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coppermine
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Achmatova
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Fernanda Pivano
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 23:36:03 CET (878 letture)
Conosci la terra dei limoni in fiore
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 23:34:07 CET (629 letture)
Alessandro Baricco
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 23:30:03 CET (1092 letture)
![]() ![]() E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle: “Ti aspettavo”. Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni - i giorni, gli istanti - che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo: “Tu sei matto”. E per sempre lo amerà Alessandro Baricco La mia anima cristallina
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 23:28:38 CET (781 letture)
John Steinbeck
Postato da Grazia01 il Sabato, 04 novembre @ 23:27:00 CET (827 letture)
![]() ![]() Quando ero giovane e avevo in corpo la voglia di essere da qualche parte, la gente matura m’assicurava che la maturità avrebbe guarito questa rogna. Quando gli anni mi dissero maturo, fu l’età di mezzo la cura prescritta. Alla mezza età mi garantirono che un’età più avanzata avrebbe calmato la mia febbre. E ora che ne ho cinquantotto sarà forse la vecchiaia a giovarmi. Nulla ha funzionato. Quattro rauchi fischi della sirena d’una nave continuano a farmi rizzare il pelo sul collo, e mettermi i piedi in movimento. Il rumore d’un aereo a reazione, un motore che si scalda, persino uno sbatter di zoccoli sul selciato suscitano l’antico brivido, la bocca secca, le mani roventi, lo stomaco in agitazione sotto la gabbia delle costole. In altre parole, non miglioro. Vagabondo ero, vagabondo resto. Temo che la malattia sia incurabile. John Steinbeck Sentirai il tuono e mi rammenterai
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 20:58:54 CET (711 letture)
Le isole fortunate
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 20:50:30 CET (761 letture)
![]() ![]() Le isole fortunate Quale voce viene sul suono delle onde che non è la voce del mare? E’ la voce di qualcuno che ci parla, ma che, se ascoltiamo, tace, proprio per esserci messi ad ascoltare. E solo se, mezzo addormentati, udiamo senza sapere che udiamo, essa ci parla della speranza verso la quale, come un bambino che dorme, dormendo sorridiamo. Sono isole fortunate, sono terre che non hanno luogo, dove il Re vive aspettando. Ma, se vi andiamo destando, tace la voce, e solo c’è il mare. Fernando Pessoa L'odore dell'inverno
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 20:41:54 CET (757 letture)
![]() ![]() L'odore dell'inverno Il tempo dapprincipio fu bello, calmo. Schiamazzavano i tordi, e nelle paludi qualcosa di vivo faceva un brusio, come se soffiasse in una bottiglia vuota. Passò a volo una beccaccia e nell'aria con allegri rimbombi. Ma quando nel bosco si fece buio e soffiò da oriente un vento freddo e penetrante, tutto tacque. Sulle pozzanghere si allungarono degli aghetti di ghiaccio. Il bosco divenne squallido, solitario. Si senti l'odore dell'inverno. Anton Čechov Epitaffio dell'imperatore Pubblio Elio Adriano
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 20:38:00 CET (5997 letture)
![]() ![]() Epitaffio dell'imperatore Pubblio Elio Adriano Animula vagula blandula Hospes comesque corporis Quae nunc abibis in loca Pallidula rigida nudula ìNec ut soles dabis iocos Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo piu.... cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti. Il tempo...
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 01 novembre @ 20:32:12 CET (624 letture)
![]() ![]() Sant'Agostino diceva: “Se nessuno me lo chiede, so cos'è il tempo, ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire”. ![]() Avec le temps (Con il tempo) Col tempo sai, col tempo tutto se ne va Non ricordi più il viso, non ricordi la voce Quando il cuore ormai tace a che serve cercare Ti lascio andare, forse meglio così Col tempo sai, col tempo tutto se ne va L'altra che adoravi, che cercavi nel buio L'altra che indovinavi in un batter di ciglia E tra le frasi e le righe e il fondotinta Di promesse agghindate per uscire a ballare Col tempo sai, tutto scompare. Col tempo sai col tempo tutto se ne va Ogni cosa appassisce e mi scopro a frugare In vetrine di morti, Quando il sabato sera La tenerezza rimane senza compagnia. Col tempo sai, col tempo tutto se ne va L'altra a cui tu credevi per un raffreddore, per niente L'altra che ricoprivi di gioielli e di vento Per cui avresti impegnato anche l'anima al monte A cui ti trascinavi alla pari di un cane Col tempo sai tutto va bene Col tempo sai, col tempo tutto se ne va Non ricordi più il fuoco, non ricordi le voci Della gente da poco e il loro sussurrare Non ritardare copriti con il freddo che fa. Col tempo sai, col tempo tutto se ne va E ti senti il biancore di un cavallo sfiancato In un letto straniero ti senti gelato Solitario ma in fondo in pace col mondo E ti senti ingannato dagli anni perduti E allora, col tempo sai… non si ama più. Léo Ferré Poesie di Alexander Puskin
Postato da Grazia01 il Domenica, 29 ottobre @ 21:25:55 CET (887 letture)
![]() ![]() Non ho rimpianti Non ho rimpianti per voi, anni della mia primavera, Anni trascorsi nei sogni di un inane amore, Non ho rimpianti per voi, misteri delle notti, Cantati dal languido e dolce flauto. Non ho rimpianti di voi, amici infedeli, Ghirlande dei festini e coppe rotonde, Non ho rimpianti di voi, giovani traditrici, Assorto nei pensieri, sono estraneo ai divetimenti. Ma dove siete voi, minuti di dolcezza, Di giovanili speranze, della pace del cuore? Dove sono l'ardore di un tempo e le lacrime dell'ispirazione?. .. Tornate di nuovo, anni della mia primavera! Alexander Puskin ![]() Se la vita ti tradisce non dolerti, non crucciarti! nella pena trova pace l'allegria, credi, verrà. Di futuro vive il cuore, il presente è desolato: tutto è effimero, fugace; ciò che passa sarà amato. Alexander Puskin ![]() Canto bacchico Perchè tace la voce dell'allegria ? Scatenatevi, canti delle baccanti ! Evviva le tenere fanciulle E le giovani donne, che ci amano ! Colmate più pieno il bicchiere ! Sul suo fondo risonante Nel denso vino Gettate gli anelli del presagio ! Alziamo i bicchieri, muoviamoli tutti di un colpo ! Evviva le Muse, evviva la ragione ! Tu, sacro sole, ardi ! Come questa lampada impallidisce Davanti al chiaro sorgere dell'alba, Così la falsa saggezza si offusca e muore Davanti al sole immortale della mente. Alexander Puskin ![]() Ti amai Ti amai, anche se forse ancora non è spento del tutto l'amore. Ma se per te non è più tormento voglio che nulla ti addolori. Senza speranza, geloso, ti ho amata nel silenzio e soffrivo, teneramente ti ho amata come -Dio voglia- un altro possa amarti. Alexander Puskin ![]() La tempesta Tu hai visto la fanciulla sullo scoglio Nella bianca veste sopra le onde, Quando, rumoreggiando nella tempestosa tenebra, Il mare giocava con le rive, Quando il raggio dei lampi la rischiarava Continuamente di uno splendore purpureo, E il vento si agitava e volava Col suo svolazzate mantello ? E' bello il mare nella tenebra della tempesta E il cielo nei suoi bagliori senza l'azzurro; Ma credimi: la fanciulla sullo scoglio E' più bella delle onde, del cielo e della tempesta. Alexander Puskin ![]() Il fiore Un fiore secco, un fiore senza profumo Dimenticato in un libro io vedo; Ed ecco che già di uno strano sogno Si è colmata l'anima mia: Dove è fiorito? Quando? In quale primavera? E a lungo è fiorito? E chi l'ha colto, Una mano nota o forse estranea? E chi l'ha posto in questo libro? Forse in ricordo di un tenero incontro, O di un fatale abbandono, Oppure di una passeggiata solitaria Nel silenzio dei campi, nell'ombra dei boschi? E lui è vivo, ed è viva lei? E ora dov'è il loro angolino? O forse sono già appassiti, Come questo fiore sconosciuto? Alexander Puskin Poesie di Samuel Taylor Coleridge
Postato da Grazia01 il Domenica, 29 ottobre @ 20:52:26 CET (666 letture)
![]() ![]() QUALCOSA DI INFANTILE, MA NATURALE Se avessi solo due piccole ali E fossi un piccolo uccello piumato, da te volerei, mia cara! Ma pensieri come questi sono cose vuote, ed io rimango qui. Ma nel mio sonno da te volo: sono sempre con te nel mio sonno! Il mondo è tutto proprio. Ma poi ci si sveglia, e dove sono? Tutto, tutto solo. Il sonno non rimane, nonostante le offerte di un monarca : allora amo risvegliare qui il rompere del giorno: perché nonostante il mio sonno sia andato, eppure mentre è buio, si chiudono i coperchi e si continua a sognare. 23 aprile 1799 Samuel Taylor Coleridge ![]() DESIDERIO Laddove l’amore vero arde il desiderio è la pura fiamma dell’Amore; E’ il riflesso della nostra corporatura terrena, Che trae il suo significato dalla più nobile parte, E traduce solo il linguaggio del cuore. 1830 (?) Samuel Taylor Coleridge ![]() RAGIONE PER LA CECITÀ’ DELL’AMORE Ho udito molteplici ragioni Per cui l’Amore debba necessariamente essere cieco, Ma questa la migliore di tutte io tengo- I suoi occhi sono nella sua mente. Quale siano la forma esterna e la natura, Esso lo indovina solo in parte; Ma che dentro sia buono e giusto Esso lo vede col cuore. Samuel Taylor Coleridge ![]() COSA E’ LA VITA? Somiglia la vita a ciò che un tempo era ritenuto di luce, Troppo ampio in se stesso per la vista umana? Un assoluto stesso- un elemento infondato- Tutto quello che vediamo, tutti i colori di tutta l’ombra Fatto dallo sconfinare dell’oscurità?- La vera vita non è diretta dalla coscienza? E tutti i pensieri, le pene, le gioie del respiro mortale, un abbraccio di guerra di vita e morte in lotta? Samuel Taylor Coleridge Poesia
Postato da Grazia01 il Domenica, 29 ottobre @ 20:47:07 CET (907 letture)
Dal "Diario di Anna Frank"
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 25 ottobre @ 09:49:15 CEST (790 letture)
![]() ![]() Dal "Diario di Anna Frank" ‘Una cosa però l’ho imparata: per conoscere bene la gente bisogna averci litigato seriamente almeno una volta. Solo allora puoi giudicarne il carattere.’ ‘Penso che quello che mi sta accadendo sia meraviglioso, e non solo per quello che si può vedere del mio corpo, ma tutto quello che sta crescendo dentro. Non ho mai discusso di me stessa o rivelato alcune di queste cose a qualcun altro. Questo è il motivo per il quale ho parlato con me stessa di queste cose.’ ‘È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità.’ Il 12 ottobre...
Postato da Grazia01 il Giovedì, 12 ottobre @ 19:14:52 CEST (872 letture)
![]() ![]() Il 12 ottobre del 1492 è il giorno in cui Cristoforo Colombo mette piede sul suolo delle Americhe e che fissa quindi la data per la scoperta del nuovo continente. Lettera di Colombo alla regina Isabella «Con la grazia di nostro Signore, in trentatre giorni di navigazione, ho portato le navi da voi affidatemi dall'ultima isola delle Canarie fino alle lontane Indie. Ho perduto una nave e in ventotto giorni, non compresi quelli della tempesta trascorsi in balia del mare, ho riportato le altre due navi al porto di Palos. Ho scoperto numerose isole popolate di strane genti e ne ho preso pacifico possesso in nome Vostro. La prima isola l'ho ribattezzata col nome di San Salvador in onore di Nostro Signore che mi ha concesso di porvi piede ". ![]() Sempre il 12 ottobre ma più di 400 anni dopo, esattamente nel 1896, nacque il grande Eugenio Montale. ![]() Chissà se un giorno butteremo le maschere (da Quaderno di quattro anni, 1977) Chissà se un giorno butteremo le maschere che portiamo sul volto senza saperlo. Per questo è tanto difficile identificare gli uomini che incontriamo. Forse fra i tanti, fra i milioni c’è quello in cui viso e maschera coincidono e lui solo potrebbe dirci la parola che attendiamo da sempre. Ma è probabile che egli stesso non sappia il suo privilegio. Chi l’ha saputo, se uno ne fu mai, pagò il suo dono con balbuzie o peggio. Non valeva la pena di trovarlo. Il suo nome fu sempre impronunciabile per cause non solo di fonetica. La scienza ha ben altro da fare o da non fare. Eugenio Montale ![]() Prima del viaggio (dalla raccolta Satura, 1962-1970) Prima del viaggio si scrutano gli orari, le coincidenze, le soste, le pernottazioni e le prenotazioni (di camere con bagno o doccia, a un letto o due o addirittura un flat); si consultano le guide Hachette e quelle dei musei, si scambiano valute, si dividono franchi da escudos, rubli da copechi; prima del viaggio si informa qualche amico o parente,si controllano valigie e passaporti, si completa il corredo, si acquista un supplemento di lamette da barba, eventualmente si dà un’occhiata al testamento, pura scaramanzia perché i disastri aerei in percentuale sono nulla; prima del viaggio si è tranquilli ma si sospetta che il saggio non si muova e che il piacere di ritornare costi uno sproposito. E poi si parte e tutto è OK e tutto è per il meglio e inutile. E ora che ne sarà del mio viaggio? Troppo accuratamente l’ho studiato senza saperne nulla. Un imprevisto è la sola speranza. Ma mi dicono che è una stoltezza dirselo. Eugenio Montale Auguri e congratulazioni Miriam
Postato da Grazia01 il Lunedì, 09 ottobre @ 19:51:19 CEST (735 letture)
Il 9 ottobre del 1983 nacque Mario de Andrade
Postato da Grazia01 il Lunedì, 09 ottobre @ 09:44:28 CEST (437 letture)
![]() ![]() Ho contato i miei anni Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora… Mi sento come quel bimbo cui regalano un sacchetto di caramelle: le prime le mangia felice e in fretta, ma, quando si accorge che gliene rimangono poche, comincia a gustarle profondamente. Non ho tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto. Non ho tempo, da perdere per sciocchezze. Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti, né gli approfittatori. Mi disturbano gli invidiosi, che cercano di discreditare i più capaci, per appropriarsi del loro talento e dei loro risultati. Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali. Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta… E con così poche caramelle nel sacchetto… Adesso, così solo, voglio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili. Gente che sappia amare e burlarsi dell’ingenuo e dei suoi errori. Gente molto sicura di se stessa, che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze. Gente che non si consideri eletta anzitempo. Gente che non sfugga alle sue responsabilità. Gente molto sincera che difenda la dignità umana. Con gente che desideri solo vivere con onestà e rettitudine. Perché solo l’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena viverla. Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle altre persone … Gente cui i duri colpi della vita, abbiano insegnato a crescere con dolci carezze nell’anima. Sí… ho fretta… per vivere con l’intensità che niente più che la maturità ci può dare. Non intendo sprecare neanche una sola caramella di quelle che ora mi restano nel sacchetto. Sono sicuro che queste caramelle saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora. Il mio obiettivo, alla fine, è andar via soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Ti auguro che anche il tuo obiettivo sia lo stesso, perché, in qualche modo, anche tu te ne andrai…” Mário de Andrade poeta, musicologo e critico letterario brasiliano nato il 9 ottobre 1893 (+1945) Poesie sulla spranza
Postato da Grazia01 il Venerdì, 06 ottobre @ 12:21:35 CEST (850 letture)
![]() Poesie sulla speranza ![]() Strofe per musica I Dicono che la Speranza sia felicità, Ma il vero Amore deve amare il passato, E il Ricordo risveglia i pensieri felici Che primi sorgono e ultimi svaniscono. II E tutto ciò che il Ricordo ama di più Un tempo fu Speranza solamente; E quel che amò e perse la Speranza Ormai è circonfuso nel Ricordo. III È triste! È tutto un'illusione: Il futuro ci inganna da lontano, Non siamo più quel che ricordiamo, Né osiamo pensare a ciò che siamo. GEORGE GORDON BYRON - ![]() Voglio, avrò Voglio, avrò — se non qui, in altro luogo che ancora non so. Niente ho perduto. Tutto sarò. FERNANDO PESSOA ![]() Amo tutto ciò che è stato Amo tutto ciò che è stato, tutto quello che non è più, il dolore che ormai non mi duole, l’antica e erronea fede, l’ieri che ha lasciato dolore, quello che ha lasciato allegria solo perché è stato, è volato e oggi è già un altro giorno. La speranza è come il sale, non nutre, ma dà sapore al pane. JOSE' SARAMAGO ![]() Ode alla speranza Crepuscolo marino, in mezzo alla mia vita, le onde come uve, la solitudine del cielo, mi colmi e mi trabocchi, tutto il mare, tutto il cielo, movimento e spazio, i battaglioni bianchi della schiuma, la terra color arancia , la cintura incendiata del sole in agonia, tanti doni e doni, uccelli che vanno verso i loro sogni, e il mare, il mare, aroma sospeso, coro di sale sonoro, e nel frattempo, noi, gli uomini, vicino all'acqua, che lottiamo e speriamo vicino al mare, speriamo. Le onde dicono alla costa salda: Tutto sarà compiuto. PABLO NERUDA La donna che voglio diventare
Postato da Letty il Lunedì, 02 ottobre @ 10:47:23 CEST (1087 letture)
![]() ![]() Ho gambe più corte di quelle dei miei sogni e dita di ciglia, troppo esili e fragili per acchiapparne uno. Ho occhi pieni di meraviglie e un fiume di pensieri in cui ogni ciottolo depositato sul fondo, è un ricordo che rotola trascinato dalle acque, in tempi di piena. Ho lucciole nel cuore, tra i cespugli dei sentimenti dimenticati tra le camere chiuse, i cui letti appartengono a persone lontane e di cui ricordo perfettamente i nomi. Ho parole tenui per alcuni, ma ne ho tante cancellate male, il loro sgradito suono spesso riecheggia spezzato, indelebile e non desiderato, a cui non posso ribellarmi. Ho ancora spazio, per quello che verrà di inatteso, per la bimba che conservo, gelosamente, nascosta a tutti, poiché è lei a correre dietro alle farfalle e alle api, sui prati di questa mia esistenza ed è lei la donna che voglio diventare. Letty Emozioni
Postato da Grazia01 il Lunedì, 25 settembre @ 19:14:41 CEST (622 letture)
![]() ![]() Nella nostra società le emozioni in generale vengono scoraggiate. Benché senza dubbio il pensiero creativo, come ogni altra attività creativa, sia inseparabilmente legato alle emozioni, è diventato un ideale pensare e vivere senza emozioni. Essere emotivo è diventato sinonimo di instabile e squilibrato. Erich From Dedicato alle mamme
Postato da Grazia01 il Lunedì, 25 settembre @ 19:13:50 CEST (498 letture)
![]() ![]() DEDICATA A TUTTE LE MAMME Questo è per le madri che stanno alzate tutta la notte tenendo in braccio i loro bambini ammalati dicendo "è tutto a posto tesoro, la mamma è qui con te". Per quelle che stanno per ore con i loro bambini che piangono in braccio cercando di dare conforto. Questo è per tutte le madri che vanno a lavorare con il rigurgito nei capelli, macchie di latte sulla camicia e pannolini nella loro borsetta. Per tutte le mamme che riempiono le macchine di bimbi, fanno torte e biscotti e cuciono a mano i costumi di carnevale. E per tutte le madri che non fanno queste cose. Questo è per le madri che danno la luce a bambini che non vedranno mai. E quelle madri che hanno dato una casa a quei bambini. Tango
Postato da Grazia01 il Lunedì, 25 settembre @ 19:11:54 CEST (494 letture)
![]() ![]() Il Tango rende consapevoli del suo significato profondo ed essenziale attraverso esperienze individuali e di coppia. I partecipanti vengono coinvolti sulla musica col gioco dell’interpretazione, vengono messi in relazione tra loro attraverso la connessione e vivono l’emozione e l’armonia attraverso l’Abbraccio: un incontro profondo che non ha bisogno di parole, ma solo di ascolto di un altro corpo sulla musica, un incontro che non necessita di presentazioni, può nascere, fortuito e fugace, tra due sconosciuti e diventare magico contatto nel qui e ora, unico e irripetibile. Amo il tango Metodo Pilates
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 20 settembre @ 17:11:58 CEST (476 letture)
![]() ![]() Da alcuni anni ho sostituito la ginnastica dolce al Pilates. Il giovamento che trovo in questo metodo è che con il tempo ho imparato a muovermi automaticamente con il sistema che ho imparato: per esempio a tenere il capo ben diritto e in alto come se avessi un filo da burattino, a correggere la postura delle spalle, a piegarmi contraendo gli addominali per non gravare sulla colonna, a usare la pallina per rilassare la pianta di piedi e molto altro. Nella palestra in cui lo pratico l'insegnante è una fisioterapista e siamo al massimo sette o otto persone per volta. Due volte alla settimana mi consente di tenere il corpo nella forma migliore dal punto di vista della mobilità articolare. ![]() Il metodo Pilates, o semplicemente Pilates, è un sistema di allenamento che mira a rafforzare il corpo, a modellarlo, a correggere la postura e a migliorare la fluidità e la precisione dei movimenti. Prende il nome da Joseph Pilates, che nella prima metà del ‘900 lo ha sviluppato e ha messo a punto i macchinari necessari alla sua pratica, utilizzandolo per riabilitare reduci di guerra e allenare ballerini e atleti.Il metodo ha lo scopo di rafforzare il corpo senza aumentare eccessivamente la massa muscolare, di sviluppare fluidità e precisione dei movimenti, di migliorare o correggere la postura con un lavoro centrato sulle regioni addominale e dorsale. Si prefigge di ottenere questi obiettivi eseguendo movimenti lenti, mantenendo una grande concentrazione e attenzione alla respirazione, in modo che l’attività fisica risulti in una maggiore consapevolezza del proprio corpo e dei movimenti che si compiono. Il Pilates è costituito da un’ampia gamma di esercizi da svolgere a corpo libero o con l’aiuto di macchinari sotto la supervisione di un allenatore specializzato che individua un programma basato sulle esigenze della persona. Ogni esercizio viene ripetuto poche volte rispetto alle lunghe ripetizioni di altri tipi di allenamento, ma deve essere eseguito lentamente e con grande precisione. Era infatti convinzione di Pilates che "poco movimento ben programmato ed eseguito con precisione, in una sequenza bilanciata, abbia lo stesso valore di ore di contorsioni forzate ed eseguite in modo approssimativo". Gli esercizi, pensati per rafforzare o stimolare specifiche parti del corpo, possono prevedere l’uso dei macchinari realizzati nella loro prima versione da Joseph Pilates; essi sono costituiti da sbarre, maniglie, elastici e strumenti che servono a contrapporre forza o ad accompagnare il movimento. Il Pilates mira ad allenare tutto il fisico; tuttavia il lavoro specifico che svolge sulla parte centrale del corpo, ossia sulle regioni addominale, dorsale e lombare, rendono questo metodo adatto in particolare a chi ha bisogno di correggere la postura e riequilibrare i carichi sulla colonna vertebrale. Il Pilates è stato utilizzato per la riabilitazione o come metodo di allenamento e, grazie alla quantità e diversità degli esercizi di cui dispone, può essere adattato alle capacità di ciascuno. La scelta di un centro specializzato dove praticare Pilates consente di svolgere gli esercizi con un allenatore che saprà calibrare il programma sulla base delle particolari esigenze di ogni persona e potrà tenere conto di eventuali difficoltà o problemi individuali. ![]() ![]() È uno dei metodi di allenamento più apprezzati nelle palestre e nei centri di riabilitazione. Il merito è probabilmente da attribuire alla sua capacità di rafforzare il corpo e allo stesso tempo correggere la postura, con un rischio pressoché nullo di avere infortuni e grandi benefici per la schiena. Insegna a prendere coscienza del proprio corpo, per rafforzarlo, correggere la postura e migliorare la fluidità e la precisione dei movimenti. Nel Pilates il corpo si muove come un sistema integrato. Gran parte del lavoro è concentrato sui muscoli che favoriscono il controllo della postura, che si trovano nell’area compresa tra il dorso e il bacino (dorsali, lombari, addominali, glutei, ecc.). Questo non vuole essere una pubblicità del metodo, non so neppure se vi siano delle controindicazioni, io lo pratico su suggerimento di un medico specialista in ortopedia. Grazia Il 18 settembre del 1922 nacque Luciano Erba
Postato da Grazia01 il Lunedì, 18 settembre @ 21:46:01 CEST (840 letture)
![]() Il 18 settembre del 1922 nacque Luciano Erba, poeta, critico letterario e traduttore italiano ![]() Le giovani coppie Le giovani coppie del dopoquerra pranzavano in spazi triangolari in appartamenti vicini alla fiera i vetri avevano cerchi alle tendine i mobili erano lineari, con pochi libri líinvitato che aveva portato del chianti bevevamo in bicchieri di vetro verde era il primo siciliano della mia vita noi eravamo il suo modello di sviluppo. ![]() Garches a S.F. Quando si parla di case di settembre dolce è dir poco di un ritorno a Garches. Sei stato su e giù nei sette mari magari a Machu Picchu e chissà dove intanto il fogliame del giardino cresceva tra le piccole prugne si arrampicava l'uva americana sulla facciata con le imposte verdi l'autunno ti aspettava senza chiedere niente. ![]() Scale Scale che non portano da nessuna parte scale che salgono soltanto per scendere e difficile orientarsi nei dintorni del nulla. Luciano Erba Il 18 settembre del 1902 nacque Jorge Carrera Andrade
Postato da Grazia01 il Lunedì, 18 settembre @ 21:40:59 CEST (476 letture)
![]() ![]() Il 18 settembre del 1902 nacque Jorge Carrera Andrade, considerato come uno dei più grandi poeti dell'America Latina. ![]() Rondini Che mi cerchino domani. Oggi ho appuntamento con le rondini. Nelle piume bagnate dalla prima pioggia giunge il messaggio fresco dei nidi celesti. La luce va cercando un nascondiglio. Le finestre voltano folgoranti pagine che si spengono improvvise in vaghe profezie. Fu un paese fecondo ieri la coscienza. Oggi campo di rocce. Mi rassegno al silenzio ma comprendo il grido degli uccelli il grido grigio d'angoscia di fronte alla luce soffocata dalla prima pioggia. Jorge Carrera Andrade IL GABBIANO E LA SOLITUDINE Quaderno bianco del mare, il gabbiano o un messaggio si spiega nel volo in due fogli di viaggio. La sua sorella marittima, la solitudine, lo guarda e, in una speranza vana, sulla costa sospira. Insetti e piante si impigliano al suolo: iniziali ritorte di una nostalgia sotterranea. Qui, nel mezzo, vivo con gli uccelli marini, prigioniero di me stesso, compagno delle rovine, e guardando e sentendo solo la pioggia armata batto la solitudine con la sua spada liquida. Sono l'uomo universo Io sono l'abitante delle pietre senza memoria, sete d'ombra verde; il popolano di tutti i villaggi e delle prodigiose capitali; sono l'uomo universo, marinaio di tutte le finestre della terra stordita dai motori. Sono l'uomo di Tokyo che si nutre di pesciolini e bambù, il minatore d'Europa, fratello della notte; l'operaio del Congo e della spiaggia, il pescatore della Polinesia, sono l'indio d'America, il meticcio, il giallo, il nero: io sono tutti gli uomini. Sopra il mio cuore firmano le genti un patto eterno di vera pace e fraternità. ![]() Verrà un giorno Verrà un giorno più puro degli altri: scoppierà la pace sulla terra come un sole di cristallo. Una luce nuova avvolgerà le cose. Gli uomini canteranno per le strade ormai liberi dalla morte menzognera. Il frumento crescerà sui resti delle armi distrutte e nessuno verserà il sangue del fratello. Il mondo allora apparterrà alle fonti e alle spighe che imporranno il loro impero di abbondanza e freschezza senza frontiere. Jorge Carrera Andrade Di Jorge Carrera Andrade, lo scrittore americano William Carlos Williams aveva rilevato: “Non ricordo un’altra occasione in cui abbia trovato un posto così limpido e libero dal tormento dello spirito che è diventato il nostro pane quotidiano. Le immagini di Jorge Carrera Andrade sono così straordinariamente chiare, così connesse al primitivo che immagino di essere… prendendo parte a una visione già perduta del mondo. È un posto malinconico e maestoso”. Eccolo allora questo posto, il buen ritiro di Carrera Andrade a ridosso del mare ma ancorato alla terra, dove gli spettacoli della natura offrono al poeta, immerso nella magia di questa atmosfera, la possibilità di cogliere gli aspetti dell’universo, di investigare il cosmo e tutte le sue regole. Prigioniero di se stesso, ma contraddittoriamente libero… Muore a Quito il 9 novembre del 1978. CON GLI OCCHI DELLA FENICE.
Postato da Grazia01 il Domenica, 17 settembre @ 17:26:12 CEST (524 letture)
![]() Parole spese per l’uguaglianza. Un racconto che parla della guerra che combatte chi è in cerca di pace; chi la trova quando non ci spera più, e la crede un miracolo. Per chi nella disperazione, crede che un altro mondo sia possibile. Per chi nel nuovo mondo, cercando di integrarsi, ricorda cosa sia l’integrazione. Racconto finalista e vincitore del premio “Giuria Popolare 2012” – Concorso Lingua Madre, Salone Internazionale del Libro di Torino. ![]() CON GLI OCCHI DELLA FENICE. “Ciao, è passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo parlate ed io ho paura di non riuscire più a ricordarti; perdonami. Inutile chiederti come stai. Credo che questa sia la prima lettera che ti scrivo, anche se molte sono le volte in cui siamo tacitamente parlate; il nostro è un rapporto quotidiano, fatto di silenzi, memorie e soprattutto consapevolezza. Ho ancora 5 anni
Postato da Letty il Lunedì, 28 agosto @ 18:17:57 CEST (956 letture)
![]() ![]() Sai di averla ancora nascosta da qualche parte Sai che c'è Ti rifugi in un pensiero tondo che si rincorre È un'eco insopportabile Non hai bisogno di rovistare negli angoli bui, è esattamente dove l'hai lasciata È solo piena di polvere e addormentata È la bambina di 9 anni che ascoltava vecchie canzoni e scriveva storie sui foglietti di carta Ogni tanto qualcuno le parla in sogno e lei ti bisbiglia quello che ha sentito e tu, in un impeto lasci che ti detti quelle parole meravigliose da cui sbocciano le poesie Dormi, Mi prendo io cura di te Letty Best Seller
Postato da Paolo il Lunedì, 28 agosto @ 18:15:28 CEST (8129 letture)
![]() Pochi anni fa, una giornalista Americana arrivò a riempire la centesima pagina del suo romanzo. Si era nel cuore della notte e lei aveva avuto un'ispirazione: quella che sarebbe stato un successo. Inviò subito a un editore il materiale sino allora prodotto e, penso qualche ora dopo, anche lui ebbe la stessa idea. Acquistò i diritti: il romanzo fu poi terminato e piovvero dollari per tutti. La giornalista si chiamava Elizabeth Little e il romanzo fu poi pubblicato anche in Italia con il titolo “Finché sarò tua figlia”. ![]() Ogni giorno nasce un poeta, anche se...
Postato da Grazia01 il Giovedì, 17 agosto @ 20:33:49 CEST (886 letture)
![]() ![]() Giovani che uccidono coetanei a calci e pugni nelle discoteche, uomini che ammazzano sorelle, le fanno a pezzi che infilano in cassonetti, femminicidi quasi ogni giorno, attentati terroristici e altri e mille brutture nella nostra via, come può sopravvivere un sentimenti poetico? Eppure qualcuno disse che la poesia salverà il mondo, comincio a credere che la maggior parte degli esseri umani non abbia né poesia né sentimenti appena un po' umani. Porto avanti comunque una passione in cui credo, perché in qualche cosa bisogna pur credere e sperare e perché malgrado tutto sono ancora convinta che ogni giorno nasca un poeta. Oggi fra gli altri è l’anniversario della nascita di Tommaso Cannizzaro (Messina, 17 agosto 1838 – Messina, 25 agosto 1921) , poeta, critico letterario e traduttore italiano e Oliverio Girondo (Buenos Aires, 17 agosto 1891 – Buenos Aires, 24 gennaio 1967) che è stato un poeta argentino. Vi propongo due loro poesie 9 agosto 1945, la bomba atomica su Nagasaki
Postato da Grazia01 il Mercoledì, 09 agosto @ 20:28:29 CEST (4201 letture)
![]() ![]() Il 9 agosto 1945, alle 11.02, sulla città portuale di Nagasaki viene sganciata la seconda bomba atomica, nome in codice Fat Man per la sua forma ovoidale, tre giorni dopo quella che aveva distrutto Hiroshima. Lungo 2,34 metri con un diametro di 1,52 metri, l'ordigno utilizzava plutonio-239 e rilasciò una potenza di 21 chilotoni, molto più dell’energia sprigionatasi da Little Boy. Nagasaki, obiettivo di ripiego nel caso in cui non fosse possibile bombardare la città di Kokura, per le condizioni climatiche, fu protetta dalle montagne che la circondavano, ma l'ordigno esplose a 500 metri dal suolo nella zona industriale Urakami, sede di fabbriche di munizioni, scuole, edifici pubblici e abitazioni civili. Polverizzò tutto ciò che esisteva nel raggio di 1 km, ma l'onda d'urto produsse crolli e incendi fino a 15 km dall'epicentro. Morirono all'istante 40 mila persone su 240 mila abitanti, ma il numero totale delle vittime viene comunque stimato intorno alle 80 mila persone, incluse quelle esposte alle radiazioni nei mesi seguenti. ![]() La ricostruzione della città iniziò subito, nel 1946, ma non nel quartiere di Urakami dove nel 1955 furono realizzati un “parco della pace” e un museo dell’atomica, che illustra i drammatici eventi del '45: ci sono molte immagini di Nagasaki prima della bomba, l'orologio bloccato alle 11.02, ora dell'esplosione, le storie dei sopravvissuti e il suono dell'acqua che scorre incessante. Era ciò che più mancava ai sopravvissuti, è il simbolo di sofferenza e rinascita. Nel parco ci sono sculture donate da tutti i Paesi del mondo. Tra queste la Statua della Pace di Seibo Kitamura: raffigura un uomo che alza la mano destra verso il cielo da dove arrivò la morte e che tende la sinistra come a invocare la pace. Ciao
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