand Tour e che contemplava la visita dell'Europa centro-settentrionale prima e, poi, del territorio italiano, dalla Val Susa fino a Taormina e ritorno. ![]() Giandomenico Tiepolo, Riposo dei contadini, particolare, Villa Valmarana,Vicenza. Con stile rapido, basato sui toni e sul colore, anziché sul disegno, Tiepolo contribuisce a rinnovare la pittura di paesaggio. Sotto il segno del Grand Tour Un percorso che ha avuto frequentatori d'eccezione come Johann Wolfgang Goethe che, dal 1786 al 1788, si dedicò a questa avventura da cui trasse il celebre Viaggio in Italia. È dunque questa l'evoluzione settecentesca del tema del paesaggio che, altrimenti, languisce nella resa stereotipa di boschi frondosi all'interno dei quali Watteau colloca pastorelle e pastorelli che si rincorrono elegantemente vestiti, anche se non si può fare a meno di ricordare una figura come Giandomenico Tiepolo. Figlio d'arte, in quanto figlio e collaboratore del grande Giambattista, Giandomenico è titolare di una pittura caratterizzata da una fresca pennellata, che rinnova i paesaggi e le scene di genere, come nel caso di quelli dipinti nel 1757 sulle pareti di Villa Valmarana a Vicenza. Basti osservare il Riposo dei contadini, con gli alberi dalla corteccia scorticata e i filari sullo sfondo che sono presi dai campi della Pianura Padana, per comprendere che la forza di Giandomenico è il confronto con la natura, studiata e magistralmente riproposta nelle sue opere (quel che si usa definire pittoresco). Del resto, anche i disegni, come, per esempio, quello del Detroit Institute of Art con i due levrieri e uno spaniel che abbaia, mostrano un paesaggio per nulla stereotipato. Vagabondo
Postato da Grazia01 il Venerdì, 06 gennaio @ 22:55:16 CET (1222 letture)
La vita
Postato da Grazia01 il Venerdì, 06 gennaio @ 12:42:06 CET (1107 letture)
Il mio benvenuto a spring
Postato da Grazia01 il Venerdì, 06 gennaio @ 11:40:08 CET (812 letture)
Ciao
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Alessandra e Danielissima
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